Un frutteto comunitario per sostenere l’agricoltura locale

A Genova nasce un frutteto comunitario aperto a tutti cittadini, che potranno “adottare” un albero: un’iniziativa che sostiene le aziende agricole locali e diversi progetti di riforestazione nel sud del mondo. Ogni albero porta con sé un impatto duplice, sia ambientale che sociale, che ricade sulla vita delle comunità a cui vengono affidati.

La Tabacca è un’azienda agricola ecologica che si trova sulle alture di Voltri, nell’estremo ponente del comune di Genova. Qui, negli anni, la permacultura è diventata strumento di progettazione e l’agricoltura sociale un’opportunità di costruzione di reti locali. Il risultato è tangibile: grazie al costante impegno delle due donne che l’hanno fondata, Giorgia Bocca e Francesca Bottero, in questo luogo fioriscono ciclicamente opportunità sempre nuove, di sviluppo sostenibile e di inserimento lavorativo di persone fragili. Ed è proprio in questi giorni che in Tabacca si festeggia un lieto evento: la nascita di un frutteto comunitario. Di cosa si tratta? Ne abbiamo parlato con Giorgia, che ci ha parlato di questo ultimo progetto di agricoltura sociale.

A Genova nasce un frutteto comunitario aperto a tutti cittadini, che potranno “adottare” un albero: un’iniziativa che sostiene le aziende agricole locali e diversi progetti di riforestazione nel sud del mondo. Ogni albero porta con sé un impatto duplice, sia ambientale che sociale, che ricade sulla vita delle comunità a cui vengono affidati.

La Tabacca è un’azienda agricola ecologica che si trova sulle alture di Voltri, nell’estremo ponente del comune di Genova. Qui, negli anni, la permacultura è diventata strumento di progettazione e l’agricoltura sociale un’opportunità di costruzione di reti locali. Il risultato è tangibile: grazie al costante impegno delle due donne che l’hanno fondata, Giorgia Bocca e Francesca Bottero, in questo luogo fioriscono ciclicamente opportunità sempre nuove, di sviluppo sostenibile e di inserimento lavorativo di persone fragili. Ed è proprio in questi giorni che in Tabacca si festeggia un lieto evento: la nascita di un frutteto comunitario. Di cosa si tratta? Ne abbiamo parlato con Giorgia, che ci ha parlato di questo ultimo progetto di agricoltura sociale.

Giorgia, parlaci del frutteto: dove si trova e in che senso è “comunitario”?

Sorge su un terreno condiviso con una famiglia del piccolo borgo vicino alla Tabacca: insieme a loro ci prenderemo cura degli alberi e della frutta che raccoglieremo. Il frutteto entrerà a far parte dei progetti sociali della nostra azienda agricola e verranno impiegate tecniche agro-ecologiche che comprenderanno anche interventi per aumentare la biodiversità, migliorare la fertilità del terreno con sostanze naturali.

Com’è nato il progetto?

Siamo stati coinvolti da due imprese benefit: ZeroCo2, un’azienda italiana che da tempo si occupa di riforestazione ad alto impatto sociale, e da Flowe che hanno deciso di destinare proprio a noi, come Tabacca, cento alberi da frutta. Cachi, meli, peri, noci e ciliegi sono stati impiantati secondo principi ecologici e ci occuperemo di farli crescere con cura e attenzione. Quando saranno più grandi, potranno essere “adottati” da persone che, con il proprio contributo, sosteranno parallelamente anche progetti comunitari nel sud del mondo.

Giorgia, parlaci del frutteto: dove si trova e in che senso è “comunitario”?

Sorge su un terreno condiviso con una famiglia del piccolo borgo vicino alla Tabacca: insieme a loro ci prenderemo cura degli alberi e della frutta che raccoglieremo. Il frutteto entrerà a far parte dei progetti sociali della nostra azienda agricola e verranno impiegate tecniche agro-ecologiche che comprenderanno anche interventi per aumentare la biodiversità, migliorare la fertilità del terreno con sostanze naturali.

Com’è nato il progetto?

Siamo stati coinvolti da due imprese benefit: ZeroCo2, un’azienda italiana che da tempo si occupa di riforestazione ad alto impatto sociale, e da Flowe che hanno deciso di destinare proprio a noi, come Tabacca, cento alberi da frutta. Cachi, meli, peri, noci e ciliegi sono stati impiantati secondo principi ecologici e ci occuperemo di farli crescere con cura e attenzione. Quando saranno più grandi, potranno essere “adottati” da persone che, con il proprio contributo, sosteranno parallelamente anche progetti comunitari nel sud del mondo.

Quale valore può portare un progetto come questo in un momento storico come quello che stiamo attraversando?

