Clima, Papa Francesco incontra Leonardo DiCaprio

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Leonardo Di Caprio contro le compagnie di oil e gas: “Quando è troppo è troppo”

Leonardo Di Caprio, premiato per il suo impegno in campo ambientale, accusa le compagnie oil, gas e carbone di “avidità” e di contribuire al cambiamento climatico. Leonardo DiCaprio, da anni impegnato in prima persona e con ottimi risultati in campo ambientale, ha incontrato Papa Francesco in Vaticano in una breve udienza privata, dalle 11.15 alle 11.30 di oggi, per discutere, possiamo immaginarlo, dell’impegno del Santo Padre sulle stesse tematiche. Proprio al rispetto dell’ambiente, infatti, è stata dedicata la seconda enciclica di Papa FrancescoLaudato si’, pubblicata il 18 giugno dello scorso anno. A comunicare la visita è stato il Vaticano, che non ha però fornito maggiori dettagli, né prima né dopo l’incontro. L’arrivo di DiCaprio in Vaticano, fresco di Golden Globe e a pochi mesi dal suo intervento al vertice Onu a Parigi sul clima e al World Economic Forum di Davos, non era stato anticipato dalla Santa Sede, che solo stamattina ha reso noto che il Pontefice avrebbe ricevuto in udienza “il signor Leonardo DiCaprio”.

Fonte: ecoblog.it

Borgofuturo, Latouche: “Da Papa Francesco un grande aiuto alla decrescita”

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C’è anche Serge Latouche, il principale teorico della decrescita, a Borgofuturo, il festival della sostenibilità che si tiene a Ripe di San Ginesio nelle Marche. Giunto alla quarta edizione, la manifestazione marchigiana è quanto di più lontano si può immaginare dalle astrazioni della finanza e dai dibattiti sul debito che sono i topic di questi giorni. Per Latouche si tratta di un momento particolare, poiché Papa Bergoglio, con la sua enciclica Laudato Si’ si è fatto importante cassa di risonanza dell’idea decrescitista:

Fortunatamente siamo stati aiutati in un modo che non avevamo previsto dal Papa. Non solo ha utilizzato, non nel senso del progetto della decrescita, questa parola proibita ma ha anche dato un’analisi forte, dicendo che dobbiamo cambiare di paradigma, ma quale paradigma? Quello dell’economia. Intanto a Ripe San Ginesio, Slow Food Youth Network ha lanciato Terra Madre Giovani che porterà a Milano 2000 giovani piccoli agricoltori e pescatori da tutto il mondo, un meeting dal qual e dovrebbe nascere un nuovo manifesto del vivere, produrre e mangiare sostenibile. Ma a Borgofuturo si parla anche di mobilità del futuro, fra car sharing, car pooling, vetture ibride ed elettriche e dell’anacronismo del PIL, un indice che misura l’aumento della spesa, ma non certo quello del benessere.

Fonte:  Askanews

Foto | Davide Mazzocco

Decrescita, beni comuni, ecologia: l’Enciclica di Papa Francesco segna una svolta storica?

È stata pubblicata ieri Laudato Si’, la seconda enciclica di Papa Francesco. Sin da subito il documento ha suscitato grande scalpore, poiché si occupa in maniera diretta e puntuale di questioni legate all’ambiente, alla decrescita, all’economia e allo sviluppo tecnologico. Contenuti decisamente inaspettati, che Francesco I introduce chiamando in causa suoi predecessori come Paolo VI, Giovanni XXIII e, riferendosi agli attacchi alle oligarchie economiche, Benedetto XVI. E, naturalmente, il downshifter ed ecologista ante litteram San Francesco d’Assisi.

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Bergoglio parla esplicitamente di bene comune, della chimica in agricoltura, del riscaldamento globale – che imputa senza mezzi termini all’intervento umano –, della biodiversità minacciata dalle monocolture, della finanza che soffoca l’economia reale. Tocca da vicino questioni come la necessità di ridurre gli scarti e l’importanza del riciclaggio, si scaglia contro la privatizzazione delle risorse idriche, parla delle iniquità sociali a livello globale, inquadrandole però da una prospettiva ecologista, legata allo sfruttamento eccessivo e impari delle risorse del Pianeta, introducendo il concetto di “debito ecologico”. Coglie addirittura la fondamentale distinzione fra ecologia di superficie ed ecologia profonda, spiegando che se inquadrate nell’ottica sbagliata, anche le iniziative ambientali più meritevoli si inseriscono in una logica di dominio della natura. E punta il dito senza giri di parole contro le élite della finanza mondiale: «Nel frattempo i poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente. Così si manifesta che il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi».debito_ecologico

