Acqua pubblica, arriva il kit per i nuovi parlamentari

Gli attivisti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua hanno organizzato un banchetto davanti a Palazzo Montecitorio per consegnare ai neo-eletti deputati un kit sull’acqua pubblica. Nell’occasione sono state raccolte le firme per l’ICE, l’Iniziativa dei Cittadini Europei per convincere Bruxelles ad adottare misure volte a garantire e fornire a tutti i cittadini, in misura sufficiente, acqua potabile e servizi igienico-sanitari.

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Sabato 16 marzo era il secondo giorno della nuova legislatura. Davanti a Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, fin dalla prima mattina c’era un banchetto ricoperto di bandiere blu. Dietro il banco, gli attivisti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua consegnavano ai neo eletti parlamentari il kit dell’acqua e raccoglievano firme per l’iniziativa dei cittadini europei sull’acqua pubblica. Il kit aveva al suo interno una lettera, un opuscolo ed il testo della legge d’iniziativa popolare sull’acqua del 2007. Consegnandolo ai deputati che andavano al banchetto per ritirarlo gli attivisti chiedevano ufficialmente al nuovo parlamento di impegnarsi per la ripubblicizzazione dell’acqua nei primi cento giorni di legislatura. Questo il contenuto della lettera:

“Un nuovo Parlamento si è insediato in questi giorni dopo un voto che ha dato un segnale forte contro le politiche economiche tese alla mercificazione dei beni comuni. Lo stesso segnale c’è stato nel giugno 2011: 27 milioni di Sì per l’acqua bene comune. Da allora le manovre per aggirare quel voto hanno dimostrato una salda alleanza tra poteri economici forti e gran parte delle rappresentanze istituzionali. Ma in questi mesi si sta dimostrando possibile invertire la rotta che ha regalato ai privati i servizi pubblici e creato profitto sui beni comuni: nei comuni italiani in cui si sta avviando la ripubblicizzazione del servizio idrico così come in Europa, con l’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) per l’acqua pubblica che ha già superato il milione di firme. È possibile imboccare la strada della difesa dei beni comuni e questo è il momento di farlo! Per questo consegniamo a tutti parlamentari il ‘kit dell’acqua’: uno strumento attraverso il quale ripubblicizzare il servizio idrico in tutta Italia e rispettare la democrazia, applicando i risultati referendari del giugno 2011 e approvando la legge di iniziativa popolare sull’acqua depositata nel 2007. Perchè una volta di più si scrive acqua, si legge democrazia”.

La legge di iniziativa popolare cui si fa riferimento, presente all’interno del kit, è quella che venne consegnata nel 2007 al governo Prodi. Una sorta di bibbia per tutti gli attivisti dell’acqua. Il testo, intitolato “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico”, era stato dapprima discusso quindi approvato nell’assemblea organizzata dal Forum dei movimenti per l’acqua il 7 Ottobre 2006 a Firenze. Alla sua stesura contribuirono materialmente fra le settanta e le ottanta persone. Poi venne la raccolta firme: 406.626 cittadini firmarono affinché la proposta potesse essere presentata in parlamento. Infine la proposta di legge fu sottoposta al vaglio del Parlamento, dove fu assegnata alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. E lì rimase. Né il governo Prodi, né il successivo governo Berlusconi l’hanno mai messa all’ordine del giorno per l’approvazione. Ma è da lì che bisogna ricominciare. Da quel testo partorito sei anni or sono che conteneva all’interno il seme del bellissimo movimento che avrebbe condotto alla vittoria dei referendum, testo che aveva come obiettivi la tutela della risorsa idrica e della sua qualità, la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e la gestione dello stesso mediante strumenti di democrazia partecipativa. Il kit è stato consegnato ai parlamentari del Movimento cinque stelle, del Partito democratico e di Sinistra ecologia e libertà. Gli altri partiti non si sono presentati. Ai parlamentari è stato anche chiesto di firmare per l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) sull’acqua pubblica. L’ICE è una sorta di petizione ufficiale europea, uno strumento messo a disposizione dal Trattato di Lisbona ed entrato in vigore ad aprile 2012. Attraverso esso i cittadini comunitari possono proporre alla Commissione Europea un’iniziativa legislativa raccogliendo un milione di firme in almeno sette paesi dell’UE nell’arco di 12 mesi. Il milione di firme è già stato raggiunto, ma la raccolta continua: più saranno le firme consegnate a Bruxelles e maggiore sarà il peso politico dell’iniziativa. Attraverso l’ICE i movimenti per l’acqua di tutta l’Europa chiedono che l’Ue approvi – si legge sul sito http://www.acquabenecomune.org – “una normativa che sancisca il diritto umano universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, come riconosciuto dalle Nazioni Unite, e promuova l’erogazione di servizi idrici e igienico-sanitari in quanto servizi pubblici fondamentali per tutti. La legislazione dell’Unione europea deve imporre ai governi di garantire e fornire a tutti i cittadini, in misura sufficiente, acqua potabile e servizi igienico-sanitari”. Si può firmare l’ICE anche online a questo link. A livello europeo qualcosa inizia a muoversi e la politica nazionale – o almeno parte di essa – sembra finalmente disposta a dialogare con i movimenti. E anche a livello locale le cose non vanno male per i fautori dell’acqua pubblica. Napoli, Palermo e Torino hanno deciso di affidare le gestioni del servizio idrico a delle “aziende speciali”, togliendo così l’acqua dal mercato. Imperia, Vicenza, Pescara, Pistoia, Brescia e Varese sembrano procedere nella stessa direzione. Preoccupa invece, come nota Marco Bersani in un articolo, il silenzio sulla questione acqua che proviene da Milano e Genova, con le giunte Pisapia e Doria che avevano vinto le elezioni comunali cavalcando l’onda dei referendum (che si sarebbero svolti due sole settimane dopo), ma che una volta insediatesi non hanno fatto niente per mantenere le promesse fatte ai propri elettori.

