Un erasmus per imparare il futuro: Italia e Germania si incontrano

Grazie ad un progetto di interscambio che ha unito Inwole e Italia che Cambia abbiamo avuto la possibilità di vivere, come organizzatori e formatori, una settimana di condivisione con un gruppo di tedeschi giunti dalla Germania per conoscere e sperimentare l’Italia in cambiamento verso un futuro più sostenibile. Sostenibilità, educazione, connessione, rete. Sono questi gli elementi chiave dell’incontro residenziale che si è tenuto dal 22 al 28 aprile tra Firenze, Umbria e Bologna. L’occasione un progetto Erasmus+ per attività di mobilità per l’educazione degli adulti dal titolo “Lernen für die die Zukunft” (“Imparare per il futuro”) che ha unito due realtà già connesse: Inwole e Italia che Cambia.

Il gruppo a Panta rei, sul lago Trasimeno, dove ha trascorso tre giorni di lavoro e condivisione

Questo progetto di interscambio tra attori e formatori del cambiamento, italiani e tedeschi, ha infatti già forti radici. Luca Asperius, tra i fondatori di Italia che Cambia e responsabile dei nostri portali territoriali, berlinese d’adozione da quasi 10 anni, ha realizzato insieme ad Alexandre Schütze e Hannes Gerlof, due portali sul modello di quello italiano già attivo in Piemonte, uno dedicato a Berlino e uno dedicato alla regione del Brandeburgo.  

“La collaborazione con Inwole è ormai attiva e ben strutturata da diversi anni, da quando è stato lanciato il portale regionale Brandenburg im Wandel – racconta Luca – In particolare poi insieme a loro abbiamo avuto la possibilità di presentare nel 2017 qui in Germania alcune storie del cambiamento italiano, sottotitolando in tedesco alcuni dei video di Italia che Cambia, e di presentare Italia Che Cambia insieme a Daniel e Andrea. La cooperazione nel progetto Erasmus+ è stata quindi un’evoluzione naturale della collaborazione”. 

Inwole è un’associazione molto attiva a Potsdam (Brandeburgo). Le principali aree su cui si muove il progetto sono la formazione, il lavoro creativo e artigianale, l’economia solidale, la mobilità, l’educazione alla sostenibilità, i progetti antirazzisti e di cooperazione internazionale, così come progetti di integrazione. Tra i membri dell’associazione ci sono molti abitanti del progetto di cohousing Projekthaus, dove ha sede l’associazione e vengono svolte la maggior parte delle attività, negli spazi e nei laboratori della struttura, un luogo per l’implementazione pratica delle alternative sociali in cui iniziare a rendere possibile la convivenza sociale e una società di solidarietà.

A Perugia, guardando gli orti sinergici

Un laboratorio di sperimentazione proprio come lo è stato per tutti noi anche questa prima esperienza insieme in Italia, in cui mi sono trovata insieme ad Andrea Degl’Innocenti e Luca Asperius nel doppio ruolo di organizzatrice e formatrice. È sempre una grande ricchezza il confronto, la condivisione di strumenti, la convivenza, soprattutto in un gruppo così eterogeneo per età, con persone afferenti a progetti ed ambiti di interesse diversi, con aspettative differenti. Parte del cammino sta nel sintonizzarsi, nel riscoprire gli elementi di coesione sui quali convergere e nel mettersi in gioco nella diversità. 

“In generale sono molto contento, soprattutto in virtù del fatto che era la prima volta che organizzavamo un corso-viaggio del genere (anche se a livello italiano abbiamo comunque accumulato una discreta esperienza con i nostri corsi) – continua Luca – È stata sicuramente un’esperienza molto intensa, anche impegnativa dal punto di vista della logistica e dell’organizzazione e per quanto mi riguarda personalmente dell’interpretazione, essendo io l’unico o quasi del gruppo a parlare sia italiano che tedesco. Anche i feedback dei partecipanti sono stati molto positivi, in particolare riguardo alle uscite didattiche che abbiamo potuto organizzare con i progetti della nostra rete”. 

Oltre a tre giorni intensivi di lavoro insieme a Panta Rei, sul lago Trasimeno, i 15 partecipanti tedeschi hanno avuto infatti l’opportunità di incontrare alcuni progetti nelle città che abbiamo attraversato, dai quali trarre ispirazione e spunti per il lavoro che abbiamo portato avanti nei vari gruppi di lavoro.