Desideriamo che il momento del trapianto diventi un vero e proprio percorso di partecipazione. In questo senso, come Tabacca, abbiamo deciso di aggiungere un “pezzo” in più: vogliamo dedicare a ogni albero un pensiero, una poesia o un nome, perché in un momento così delicato pensare di trasferire empatia tramite un albero significa provare a colmare il vuoto che si è creato tra la natura e gli umani. In questo modo, ognuno diventa testimone del proprio messaggio, da diffondere e raccontare. Naturalmente vista la situazione sanitaria se non sarà possibile farlo fisicamente lo faremo noi, “dedicandolo” ad amici, famigliari, sostenitori e organizzazioni con cui lavoriamo da tempo e condividiamo i valori dell’inclusione, della solidarietà e della difesa dell’ambiente.

Così un semplice frutto racchiude i valori di un progetto capace di generare un impatto sociale a tutto tondo.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2021/03/frutteto-agricoltura-locale/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Il Pacu mangia testicoli dal Rio delle Amazzoni preso in Danimarca ma non è pericoloso

Un pesce Pacu, noto come pesce mangia testicoli e originario dell’Amazzonia è stato catturato in Danimarca. I media italiani ricopiano lo stile allarmistico del Daily Mail e perdono l’occasione di spiegare cosa sono le specie alienepacu-620x350

Domenica 4 agosto Einar Lindgreen un pescatore a nord di SaltHolm in Øresund a meno di 10 miglia dalle spiagge di Copenaghen e Malmö si rende conto che ha catturato a assieme alle sue anguille un pesce molto strano e particolare. Rossastro, di circa 21,5 cm mostrava una serie impressionante di denti. Sembrava un piranha ma per sicurezza il pesce è stato portato poi al Museo di Storia naturale per capire di che specie fosse. Per fortuna non era un piranha ma un Piaractus brachypomus conosciuto come pesce mangia testicoli (e tanto è bastato a scatenare la superficiale curiosità del Daily Mail e dei media mainstream italiani) noto per una dentatura che ricorda quella umana. E’ originario del Rio delle Amazzoni ma è stato introdotto anche in Asia. E’ allevato o catturato per la pesca sportiva e gli esemplari piccoli sono spesso ospiti esotici negli acquari. Il problema è che crescono in fretta e dunque spesso come per le tartarughe da acquario che pure diventano molto grandi, sono spesso abbandonati in mare o nei laghi. Escluso anche che sia sfuggito dal Blue Planet l’acquario che si trova nelle vicinanze. Spiega Peter Rask Møller l’esperto del Museo di Storia Naturale dell’ Università di Copenhagen che ha identificato il pesce:

Acquariofili e allevatori di pesce sono “i soliti sospetti” quando incontriamo pesci insoliti in luoghi in cui non sono originari. E ‘possibile che qualcuno ha svuotato la vasca in un vicino torrente prima delle vacanze e che il pacu poi abbia continuato a nuotare fino all’acqua salmastra.

Il pacu è stato definito mangia testicoli dopo che alcuni esemplari in Papua Nuova guinea sembra abbiano attaccato i testicoli di alcuni bagnanti avendoli scambiati per noci, frutta di cui si nutre. Notizia che ha trovato grande eco lo scorso anno sui media americani. I denti dunque così simili a quelli umani servono per schiacciare noci, frutti e anche per mangiare piccoli pesci e crostacei. Ma la vera notizia non è che potrebbe attaccare i gioielli di famiglia di qualche maschietto bensì che essendo una specie aliena costituisce un serio pericolo per le specie autoctone che non sono abituate a questi nuovi predatori. Preoccupazione è stata espressa in merito anche dall’EEA l’Agenzia europea per l’Ambiente. Ma torniamo al pacu danese catturato una settimana fa: l’ultimo esemplare di questo pesce in Europa era stato catturato nel 2002 in Polonia. Il pacu vive nelle calde acque del Rio delle Amazzoni e si nutre di frutta in guscio, è stato trovato in mare il che ha sorpreso ma arrivando il gelo tra qualche mese sembra che se via sia un qualche altro esemplare è piuttosto arduo che riesca a sopravvivere al ghiaccio danese. A meno che non si rifugi nei pressi delle calde acque di un qualche impianto che rilascia acqua calda. Dunque per dimostrare che il pacu non è un terribile predatore per i gioielli maschili (forse per le dita dei bagnanti però si) il naturalista Kristian Berg Linn Sørensen dell’associazione Randers Rainforest ha nuotato in una vasca con pacu. Ne è uscito sano e salvo.

Fonte:  DR , Università di Copenhagen, Express

 

I vegetariani vivono più a lungo dei carnivori, un nuovo studio lo dimostra

I vegetariani vivono più a lungo dei carnivori. Questo il risultato dello studio pubblicato su JAMA Internal Medicineveggie1-620x350

Lo studio pubblicato su JAMA, Journal of the American Medical Association, rivela che i vegetariani vivono più a lungo dei carnivori. I medici sono giunti a questo risultato avendo seguito 73.308 membri della Chiesa avventista del settimo giorno per quasi sei anni. La chiesa è nota per la promozione di una dieta vegetariana (anche se non tutti seguono queste indicazioni) per cui si raccomanda:

l’uso generoso di pane di grano intero, cereali e pasta, un abbondante uso di verdure fresche e frutta, un uso moderato di legumi, noci e semi.

