Intesa Ue sull’inquinamento atmosferico

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Ci sono voluti mesi di negoziati ma alla fine ConsiglioParlamento e Commissione Ue sono giunti a un’intesa per ridurre gli inquinanti nell’aria con tetti nazionali più stringenti dal 2020 al 2029 e poi dal 2030. Le sostanze che sono state regolamentate sono cinque: anidride solforosaossidi di azotocomposti organici volatili diversi dal metano (per esempio benzene, formaldeide, etanolo), ammoniaca e particolato sottile. Si calcola che siano 400mila le morti premature nell’Ue a causa dell’inquinamento atmosferico. Con le riduzioni stabilite nei due periodi (2020-2029 e post 2030) si punta a ridurre l’impatto dell’inquinamento sulla salute del 50%, ponendo come punto di partenza il 2005.

Speciali deroghe ai limiti da rispettare si potranno ottenere in caso di estati torride o inverni più rigidi.

“Dopo anni di negoziati siamo stati in grado di raggiungere questo accordo nell’ultimo giorno della presidenza olandese per tutta le gente in Europa”,

ha dichiarato il ministro olandese per l’ambiente Sharon Dijksma.

Il commissario Ue all’ambiente Karmenu Vella ha sottolineato come la riduzione dell’inquinamento potrà portare a

“risparmi diretti all’economia grazie a meno giorni di lavoro persi, minori costi per la sanità e investimenti in nuove tecnologie e crescita verde”.

Fonte:  Ansa

Autobus ATM, arrivano dalla Polonia gli Euro 6 di ultima generazione

Saranno 125 in tutto i nuovi autobus ATM Euro 6, a pieno regime da aprile 2015. I primi già in funzione a settembre sulla linea 58. Forniti dalla polacca Solaris Bus, costano 228mila euro l’uno, sono di ultima generazione e a bassissimo impatto ambientale. Ad avvenuto inserimento, il 40% dei veicoli su gomma ATM sarà del tipo EEV – Enhanced Environmentally-friendly Vehicles – o Euro 6380100

Saranno già in servizio a settembre i primi due degli 85 nuovi autobus Euro 6 ATM, di ultima generazione, che sostituiranno gradualmente i vecchi Euro 2 (con filtro antiparticolato) ancora in funzione entro Natale e arriveranno a 125, entro aprile 2015. Gli autobus sono stati acquistati dalla polacca Solaris e costano 228mila euro l’uno.
Il primo veicolo, arrivato al deposito ATM di via Novara dopo un viaggio su strada dallo stabilimento di Poznan (Polonia), inizierà il servizio sulla linea 58, tra Baggio e Cadorna. Un altro verrà consegnato entro settembre, poi partirà la produzione di Solaris che porterà Milano ad avere i primi 85 nuovi autobus Euro 6, entro Natale.
Il modello prodotto dalla Solaris Bus è l’“Urbino”, Euro 6, con pedana d’accesso per disabili e sistema di videosorveglianza. Autobus di elevato standard tecnologico, economicità d’uso e a basso impatto ambientale. Di colore verde, in linea con i bus già in esercizio, i nuovi Euro 6 sono silenziosi e dotati di tutti i più moderni comfort: accesso per disabili, 32 posti a sedere e 63 in piedi, spazio riservato alle carrozzelle e ai passeggini, sistema di videosorveglianza, impianto di spegnimento incendi per il vano motore. Soprattutto l’emissione degli inquinanti – polveri sottili, anidride carbonica e ossidi di azoto – è pressoché azzerata, così come previsto dall’ultima normativa europea in materia, entrata in vigore dall’1 gennaio 2014. Dopo i primi 85, i nuovi modelli arriveranno a 125 entro aprile 2015, grazie all’ultimo investimento deliberato da ATM. Solaris Bus è stata scelta dopo una gara pubblica, a livello europeo, cui hanno partecipato tutti i maggiori costruttori di autobus. L’azienda polacca distribuisce in 28 Paesi nel mondo ed è fornitrice di tutte le principali città europee.  Il costo dell’operazione è di 228 mila euro per ogni veicolo, spesa sostenuta da ATM per la metà con fondi propri e per metà con contributi regionali. Il contratto ATM-Solaris prevederebbe la possibilità di acquisire fino a 250 modelli di “Urbino” allo stesso prezzo, con opzione fino ad aprile 2018.
ATM – ha comunicato il presidente Bruno Rota – sta realizzando investimenti importanti, di grande complessità, con forti ricadute positive sulla vita dei cittadini, rispettando rigorosamente i tempi previsti e sta facendo uno sforzo notevole con risorse proprie”. L’obiettivo di ATM è quello di rendere sempre più efficiente anche la rete su gomma (134 linee, per più di 1.100 chilometri di estensione) che ogni giorno trasporta oltre un milione di passeggeri, che si aggiungono al milione e oltre serviti giornalmente dalle linee della metropolitana. Ad avvenuto inserimento dei nuovi bus, il 40% dei veicoli della flotta ATM sarà costituito da mezzi a livello di emissione del tipo EEV – (Enhanced Environmentally-friendly Vehicles), come gli ecobus a gasolio, o Euro 6.

