Nel borgo di montagna arriva una “scuola ispirazionale” per combattere lo spopolamento

Dall’1 al 6 Settembre a Sant’Anna Valdieri avrà luogo la terza edizione della ormai ben rodata Inspirational Travel School, figlia di una agenzia nata anni fa, l’Inspirational Travel Company. Una scuola per imparare e progettare un nuovo turismo, dove vicinanza, prossimità, conforto, desiderio di (ri)partenza si fanno capisaldi di una esperienza diversa, più intima e interiore. Circa un anno fa ha preso vita l’Inspirational Travel School; si tratta di una vera e propria scuola dove si parla principalmente della psicologia del viaggio, di come quest’ultimo possa essere visto non solo come luogo fisico, il posto in cui passare qualche giornata, ma anche e soprattutto come luogo interiore, capace di ispirare un diverso stile di vita. Dall’1 al 6 Settembre si terrà presso Sant’Anna Valdieri, un piccolo borgo di montagna a rischio spopolamento in provincia di Cuneo, la terza edizione, organizzata dalla bolognese Silvia Salmeri, 34 anni, fondatrice di Inspirational Travel Company, l’agenzia che ha dato vita al turismo ispirazionale.

«Si tratta di una realtà nata ben 6 anni fa che si occupa dell’organizzazione viaggi attraverso il brand del nostro tour operator, Destinazione Umana, e della realizzazione di corsi di formazione per aspiranti consulenti di viaggio che vogliono unire nozioni di psicologia alla parte d’organizzazione del viaggio. Inoltre, realizziamo progetti di comunicazione per operatori del mondo del turismo che desiderano promuoversi in questa nicchia. Abbiamo ideato il concetto di turismo ispirazionale, per cui abbiamo spostato il focus dalla meta alla persona e nello specifico all’ispirazione che essa stessa sta cercando da un determinato viaggio».

Ci racconta in questo modo Silvia di cosa, in generale, si occupa l’Inspirational Travel Company, un piccolo mondo, ma nemmeno troppo piccolo, fatto di luoghi da scoprire, non solo a livello spaziale ma in special modo a livello interiore, grazie a un’organizzazione che punta e investe soprattutto nell’individuo come fulcro di una esperienza che non vuole esaurirsi nella mera vacanza di qualche giorno in cui spengere del tutto mente e spirito, anche grazie ai cosiddetti Inspirational Travel Designer, consulenti di viaggio che disegnano l’esperienza psicologicamente più giusta per il loro cliente. È ormai da diversi anni che si sta intensificando un problema ormai da troppo tempo presente nel nostro territorio, si tratta dello spopolamento di aree lontane dai grandi centri urbani, zone rurali, piccoli borghi; un’emergenza che richiede di essere fermata al più presto, terribilmente attuale e difficile da far cambiare rotta. Una minaccia per quella parte d’Italia che fa vivere le vecchie tradizioni e che si adopera per valorizzare un patrimonio che sta andando perduto. Piano piano, l’abbandono sempre più spinto di queste terre, ci sta facendo dimenticare tesori paesaggistici e artistici, per nulla valorizzati da un turismo di massa che impiega mezzi e denaro in mete blasonate e ‘scacciapensieri’.

«Nella nostra Inspirational Travel School cerchiamo di trovare soluzioni innovative contro lo spopolamento dei borghi e la perdita di identità dei piccoli centri a carattere rurale. Una scuola di formazione di marketing territoriale itinerante per esplorare il mondo del turismo ispirazionale e le sue opportunità di creazione di valore, soprattutto in aree interne e a rischio spopolamento. L’ Inspirational Travel School è pensata per consulenti e operatori del settore turistico e culturale, proprietari di strutture ricettive e in generale per chiunque voglia attrarre nuove energie sul proprio territorio per fermarne lo spopolamento e dare vita a progetti di rinascita».