Esalta scienza e tecnologia, rilevando però come il loro rapido sviluppo non sia stato accompagnato da una crescita della coscienza e della consapevolezza di chi ne fa uso. Da qui, il passo verso argomenti he costituiscono il pane quotidiano del mondo ambientalista è molto breve: «[…] si passa facilmente all’idea di una crescita infinita o illimitata, che ha tanto entusiasmato gli economisti, i teorici della finanza e della tecnologia. Ciò suppone la menzogna circa la disponibilità infinita dei beni del pianeta, che conduce a “spremerlo” fino al limite e oltre il limite. Si tratta del falso presupposto che “esiste una quantità illimitata di energia e di mezzi utilizzabili, che la loro immediata rigenerazione è possibile e che gli effetti negativi delle manipolazioni della natura possono essere facilmente assorbiti”».

Si avvicina sempre più al pensiero decrescitista, facendo notare che «nessuno vuole tornare all’epoca delle caverne, però è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo, raccogliere gli sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare i valori e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane». Fino a che non dichiara esplicitamente che «è arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti».

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Come detto, lo scalpore suscitato da questa enciclica è stato notevole, sin dalle prime bozze diffuse nei giorni scorsi. Come interpretarla dunque? I più scettici potrebbero pensare che si tratti di un tentativo da parte della Chiesa di allinearsi alle tematiche più in voga, quelle legate alla sostenibilità ambientale, in una sorta di green washing papale. I più entusiasti saranno invece contenti che dalla Santa Sede arrivino esortazioni riguardanti la raccolta differenziata, la tutela della biodiversità e la condivisione dei beni comuni. I più attenti noteranno la discrepanza fra le dichiarazioni del Papa e la condotta di molti rappresentanti del mondo clericale. Certo è che tematiche di fondamentale importanza, che stanno cominciando a diffondersi ma che in molte sedi sono ancora poco dibattute se non censurate, sono state chiamate in causa da una delle persone più influenti del mondo e il risultato è che oggi sono sulla bocca di tutti. In fondo, come diceva Oscar Wilde, «l’importante è che se ne parli», al di là delle intenzioni sincere o solo di facciata di chi ne parla.

Fonte : italiachecambia.org

Ambiente, attesa per l’enciclica di Papa Francesco

Il 18 giugno il Santo Padre pubblicherà la seconda enciclica, la prima scritta interamente da lui, sui temi ambientali. Preoccupate le lobby industriali ed energetichepapaciccio

Il prossimo 18 giugno verrà pubblicata la nuova enciclica di Papa Francesco, la prima scritta interamente dal Santo Padre argentino, nella quale il Pontefice parlerà di ambiente e tutela ambientale: a confermare quella che nei giorni scorsi era solo un’indiscrezione è stata la Sala Stampa Vaticana, che ieri in un comunicato ha annunciato l’imminente pubblicazione dello scritto papale. Secondo indiscrezioni editoriali, in questo caso non confermate dal Vaticano, il titolo dell’enciclica dovrebbe essere “Laudato sii”, ripreso dal Cantico di san Francesco. Sin dall’inizio, già nella scelta del nome secondo i vaticanisti più esperti, Francesco ha dato grande attenzione e risalto alle tematiche ambientali: come ha raccontato lui stesso pochi giorni dopo la salita al soglio pontificio la linea che Bergoglio intende mantenere per il suo pontificato è quella di insistere con “tutela del creato”. Sul contenuto dell’enciclica lo stesso Papa ha anticipato qualcosa lo scorso gennaio,sull’aereo durante il viaggio in Sri Lanka e Filippine, usando parole forti: il ricordo di Hiroshima, la delusione della conferenza sul clima svoltasi a Lima, la speranza per il cruciale appuntamento di Parigi, in agenda il prossimo autunno, chiedendo che il mondo mostri maggiore “coraggio” per attuare politiche ambientali forti e realmente efficaci per la salvaguardia “del creato” e per invertire l’attuale trend negativo. Dopo quel viaggio Francesco, lo scorso 2 marzo, ha voluto la presentazione in Vaticano della REPAM, rete ecclesiale panamazzonica, perché la iniziativa avesse maggiore visibilità e sostegno internazionale.

