Sant’Agabio: il quartiere resiliente che riscopre la bellezza del vicinato

Sant’Agabio è un quartiere della periferia di Novara, conosciuto per le sue numerose problematiche sociali ed economiche. Oggi si è reinventato grazie all’impegno di tutti i suoi abitanti, gli enti e le associazioni che qui vivono e che hanno fatto di Sant’Agabio un vero e proprio quartiere resiliente, dove si valorizza la diversità, si aiuta chi ha bisogno e si mette in pratica l’autoproduzione, stimolando le persone a rimanere e a credere che “insieme si può fare”.

«Viviamo in una società in cui conosciamo centinaia di persone lontane ma abbiamo perso la bellezza del contatto con i nostri vicini di casa». Queste parole rispecchiano un pensiero comune che ci viene spesso testimoniato dalla moltitudine di persone che abbiamo incontrato nei nostri viaggi in giro per l’Italia. Una frase che rivendica il potere della vicinanza, la semplicità del quotidiano e il contatto con chi ci circonda, che ci appaiono ormai come un ricordo d’altri tempi. E proprio oggi, per mezzo della tecnologia, dei social e dei viaggi, siamo sempre alla ricerca di qualcosa più lontano da noi, dimenticandoci che al di là della porta di casa esiste un mondo fatto di persone in carne e ossa che ci circondano e sono tutte da scoprire. Oggi vi raccontiamo la storia di un quartiere che sta ribaltando questo modo di vivere e dove è nata una comunità resiliente che si aiuta e si sostiene, mostrando proprio a quei vicini di casa che prima non si conoscevano la bellezza di incontrarsi fuori dal proprio uscio.

È proprio questo è il caso di una grande storia che nasce come soluzione a un grande problema. Ci troviamo nel quartiere popolare di Sant’Agabio, nella periferia di Novara. Un quartiere caratterizzato da un’alta percentuale di immigrati che rende la convivenza una grande sfida, dai molti giovani che finiti gli studi non riescono a trovare lavoro, dalla solitudine degli anziani, dalla vicinanza con uno dei poli chimici più grandi di Italia che contribuisce alla percezione generalizzata di degrado. Insomma, una quantità così grande di problemi che sembrano non lasciare speranza eppure tre anni fa è successa una magia che sta totalmente rivoluzionando il modo di vivere del quartiere. I protagonisti di questa storia sono Franco Bontadini e Stefania D’Addeo che in questa magia hanno creduto, facendo risvegliare un quartiere ormai assopito. «Il nostro sogno era quello di trasformare questo quartiere in un luogo dove le persone si possono incontrare, dove riscoprire il senso di vicinato, dove passare il tempo insieme e poter trovare un aiuto quotidiano. Quando siamo venuti a conoscenza di un Bando di Fondazione Cariplo che si chiama “Costruiamo comunità resilienti” ci siamo detti, “perché no”?».

Così nasce Sant’Agabio Resiliente grazie all’associazione Savore (associazione Sant’Agabio Volontari Resilienti), creata appositamente per riunire le diverse associazioni locali e far rivivere un quartiere che aveva perso ogni speranza. Ma come si crea una comunità resiliente? Ce lo hanno raccontato Franco e Stefania spiegandoci che «una comunità resiliente è una comunità fatta di persone che diventano autonome e capaci di affrontare insieme i cambiamenti e le difficoltà». Tutte le iniziative e i progetti nascono per uno scopo, quello di essere autosufficienti, cercando e trovando tutte le risposte all’interno del quartiere.

Come ci spiega Franco nel video, «non ci facciamo le nostre cose ma le facciamo insieme agli altri».  Ci sono dei negozi sfitti da anni? Allora l’associazione ha acquistato alcuni locali dove ha organizzato laboratori, feste e momenti di incontro tra gli abitanti. C’è una carenza educativa? Il quartiere ha creato una biblioteca che ha chiamato “babiloteca” dove si custodiscono libri di tantissime lingue diverse a cui possono accedere persone di tutte le nazionalità.

Si è dimenticata la cultura del fai da te? In risposta l’associazione ha organizzato corsi di autoproduzione, di panificazione, di creazione artigianale di conserve. Come ci raccontano, «Pensiamo che tra le caratteristiche di una popolazione resiliente vi sia la capacità di alimentarsi in modo indipendente, sano e sapendo riconoscere i prodotti di qualità. All’esterno abbiamo un grande prato dove gli anziani del quartiere coltivano frutta e verdura nei nostri orti urbani, facciamo grigliate, castagnate e qui i più giovani possono praticare sport a contatto con la natura».