Una scuola che cerca di arricchire un mondo, quello del turismo, attraverso una complessa varietà di competenze e un’ottica rivolta maggiormente all’importanza dell’ambiente e del territorio, con una grande inclinazione verso il singolo e le esigenze interne, più riflessive che lo muovono. Le prime due edizioni dell’Inspirational Travel School si sono tenute in Calabria, ora, con la terza, ci si è voluti spostare per raggiungere quella parte del Piemonte caratterizzato da borghi a rischio spopolamento. Questa terza edizione avrà luogo a Sant’Anna Valdieri, luogo che è stato rianimato anche grazie alla presenza e all’opera di sette donne imprenditrici che hanno deciso di spostarsi e vivere in quella zona e nella quale hanno aperto e avviato attività come ostelli, rifugi, case vacanza, bar, ristoranti. Si tratta di una settimana, forma residenziale, caratterizzata da un programma formativo nel quale la mattina ci saranno professionisti che andranno a portare delle testimonianze complete in questo ambito, spunti che gli studenti potranno applicare nei loro territori, e nel pomeriggio ci sarà il tempo per fare delle escursioni sul territorio al fine di conoscerlo meglio.

«Durante il lockdown non abbiamo potuto organizzare viaggi ma ci siamo adattati nel campo dell’insegnamento, grazie ai corsi non più in sede ma per via telematica. Adesso siamo ripartiti e, a differenza di altri tour operator, non dobbiamo reinventarci; questo rappresenta un forte vantaggio competitivo in questo periodo: ci concentriamo nei viaggi per piccoli gruppi in mete decisamente non affollate perché fuori dai circuiti del turismo di massa, sempre molto a contatto con la natura e, inoltre, coltiviamo un forte aspetto introspettivo, cosa di cui dopo quello che è successo se ne sente di più il bisogno. Siamo stati quindi in grado di riprenderci probabilmente meglio rispetto ad altri».

Un’azienda che è riuscita a raccogliere, anche in un tempo difficile come questo, i suoi frutti, grazie a idee vincenti e a una base costituita da un ideale rivolto all’altro e all’ambiente; un’offerta che punta non sulla quantità ma nella qualità di un viaggio, e specifichiamo ‘viaggio’ e non ‘meta’, che si fa via, strada, nella quale apprendere qualcosa su di sé, nella scoperta di luoghi in via di spopolamento che tanto hanno da offrire a chi desidera scoprirli. Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/07/nel-borgo-di-montagna-arriva-una-scuola-ispirazionale-per-combattere-lo-spopolamento/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Piccoli borghi antichi: un patrimonio da recuperare

In Italia ci sono tantissimi luoghi che sono semi abbandonati e che non aspettano altro che essere ripopolati, sono i piccoli borghi caratteristici. Hanno vantaggi grandissimi dal punto di vista della qualità della vita, della relazione con la natura, meno stress, molta più possibilità di autoprodursi energia e alimentazione e quindi ridurre le spese. Scopriamoli.9594-10360

