Case naturali: come costruire e ristrutturare in modo sostenibile

Che cosa si intende per case naturali e quali vantaggi comportano? Da dove iniziare per costruire e ristrutturare in modo sostenibile? E quali materiali scegliere? Ne abbiamo parlato con i fondatori dell’impresa edile Terraepaglia, che guideranno un corso semplice e completo rivolto a chi è in cerca di soluzioni sostenibili per la propria casa. Costruire una nuova relazione con l’ambiente a partire dalla casa, che può essere costruita e ristrutturata in modo sostenibile, con molteplici vantaggi anche per la nostra salute e qualità di vita. Ne abbiamo parlato con gli artigiani edili Sara Lucietto e Sanni Mezzasoma, fondatori dell’impresa Terraepaglia e docenti di un corso semplice e completo per scoprire da dove iniziare e cosa fare quando si nutre il desiderio di vivere in una casa più sana e naturale.

Sara Lucietto e Sanni Mezzasoma, fondatori dell’impresa TerraePaglia

Potete presentarvi e presentare Terra e Paglia?

Certo, grazie di questa domanda e di questo spazio. Siamo Sara e Sanni, siamo artigiani edili, ci occupiamo di costruire case e lo facciamo soprattutto con i materiali naturali. Per farlo nel 2015 abbiamo fondato la nostra impresa Terraepaglia che è appunto una snc edile, che ci permette di lavorare nei cantieri. Oltre ad occuparci di costruzione, da sempre, anche visto come è iniziata la nostra avventura siamo anche formatori, ovvero insegniamo a tutte le persone che lo desiderano come costruire con questi materiali.

Come e quando ha preso vita la vostra impresa?

La nostra storia inizia a Panta Rei, un centro di educazione Ambientale sulle colline del Trasimeno, dove ci siamo conosciuti, Sanni era il direttore del centro e Sara una neolaureata arrivata nel centro per partecipare ad un cantiere scuola. Dopo un anno di lavoro insieme all’interno del centro, abbiamo iniziato a lavorare anche fuori, incentrando le attività soprattutto sui materiali naturali e sul loro utilizzo in edilizia e da lì abbiamo ricevuto le prime commesse per la realizzazione di case di paglia. Quando abbiamo iniziato tra le questioni nodali della diffusione di un certo tipo di edilizia naturale c’era la mancanza di manodopera specializzata in grado di costruire con i materiali naturali; per rispondere a questa esigenza abbiamo quindi preso l’esperienza che negli anni c’eravamo fatti e l’abbiamo riadatta ai cantieri. Così è nato il progetto Terra e Paglia, per dare risposta e sostenere le persone che vogliono vivere in spazi più sani, realizzati con i materiali naturali. L’idea di far convivere l’anima artigiana con quella formativa contribuisce a rendere il progetto sempre ricco di sfumature e aumenta le possibilità di incontro e confronto.  Alcune persone hanno bisogno di un’impresa che costruisca, altri desiderano essere accompagnati in percorsi di autocostruzione, altri ancora vogliono ampliare la loro possibilità di scelta e quindi informarsi e confrontarsi: tra i cantieri e la formazione riusciamo ad intercettare e sostenere persone che hanno esigenze diverse che ruotano attorno al tema dell’abitare in modo sostenibile.

Che cosa si intende per “case naturali”?

Le case naturali sono case realizzate con i materiali che arrivano direttamente dalla natura. I materiali cosiddetti naturali sono moltissimi. Con la scelta del nostro nome abbiamo pubblicamente dichiarato quali sono quelli che più ci piacciono e che preferiamo usare, sui quali negli anni ci siamo specializzati. Certo è che la casa è un organismo complesso, quindi la terra e la paglia saranno spessissimo abbinate ad altri materiali, che potranno essere più o meno naturali. Ci piace l’idea di stimolare a riflettere sulle questioni della sostenibilità e quindi della scelta dei materiali per la propria casa, secondo la regola del qb, quanto basta. In molti sogniamo case 100% naturali, poi nella realtà molto spesso ci troviamo di fronte a situazioni che ci richiedono compromessi; per noi scegliere naturale è una direzione, non un fine; questo ci porta quindi spesso non a trovare le soluzioni più sostenibili in assoluto, quindi 100% green, piuttosto le più sostenibili per quello che si può fare in un dato contesto, con delle precise risorse a disposizione, secondo le funzioni che richiediamo a certi spazi. Il “quanto basta” ci aiuta a relativizzare l’ideale della sostenibilità e ci porta a chiederci cosa effettivamente possiamo fare, quanto mi basta insomma, e lavorare su quel pezzo.