 

Fonte: ecodallecitta.it

PM10 2013: per la prima volta a Milano la media sotto i 40 mcg/m3

Qualità dell’aria e dati ARPA. L’assessore Maran conferma che nel 2013 per la prima volta Milano ha rispettato uno dei parametri dell’Unione Europea: 37 mcg/m3, la media annuale delle PM10, che per l’85% dipende ancora dal traffico. Controlli sui riscaldamenti aumentati del 25%. Positivo il progetto di riduzione del Black Carbon in AreaC377892

Una buona notizia sul fronte dello smog e confermata dal Comune, che avevamo già anticipato con i dati di inizio anno di ARPA Lombardia.  Nel 2013 la media annuale delle concentrazioni diPM10 è stata di 37 mcg/m3, inferiore quindi al valore limite UE di 40 mcg/m3: si tratta del valore più basso mai registrato a Milano dal 2002, come si vede dalla tabella allegata, grazie anche all’alta piovosità, ma non solo. “Per la prima volta la nostra città rispetta uno dei parametri richiesti dall’Unione Europea in materia di qualità dell’aria per la tutela della salute”, ha dichiarato l’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran. “Un risultato raggiunto non solo grazie alle condizioni meteo, che sarebbero state addirittura più favorevoli in anni come il 2010, ma anche attraverso un’insieme di politiche per ridurre la congestione del traffico e di interventi per l’efficienza e il risparmio energetico”. I dati ARPA ed AMAT presentati il 22 gennaio in Commissione Ambiente mostrano anche come il 2013 sia stato l’anno con il minor numero di sforamenti (81) dal 2002. Pur trattandosi di un anno particolarmente piovoso, però, i giorni e l’accumulo di pioggia non sono stati tanti da giustificare da soli il calo record di concentrazioni che si è verificato: gli anni più piovosi, infatti sono stati il 2002 (che allo stesso tempo ha presentato, però, il livello di concentrazioni più alto del decennio, 166 mcg/m3) e il 2010 (quando i giorni di sforamento furono 85). A favorire questo importante calo, secondo il Comune, sono state anche le tante iniziative messe in campo: da AreaC al potenziamento dei mezzi, dall’estensione del BikeMi alla liberalizzazione del car sharing, infatti, le politiche di mobilità hanno portato Milano in pochi anni a scendere di ben 13 posizioni nella classifica sulla congestione del TomTom Traffic Index. Passando dall’11° posto del 2010 al 24° del 2013, Milano è stata, secondo questo indice di rilevamento, la migliore in Europa dal punto di vista della riduzione del traffico.
Riguardo le fonti responsabili dell’inquinamento da PM10, si conferma che a Milano per l’85% esso deriva dal traffico stradale e solo per il 15% dalle fonti fisse, come il riscaldamento. Diverso naturalmente il discorso per l’altro inquinante maggiore – gli ossidi di azoto (NOx) – e l’anidride carbonica (CO2), responsabile del riscaldamento climatico: qui i dati sono solo del primo semestre 2013, ma sul totale delle emissioni atmosferiche (traffico+riscaldamenti) sale il contributo delle fonti fisse, rispetto al traffico: il 50% viene dalle fonti fisse per gli NOx e per la CO2 il 70%.
Con riferimento alla zona di AreaC, sono stati forniti anche i dati di riduzione del Black Carbon, ritenuto dalla comunità scientifica un importante indicatore dell’inquinamento ‘di prossimità‘ che consente di valutare l’efficacia delle
politiche di regolamentazione del traffico, in termini di rischio sanitario locale e specifico: come si vede dal documento allegato, nelle zone (AreaC e Maciacchini) e nei periodi in cui il Black Carbon è stato monitorato, la riduzione in AreaC è del 30-40% rispetto alle aree più trafficate.  Anche sul fronte del risparmio e dell’efficientamento energetico, il Comune ha elencato le azioni avviate: la trasformazione graduale a gas naturale degli impianti più vecchi ancora in funzione in parte dei 600 edifici comunali e l’allacciamento al teleriscaldamento A2A di ulteriori 700.000 m3. Inoltre, una consistente campagna per i controlli sui riscaldamenti, che prevede il 25% in più di ispezioni rispetto alla media degli anni precedenti (con anche un risparmio di circa il 18%): al 31 dicembre 2013 erano già stati effettuati 7.200 interventi sui 12.645 previsti (57%). I controlli hanno permesso di portare alla luce circa un 40% di impianti non conformi alla normativa vigente, principalmente per questioni di manutenzione e gestione (indici di fumosità e condizioni di aereazione dei locali) e di intervenire d’urgenza con il sequestro dell’impianto, in collaborazione con la Polizia locale, in una ventina di casi che presentavano condizioni di imminente pericolo per la sicurezza domestica.
Infine, per accompagnare e informare i cittadini sui temi dell’efficienza, del risparmio energetico e della riqualificazione dell’edilizia, a fine ottobre 2013 il Comune di Milano ha aperto 9 Sportelli Energia, uno per ogni Consiglio di Zona, che hanno portato fino a 200 contatti in due mesi (nelle Zone 4, 7 e 8).

