Un chilometro al giorno: la passeggiata che diventa lezione nelle scuole

In sempre più istituti scolastici gli insegnanti interrompono l’ora di lezione per portare gli studenti a passeggiare all’aria aperta, dedicando un chilometro al giorno per allenare la salute, la concentrazione e il benessere psicofisico dei giovani.

Una mela al giorno toglie il medico di torno, ci ricorda un saggio detto. Ma se a togliere il medico di torno fosse invece… un chilometro? A Coggiola, in territorio biellese, c’è una scuola primaria nella quale ogni giorno gli insegnanti portano i loro studenti a passeggiare, trasformando quest’attività in una vera e propria lezione. Una passeggiata di un chilometro, per poi riprendere le lezioni, è ora diventata parte integrante del programma scolastico all’interno dell’istituto. Con questa bella iniziativa l’istituto di Coggiola ha aderito all’iniziativa “Un chilometro al giorno” promossa dalla Lilt – Lega Italiana per la Lotta ai Tumori con l’obiettivo di stimolare e sensibilizzare i giovani a corretti stili di vita, attraverso una pratica quotidiana, sana e gratuita come una semplice passeggiata.

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Foto tratta da Freepik

Il progetto nasce con uno scopo ben preciso: migliorare la salute psicofisica dei giovani, che in questo modo sono stimolati a prendersi cura di sé e del proprio corpo, focalizzandosi su ciò che li circonda e allo stesso tempo sul proprio respiro, con grandi benefici sulla percezione e sulla consapevolezza di sè. Ma non solo. Una semplice passeggiata è capace di stimolare un maggior senso di libertà e ciò assume ancora più importanza all’interno di un contesto scolastico. Permette poi di riprendere le lezioni con maggior energia, concentrazione e creatività, riducendo le tensioni, la noia, le preoccupazioni e aumentando di conseguenza il livello di attenzione e interesse in classe. Un’altro vantaggio rilevante, come sostiene il ricercatore americano Richard Louv, è dato dal fatto che il contatto con l’ambiente circostante favorisce la stimolazione dei sensi andando ad influire positivamente su di noi e sul nostro stato di rilassamento, apportando effetti benefici sui deficit di attenzione e iperattività, associati a quella che egli chiama “sindrome da deficit di natura”.

Insomma, gli effetti benefici di una passeggiata quotidiana sono assicurati e assumono ancora più significato in una dinamica di classe poiché capaci di stimolare momenti di condivisione e scambio reciproco.

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La passeggiata, in questo senso, diventa una materia importante quanto l’italiano e la geografia o la matematica. Secondo la Lilt, l’ambiente scolastico rappresenta «un ambiente privilegiato per gli interventi di informazione e di educazione alla salute, soprattutto nel settore della prevenzione primaria, perché attraverso le istituzioni scolastiche è possibile coinvolgere un gran numero di persone, non solo studenti, ma anche insegnanti e famiglie».

L’iniziativa, diffusa in sempre più scuole, giunge direttamente dalla Scozia grazie all’idea della preside Elaine Wylie che introdusse, all’interno dell’istituto di Stirling, il “daily mile” (miglio al giorno), che consiste nel dedicare quotidianamente, all’interno dell’orario scolastico, dieci minuti per correre o camminare. E in quest’attività gli studenti sono accompagnati dagli insegnanti, all’interno degli spazi di pertinenza della scuola. Si tratta di una pratica quotidiana pensata per prevenire il rischio di obesità e diffondere nuove e sane abitudini che si è progressivamente diffusa in numerose città, raggiungendo anche l’Italia. E qui sempre più scuole hanno deciso di adottare e personalizzare questo progetto, come gli istituti di Buttigliera Alta, Ferriera o Collegno, per citare esempi piemontesi, oltre che numerose altre città italiane, pronte per farsi ispirare da un modello sano, divertente e gratuito di fare educazione.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/01/un-chilometro-al-giorno-passeggiata-diventa-lezione-scuole/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Il senso della vita in una passeggiata nell’orto

Invischiati in un eterno vortice che ci mangia tempo di vita, non riusciamo spesso più a trovare il senso dell’esistenza. Allora, proviamo a fermare la corsa dentro e fuori di noi. Proviamo ad assaporare il senso della vita attraverso la bellezza della natura che ci ricorda chi siamo e perché siamo qui. La natura è semplice, straordinaria e gratuita, il senso è lì.potager , fleurs et outils de jardinage