Quali sono i vantaggi di abitare in una casa naturale?

Come dicevamo sopra di materiali naturali ce ne sono tanti, quindi le caratteristiche vere e proprie della casa dipenderanno da quali sceglieremo. In linea generale possiamo dire che le case naturali sono case più sane da abitare. Ci sono tanti fattori che contribuiscono a determinare la salubrità degli ambienti, uno fra tutti è la quantità di umidità nell’aria. Facciamo un esempio per capire cosa intendiamo: quando scegliamo di usare la terra cruda come materiale per le nostre pareti e nello specifico per i nostri intonaci, lavoriamo indirettamente e naturalmente anche sulla regolazione l’umidità nell’aria, perché la terra, o meglio l’argilla contenuta nella terra, ha capacità igroscopiche, ovvero assorbe l’umidità in eccesso e la rilascia quando l’aria è troppo secca. Le case naturali sono efficienti da un punto di vista energetico. Ci sono moltissimi materiali naturali che hanno ottime prestazioni dal punto di vista dell’isolamento; Possiamo lavorare sui cappotti, in case ad esempio da ristrutturare, oppure possiamo costruire direttamente muri che hanno buone prestazioni da questo punto di vista. Le balle di paglia, per citare uno dei materiali che usiamo di più, sono ottime da questo punto di vista. Ricordiamo che una casa efficiente è un risparmio per noi, che spendiamo di meno, e anche per l’ambiente, perché usiamo meno energia. E arriviamo così all’ultimo punto significativo che è l’impatto ambientale. Scegliere naturale ci permette di ridurre l’impatto della nostra casa da tanti punto di vista. La terra e la paglia, ad esempio sono materie che usiamo così come sono, quindi non abbiamo impatto di produzione e trasformazione; quando la casa verrà modificata e per qualunque motivo butteremo giù i nostri muri non costituiremo rifiuti, ma solo materiale organico che torna alla terra, e ultimo quando scegliamo locale non abbiamo nemmeno i trasporti. Insomma è un modo di costruire che ci permette una nuova relazione con l’ambiente e con il territorio.

A chi si rivolge il corso e in cosa consiste?

E arriviamo quindi a presentarvi il percorso che sta partendo in questi giorni e che nasce da una delle domande che più frequentemente riceviamo, ovvero “ok, tutto bello, voglio costruire naturale anch’io, ma da dove inizio? Cioè cosa devo fare se voglio costruire o ristrutturare in modo sostenibile?”. Allora proprio a partire da questa domanda abbiamo creato un percorso, che fosse una guida per orientarsi nei processi di costruzione e ristrutturazione per capire quali sono le varie fasi che si attraversano e quindi quali le possibilità che abbiamo in ogni fase. Siamo convinti, anche rispetto alla nostra esperienza di questi anni, che più le persone sono informate e preparate rispetto a quello che vivranno prima e durante il cantiere, più sono in grado di fare scelte consapevoli e quindi inclusive delle soluzioni naturali. Il corso è allora suddiviso in 3 moduli, uno per la costruzione di una casa da zero, uno per la ristrutturazione e uno per l’autocostruzione, e in questa prima edizione sperimenteremo la modalità interattiva, che è anche molto affine ai nostri corsi dal vivo, perché ci permette di entrare in relazione con i partecipanti e soprattutto supportarli nella traduzione delle lezioni “teoriche” in informazioni e azioni utili ai loro casi specifici. Gli strumenti con cui lo faremo saranno 5 webinar di domande e risposte, uno a settimana, un gruppo facebook che ci darà l’opportunità di interagire e una mappa che ci aiuterà a capire dove siamo collocati così da fare gruppo e squadra in caso di necessità e desiderio.
Quanto sono diffuse in Italia le case naturali e in quali zone in particolare? Pensate ci sia una maggior attenzione delle persone verso l’edilizia sostenibile e perché?

Sono sempre più diffuse perché c’è sempre più attenzione rispetto alle scelte e soprattutto alle scelte sostenibili. Siamo sempre di più a chiederci cosa possiamo fare per migliorare le nostre vite e allo stesso ridurre il nostro impatto, spesso infatti le scelte che ci fanno stare meglio sono anche quelle che fanno stare meglio l’ambiente. Un po’ in tutta Italia quindi aumenta il numero di case naturali. Come accade in altri settori, più ce ne sono e più si sviluppano, quindi alcune aree geografiche, che magari sono state le prime ad iniziare oggi presentano più esempi e anche più professionisti che nel tempo si sono specializzati. È davvero incoraggiante pensare, rispetto a quando siamo partiti quasi 10 anni fa, come è cambiato il mondo delle case di paglia, e in generale la sensibilità verso il tema dell’abitare sostenibile e quindi del costruire naturale.

