Parco del Delta del Po, un luogo magico poco conosciuto tra Veneto e Romagna

Il Parco regionale del Delta del Po, questo sconosciuto. Eppure rientra in una delle tante ricchezze naturalistiche del nostro Paese. Si estende tra Emilia-Romagna e Veneto, sebbene principalmente nella prima Regione, con 54mila ettari. E’ stato istituito nel 1988, entrando a far parte, il 2 dicembre 1999, nei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.Parco-Po-400x250

 

Il Parco offre altresì un patrimonio culturale tra i più interessanti dell’Emilia Romagna. Basta annoverare l’abbazia di Pomposa, la regione lagunare di Comacchio, la basilica di Sant’Apollinare in Classe. Molto variegata la fauna presente nella zona: 374 specie di vertebrati, di cui 297 specie di uccelli; di queste, 146 sono nidificanti, pari a 35mila individui, mentre 151 sono svernanti, altri 55mila. Tra le specie più rare vanno menzionate il fenicottero maggiore, la spatola, il marangone minore, e altre come il mignattaio, il tarabuso, il fraticello, il falco di palude e il mignattino piombato. Quanto ai mammiferi, nel Parco sono presenti 41 varietà, tra le quali vanno ricordate il cervo nobile, il daino, la volpe, l’istrice, la puzzola e lo scoiattolo. Di tutto rispetto anche la fauna. Tra gli alberi risaltano i salici e i pioppi, fra gli arbusti la biangola, e nei prati spuntano i ciuffi di carice spondicola, la campanella maggiore e il giunco fiorito. Non mancano particolari specie di orchidee. I visitatori, oltre che apprezzare le ricchezze naturalistiche, possono svolgere anche varie attività. Vengono proposte infatti diverse iniziative didattico-ricreative. Molteplici le attività da poter svolgere: da una semplice passeggiata in bicicletta sugli argini dei sei rami del Po a un’escursione in barca o in canoa per i più sportivi. Per i fanatici delle fotografie, sono diversi i punti dove poter scorgere stupendi panorami o immortalare splendide specie animali o faunistiche. Non mancano anche possibilità di birdwatching.

Fonte: tuttogreen.it

Yemen, il cemento mette a rischio il patrimonio dell’umanità Sana’a

E’ a rischio il patrimonio mondiale dell’umanità della capitale yemenita Sana’a: il motivo è, come in molte altre parti del mondo, il cemento, l’edilizia selvaggia che devasta indiscriminatamente la bellezza di una delle più magnifiche opere dell’uomo.

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Magistralmente descritta nel libro La Città di Pan di Zenero della giornalista americana Jennifer Steil, la Città Vecchia di Sana’a è uno spettacolo che lascia senza fiato chiunque: un agglomerato di case color biscotto e decorate con stucchi bianchi che le fanno rassomigliare ad una torta nuziale medioevale, circondata da splendide mura spesse ed alte che evocano millenni di storia, rimasta immutata nei suoi odori di spezie e nei suoi colori dolciari. La capitale yemenita è un mondo in bilico tra tradizione e progresso che oggi viene messo a serio rischio dalla cementificazione selvaggia, con enormi strutture di cemento armato che vengono costruite sulle macerie dei palazzi più antichi. Fondata nella tradizione biblica da Sem, figlio maggiore di Noè, e inserita nella lista Unesco dei Patrimoni mondiali dell’Umanità, la Città Vecchia di Sana’a deve la sua notorietà a Pier Paolo Pasolini, che nel 1970 vi girò alcune scene de Il Fiore delle Mille e Una Notte e il documentario Le Mura di Sana’a, un vero e proprio appello rivolto dall’Unesco, accolto solo nel 1986. Da allora Sana’a è, al pari del Colosseo, dei Sassi di Matera o, ad esempio, della Grande Muraglia Cinese, un Patrimonio Unesco; uno status di privilegio che, è la minaccia dell’ente delle Nazioni Unite, rischia di essere revocato. L’inserimento di Sana’a nella lista dei Patrimoni mondiali dell’Umanità infatti aveva come scopo principale la tutela dell’architettura tradizionale della Città Vecchia, cosa che però non ha impedito alle autorità yemenite di perpetrare una cementificazione selvaggia ai limiti della tolleranza: giunti alla distruzione dei vecchi palazzi, proprio quelli tutelati dall’Unesco, per la costruzione di più moderni grattacieli di cemento armato, acciaio e vetro, le Nazioni Unite si sono indignate. Tutte le case necessitano di essere mantenute e ristrutturate. Una piccola porzione, pari a circa il 20-25%, necessita di essere ricostruita. Certo, ricostruire non è come edificare un nuovo palazzo. Un nuovo palazzo costa circa 20- 30.000 dollari, ma siccome questi palazzi sono considerati Patrimonio dell’Umanità, il loro restauro costa oltre 150.000 dollari a casa. E’ la giustificazione fornita da Nagi Thowabeh, presidente dell’Organizzazione yemenita per la tutela delle città storiche, che ha chiesto un maggior sostegno finanziario alla comunità internazionale per far fronte a tali ingenti e necessarie spese, pena l’estinzione di quel meraviglioso patrimonio chiamato Sana’a.

Fonte: ecoblog