Mancano occasioni di incontro tra le persone? Il quartiere ha puntato sulla condivisione della cultura e del saper fare. Così sono nati laboratori per tutte le fasce di età come corsi di arabo per i bambini che a scuola imparano l’italiano ma che non hanno perso l’abitudine di parlare la propria lingua per poter comunicare con i propri familiari lontani. Sono nati anche corsi di cucito insieme alle studentesse di un istituto di Moda di Novara che qui svolgono lezioni per ottenere crediti formativi. Sono stati attivati corsi di riuso e riciclo creativo, laboratori di cucina, di arti pittoriche grazie alla partecipazione di insegnanti in pensione. Si svolgono attività con i ragazzi e le ragazze down che qui possono destreggiarsi in lavori manuali. Come riportato nel video, una volta al mese c’è il “mercatino resiliente” a cui partecipano hobbisti e creativi del quartiere che hanno perso il lavoro e che vendono le proprie creazioni realizzate con materiali di recupero come gioielli in plastica o cialde del caffè e realizzano borse e grembiuli attraverso il recupero di stoffe e vecchi jeans. «Abbiamo pensato a un mercatino resiliente perchè in questa zona il livello economico e la povertà si percepiscono con mano e lo scambio e il riuso diventano pratiche che possono fare davvero la differenza». Infatti, nel quartiere, si valorizza anche il riuso come nel caso di giocattoli per bambini che vengono donati di famiglia in famiglia o lo scambio di oggetti e vestiti che sono di troppo negli armadi.

In questi anni, grazie al progetto “Costruiamo comunità resilienti” sono sempre più numerosi gli abitanti che hanno deciso di non “fuggire” dal quartiere ma di rimanere. Come ci viene spiegato da Franco e Stefania, «Il bello è che a Sant’Agabio si è creata una cultura mista di persone che è molto tollerante. Qua si può organizzare una festa musulmana all’oratorio o una festa cattolica nel circolo. Ognuno fa le cose che ritiene di valore per la propria comunità di origine e questo bisogno è accolto positivamente da tutti. Per il futuro del quartiere vorremmo far crescere questo senso di comunità. Far scoprire agli abitanti che le opportunità sono proprio sotto casa e non c’è bisogno di guardare più lontano per trovare nuove occasioni». Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/05/sant-agabio-quartiere-resiliente-riscopre-bellezza-vicinato/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Smog, in meno di due mesi sono già svaniti i progressi del 2014?

Non sono passati nemmeno due mesi dalla fine del 2014, salutato come l’anno più pulito del secolo, che già lo smog torna a marcare il territorio nella pianura padana: Torino, Milano,Brescia, Novara, Vercelli, nelle città del Nord il Pm10 si è impennato di nuovo, con medie superiori di un buon terzo rispetto agli stessi giorni dell’anno passato381951