Fonte: ecoblog.it

Per preservare la sovranità alimentare bisogna preservare il clima

Si chiuderà il 18 marzo in Giappone la terza conferenza mondiale sulla riduzione dei disastri climatici, oggi più che mai all’ordine del giorno. A lanciare un appello all’azione è José Graziano Da Silva, direttore generale della FAO, organizzazione anche molto criticata ma che, evidentemente, non può più ignorare la realtà: per preservare la sovranità alimentare occorre preservare il clima.cambiamenti_climatici_

Si chiudono mercoledì 18 marzo i lavori della terza conferenza mondiale sulla riduzione del rischio dei disastri climatici. E a parlarne è José Graziano Da Silva, direttore generale della FAO.

«Carne artificiale, itticolture in spazi chiusi, fattorie verticali, droni per l’irrigazione: una volta si pensava che tutto questo fosse solo fantasia, oggi è la realtà. La produzione alimentare sta diventando hi-tech, almeno in alcune aree del pianeta» dice Da Silva riferendosi all’Occidente. «Mentre la gran parte delle fattorie nel resto del mondo deve fronteggiare un clima sempre più compromesso».

«In occasione della seconda conferenza internazionale sulla nutrizione tenutasi a Roma lo scorso novembre, Papa Francesco ha affermato: Dio perdona sempre, l’uomo a volte, la Terra mai. Madre Natura risulta sempre più compromessa e quando si assiste a siccità, tsunami e atri disastri del genere, le conseguenze per la sicurezza alimentare dei popoli sono profonde».

«Nel mondo ci sono 2,5 miliardi di attività a conduzione familiare che dipendono dall’agricoltura e questo settore copre il 30% del Prodotto interno lordo in paesi il Burkina Faso, il Burundi, la Repubblica Centro-africana, il Chad, l’Etiopia, il Kenya, il Mali, il Niger e il Mozambico. A mettere a rischio l’agricoltura sono anche le guerre e le crisi economiche, ma le perdite dovute a disastri naturali sono triplicate nell’ultimo decennio, arrivando al 22% almeno dell’intera produzione tra il 2003 e il 2013. E a essere particolarmente a rischio sono i piccoli contadini, i pescatori e le comunità che dipendono dalle foreste, cioè quelle stesse persone il cui 75% rappresenta la popolazione più affamata e povera del mondo».

«È la stessa agricoltura a offrire la soluzione, ma bisogna cambiare il modo di utilizzare i terreni, individuare un approccio più sostenibile alla produzione alimentare, proteggere l’ambiente e favorire la resilienza delle comunità». Vedremo se i paesi seduti al tavolo della conferenza mondiale sapranno ascoltare e decideranno di agire in qualche modo. «Dobbiamo ridurre i fattori di rischio per i piccoli contadini, i pastori e chi vive delle foreste – dice Da Silva – e questo è possibile concentrandoci e investendo su modelli più sostenibili di produzione alimentare e su pratiche agricole che proteggano le risorse naturali».

Bene: anche la FAO è arrivata a questa conclusione!

Fonte: ilcambiamento.it

Papa Francesco a Manila : “La Natura non perdona mai”

Papa Francesco a Manila nel suo discorso in spagnolo a 7 milioni di persone ricorda l’importanza dell’ambiente e del ruolo dell’uomo quale custode del Creato.

Papa Francesco a Manila ha parlato ieri di ambiente e cambiamenti climatici, aprendo così uno spiraglio globale sul dibattito che anima la necessità, richiesta dagli scienziati, di intervenire in maniera consistente per interrompere le emissioni di gas climalteranti in atmosfera. Il pontefice ha ribadito che l’uomo sta distruggendo la Natura tradendo così la chiamata di Dio a essere amministratori della Creazione:

Come amministratori della creazione di Dio, siamo chiamati a rendere la terra un meraviglioso giardino per la famiglia umana. Quando distruggiamo le nostre foreste, devastiamo la nostra terra e inquiniamo i nostri mari, tradiamo quella nobile vocazione

E’ stata la seconda volta in quattro giorni che Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero all’ambiente e ai cambiamenti climatici nel pieno del tour che in una settimana lo ha portato in Sri Lanka e Filippine. Il discorso letto ieri all’università è stato anche improvvisato dopo che ha incontrato una ragazza abbandonata. E dunque ha ribadito:

Questo paese, più di molti altri, rischia di essere gravemente colpite dai cambiamenti climatici.