Antonio di Giovanni presenta Funghi espresso (Firenze)

E proprio da questi incontri sono forse arrivate anche per noi le sorprese più interessanti. “Tra le tante cose forse quella che mi ha colpito di più è stata l’accoglienza e la disponibilità da parte dei progetti italiani che abbiamo scelto di visitare, segno anche del grande lavoro che stiamo portando avanti come Italia Che Cambia anche dal punto di vista delle relazioni umane”, prosegue Luca. “Anche se eravamo noi a condurli alla scoperta di città, progetti e persone, sono io per primo ad aver scoperto nuove cose o nuovi aspetti di storie che conoscevo già e che avevamo raccontato su Italia che Cambia”, aggiunge Andrea. C’è sempre un fattore di scoperta possibile e su questo si è giocato tanto di questo primo incontro intensivo che ripeteremo, forti di ciò che ci ha entusiasmato e di ciò che sarebbe potuto andare meglio, a fine settembre. Intanto abbiamo tessuto relazioni, approfondito progetti, acquisito nuovi strumenti e competenze, e gettato le basi concrete di uno scambio più forte tra la Germania e l’Italia in Cambiamento (ma questo lo scoprirete presto…).

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2019/05/erasmus-per-imparare-futuro-italia-germania-si-incontrano/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Lo smog provoca danni al DNA? Parte lo screening su 1000 bambini in 5 città italiane

Presentato il progetto di ricerca europeo MAPEC che coinvolge Torino, Brescia, Pisa, Perugia e Lecce. L’obiettivo è analizzare l’associazione tra le concentrazioni di alcuni inquinanti e eventuali danni al DNA nei bambini di 6-8 anni378452

Quali sono gli effetti dell’inquinamento atmosferico sui bambini? Quali interventi si possono attuare per prevenirli? A queste domande cercherà di rispondere il progetto di ricerca europeo MAPEC-LIFE (Monitoring Air Pollution Effects on Children for supporting public health policy) che vedrà protagoniste di qui al 2016 le Università di BresciaTorinoPerugia, di Pisa e del Salento oltre al Comune di Brescia e al Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico CSMT. Ormai numerosi studi epidemiologici hanno infatti dimostrato che i bambini sono più vulnerabili degli adulti in quanto inalano una maggiore quantità di aria per unità di peso, presentano un’immaturità di alcuni organi, tra cui i polmoni, trascorrono più tempo all’aperto e praticano più attività fisica.  L’obiettivo dello studio MAPEC sarà quello di analizzare l’associazione tra la concentrazione di alcuni inquinanti atmosferici quali particolato fine (PM 10) e finissimo (PM 0.5), ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), ed alcuni marcatori di effetto biologico precoce, attraverso test specifici di laboratorio che rilevano la presenza di eventuali danni al DNA nelle cellule della mucosa della bocca di bambini di 6-8 anni di età. Il progetto recluterà 1000 bambini in 5 città italiane, 200 per ogni città (Brescia, Lecce, Perugia, Pisa e Torino), caratterizzate da diversi livelli di inquinamento dell’aria, sia in inverno che in estate. Per ogni bambino verrà raccolto un campione biologico (cellule della mucosa orale) e tutti i dati di interesse per la ricerca mediante un questionario compilato dai genitori. La ricerca permetterà di approfondire le conoscenze scientifiche sugli eventuali e potenziali rischi per la salute della popolazione a causa dell’esposizione quotidiana agli inquinanti e di valutare il possibile ruolo protettivo, o, viceversa, aggravante, di altri fattori, nei confronti del danno biologico da inquinanti atmosferici nei bambini. Possono infatti aumentare o diminuire l’effetto biologico dell’inquinamento l’esposizione al fumo di sigaretta, l’inquinamento indoor, in particolare nelle abitazioni, e alcuni aspetti degli stili di vita come le abitudini alimentari.

‘Progetto MAPEC_LIFE: effetti dell’inquinamento atmosferico sui bambini a supporto delle politiche di sanità pubblica’ [0,13 MB]

Sinossi della ricerca

Fonte: ecodallecittà.it

L’impianto a concentrazione solare a sali fusi di Massa Martana è realtà

Dopo appena tre anni di lavori apre la centrale solare dimostrativa sali fusi di Massa Martana ideata dal Nobel Carlo Rubbiaparabolic_trough2-620x350

L’idea del Nobel Carlo Rubbia, ossia quella di una centrale a concentrazione solare a sali prende vita in quel di Massa Martana in provincia di Perugia e da ieri è diventata operativa. L’impianto Archimede Solar Energy (ASE) realizzato con Chiyoda Corporation è dimostrativo e costituisce una vera e propria vetrina con tecnologia Made in Italy. Quel che ne verrà poi ci auguriamo sia green business in giro per il mondo. Le aziende che vi hanno preso parte sono: Techint, Sqm, Bfr, Axel, Rdm, Reflex, Ceu, Meccanotecnica Umbra, la tecnologia è di Chiyoda Corporation e il concept è di ENEA. La centrale è costata circa 300 milioni di euro, ha una potenza di 50 megawatt e si alimenta grazie alla luce solare convogliata sugli specchi. Una rete di tubi contiene i sali fusi, ossia il termovettore che serve a produrre il vapore che attiverà le turbine che in movimento andranno a generare poi l’energia. Il test loop è lungo 600 metri e lo stoccaggio di energia termica, TES, userà i sali fusi che si riscaldano fino a 550 gradi Centigradi e durerà per 5 ore in assenza di sole garantendo la continuità di esercizio anche la notte. La tecnologia usata a Massa Martana prevede appunto l’uso dei sali e non combinata a gas come nella centrale a concentrazione solare di Priolo Gargallo, oppure con oli considerati inquinanti.