I ricercatori hanno diviso le persone in quattro grandi categorie: i non-vegetariani, i semi-vegetariani, ossia che mangiano carne più di una volta al mese ma meno di una volta alla settimana e poi i vegani che non mangiano carne, latte e tutti i derivati animali come le uova o il miele. Infine c’è chi mangia pesce ma non mangia carne, anche se consuma latticini e uova e i ricercatori hanno messo assieme quest’ultimo gruppo di persone sotto la voce “vegetariani”. I ricercatori hanno seguito le diete dei partecipanti al monitoraggio concentrandosi su vegetariani e non-vegetariani e hanno analizzato poi le cause della morte. Ebbene nel periodo di controllo è stato riscontrato il 12& di decessi in meno dei vegetariani. Dunque le scelte alimentari sembrano aver giocato un ruolo importante nel proteggere le persone da malattie cardiovascolari per cui i vegetariani hanno il 19% delle probabilità in meno di morire rispetto a coloro che assumono carne. Si sono riscontrati anche un numero inferiore di decessi legati a patologie quali diabete o insufficienza renale. L’apporto calorico non sembra avere importanza. I diversi gruppi partecipanti hanno introdotto circa la stessa quantità di calorie giornaliera e i ricercatori hanno riscontrato che i benefici dunque non erano legati alla quantità. Il vantaggio è apparso più consistente negli uomini rispetto alle donne, la cui dieta non sembra fare una sostanziale differenza. Mangiare cibi vegetali non sembra proteggere contro il cancro, che ha colpito sia i vegetariani sia i non-vegetariani approssimativamente in eguale misura. Lo studio è stato redatto dai ricercatori della Loma Linda University in California, è molto ampio e fa riferimento anche a ricerche precedenti. Nella ricerca viene spiegato che non si conosce ancora la causa per cui una dieta a base vegetariana abbia un effetto protettivo. Probabilmente la ragione riguarda la maggiore presenza di fibre e un basso contenuto di grassi saturi. I vegetariani tendono ad essere più sottili, altro fattore benefico e peraltro i partecipanti alla ricerca facevano scarso uso di alcool e tabacco. La dieta vegetariana in ogni caso è efficace se viene seguita correttamente, ossia con l’assunzione di tutte le sostante nutritive fondamentali quali ferro, zinco, calcio e vitamina B12.

Fonte:  WSJ

 

Dieci cibi anti-infiammatori naturali

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Curare in modo attento la propria dieta alimentare è uno dei modi migliori, insieme al mantenimento di uno stile di vita sano, per tutelare il proprio stato di salute e prevenire l’insorgere di patologie a vari livelli. Questo dato è ormai dimostrato da molteplici studi che negli anni hanno evidenziato come soprattutto la frutta e la verdura siano gli alimenti più benefici per il nostro organismo. In particolare, possiamo considerare dieci alimenti come i più attivi nello stimolare la capacità del nostro corpo di regolare in modo naturale i processi anti-infiammatori. Proviamo a scoprire insieme quali sono questi dieci ‘miracolosi’ingredienti da non far mancare a tavola:

Cannella: aggiunta a cereali, yogurt ma anche frullati e frappé, questa spezia consente di ridurre le infiammazioni e combattere le infezioni batteriche, oltre a controllare i livelli di zuccheri nel sangue ed aumentare le funzioni cerebrali.

Zenzero: le sue proprietà anti-infiammatorie provengono dalla presenza del gingerolo, una molecola capace di contrastare i dolori articolari e stimolare le funzioni del sistema immunitario.

Cipolla: come l’aglio, il porro ed l’erba cipollina, questo alimento tipico della nostra cucina possiede principi attivi in grado di inibire i processi infiammatori.

Amarene: da gustare sotto forma di succo o essiccate come snack, anche questi frutti garantiscono una potente azione anti-infiammatoria per alleviare i dolori dovuti ad artrite e gotta ma anche conseguenti all’esercizio fisico.

Noci: aggiunte in insalata, allo yogurt o consumate a fine pasto o come snack, contrastano l’infiammazione grazie agli acidi grassi e agli omega-3 contenuti in grandi quantità.

Curcuma: un’altra spezia che non deve mancare nell’aromatizzare le pietanze, fornisce, grazie alla curcumina in essa contenuta, la possibilità di alleviare il dolore cronico.

Ananas: grazie alla bromelina, questo frutto si rivela un vero toccasana contro distorsioni e strappi muscolari.

Semi di lino: altra fonte importante di omega-3, possono essere pestati e utilizzati come olio da condimento.

Carote: come albicocche, pomodori, patate dolci e zucca, contengono importanti sostanze anti-infiammatorie oltre a contrastare i radicali liberi.

Ortaggi a foglie verdi: spinaci, cavolo verde e broccoli sono tutti alimenti ricchi di flavonoidi ed in grado, quindi, di contrastare bene l’infiammazione.

Insomma, ottime ragioni per mangiarne in quantità e diminuire (o addirittura eliminare) il consumo di carne!

Fonte: tuttogreen