Nel 2014 lo smog nella pianura padana sembrava aver finalmente sventolato una bandiera – se non bianca – molto meno sozza del solito: per quanto i giorni di sforamenti superassero ancora nella maggior parte delle città i 35 attualmente consentiti dall’Unione Europea, le medie annuali del Pm10 avevano segnato un innegabile passo avanti, riuscendo finalmente a rientrare nei 40 mcg/m3previsti dalla legge. (Milano e Torino comprese).
E’ vero, il meteo era stato particolarmente favorevole, e le piogge abbondanti avevano aiutato a spazzare via le concentrazioni, ma confrontando i dati degli ultimi dieci anni il miglioramento appariva evidente, progressivo, e tutto sommato abbastanza costante. Possibile, allora, che siano bastati meno di due mesi per tornare indietro e cancellare il primato? La situazione in questo primo mese e mezzo del 2015 è effettivamente poco promettente: in provincia di Parma il Pm10 ha raggiunto picchi di 115 mcg/m3, e molte centraline hanno segnato i 70-80 mcg, valori purtroppo piuttosto comuni più a nord, ma abbastanza insoliti per i comuni dell’Emilia Romagna. Legambiente – fresca di presentazione del dossier Mal’aria 2015, denuncia giorni neri anche in Piemonte, con un gennaio in cui lo smog “ha sforato un giorno su due”. Vediamo nel dettaglio, dati Arpa alla mano, cos’è successo nelle città più inquinate del Nord nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 14 febbraio 2015. A Milano la media delle concentrazioni del Pm10 in questo primo mese e mezzo dell’anno è aumentata considerevolmente: dai 33 mcg/m3 del 2014 registrati alla centralina Verziere si è passati a 54,4. Ancora più alti a Pascal Città Studi, che è salita da 42,8 a 61 mcg/m3. Il picco più alto, 152 mcg/m3, registrato a febbraio, il mese uniformemente più problematico in questo primo bollettino di inizio 2015. Restiamo in Lombardia e vediamo cos’è successo a Brescia, altra roccaforte dello smog: medie aumentate di oltre un terzo, dai 39 mcg/m3 del 2014 ai 60 del 2014. Valore più alto, 108 mcg, anche questo in febbraio.
Analoga la situazione in Piemonte: a Vercelli la media del periodo 1°gennaio-14 febbraio è passata dai 40,9 mcg/m3 del 2014 ai 52,5 del 2015. Picco, sempre in febbraio, 121 mcg/m3. L’aumento è consistente anche a Novara, dove la media del 2014, 28,12 mcg/m3, è stata sorpassata con 31,9 mcg. (Nessun picco di nota: ci si ferma “solo” a 75 mcg). Veniamo a Torino, il cui dettaglio dei dati rilevati aiuta a chiarire la situazione generale. Se prendiamo in considerazione il solo gennaio, a ben guardare i valori sono assolutamente in linea con l’anno precedente (come avevamo anticipato qua). Anzi: addirittura la media cala un po’, da 56 a 54,6 mcg/m3, facendo la media di tutte le centraline. (La peggiore sempre Grassi, entrambi gli anni). Ma sono proprio i giorni di febbraio a ribaltare il dato, con una media che passa da 34 a 55 mcg/m3. Complessivamente, nel periodo preso in esame – 1°gennaio/14febbraio – la media del Pm10 è cresciuta dai 48,4 mcg/m3 del 2014 ai 54,4 del 2015. (Il valore più alto, 144 mcg/m3).
L’unica città piemontese che sembra invertire la tendenza è Alessandria, che festeggia in questi giorni il suo argento come seconda città più inquinata d’Italia. Qui il Pm10 è sceso – unico caso – ma da valori che erano fra i più alti registrati nella pianura padana: 50 mcg/m3 nel 2014, 48,10 nel 2015. In conclusione, l’allarme lanciato negli ultimi giorni dagli ambientalisti trova riscontro reale nei dati, e aiuta a non dare per scontati i risultati positivi degli ultimi anni. Va ricordato però che lo stesso 2014, l’anno più pulito di sempre, ebbe un inizio – ci scuseranno i lettori – piuttosto diesel. Niente è già scritto, insomma, e i margini sono ampi, sia per migliorare che per peggiorare.

Fonte: ecodallecitta.it

Tangenti sul trattamento rifiuti a Novara: arrestato il segretario della Provincia

Antonino Princiotta, segretario della Provincia di Novara, è stato arrestato con l’accusa di avere incassato una mazzetta da 60mila euro