Quando parliamo di piccoli borghi, o aree interne, ci riferiamo a quasi un terzo del territorio nazionale nel quale vive soltanto il 7% della popolazione italiana. Sono caratterizzati da un progressivo spopolamento ed invecchiamento della popolazione residente, con una forte riduzione del presidio e della manutenzione del suolo, dei boschi e degli edifici, con effetti gravi anche sugli altri territori del paese. Ricordiamo che costituiscono anche un importante bacino idrico per il territorio italiano. Queste aree, fra l’altro, stanno rischiando di perdere attrattiva turistica e di ridurre il loro importante contributo alle produzioni agroalimentari e artigianali di qualità. Inoltre, valorizzandoli e rivitalizzandol, è possibile avere un nuovo tipo di turismo, il cosiddetto turismo di qualità. Amministrazioni e sindaci cercano persone che vi facciano ritorno e che li abitino. In questi luoghi è possibile intervenire in vari modi: da un punto di vista energetico, dal punto di vista ecologico, da un punto di vista alimentare da agricolo. Ed è possibile farlo con interventi di qualità. Significa cioè che la riqualificazione energetica può essere fatta con materiali isolanti bioetici o con materiali che hanno particolare resistenza per esempio ai terremoti, e quindi poter utilizzare questi materiali per avere una maggiore protezione. Si può, dal punto di vista agricolo, riscoprire delle antiche coltivazioni locali che normalmente sono più resistenti, hanno un’ottima qualità che può essere utilizzata sia all’interno, e sia venduta all’esterno. Può essere uno dei tanti aspetti che possono attirare delle persone in visita nei piccoli borghi. Qui è molto importante anche il recupero del senso di comunità. Significa che ogni persona ha un ruolo e un’importanza che va valorizzata. Pensiamo al ruolo degli anziani che è un ruolo centrale perché l’anziano nella nostra società, una volta finito il ciclo lavorativo, viene considerato come qualcosa di inutile, quasi un peso. Nel recupero di questi luoghi, nel recupero della comunità, è possibile dare all’anziano il ruolo della saggezza, che in fondo ha sempre avuto. Il ruolo dell’esperienza, che può essere tramandata anche ai giovani che volessero ritornare in questi luoghi per riabilitare. Quindi, aspetti comunitari al proprio interno e aspetti comunitari in relazione anche agli altri paesi nelle vicinanze, per superare anche gli aspetti di campanilismo che non aiutano certo. Avere una rete di persone che si aiutano, che si danno la mano, che recuperano questi posti e che aumentano la qualità della vita, sia per loro stessi che per quelli che vanno a visitare questi luoghi. Riscoprendo così tutti gli aspetti centrali che ci sono, e non ultimo l’aspetto culturale. Tutto questo significherebbe un nuovo Rinascimento, dare nuove possibilità alle persone e poter così dare una reale alternativa di vita, sia per chi va ad abitare nuovamente in questi luoghi sia per chi ci abita già.

QUI il videointervento di Paolo Ermani

Fonte: ilcambiamento.it

Pantelleria, la vite di Zibibbo è patrimonio Unesco: si fermeranno le trivellazioni in mare?

La vite dello Zibibbo che cresce a Pantelleria è stata dichiarata patrimonio immateriale dall’Unesco: cosa accadrà ora con le trivellazioni previste dal governo Renzi nel mare dell’isola siciliana?

Il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gabriele, non sta nella pelle e da Parigi dichiara entusiasta:

Siamo sito Unesco, un omaggio alla nostra identità ai nostri Contadini che con grande sacrifici hanno costruito terrazzamenti, coltivato la vite ad alberello,oggi patrimonio immateriale Unesco da cui si produce il passito naturale. Un grazie particolare vorrei rivolgerlo alla delegazione Italiana, all’Unesco, all’ambasciatore Lomonaco, al prof. Petrillo, al ministro dell’agricoltura Martina, al Ministero dell’agricoltura, alla regione siciliana, all’assessorato all’agricoltura,agli assessori, ai dirigenti generali, all’istituto della vite e del vino che si è occupato della promozione; un ringraziamento voglio farlo personalmente dando pubblica evidenza al Prof. Petrillo straordinario interlocutore e negoziatore. A lui va il nostro ringraziamento più grande. In questi anni ha dato continuità istituzionale affinché si portasse a conclusione questo straordinario risultato. A Graziella Pavia, che ha contribuito con la presentazione degli atti per la costruzione del Dossier. Per l’isola tale riconoscimento rappresenta un grande momento di crescita e di apertura. Da oggi, da Parigi il mondo ci guarderà ancora di più. Dobbiamo sentire tutti il peso della responsabilità per lavorare di più è meglio. L’isola ci appartiene.salvatore-gabriele-unesco-660x495-620x350

