La collezione di Kenzo 2014 contro la pesca eccessiva

Kenzo presenta la collezione 2014 dedicata al mare e alla pesca sostenibile e a sostegno della Blue Marine Foundationkenzo1-620x350

L’ecosistema marino è al collasso tanto che molte specie ittiche rischiano l’estinzione. Lo scorso aprile l’Italia aveva già esaurito le proprie scorte ittiche e se salta l’ecosistema marino salta tutta la catena alimentare. In virtù di questa emergenza planetaria scende in campo Kenzo, stilista internazionale, che per la sua ultima sfilata della collezione 2014 presentata qualche ora fa a Parigi, ha scelto di intervenire con un messaggio choc messo però in bella mostra su una delle sue tshirt: senza pesce non c’è niente. Kenzo però non si limita alla tshirt vetrina ma ha stretto un accordo con Blue Marine Foundation a cui devolverà il ricavato della vendita di una linea di maglioni e T-shirt uomo/donna. Questi capi saranno disponibili da gennaio sia nelle boutique sia sullo shop online. E lo stilista ci ricorda quali sono le specie di pesce che sono da proteggere: tonno rosso, halibut Atlantico, trota “testa d’acciaio”, Marlin, cernia gigante, merluzzo dell’Atlantico, PikeMinnow, pesce sega pettinato, storione dell’Atlantico, pesce sega, squalo argento, carpa comune, pesce spada dell’Atlantico, pesce vela, merluzzo nero, lutiano rosso, pesce specchio atlantico. L’iniziativa è indubbiamente molto interessante e lo sarebbe anche di più se Kenzo e la sua maison convertissero la produzione delle collezioni moda in moda sostenibile, ossia rispettosa dell’intera catena produttiva. Ci auguriamo che la capsule collection dedicata alla pesca sostenibile, quindi, non sia che un primo passo verso l’ecologia della moda di Kenzo.

 

Fonte: ecoblog

Pesca sostenibile: i mari europei a un passo dalla “bancarotta”

La petizione Tutti a bordo!  chiede alla Commissione Europea una riforma del Regolamento Base della Riforma comune della pesca 1628897481-586x405

Quasi ci fosse un sottile filo che unisce le economie dei Paesi dell’Europa  e la loro pesca, i mari dell’Unione Europea sono sull’orlo della bancarotta. Questo allarme che riguarda l’attività pescatoria ha spinto diversi gruppi e associazioni a redigere la petizione Tutti a bordo! per chiedere ai governi degli Stati membri l’approvazione del Regolamento Base della Riforma comune della pesca. Per oltre 30 anni lo sfruttamento delle acque comunitarie è stato nettamente superiore al ricambio, portando in negativo il bilancio di molte specie abitualmente pescate a scopi alimentari. WWF è stata fra le prime associazioni a impegnarsi, insieme a cittadini, pescatori e imprese, per una riforma delle politiche comunitarie della pesca. Nelle acque europee il 70% degli stock ittici è sovrasfruttato: il tonno rosso del Mediterraneo o il baccalà dell’Atlantico sono stati sfruttati per decenni. Ma i problemi dei nostri mari sono legati anche alla “overcapacity” ovverosia allo squilibrio fra le troppe barche e i troppi pochi pesci. Altra piaga è quella dei rigetti in mare, ossia l’abitudine di ributtare in mare specie di pesce commestibili ma dallo scarso valore commerciale. Le proposte provenienti dalla Commissione Europea tendono – attraverso la revisione dei Right Base Management – a un’industrializzazione della pesca, con una concentrazione della capacità di pesca in poche barche. Le associazioni chiedono che si vada nella direzione opposta, ovverosia in un cambiamento che includa anche la pesca tradizionale ed artigianale.

Fonte:  WWF