I dati della Commissione Ambiente del Comune [0,97 MB]

Fonte: ecodallecittà

Regno Unito: 1600 morti all’anno e 70000 giornate di ricovero per colpa del carbone

Secondo l’Health and Environment Alliance, la combustione del carbone nel Regno Unito causa 1600 morti all’anno, 70000 giornate di ricovero e oltre 1 milione di disturbi respiratori minori. I costi sanitari sono tra 1,3 e 3,7 miliardi di euro.Come-il-carbone-uccide-nel-Regno-Unito

Il carbone nuoce gravemente al clima, ma anche alla nostra salute. Uno studio di Health and Environment Alliance appena pubblicato stima che nel Regno Unito ogni anno ci siano 1600 morti imputabili all’inquinamento da carbone, oltre a 70000 giornate di ricovero, 360000giornate di lavoro perse per malattia e un milione di disturbi respiratori minori. Le centrali elettriche a carbone emettono moltissimi inquinanti nocivi alla salute, ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromati, metalli pesanti, diossine, e particolato. L’inquinamento colpisce soprattutto il sistema respiratorio(asma, ostruzioni polmonari, riduzioni della funzionalità) e cardio-circolatorio (alterazioni della funzionalità cardiaca, ipertensione, arteriosclerosi). I costi stimati per il sistema sanitario oscillano tra 1,3 e 3,7 miliardi di €; questo significa un costo aggiuntivo compreso tra 0,7 e 2 centesimi per kWh prodotto (1). Il costo del kWh prodotto dal carbone è intorno ai 3,3 centesimi al kWh. Se si avesse il coraggio di fare pagare al carbone i danni per la salute, il costo salirebbe a 4-5 centesimi al kWh, spingendo questo sporco combustibile fuori mercato, prima ancora di imputargli i danni per i cambiamenti climatici. (1) Nel Regno Unito il consumo di carbone nel 2012 è stato pari a 39,1 Mtoe, cioè circa 172 miliardi di kWh. I costi variano quindi da 1,32/172=0,007 €/kWh  a 3,71/172=0,02 €/kWh

fonte:  ecoblog