Sfreedo: la spesa su WhatsApp per ridurre gli sprechi

Ridurre lo spreco alimentare, mangiare sano e al giusto prezzo. Sono questi i vantaggi offerti da Sfreedo, un servizio semplice, diretto e gratuito che permette di risparmiare dal 20% sino al 100% su prodotti alimentari freschi di giornata o prossimi alla scadenza e impedire che cibo buono e di qualità finisca in discarica. Sfreedo è un’iniziativa nata a Caserta nel 2015 che ha come obiettivo ridurre lo spreco alimentare e mettere in collegamento diretto tra loro consumatori consapevoli e negozianti che si ritrovano sugli scaffali alimenti prossimi alla scadenza e che, nonostante siano perfettamente integri e commestibili, sarebbero costretti – per legge – a conferire in discarica. Sfreedo, che oggi è presente nelle città di Caserta e Napoli, accelera la vendita di prodotti alimentari prossimi alla scadenza e permette di ridistribuire a prezzi molto scontati cibi integri e di qualità.

La parola “sfreedo” in gergo locale significa “ciò che avanza”, “gli avanzi” ed è un servizio semplice, diretto e gratuito che permette ai consumatori di risparmiare sino al 100%. Negozianti e cittadini si iscrivono gratuitamente al WhatsApp di Sfreedo e, sempre attraverso WhatsApp, i commercianti aderenti al servizio informano in tempo reale tutti gli iscritti –  chiamati “sfreeders” – della disponibilità di cibi di cui è necessario sollecitare la vendita affinché non vadano al macero. A loro volta, gli utenti interessati ad uno o più prodotti ottimi ma in scadenza, li prenotano e si recano allo “Sfreedo Point” per concludere l’acquisto (ma per chi lo desidera, è disponibile anche un servizio di consegna a domicilio).  

I prodotti disponibili su Sfreedo sono i più vari: frutta e verdura fresca e di stagione, carne, pesce e salumi, mozzarelle di bufala, prodotti da forno e pasticceria, panettoni e pandori, nonché pizza al taglio e pasti già pronti grazie all’adesione di alcuni ristoranti e gastronomie. Gli alimenti che possono essere offerti su Sfreedo devono avere una scadenza a massimo 30 giorni e un prezzo che sia almeno di un 20% inferiore rispetto al prezzo di vendita regolare – il risparmio economico, di conseguenza, va dal 20% fino al 100%. In tre anni di attività Sfreedo ha coinvolto decine di punti vendita e dato vita ad una comunità di oltre 14.000 sfreeders, salvando dalla discarica circa 80 tonnellate di ottimo cibo.

“L’idea di Sfreedo nasce dall’esigenza personale di non voler pagare a prezzo pieno un prodotto di prossima scadenza, come un qualsiasi prodotto con scadenza più a lungo termine”, ha spiegato alla stampa Michele Bellocchi, fondatore di Sfreedo. “Ragionando intorno a questo dettaglio ne è venuto fuori che, di conseguenza, un esercente avrebbe potuto “liberarsi” più velocemente di un prodotto con scadenza a breve termine se fosse stato disposto a ridurne il prezzo (oltre alle classiche offerte a cui siamo già abituati). Le reazioni da parte di esercenti e consumatori sono state di assoluto entusiasmo, oltre ogni più rosea aspettativa, al punto che non è stato distribuito alcun volantino per pubblicizzare l’iniziativa. Ci ha pensato il passaparola a fare tutto: solo nel primo mese di test gli esercenti erano 12, di cui due ristoranti, e i consumatori 450, utilizzando semplicemente il gruppo Facebook“.  