L’occasione per affrontare la questione dei cambiamenti climatici, Papa Francesco l’ha colta aTacloban, la città colpita dal tifone Haiyan nel novembre del 2013 che ha causato 6300 morti e 4 milioni di sfollati e un milione di senzatetto. Proprio a Tacloban il Papa ha indossato un poncho che lo ha protetto dalla pioggia e dal vento e peraltro è stato costretto a ridurre il tempo della sua visita proprio a causa del maltempo dovuto a una tempesta tropicale:

Il rispetto per l’ambiente significa più che semplicemente usare prodotti puliti e riciclare ciò che usiamo. Questi sono aspetti importanti, ma non abbastanza. Abbiamo bisogno di vedere, con gli occhi della fede, la bellezza del piano salvifico di Dio, il legame tra l’ambiente naturale e la dignità della persona umana.

In Sri Lanka, invece, secondo gli esperti si innalzerà il livello del mare, situazione che influenzerà il turismo e la pesca. E proprio nel merito, parlando con i giornalisti a bordo dell’aereo che lo ha portato a Manila ha anticipato i contenuti della sua enciclica sull’Ambiente. In sostanza, ha spiegato Papa Francesco, l’uomo lo si può considerare il principale responsabile dei cambiamenti climatici e che spera che l’incontro sul clima che si terrà a Parigi il prossimo novembre possa potare a nuove posizioni coraggiose per proteggere l’ambiente:

Non so se sia tutta colpa dell’uomo, ma lo è per la maggior parte poiché è l’uomo che schiaffeggia continuamente la Natura.

Fonte:  Trust

© Foto Getty Images

Naomi Klein e Jane Goodall tra i 10 leader più influenti al mondo

Chi sta influenzando il nostro modo di pensare oggi? Tra le 10 personalità più influenti al mondo troviamo anche Naomi Klein e Jane Goodall. Quali sono le personalità le cui idee coinvolgono maggiormente e più frequentemente un grande pubblico? Il GDI Gottlieb Duttweiler Institute e il MIT coordinati da Peter Gloor hanno presentato la lista dei leaders e pensatori più influenti al mondo. Il processo di valutazione si basa su software che hanno effettuato una serie di calcoli per misurare l’importanza su scala globale delle menti più creative. In cima alla classifica mondiale dei leader del pensiero di quest’anno appare Papa Francesco. Fino a poco tempo fa era ancora lo sconosciuto Jorge Mario Bergoglio, ma nel 2014 ha sbaragliato i 236 candidati piazzandosi al primo posto e seguito immediatamente dopo nelle preferenze da Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web; mentre al terzo posto troviamo l’economista indiano Amartya Sen. Seguono lo scrittore ceco Milan Kundera, e Muhammad Yunus fondatore della Grameen Bank in Bangladesh e nel 2006 il Premio Nobel per la pace. I due economisti Amartya Sen e Muhammad Yunus sono stati evidentemente apprezzati per i valoro etici che diffondono in un settore come quello dell’economia, noto piuttosto per vessazioni e tassazioni. Prendono parte nella classifica anche autori quali Milan Kundera e Paulo Coelho.

Questa la classifica con le prime 10 posizioni

Papa Francesco
Tim Bernerss-Lee
Amartya Sen
Milan Kundera
Muhammad Yunnus
Mario Vargas Llosa
Murray Gell-Mann
Paul Coelho
Jane Goodall
Naomi Klein
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Ma veniamo alla interessante presenza che riguarda le posizioni 9 e 10 della classifica in cui troviamo Jane Goodall e poi Naomi Klein. La prima è una scienziata inglese, etologa e antropologa, che ha studiato e studia da anni i primati nel loro habitat. E’ una delle maggiori esperte mondiali di scimpanzé e i suoi studi sono importantissimi per comprendere non solo il comportamento di questi splendidi animali ma anche per valutare i rischi a cui l’uomo li sottopone. Jane Goodall ha una pagina facebook molto attiva e in italiano in cui sono condivide le sue attività. E’ stata nominata nel 2011 Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e a proposito e a proposito del suo impegno per l’ambiente dice:

Ogni singolo individuo può cambiare le cose e il modo in cui le cambiamo dipende da noi, perché la scelta è nostra. Con il nostro agire quotidiano, possiamo aiutare l’ambiente e tutti coloro che assieme a noi abitano il pianeta, umani e non umani. Altrimenti, possiamo solo danneggiare il mondo. E’ difficile rimanere neutrali.