Ha detto il presidente di Ase Gianluigi Angelantoni:

Lo scopo di questa centrale solare termodinamica che abbiamo inaugurato oggi non è commerciale ma è quello di promuovere l’economia, la bancabilità e l’affidabilità degli impianti di energia solare a parabola. Si tratta, infatti, di una tecnologia innovativa che ha bisogno di essere provata affinché gli investitori possano avere la garanzia del suo corretto funzionamento per poter poi finanziare la costruzione di altre centrali a scopi commerciali.

Carlo Rubbia nel 2007 propose il progetto al ministro Pecoraro Scanioimage-620x350

Ecoblog ne scriveva nel 2010 e i commenti dei lettori furono piuttosto scettici rispetto alla possibilità di rientro in termini di investimento di un impianto simile. Ma eravamo alla vigilia di un referendum importante, quello sul nucleare, che si concluse con la schiacciante vittoria dei no alle centrali nucleari in Italia. Il che impone una nuova prospettiva per l’approvvigionamento energetico che non siano le centrali a carbone seppur economiche altamente inquinanti. Pecoraro Scanio, invitato all’inaugurazione di ieri,ricorda e rivendica l’appoggio dato al solare:

Era l’11 aprile 2008 quando il mio decreto di incentivo al solare termodinamico entrava in vigore. Arrivava dopo un bel lavoro della Task Force che avevo istituito con un altro decreto nel 2007 affidandone la guida a Carlo Rubbia,che tornava a collaborare col governo italiano dopo la dura rottura con il precedente governo e ministero dell’ambiente. Già a febbraio avevo sbloccato 20 milioni di euro per il solare a specchi. Dopo il conto energia del febbraio 2007 per il solare fotovoltaico continuava la mia azione governativa per le rinnovabili e l’efficienza energetica tra ostacoli e sfiducia dell’opposizione ,delle lobby industriali tradizionali e di buona parte dei miei stessi alleati di centrosinistra. Al cambio di governo Carlo Rubbia non viene più convocato e torna all’estero, si punta sul nucleare e addirittura il Senato approva,nel luglio 2009, una mozione contro il solare termodinamico. In questi anni ho continuato ad insistere sulla necessità di rilanciare questa tecnologia di brevetto italiano. Oggi,finalmente ,sono stato invitato all’inaugurazione del primo impianto totalmente a specchi. L’altro, a Priolo, è misto con il gas. Nel 2012 nel mondo sono stati investiti ben 140 miliardi di dollari sul solare a specchi. Ed oggi è stato ricordato come ,secondo studi ufficiali statunitensi ,100 Megawatt di solare termodinamico producano 4000 posti di lavoro all’anno e 628 milioni di dollari di indotto economico, mentre 100MW di gas naturale significano 330 ‘jobs ‘all’anno e 47 mil.di dollari di indotto. Dopo cinque anni è una vera soddisfazione. Ora spero che il governo riveda la strategia energetica nazionale che ancora parla di trivellazioni e di fossili.

Fonte: Comunicato stampa Pecoraro Scanio, Perugia Today

 

Fantacity 2013: a Perugia dal 19 al 21 aprile

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Vi segnaliamo la settima edizione di “Fantacity“, manifestazione, che si terrà a Perugia dal 19 al 21 aprile, dedicata ai bambini e ragazzi per promuovere l’apprendimento attraverso il divertimento. In programma, insieme a laboratori creativi e momenti di approfondimento, anche un ampio spazio per le tematiche legate all’ambiente. Dall’attenzione al riciclo dei rifiuti (durante i laboratori creativi che prevedono l’utilizzo di differenti materiali) fino alla scoperta di piante ed animali (solo per citare alcuni appuntamenti: lezioni di ornitologia o sulle aquile reali). Previsti anche attività sul mangiare sano, lezioni con l’utilizzo della Lavagna interattiva multimediale e laboratori per imparare la scienza attraverso il gioco.

Tutti gli appuntamenti in cartellone sono gratuiti e aperti a tutti.

Vi rimandiamo al sito ufficiale di Fantacity per maggiori informazioni:

http://www.fantacity.eu/

fonte: tuttogreen