Tramite l’iscrizione gratuita al servizio, la comunità degli sfreeders viene informata quotidianamente dei prodotti scontati in scadenza e disponibili presso i vari “Sfreedo Point” di Caserta e di Napoli. Il servizio Sfreedo, semplice, diretto e gratuito permette ai consumatori di ricevere in tempo reale notifiche dai negozi sui prodotti in Sfreedo, risparmiare portando a casa ottimi cibi e di confrontarsi con una community attenta alla spesa e sensibile al consumo consapevole. I vantaggi per gli esercenti, invece, sono la sensibile riduzione degli stock a magazzino, il recupero del capitale investito, ad esempio, in un eccessivo approvvigionamento, l’acquisizione di nuovi clienti, la riduzione dei rifiuti derivanti dallo smaltimento di imballaggi di vario tipo.

La mission di Sfreedo è accelerare la vendita di alimenti per ridurne lo spreco, tuttavia può capitare che qualche alimento resti invenduto e, in tal caso, per scongiurare la discarica, viene devoluto a titolo gratuito alle associazioni onlus aderenti al circuito Sfreedo. “In Italia e nel mondo esistono già sistemi per combattere lo spreco alimentare”, ha dichiarato Michele Bellocchi, “ma che fine fanno i prodotti che non vengono venduti nemmeno a prezzo scontato? La nostra rete di valore affonda le radici nell’etica, nell’economia civile, un modello di sviluppo inclusivo, partecipato e collaborativo fondato sulle sinergie. Abbiamo scelto di lavorare con alcune persone e organizzazioni meravigliose, non solo per la grande professionalità e conoscenza dei diversi contesti, ma anche perché si occupano di curare e migliorare la nostra società. Ad oggi abbiamo salvato ben 80 tonnellate di cibo e il nostro traguardo è quello di aumentare gli utenti della nostra community, che ad oggi sono più di 14.000, e continuare la lotta allo spreco alimentare”.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/12/sfreedo-spesa-whatsapp-ridurre-sprechi/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Napoli, un bando per la sicurezza dei percorsi casa scuola: ‘Priorità alle condizioni di criticità logistica alla sostenibilità ambientale’

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A settembre un bando per le scuole per accedere ai finanziamenti del Ministero dell’Ambiente del programma “rendi sicuro il tragitto casa-scuola” . La commissione Scuola, presieduta da Luigi Felaco, ha fatto il punto sulla delibera 138 del 22 dicembre 2017 che prevede, tra le altre misure, interventi per rendere sicuro il tragitto casa- scuola.
Sarà pubblicato a settembre il bando rivolto alle scuole per accedere a finanziamenti del Ministero dell’Ambiente per realizzare interventi nell’ambito del programma denominato “rendi sicuro il tragitto casa-scuola. E’ quanto ha illustrato il presidente della commissione Scuola Felaco, facendo riferimento ai contenuti della delibera 138 approvata lo scorso dicembre in Consiglio comunale. Si tratta di un finanziamento di 200.000 euro da destinare a progetti che dovranno essere realizzati dalle scuole per attuare misure di miglioramento nelle aree percorse dai ragazzi. E’ prevista la finanziabilità da un minimo di 4 proposte da 50.000 euro ciascuna, ad un massimo di 14 da 15.000 euro ciascuna. Nella riunione, nel quale è intervenuto il consigliere Claudio Cecere (Dema), sono stati inoltre approfonditi gli indicatori individuati per la valutazione dei progetti, che vanno dalla priorità attribuita all’esistenza di oggettive condizioni di criticità logistica alla sostenibilità ambientale, dalla fattibilità tecnica al coinvolgimento di diversi attori del territorio, dalla innovatività delle misure all’uso di materiali ecocompatibili. E’ in corso una interlocuzione con il Ministero per chiarire alcuni punti sulle modalità di svolgimento del bando e poi si procederà alla sua pubblicazione.