Il segretario della Provincia di Novara, Antonino Princiotta, è in carcere dopo essere stato arrestato insieme con altri tre imprenditori lombardi del settore rifiuti, finiti ai domiciliari, per corruzione e truffa aggravata ai danni dello Stato: Princiotta avrebbe incassato, questa l’accusa degli inquirenti, una mazzetta da 60mila euro pagata da alcuni imprenditori al fine di ottenere una certificazione per un impianto gestito dalla società Eco Fly srl, nonostante il macchinario risultasse privo dei requisiti tecnici. Il via libera del segretario della Provincia avrebbe permesso agli imprenditori di accedere ad un finanziamento pubblico da 3 milioni di euro erogato dalla società Futurimpresa Sgr Spa , partecipata al 100 per cento dalla Camera di commercio: l’operazione è stata condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Milano, supportati dal Gruppo tutela Ambiente di Treviso e dai Noe di Ancona e Pescara, in collaborazione con i carabinieri di Milano, Como, Varese, Novara, Ancona e Chieti. Gli impianti della Eco Fly sono risultati essere di fatto un centro di “ripulitura solo formale” dei rifiuti in quanto senza certificazioni: nel corso dell’inchiesta gli inquirenti avrebbero verificato come l’azienda Eco Fly avesse stipulato un contratto di compravendita in favore di altra società,Markab group Spa, di un macchinario per il trattamento di rifiuti speciali, un desorbitore termico mobile, che richiede per l’utilizzo una specifica certificazione da parte della Provincia di Novara, ottenuta grazie al pagamento della mazzetta al funzionario provinciale. Oltre a Pinciotta sono stati arrestati tre imprenditori lombardi operanti nel settore del trattamento dei rifiuti: l’inchiesta, che si lega per i nomi che compaiono nelle ordinanze con quella, sempre milanese, sul Sistema Sesto (che ha condotto alla sbarra l’ex Presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, ex-braccio destro di Pierluigi Bersani), fa il paio nel territorio novarese con l’Operazione Infinito dello scorso anno, quando i Carabinieri arrestarono 8 imprenditori legati alla criminalità organizzata e che operavano nel settore rifiuti, rei di smaltire materiali pericolose in alcune cave tra Lodi e Novara. Si dimostra ancora una volta come sia labile il confine tra legalità ed illegalità nel settore, un settore “goloso” per gli imprenditori ma estremamente complesso sia per i risvolti burocratici che penali, con le carenze legislative che spesso allungano molto i tempi di indagine degli inquirenti. La presenza della criminalità organizzata fa il paio con la presenza di funzionari compiacenti o corrotti, mostrando le vergogne del sistema rifiuti italiano, assolutamente fuori controllo. E, se possibile, le vicende novaresi si legano a doppio filo con quelle milanesi dell’Expo, data la mole infinita di rifiuti che ogni giorno producono i cantieri per il grande evento del prossimo anno, cantieri anch’essi spesso in mano alla criminalità organizzata calabrese e campana.

Fonte: ecoblog.it

Novara aderisce al Patto dei Sindaci

Il sindaco di Novara Andrea Ballarè ha firmato a Bruxelles l’adesione della città all’iniziativa europea rivolta alle amministrazioni locali. L’obiettivo è ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 20% rispetto al 1990, ottenere che il 20% del consumo di energia provenga da fonti rinnovabili, ridurre del 20% i consumi energetici attraverso l’efficientamento energetico375408

Il sindaco di Novara Andrea Ballarè ha firmato, con i colleghi provenienti da tutto il Continente, presso il Parlamento Europeo nella Joszef Antall Building di Rue de Treves a Bruxelles, il documento di adesione del Comune di Novara al Patto dei Sindaci. Il Patto dei Sindaci è il principale movimento europeo rivolto alle amministrazioni locali che, aderendo su base volontaria, si impegnano ad aumentare l’efficienza energetica e l’uso di energie rinnovabili sul loro territorio.
Sottoscrivendo il Patto, le amministrazioni locali contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo 20-20-20 che l’Unione Europea si è prefissata di raggiungere entro il 2020, ovvero ridurre le emissioni di gas serra dell’UE di almeno il 20% rispetto al 1990, ottenere che il 20% del consumo di energia dell’UE provenga da fonti rinnovabili e ridurre del 20% i consumi energetici europei attraverso il miglioramento dell’efficienza energetica. Nel dicembre 2008, la Commissione europea ha infatti deciso per la prima volta di coinvolgere direttamente gli organi politici decisionali locali nel raggiungimento di questi obiettivi e da allora sono state molte le adesioni anche da parte di comuni italiani di grandi dimensioni come, per esempio, Firenze. L’incontro a Bruxelles, al quale hanno partecipato 4600 sindaci in rappresentanza di oltre 180 milioni di cittadini europei, si è sviluppato in due sessioni, anticipate dal benvenuto del Vice-presidente del Parlamento europeo, e del Presidente del Comitato delle Regioni Ramón Luis Valcárcel Siso, seguiti dagli interventi del Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e dell’ex governatore della California Arnold Schwarznegger, fondatore dell’organizzazione ambientale no-profit R20 Regions of Climate Action. La tematica della prima sessione ha posto l’accento sul come realizzare gli obiettivi del Patto grazie alle innovazioni tecnologiche e sociali. La seconda sessione, invece, ha riguardato gli investimenti per l’energia sostenibile, focalizzando maggiormente l’attenzione sul supporto dell’Unione europea alle economie locali finalizzato alla creazione di nuovi lavori.

Fonte. Eco dalle città

 

Milano, smaltimento illecito di rifiuti: arrestati 8 imprenditori legati alla ‘ndrangheta

Arrestati dai Carabinieri 8 imprenditori lombardi legati alla ‘ndrangheta: avrebbero smaltito tonnellate di rifiuti all’interno di cave tra Lodi e Novara.