Probabilmente lo stato in cui versa il mondo e la crisi dell’umanità (che sta andando verso la propria autodistruzione) sono dovuti anche al fatto che tanti non riescono a trovare un senso all’esistenza. Siamo prigionieri in questa continua frenesia, che diventa inquietudine, una ricerca costante di qualcosa che ci acquieti, che ci appaghi in qualche modo; spesso si pensa debbano essere il consumo, il possesso, il successo, i soldi, l’apparire, la fama. O magari si pensa che una famiglia, uno stipendio regolare e le varie sicurezze materiali, possano darci quelle risposte esistenziali che cerchiamo costantemente e che sono parte integrante del genere umano.  C’è chi per trovare queste risposte si rivolge anche alle varie religioni che sono piene di dottrine, dogmi, credenze, divisioni e che sono quanto mai di più lontano da se stessi e se possibile ostacolano ancora di più la vera conoscenza. Oppure c’è chi ci si rivolge a meditazioni in tutte le salse, pratiche di tutti i tipi, guru, santoni, esperti, ognuno con la sua bella ricetta in mano, spesso pagata a caro prezzo dagli eterni insoddisfatti. Nonostante questi tentativi, la vita è sempre più complicata, difficile; siamo compressi fra mille impegni, il tempo si riduce costantemente in un tentativo impossibile di poter assorbire la valanga di stimoli che ci bombarda ogni giorno. In queste condizioni, il senso dell’esistenza diventa sempre più vago e il disagio aumenta e spesso si tramuta in disperazione. Cercando le cause delle difficoltà interiori è molto facile dare la colpa agli altri della propria insoddisfazione. I nemici a cui additare sono tanti: i colleghi, il datore di lavoro, il proprio compagno o compagna, gli immigrati, i diversi, i più deboli che da sempre sono la valvola di sfogo delle frustrazioni dei veri deboli, quelli che devono per forza prendersela con qualcuno non volendosela prendere con gli unici responsabili della propria situazione cioè se stessi. Per cercare e trovare risposta diverse a quelle fin qui citate, suggerisco a chiunque di coltivare un orto piantando alcuni alberi, magari da frutto o trovare un orto qualsiasi in cui ci sia permesso passeggiare anche per poco tempo al giorno e osservare. Osservare, perché vedere avviene costantemente e sempre più distrattamente, osservare invece implica attenzione e attenzione significa scoperta. In qualsiasi periodo dell’anno, ma soprattutto in primavera ed estate, si può osservare qualcosa che rimette al centro l’essenza della vita e fa capire dove sta il senso che si cerca costantemente e disperatamente in situazioni e persone che non lo daranno mai perché è dentro di noi e la natura ci fa da riflesso. Ogni giorno anche in un orto di poche decine di metri quadrati si osservano cose straordinarie. Vedere crescere dei frutti, degli ortaggi è qualcosa che ogni volta è stupefacente. Non serve veramente granché altro per comprendere il profondo significato dell’esistenza, che è fatta per meravigliarsi di quello che la natura nella sua infinita saggezza e capacità ci offre costantemente. Una ricchezza indicibile che non può che lasciare esterrefatti ogni volta nella sua semplicità e allo stesso tempo ricchezza e maestosità  eccezionale. E’ qualcosa che ha probabilmente delle similitudini con la crescita dei propri figli, perché ogni giorno si nota qualcosa di diverso e ogni giorno non è mai uguale ad un altro. E poter dare anche ai propri figli questa possibilità di vedere da vicino come funzionano le fantastiche leggi della vita e della natura è un insegnamento che nessuna tecnologia al mondo potrà mai eguagliare, in nessun caso e in nessun modo. Un insegnamento che rimarrà per sempre, a differenza delle nozioni che si dimenticano presto. E non c’è solo l’aspetto dell’osservazione ma anche la soddisfazione di poter coltivare il proprio sostentamento; chi lo ha provato sa perfettamente cosa significa in termini di senso del proprio lavoro e gratificazione per la propria perseveranza e passione nella cura e osservazione della natura. Il tripudio di fiori, foglie, ortaggi, alberi che esplodono di vita è il miglior viaggio dentro la natura e dentro se stessi che si possa fare. Non c’è bisogno di chissà quali paradisi tropicali quando il paradiso è di fronte o vicino a noi. Un viaggio che riempie di consapevolezza, bellezza e senso. Ma bisogna saper osservare, saper fermare la corsa dentro e fuori di noi e assaporare il senso attraverso la bellezza della natura che ci ricorda chi siamo e perché siamo qui. La natura è semplice, straordinaria e gratuita, il senso è lì.

Fonte: ilcambiamento.it