Naomi Klein

Naomi Klein è nota per il suo attivismo contro il sistema delle multinazionali. Ha scritto No Logo un best seller adottato dal movimento no global. Si sta occupando anche di cambiamenti climatici e di come il sistema capitalistico sia direttamente responsabile di quanto sta accadendo al nostro Pianeta. In proposito, spiega, che i cambiamenti climatici stanno mettendo in crisi non solo gli equilibri naturali del Pianeta ma sopratutto le convinzioni su cui si è costruita la nostra attuale economia basata sul libero scambio e sui profitti delle multinazionali.

Foto | Naomi Klein@facebook
fonte:  GDI

IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO AI RICICLATORI 18 DICEMBRE 2013

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Papa Francesco ha inviato un video messaggio ai raccoglitori dei rifiuti e ai riciclatori, quelli che in America Latina, – dove le forme spontanee di raccolta degli imballaggi e di altri rifiuti sono molto diffuse – vengono chiamati “Cartoneros y Ricicladores”,  incoraggiandoli a continuare a sviluppare forme di lavoro dignitoso nell’ambito ecologico e chiedendo di aumentare la consapevolezza di cosa significhi gettare gli alimenti, come risultato della “cultura dello scarto”.

“Pensate come si va avanti in questo mestiere di riciclare – scusate la parola – quello che avanza. Ma è ciò che avanza dai ricchi. Oggi non possiamo permetterci il lusso di disprezzare ciò che avanza”.  Queste le parole del papa che ha anche aggiunto: “Viviamo in una cultura dello scarto, dove facilmente facciamo in modo che ‘avanzino’ non solo le cose ma anche le persone. Con il cibo che viene gettato, siamo in grado di sfamare tutti gli affamati del mondo”.

“Quando voi riciclate, fate due cose: un lavoro ecologico necessario e una produzione che fraternizza e dà dignità a questo lavoro. Siete creativi nella produzione, e siete anche creativi nella cura del pianeta in questa visione ecologica” ha concluso.

Ecco il video messaggio.

Fonte:  CiAl

Papa Francesco contro il fracking e per l’acqua pubblica lavora a un Enciclica sull’Ambiente

Papa Francesco contro il fracking e per l’acqua pubblica si prepara a scrivere un Enciclica per la tutela dell’ambientepapa-fracking

Il Creato è un tema che sta a cuore a Papa Francesco e dunque eccolo in foto con con t-shirt contro il fracking e poi con un’altra maglietta per sostenere l’accesso all’acqua pubblica (di fatto da noi mai rispettato dopo il referendum del 2011) dopo aver incontrato il senatore argentino Fernando Pino Solanas. I predecessori di Papa Francesco pure avevo preso posizione per la tutela del creato: Papa Wojtyla era ecologista e aveva istituito la Giornata della salvaguardia del Creato che cade il 1 settembre di ogni anno e che stava a cuore anche da Papa Benedetto XVI.

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Papa Francesco però è andato oltre e come rivela Fernando Pino Solanas ricevuto in Vaticano, il Papa è in procinto di preparare una Enciclica proprio sull’Ambiente.

El papa Francisco me reveló que está trabajando una gran Encíclica sobre el Medio Ambiente

— Pino Solanas (@fernandosolanas) November 11, 2013

La questione del fracking tocca direttamente la sua terra, l’Argentina per cui lo scorso agosto scoppiarono disordini contro la decisione del governo Provinciale di autorizzare Chevron a trivellare per la ricerca di gas di scisto peraltro a condizioni economiche sfavorevoli per gli argentini. Nella foto con papa Francesco proprio Fernando Pino Solanas regista e vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino nel 2004 autore del documentario Oro impuro che attualmente senatore per il Frente Unen coalizione di sinistra. Papa Francesco per l’acqua pubblica e contro il fracking
fonte:  La Nacion, Greenreport,