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I Carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) e del Comando provinciale di Milano hanno arrestato 8 imprenditori che sarebbero legati alla ‘ndrangheta: operanti nel settore del movimento terra, con appalti tra Milano e l’hinterland (zona di cantieri Expo e di intensissima urbanizzazione), secondo quanto emerso dagli accertamenti avrebbero smaltito illecitamente tonnellate di rifiuti in due cave dislocate in provincia di Lodi e di Novara. Questi arresti scaturiscono da un costone dell’Operazione Infinito. Dell’Operazione Infinito vi avevamo parlato già qualche mese fa, quando la Procura di Milano rinviò a giudizio 22 persone (i titolari e ad alcuni autisti dell’azienda brianzola Perego Strade) accusati di aver effettuato oltre 6mila viaggi per trasportare rifiuti speciali al conferimento, salvo invece smaltire tutto nei numerosi cantieri sparpagliati per la Lombardia; 2,3 milioni di euro i proventi che l’azienda (infiltrata dalla malavita calabrese) avrebbe portato a profitto. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore distrettuale anti-mafia Alessandra Dolci, che hanno portato agli arresti di stamattina, sono durate due anni e coordinate dalla Procura della Repubblica e dalla Dda di Milano, hanno dimostrato agli inquirenti la fittissima rete costruita tra la Lombardia e le ‘ndrine calabresi, un vero e proprio filo di contiguità a tutela degli interessi della criminalità organizzata calabrese in Lombardia: i Carabinieri hanno sequestrato anche due impianti, due aziende di trasporti e ben 30 automezzi. Il sistema di smaltimento è quello consolidato nel tempo: grazie al cosiddetto“giro bolla”, sono riusciti a smaltire illecitamente tonnellate di rifiuti in due cave dislocate in provincia di Lodi e di Novara. Questa tecnica funziona grossomodo così: i camion carichi di rifiuti tossici che partivano da una qualche ditta lombarda transitano attraverso un’azienda intermedia, in cui vengono riscritte le bolle di accompagnamento dei rifiuti, declassando i materiali da tossico-nocivi ad innocui. Dopodichè è come se si trasportassero patatine e diventa un gioco da ragazzi aggirare i controlli ed introdurre i rifiuti, come in questo caso, nelle cave tra Lodi e Novara. Il blitz di questa mattina ha permesso alla Procura di deferire, seppur in stato di libertà, altri 20 individui, tra autisti e “padroncini”, la cui presenza all’interno delle aziende degli odierni arrestati veniva imposta dalle ‘ndrine. Effettuare operazioni di questo tipo è semplicissimo e la vita per le ecomafie italiane è ancora troppo facile: senza Sistri, una prima pietra della cui posa si parla ormai da anni e le cui proroghe all’avvio sono ormai diventate l’ennesima pantomina di Stato: forse questo spiega anche come mai molte aziende lombarde hanno sempre contestato la messa in esercizio di questo moderno sistema di tracciatura elettronica dei rifiuti.

 

Fonte:ecoblog

Novara, città di transizione

Da alcune settimana ha preso il via nella città piemontese il progetto CEN (Comunità Ecostostenibile Novarese) ispirato al movimento delle “Transition Town”. Il progetto propone azioni di carattere ambientale connettendo insieme acqua, energia e rifiuti374809