Cosa ne pensate del bonus per la casa previsto dal decreto Rilancio?

Pensiamo sia una buona occasione, attendiamo che escano i regolamenti perché siano più chiari alcuni dettagli tecnici sull’uso dei materiali. In linea generale è un’opportunità davvero interessante per tutte le persone che in questo momento stanno pensando e da tempo desiderano ristrutturare e migliorare la propria casa da un punto di vista energetico, perché come dicevamo prima, una casa efficiente è una casa in grado di farci risparmiare perché limitiamo la nostra necessità di energia e di quella che usiamo non ne sprechiamo, cosa centrale quando vogliamo fare le cose in modo più sostenibile. Questo bonus tratterà soprattutto l’aspetto dell’efficienza, quindi starà alle singole persone decidere se e come far convivere questo tema con la salubrità e l’impatto ambientale che citavamo sopra. Sappiamo che unire e far convivere più attese in un solo intervento può sembrare più complicato, tuttavia ragionare in quest’ottica ci permette davvero di ripensare in modo più completo e significativo al nostro modo di abitare e in generale di vivere.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/06/case-naturali-costruire-ristrutturare-modo-sostenibile/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Panta Rei, un Centro di esperienze per l’educazione e la formazione alla sostenibilità

Condivisione e consapevolezza, bioedilizia e responsabilizzazione, formazione e relazioni umane. Sono questi gli ingredienti che, sapientemente mescolati alla terra cruda e ad altri materiali del posto, hanno dato vita al Centro di esperienze per l’educazione allo sviluppo sostenibile Panta Rei: un incantevole microcosmo dolcemente incastonato in una cornice naturale di rara bellezza. Situato nel cuore dell’Umbria, regione che ospita molte tra le esperienze più avanzate d’Italia, Panta Rei poggia sulla parte alta di una collina che scende fino al lago Trasimeno ed è circondato dagli alberi.

“Tutto scorre e ritorna”. La storia di Panta Rei

La storia di Panta Rei  risale agli anni ’70, attraversati in Italia e all’estero da quell’onda dei movimenti di contestazione giovanile sorti come reazione alla standardizzazione dei caratteri della società di massa, al consumismo, allo sfruttamento economico e ad un sistema di valori basato sul successo e sul profitto.

 

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Ed è proprio in quel periodo che un gruppo di persone si ritrova in Umbria e si confronta sulla possibilità di recuperare terre abbandonate e sperimentare nuove forme di allevamento alternative alla zootecnia a stabulazione fissa. Tra le persone motivate da questa passione vi è Dino Mengucci, fondatore negli anni successivi della cooperativa La Buona Terra, proprietaria del terreno e delle strutture, che gestisce un’azienda agricola a conduzione biologica e che dalla fine degli anni’80 opera come fattoria didattica. Dall’esperienza della fattoria-scuola e dalla constatazione della non-consapevolezza di molti gesti quotidiani, matura il progetto di Panta Rei, di cui Dino Mengucci è presidente e fondatore. Due eventi, in particolare, conducono alla nascita del Centro:

– un incendio che nel 1992 distrugge le stalle, lasciando un obbrobrio di Eternit e ferro;

– la scoperta, in occasione di un convegno internazionale sull’educazione ambientale, del Cat (Centre for Alternative Technology) in Galles, il cui metodo educativo è basato sulla responsabilizzazione nell’uso delle risorse.8506840242_7f945c678a_h

Dino Mengucci, presidente e fondatore di Panta Rei

Da una riflessione sulla ridefinizione del posto, guidata dalla volontà di recuperare e riqualificare i terreni e le strutture, nasce quindi il progetto di Panta Rei che si concretizza tra il ’97 ed il ’98 (con la partecipazione ad un bando dell’Unione europea che finanzia la struttura) e che diventa operativo nel 2001. Per non sovrapporre le attività della cooperativa La Buona terrae della fattoria didattica si sceglie il tema dell’abitare.

