Assicurazione e-bike anche sotto i 250 Watt di potenza? La proposta UE

La Commissione Europea vuole modificare la Motor Insurance Directive e le associazioni di ciclisti e produttori di e-bike insorgono.http _media.ecoblog.it_d_d32_e-bike-peugeot-salone-ginevra-201708

Sta facendo molto rumore la proposta di modifica, da parte della Commissione Europea, della Direttiva comunitaria che regola l’obbligo di assicurazione civile per i veicoli a motore. Tra le varie modifiche, infatti, potrebbe esserci anche quella di imporre l’obbligo di assicurazione anche alle bici elettriche non omologate, cioè quelle a pedalata assistita (i cosiddetti “pedelec“) con motore fino a 250 Watt di potenza e velocità massima di 25 km orari. La European Cyclists’ Federation (ECF), che rappresenta gli interessi dei ciclisti in Europa facendo lobby comune con i produttori di e-bike, in un position paper critica aspramente tale proposta affermando che si tratterebbe di una criminalizzazione delle biciclette a pedalata assistita e, di fatto, l’introduzione dell’assicurazione obbligatoria ucciderebbe questo nascente mercato. Secondo i dati della ECF nella sola Germania circolano 4 milioni di pedelec sotto i 250 Watt, il 45% delle vendite di biciclette in Belgio riguarda questo tipo di veicoli e un quarto dei ciclisti olandesi usa i pedelec. Questo mercato, secondo l’ECF, rischia di sparire se passa la revisione della Motor Insurance Directive per come è stata paventata. Ma cosa dice, realmente, la Commissione Europea? I timori di ciclisti e produttori di e-bike sono giustificati o si sta solo alzando un inutile polverone? La risposta è “Ni”.

In effetti l’UE dichiara chiaramente che “i nuovi tipi di veicoli a motore, come le biciclette elettriche, i segway e gli scooter elettrici, rientrano già nel campo di applicazione della direttiva. L’utilizzo di tali nuovi tipi di veicoli elettrici a motore nel traffico ha il potenziale di causare incidenti, le cui vittime devono essere tutelate e rimborsate rapidamente“.
Quindi è vero che l’Europa vorrebbe far ricadere anche le bici a pedalata assistita, i segway e altri mezzi simili di mobilità elettrica leggera all’interno della normativa.

Ma la stessa Commissione subito dopo afferma che “Tuttavia, l’attuale direttiva attribuisce altresì agli Stati membri il potere di esentare tali veicoli dall’assicurazione per la responsabilità civile autoveicoli, laddove essi lo ritengano necessario. Durante la consultazione pubblica, numerose associazioni che rappresentano l’industria delle biciclette elettriche hanno richiesto l’esclusione di tali veicoli dalla direttiva stessa, sostenendo che imporre un’assicurazione per la responsabilità civile potrebbe minare l’utilizzo delle biciclette elettriche. Ciò non è considerato necessario alla luce del potere degli Stati membri di esentare le biciclette elettriche o qualunque altro nuovo veicolo elettrico a motore. In tal caso, i fondi nazionali di garanzia si farebbero carico dei costi del rimborso delle vittime di incidenti causati da tali nuovi tipi di veicoli. Tale alternativa fornisce il massimo livello di protezione delle vittime, senza la necessità di ulteriori interventi da parte dell’UE“.

In parole povere, ciò vuol dire che la UE è intenzionata a imporre l’obbligo di assicurazione per le bici elettriche a pedalata assistita sotto i 250W, ma allo stesso tempo è intenzionata a lasciare ai singoli Stati membri la possibilità di esentare gli stessi tipi di mezzi dall’obbligo. Ma con una pesante precisazione: le vittime degli incidenti causati da pedelec e segway vanno risarcite e, se non ci deve pensare il guidatore dotandosi di una assicurazione RCA, ci deve pensare lo Stato membro che ha concesso l’esenzione dall’assicurazione. Nel caso italiano, ad esempio, sarà lo Stato a dover pagare le vittime degli incidenti attingendo al Fondo per le vittime della strada.

Fonte: ecoblog.it

Smart ebike, la mobilità sostenibile che non rinuncia all’eleganza

Una bicicletta elettrica innovativa che integra la batteria nel telaio e garantisce un’autonomia massima di 100 chilometri1374759144433-586x329

Nelle metropoli di tutto il mondo, da una decina d’anni, la bicicletta non è più vista soltanto come uno strumento ludico per il tempo libero, ma è tornata a occupare, nell’immaginario collettivo, lo spazio che aveva nella società di inizio Novecento: quella di mezzo di trasporto. Non tutti però, hanno l’allenamento necessario per sostenere gli spostamenti urbani, altri, invece, abitano in zone ostiche, in Paesi nei quali la salita (o all’andata o al ritorno) è obbligatoria. Ecco che la tecnologia di Smart che ha ottenuto nel corso degli anni un ampio successo con le sue minicar per la città, strizza l’occhio a coloro che preferiscono gli spostamenti su due ruote proponendo una Smart ebike che unisce praticità ed eleganza, comfort e adattabilità. Il design si discosta da quello dei Pedelec tradizionali e si caratterizza per l’inconfondibile design di Smart: la batteria viene alloggiata nel telaio e diventa parte integrante di esso e non un “bagaglio” come in molte altre biciclette elettriche. Il telaio è in alluminio e la trazione elettrica interviene a sostegno della forza muscolare consentendo una pedalata senza sforzo. Ciò è reso possibile dal motore della BionX integrato nel mozzo della ruota posteriore, brushless ed esente da manutenzione, con quattro livelli di assistenza alla pedalata quando si decide di passare alla modalità trazione. Il motore, della potenza di 250 watt, assiste la pedalata fino a quando si raggiungono i 25 km/h, solamente impartendo ulteriore forza muscolare sui pedali si può superare questo limite. La batteria agli ioni di litio ha una capacità di 423 Wh, una tensione di 48 V e un peso di 3,3 kg. I tempi di ricarica variano dalle 3 alle 5 ore e i cicli di carica possono essere 500, con un’autonomia fino a 100 chilometri. Il peso complessivo è di 26,1 kg e anche le dimensioni sono smart, con una lunghezza di 173,5 cm, un’altezza di 99 cm e una larghezza di 75,5 cm. Insomma tutto quello che è necessario per muoversi in totale comfort, ma senza dimenticare che è pur sempre una bicicletta e che anche le gambe dovranno dare il loro contributo.

Fonte. Smart