Rendere Novara una “città in transizione”. E’ questo lo spirito del progetto CEN (Comunità Ecostostenibile Novarese) che da alcune settimane ha preso il via nella città piemontese. Il progetto è ispirato alle “Transition Town” (il movimento che ha l’obiettivo di preparare le comunità ad affrontare la doppia sfida costituita dal sommarsi del riscaldamento globale e del picco del petrolio). Il progetto CEN propone alcune azioni di carattere ambientale connettendo insieme acqua, energia e rifiuti. Per quanto riguarda l’acqua si punta a ridurre i consumi pro-capite, soprattutto di acqua calda ad uso sanitario e di acqua potabile ad uso agricolo o simili. Si incrementerà l’utilizzo dell’acqua potabile per scopi alimentari e in parallelo si ridurrà l’utilizzo di acqua minerale in bottiglia. In campo energetico l’obiettivo è ridurre i consumi nelle abitazioni e in generale nell’edilizia ad uso civile esistente, a partire dagli interventi sull’involucro e sugli impianti di climatizzazione. Per il settore relativo ai rifiuti si punta a ridurre nettamente la produzione di rifiuti tramite una pluralità di iniziative. Il progetto CEN è messo in campo dall’ente capofila, la Cooperativa Sociale La Ringhiera, dall’associazione Mille Città del Sole (responsabile di tutte le azioni legate ai temi acqua ed energia) con il contributo tecnico e tecnologico della società Esper (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti). Il progetto è stato approvato dal Comune di Novara (che partecipa al finanziamento). CEN è stato presentato con successo alla Fondazione Cariplo, che ha contribuito al suo finanziamento attraverso i bandi 2012. Altri finanziatori: Novamont, Fondazione Comunità Novarese, Acqua Novara VCO. Partecipano al progetto anche il Consorzio di Bacino Basso Novarese, ASSA, Coop Sociale Terra Promessa, Coop Sociale Triciclo, Associazione Linox. Sul progetto CEN e in particolare sulle azioni in tema di rifiuti Eco dalle Città ha intervistato Sergio Capelli di Esper:
Quali sono le azioni messe in campo in tema di riduzione della produzione di rifiuti?
Innanzitutto il mercatino del riuso no profit: i cittadini Novaresi che hanno in casa oggetti ancora integri e funzionanti di cui intendano disfarsi (e dunque trasformarli in rifiuto) possono portarli al Mercatino del Riuso (v.le Curtatone 15 – giovedì dalle 15 alle 18 e sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18). In cambio riceveranno delle “eco stelline”, ovvero punti che potranno a loro volta scambiare con oggetti presenti nel mercatino stesso. Per gli oggetti di grande dimensione (mobili) è disponibile una bacheca di annunci, su cui i cittadini (sempre nello spirito del baratto) possono caricare gli oggetti che intendono dare via. Allo stesso modo le attività relative alle Ecofeste e alle Mense sostenibili puntano alla minimizzazione della produzione di rifiuti, in particolare delle stoviglie usa e getta non riciclabili e dei contenitori per le bevande. Nello stesso filone si collocano le azioni relative alle case dell’acqua. La prima è stata inaugurata il 13 aprile, ne seguiranno altre 3. Ogni litro d’acqua erogato è una bottiglia in plastica risparmiata. Il progetto punta inoltre alla minimizzazione dell’impatto ecologico del servizio di raccolta rifiuti attraverso l’installazione sperimentale per la prima volta in Italia di strumenti per il recupero energetico dalla frenata sui due mezzi di proprietà del Consorzio di Bacino Basso Novarese per i servizi di raccolta. L’EPA (US Environmental Protection Agency) ha installato e monitorato attrezzature simili sui furgoncini della UPS (che in Stati Uniti svolge il servizio di consegna posta), certificando una diminuzione delle emissioni del 40%

Sono stati fissati degli obiettivi quantitativi in termini di riduzione della produzione di rifiuti, riduzione delle emissioni, riduzione consumo idrico?

Non è possibile fissare obiettivi: dipende dalla partecipazione della cittadinanza Novarese. Come dice il nome stesso del progetto (Comunità Ecosostenibile Novarese), la Comunità, la Cittadinanza è il reale protagonista del progetto. Nelle prime settimane di reale attività, comunque, siamo di fronte ad una partecipazione davvero ottima.
Come avviene la diffusione del progetto tra i cittadini?

C’è stata una campagna stampa e promozionale abbastanza forte e mirata: affissioni, comunicati stampa che si sono tradotti in articoli, spot radio. Inoltre il dialogo con le associazioni presenti sul territorio novarese è stato continuo e costante. Il coinvolgimento della cittadinanza, però, è una cosa da coltivare quotidianamente, e continueremo a farlo. Non nascondiamo il fatto che in una “comunità” il passaparola, però, si rivela spesso come il principale mezzo di propagazione di contenuti ed esperienza. Da parte nostra lavoriamo perché ci sia sempre qualcosa da dire relativamente alle attività del progetto

Fonte: eco dalle città

 

Novara più amica dell’ambiente con la comunità ecosostenibile

E’ partito in questi giorni il progetto di Comunità Ecosostenibile Novarese: tra le prime azioni un mercatino solidale di scambio di oggetti per ridurre i rifiuti, risparmio energetico di edifici e automezzi e la valorizzazione dell’acqua pubblica

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La città di Novara è al secondo posto in Italia per la raccolta differenziata dei rifiuti (72,5% nel 2012 secondo i dati ASSA), con valori piuttosto bassi di produzione pro capite (423 kg a fronte della media nazionale di circa 600).