Sperimentazione e responsabilità: i pilastri di un nuovo modo di abitare

“Abitare è anche costruire la nostra casa secondo determinati criteri, mantenerla e prevedere la possibilità di riprodurla”, spiega Sanni Mezzasoma che, insieme a Dino Mengucci è l’anima di questo posto.
La realizzazione del centro parte dal recupero di tre strutture zootecniche. La scelta di recuperare le strutture, anziché demolirle, è uno dei punti fondamentali del progetto perché in questo modo si è mantenuto un legame con la storia dell’area. Gli edifici sono stati recuperati utilizzando materiali da costruzione a basso impatto ambientale come legno, terra cruda, sughero, paglia, pietra, canna di lago.8505732791_0d15e99833_h

Dal punto di vista impiantistico Panta Rei si contraddistingue per la bassa intensità tecnologica. Si è scelto infatti di prediligere un approccio pratico basato su un abbassamento del livello tecnologico ed un’importanza maggiore data alla responsabilizzazione. L’idea – spiega Sanni – è quella di far emergere nelle persone “l’istintualità sostenibile” piuttosto che fornire loro una soluzione tecnologica che supplisca ad una mancanza di consapevolezza e responsabilità.

Imparare facendo: formazione e informazione a Panta Rei

La pratica è dunque uno dei pilastri fondamentali di Panta Rei, un luogo per costruire occasioni di apprendimento e sperimentazione, per vivere esperienze in cui il legame tra le nostre azioni abituali e le loro conseguenze appaia diretto. Più che offrire una soluzione Panta Rei vuole portare un aumento della possibilità di scelta.

Panta Rei non cerca la collaborazione di persone che abbiano specifiche competenze, ma che siano piuttosto appassionate di una determinata modalità. Non ci interessa realizzare il prototipo perfetto e universalmente valido, ma realizzare qualcosa che si possa comprendere, mantenere e riprodurre”.8506841110_dcfeb01283_b

“Più che la ricerca del modello perfetto – continua Sanni – siamo interessati alla sperimentazione sull’aumento della possibilità di scelta. Non siamo spaventati dall’errore perché spesso sbagliare aiuta ad imparare, così come per i bambini: inutile dare loro la soluzione prima che sperimentino”.

Educare alla consapevolezza dei gesti quotidiani

Panta Rei, pertanto, è stato ed è un cantiere permanente, un organismo in costante evoluzione anche grazie all’apporto dei partecipanti, che ricavano informazioni, competenze, conoscenze, pratiche e tecniche attorno ai temi della sostenibilità e ai temi del costruire e del produrre nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente.

Durante workshop, campi di lavoro, campi scuola, corsi di formazione, seminari, progetti di agricoltura sociale, sono stati realizzate parti importanti delle strutture e degli impianti del Centro.

Imparare facendo, in quest’ottica, diventa la chiave per educare le nuove generazioni alla consapevolezza dei gesti quotidiani, mission ispiratrice del Centro.8505730071_2eac02beec_h

“Sono entusiasta della crescita di sensibilità nelle persone. Fino al 2008 – ammette Dino Mengucci – avevo una visione molto pessimista dell’Italia. Ora vedo raddoppiare gli individui coscienti ogni anno. Vi è un fermento incredibile e una grande voglia di cambiare, come testimoniano le tante persone che vengono continuamente a proporre idee e progetti”.

Alessandra Profilio

Fonte: italiachecambia.org

Transizione in festa dal 20 al 22 settembre

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Dal 20 al 22 settembre prossimo al centro Panta Rei di Passignano sul Trasimeno in Umbria si celebrerà la prima festa della Rete Italiana della Transizione. A distanza di cinque anni da quando la Transizione è approdata in Italia, i transizionisti e le transizioniste di tutta Italia si incontrano per conoscersi, conoscere, celebrare e raccontare quello che è successo questi anni. “Celebreremo quello che ha funzionato e quello che non ha funzionato (c’è sempre tanto da imparare e insieme si fa prima). Ne usciremo ispirati, energizzati, con nuovi contatti e tante idee e progetti da provare e sviluppare. Le attività – si legge sul sito di Transition Fest'(a) 2013 – saranno ad Agenda Aperta, questo permetterà a tutti di sperimentare nuove forme di incontro, di essere aperti alle proposte che verranno e per ognuno di focalizzarsi su quello che interessa seguendo l’energia che si sprigionerà nella Fest’”. Il programma della Fest’ verrà costruito su input dei partecipanti. Al momento abbiamo creato una griglia di massima. I promotori dell’evento desiderano infatti che la festa si svolga in accordo della volontà di tutti e tutte. L’idea di base è quella di permettere la conoscenza reciproca, lo scambio di saperi e buone pratiche, la riflessione sui modelli di leadership nelle iniziative italiane e tanto altro ancora.

Fonte: il cambiamento