 

Fonte: Comune di Napoli

Napoli, combattere la povertà alimentare con il cibo sprecato dai ristoranti. La ricerca dell’Università Federico II

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L’ateneo ha analizzato un modello innovativo di contrasto alla povertà alimentare favorendo l’incontro tra la domanda di cibo, proveniente dalle persone in difficoltà, e l’offerta di cibo, costituita dalle rimanenze alimentari della ristorazione

745 tonnellate di rifiuti l’anno. Questa la cifra dello spreco alimentare nel centro storico di Napoli, ovvero l’equivalente del peso di 75 camion. È quanto emerge dalla ricerca “Il contrasto dello spreco alimentare tra economia sociale ed economia circolare”, condotta dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli in collaborazione con QUI Foundation, la Onlus sostenuta da QUI! Group impegnata dal 2008 nella lotta allo spreco alimentare, e l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI).  L’indagine è stata realizzata nell’ambito del progetto “Campania Differenzia” promosso dal Ministero dell’Ambiente e da ANCI ed è stata pubblicata dalla casa editrice Giappichelli. La ricerca è il frutto di un intenso lavoro di analisi avviato a maggio 2016, con l’obiettivo di sperimentare un modello innovativo di contrasto alla povertà alimentare e allo spreco in un’ottica di economia circolare, favorendo l’incontro tra la domanda di cibo, proveniente dalle persone in difficoltà, e l’offerta di cibo, costituita dalle rimanenze alimentari della ristorazione. Una delle attività svolte nell’ambito del progetto ha riguardato la stima quantitativa e qualitativa degli avanzi alimentari prodotti dalla ristorazione nel centro storico di Napoli, dove la presenza di esercizi commerciali è più elevata.
L’indagine è stata effettuata su un campione di 984 attività di ristorazione, tra cui ristoranti, mense, bar, pasticcerie e gelaterie. I dati raccolti mostrano che il 70% del cibo sprecato è rappresentato da prodotti invenduti che potenzialmente possono essere ancora consumati. Sulla base dei dati analizzati, sono state individuate le Onlus presenti sul territorio più adatte per effettuare la raccolta e distribuzione del cibo, facendo incontrare la domanda e l’offerta in modo efficiente. Per facilitare il trasporto degli alimenti, per esempio, si è cercato di mettere in contatto gli esercenti donatori con le Onlus geograficamente più vicine.  “Il progetto realizzato nel centro storico di Napoli vuole essere un reale aiuto per tutte le persone e le famiglie del territorio che vivono in condizioni di povertà alimentare”, commenta il presidente di QUI Foundation Gregorio Fogliani. “La ricerca mostra che il cibo invenduto, ma ancora utilizzabile per l’alimentazione umana, nel solo centro storico di Napoli ammonta a 2,5 milioni di pasti, una cifra che consentirebbe di sfamare 3.000 individui l’anno. Oggi più che mai, quindi, è necessario fare squadra per creare un modello vincente di contrasto allo spreco. Il network che abbiamo creato con le Onlus e gli esercenti del centro storico di Napoli rappresenta un ulteriore passo verso il rafforzamento dell’economia circolare, da noi sempre sostenuta”. “L’Università Federico II di Napoli è lieta di aver condotto questa progettualità sperimentale dal carattere innovativo – ha dichiarato il Prof. Marco Musella, Ordinario di Economia Politica presso la facoltà di Scienze Politiche – ed è disponibile a continuare sulla strada iniziata con questa “ricerca-azione” mettendo in campo gli strumenti dell’indagine e le risorse, in particolare quelle umane, anche al fine di sensibilizzare la comunità accademica tutta sulla necessità di continuare ad agire”.  Lo spreco alimentare danneggia anche l’ambiente. La ricerca mostra che nel solo centro storico di Napoli lo spreco di cibo ammonta a 1,5 milioni di metri cubi di acqua, l’equivalente necessario a riempire 650 piscine olimpioniche, e a poco più di 1000 tonnellate di CO2. Il network realizzato rappresenta quindi un importante mezzo di intervento per ridurre l’impatto ambientale, oltre che la povertà alimentare sempre più diffusa oggi in Italia.