Il progetto di Comunità Ecosostenible Novarese avviato in questi giorni vuole migliorare ulteriormente questi livelli e introdurre altri importanti innovazioni nel campo del risparmio energetico e dell’acqua.

Tra le prime buone pratiche previste:

Mercatino no profit di scambio di oggetti prima che diventino rifiuti secondo la famosa massima per cui la monnezza de n’omo è il tesoro de n’antro (one man’s trash is another man’s treasure). Ogni oggetto avrà un valore in ecostelline, un sistema di punti che in prospettiva potrebbe  diventare una vera e propria moneta locale virtuale. Risparmio energetico: consulenza gratuita a cittadini e amministratori di condominio per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, oltre alla sperimentazione del recupero di energia durante la frenata su due mezzi ASSA utilizzati per la raccolta rifiuti: dovendo continuamente fermarsi e ripartire, il recupero di energia può arrivare fino al 40%.

Acqua pubblica senza bottiglie: è stata aperta la prima casa dell’acqua che permette di acquistare alla spina acqua pubblica refrigerata anche gassata al prezzo di 5 centesimi al litro; ci si aspetta una significativa riduzione del consumo di bottiglie di plastica. Le prospettive sono interessanti e la loro effettiva realizzazione dipenderà anche dalla partecipazione dei cittadini.

 

Fonte: ecoblog

 

LA “COMUNITA’ ECOSOSTENIBILE NOVARESE”

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Sabato 6 aprile, a partire dalle 10.30, presso il “Piccolo Coccia” di Piazza Martiri, avrà luogo la conferenza di presentazione del progetto “Comunità Ecosostenibile Novarese”.

Si tratta di una aggregazione che ha come obiettivo generale il coinvolgimento del maggior numero possibile di cittadini e delle loro associazioni in esperienze concrete che aiutino lo sviluppo della consapevolezza e delle implicazioni connesse alla sostenibilità, non solo ambientale ma anche economica e sociale nei settori relativi ai rifiuti, dell’energia e del ciclo dell’acqua. Capofila e ‘associazione proponente’ del progetto è la Cooperativa La Ringhiera di Bergamo, cui si affianca come ‘associazione partner’  Mille Città del Sole. Il Comune di Novara è ‘amministrazione partner’ (soprattutto per quanto concerne la logistica), mentre la Fondazione Cariplo è finanziatore principale della iniziativa. Sostengono il progetto anche il Consorzio di Bacino Basso Novarese, Novamont SpA , la Fondazione Comunità Novarese e Acqua Novara VCO SpA (per la realizzazione delle Case dell’Acqua). Progettista tecnico per il ciclo dei rifiuti è Esper (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti), mentre ASSA, Associazione LiNOx Novara, Cooperativa Sociale La Terra Promessa e il Politecnico di Milano (dipartimento di meccanica, per il “ricupero energetico sui mezzi di raccolta in frenata”) sono collaboratori. Hanno recentemente aderito alla iniziativa anche l’Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Novara, l’Associazione Industriali di Novara, l’AMFAG SpA di Casaldolo (Mantova), l’Associazione Abacashì, CSV Novara e la Fondazione Novara Sviluppo. Sabato 13, a partire dalle 10, la “Comunità Ecosostenibile Novarese” diverrà pienamente operativa con la festa inaugurale del “Mercatino del Riuso non Commerciale” e dello “Spazio Sostenibilità” in Viale Curtatone, 15, presso la ex sede di ASSA. Nell’occasione verranno in seguito presentate le associazioni che collaborano al progetto. Nella stessa giornata sarà anche inaugurata la prima “Casa dell’Acqua” in Via Monte San Gabriele. Quest’ultima sarà sempre accessibile con erogazione di acqua filtrata, a temperatura controllata, naturale o frizzante. Il prelievo dell’acqua, disponibile a costi minimi (5 centesimi al litro), produrrà effetti indiretti sulla riduzione dei rifiuti (meno imballaggi e bottiglie di plastica) e sui trasporti. Il progetto Comunità Ecosostenibile Novarese dispone di un sito già attivo ( www.cenovara.it ) che ne riassume gli obiettivi e l’organizzazione

fonte: comune di Novara