Nella foto in alto tutta la squadra al completo, che ha preso parte al successo del riconoscimento della vite a alberello da cui si ricava l’uva per il passito di Pantelleria, famoso in tutto il mondo. Ma questo riconoscimento ora mette seriamente in discussione (e per fortuna!) il piano delle trivellazioni introdotte con lo Sblocca Italia voluto dal governo Renzi: come potranno convivere trivelle seppur off shore e una coltivazione così importante sull’isola di Pantelleria che necessita di ambiente incontaminato? Come si potranno tollerare piattaforme petrolifere con i flussi turistici in aumento per via della notorietà ottenuta dal riconoscimento Unesco?vite-pantelleria-620x350

Fonte:  Agorà
Foto | Agorà

Ecor presenta Alimenti ritrovati con semi patrimonio della biodiversità e del Made in Italy

Ecor presenta la linea Alimenti Ritrovati e porta sulle nostre tavole antiche varietà di semi, cerali e legumi autoctoni, ottenuti da agricoltura biologica e biodinamica

Mangiare alimenti di certa origine italiana con una filiera trasparente e controllata è possibile a patto di conoscere le aziende che hanno optato per queste forme di produzione. Ecor è una delle aziende italiane che ha deciso di concentrare la sua produzione su materie prime che provengono da un rigido sistema di produzione controllato e trasparente che usa semi autoctoni italiani ricorrendo a antiche varietà di cereali e legumi. Per fare ciò Ecor ha scelto, letteralmente sul campo agricolo, i coltivatori che usano semi di grano duro quali Simeto, Pietrafitta, Saragolla o Iride e che declinano la produzione verso sistemi di agricoltura biologica se non biodinamica. Il che tradotto vuol dire, niente pesticidi, senza resa intensiva e nel rispetto dei cicli di rotazione delle colture.foto-di-gruppo-620x350

Si innestano su questi principi i prodotti della linea Alimenti ritrovati che affina ulteriormente la materia prima presa da varietà locali e dunque da sementi slegate dalle logiche del profitto dei brevetti nelle mani delle multinazionali. Sono semi non ibridi che conservano nel loro patrimonio genetico millenni di sopravvivenza e di adattamento, vero patrimonio della biodiversità nel territorio e che dunque rispondono se non sovraccaricati, in maniera egregia alla coltivazione. Sono tutti coltivati secondo le tecniche dell’agricoltura biologica e sono il Farro monococco (confezione da 400 gr. 2,20 euro) o farro piccolo, il grano di Timilia (confezione di farina 400 gr. 1,80 euro), il grano tenero di Solina (farina confezione da 400 gr. 1,50 euro), la cicerchia (confezione da 400 gr. 3,89 euro), la roveja (confezione da 400 gr. 6,99 euro) e la lenticchia di Altamura (confezione da 400 gr.3,10 euro).

Prova le ricette con gli Alimenti ritrovati

Le proprietà dei cereali e legumi made in Italy proprio perché autoctoni e non figli del marketing sono particolarmente nobili: ad esempio il Farro monococco è considerato oggi una specie rara e sebbene fornisca resa ridotta è di elevato gusto e qualità; il grano duro Timilia è una varietà autoctona della Sicilia, se ne produce poco ma ha un gran sapore e veniva usato in passato per produrre il pane nero di Castelvetrano; il grano tenero di Solina è una varietà che cresce tra le montagne dell’Abruzzo, ha una produttività limitata ma è perfetto per i prodotti da forno; la cicerchia è un legume simile ai ceci perfetta per zuppe e minestre ma anche ideale per preparare gli hamburger vegani che assumo consistenza e sapore decisi; la roveja, invece, è un legume di cui nel tempo si è perso l’uso. Era parte integrante dell’alimentazione dei pastori e dei contadini e al gusto risulta delicato e saporito; infine, la lenticchia di Altamura è probabilmente la vera star della selezione Alimenti ritrovati salvata dal CNR e da agricoltori che hanno creduto in questo alimento. E’ da provare e gustare anche come semplice zuppa perché è davvero saporita.

Fonte: ecoblog.it