Fonte. Il cambiamento

 

parlamentari in bicicletta: la bici unisce

 

Mercoledì 13 marzo un gruppetto di neo parlamentari PD e M5S andranno a Montecitorio e Palazzo Madama in bicicletta. Dalla Venezia (FIAB):“Un messaggio semplice e dirompente per l’inizio della nuova legislatura: oltre ad arrivare più velocemente dei colleghi in auto si dà un segnale forte e collaborativo sui temi che possono essere affrontati insieme”

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La bici unisce. Mercoledì mattina, 13 marzo, i neo parlamentai Paolo Gandolfi (PD), Roberto Cotti, Manuela Serra, Diego De Lorenzis (M5S) andranno a Montecitorio e a Palazzo Madama in bicicletta. Venerdì 15, invece, i neo eletti Antonio Decaro e Pippo Civati (PD) arriveranno alla prima riunione della Camera dei Deputati in bicicletta. L’iniziativa “Parlamentari in bicicletta” è organizzata con il sostegno e il supporto anche logistico della FIAB. Ma andiamo con ordine.
Mercoledì mattina, 13 marzo, alle 11 al Colosseo convergeranno in bicicletta dalla stazione Termini Paolo Gandolfi di Reggio Emilia e Diego De Lorenzis salentino e da Ciampino i neo senatori sardi Roberto Cotti e Manuela Serra.
Dal Colosseo il gruppo di parlamentari in bicicletta andrà a Via dei Fori Imperiali dove, al palo 27, è prevista una breve sosta in omaggio alla memoria di una delle tante vittime della strada in bicicletta: Eva, una ragazza di 28 anni nata a Brno, nella Repubblica Ceca, ma da anni residente a Roma, investita e uccisa da un taxi, mentre tornava a casa in bici nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2009. Il gruppo di ciclisti raggiungerà quindi il Pantheon dove Deputati e Senatori si separeranno per raggiungere Montecitorio e Palazzo Madama.

Venerdì 15, invece, in occasione della prima seduta della Camera i neo deputati Antonio Decaro di Bari e Pippo Civati di Monza, useranno la bici per andare alla loro prima riunione parlamentare La FIAB, che aveva già accolto e fatto proprio l’appello di Paolo Gandolfi che tramite facebook avevano invitato i neo eletti a raggiungere Roma e il Parlamento con mezzi di trasporto che non fossero l’auto privata, tramite le sue associazioni romane garantirà ai parlamentari il massimo supporto e sostegno anche logistico, andando a prenderli in bici da Termini e da Ciampino, accompagnandoli lungo il percorso e fornendo la necessaria assistenza tecnico-organizzativa. Dichiara Antonio Dalla Venezia, Presidente FIAB: “L’inizio della nuova legislatura è caratterizzato da un messaggio nuovo, semplice e dirompente: un gruppo di deputati e senatori sceglie la bicicletta per l’inaugurazione dei lavori parlamentari. In questo modo, oltre ad arrivare più velocemente dei loro colleghi in auto, vogliono dare un segnale forte e collaborativo sui temi che possono essere affrontati in questa legislatura. Tra questi la mobilità ciclistica che merita finalmente un posto al centro delle politiche dei trasporti, dell’ambiente, dell’efficienza energetica e delle smart cities”.

Fonte: eco dalle città