Fonte: ecodallecitta.it

Napoli alla prova dell’olio, parte il servizio cittadino per la raccolta degli ‘Oli Vegetali Esausti’

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Presentato nella giornata di ieri lunedì 5 giugno in Piazza Municipio a Napoli, in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente, il nuovo servizio di raccolta degli Oli Vegetali Esausti avviato da ASIA nella I, II, IX e X Municipalità

Presentato nella giornata di ieri lunedì 5 giugno in Piazza Municipio a Napoli, in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente, il nuovo servizio di raccolta degli Oli Vegetali Esausti avviato da ASIA nella I, II, IX e X Municipalità.

All’evento, in rappresentanza del Comune, ha partecipato alla manifestazione l’Assessore all’Ambiente nonché Vice Sindaco Raffale Del Giudice oltre ad una folta rappresentanza del Consiglio Comunale.

Per l’occasione è stato allestito un gazebo informativo dove sono stati consegnati i contenitore per uso domestico dell’olio ed il calendario con le date della raccolta.

Una azione concreta e un servizio importante – ha detto Del Giudice – in questo modo Napoli completa la sua azione, dai pneumatici che recuperiamo con Ecopneus, agli abiti usati con 700 moduli per la raccolta sparsi per la città, e completiamo con la raccolta degli oli che venivano abbandonati o versati nei water e nei lavandini. Un fatto pericolosissimo perché poi li ritroviamo in mare. Ricordiamoci che un litro di olio può inquinare uno specchio d’acqua grande come un campo di calcio”.

Fonte: ecodallecitta.it

Napoli, sconti e riduzioni per chi attiva il compostaggio domestico

Il Comune di Napoli, sempre più impegnato nella riduzione dei rifiuti, con la modifica al Regolamento comunale per la riscossione dei tributi ha previsto una riduzione della Tari per chi fa il compostaggio domesticocompostaggo

Il Comune di Napoli promuove, attiva, supporta e controlla sul proprio territorio il compostaggio domestico della frazione verde organica quale buona pratica per la riduzione dei materiali biodegradabili finalizzata al loro recupero e trasformazione in compost da riutilizzare come fertilizzante nel proprio giardino, orto, o terreno e nell’attività di giardinaggio in generale, a cura delle utenze domestiche o non domestiche. ll Comune, grazie alla modifica del Regolamento comunale per la riscossione della tassa/tariffa ha previsto sconti/riduzioni per i cittadini aderenti alla pratica del compostaggio domestico. Le domanda di adesione al compostaggio domestico deve essere presentata entro il 30 giugno di ogni anno per usufruire della riduzione tariffaria per l’anno di presentazione. Inoltre le domande presentate oltre tale data saranno valide ai fini della riduzione tariffaria per l’anno successivo.

Cliccando qui, è possibile visionare e scaricare i documenti necessari per la presentazione delle domande.

Fonte: ecodallecitta.it

Le città più trafficate d’Italia

A Milano e Roma buttiamo via quattro giorni l’anno, i nuovi dati del Tom Tom Traffic Index. Quali sono le città più trafficate d’Italia? A fare una panoramica sulla quantità di tempo che chi si muove utilizzando la macchina perde ogni giorno è il Tom Tom Traffic Index, che effettua il rilevamento dei dati di percorrenza reali in 146 città al mondo studiando i dati raccolti dal sistema gps. Per il nostro paese, non arrivano grandi notizie, nonostante la grande pubblicità che si fa allo sviluppo dei mezzi pubblici, del car sharing, delle due ruote e delle piste ciclabili. Alla fine, però, nelle grandi città è sempre la macchina a vincere, con il risultato che il traffico si congestiona e si passa una quantità di tempo in macchina bloccati. A Roma, ogni anno, gli abitanti perdono 93 ore (poco meno di quattro giorni) fermi nel traffico nell’attesa di poter togliere il piede dal freno. Le cose non vanno meglio a Milano, nonostante la giunta Pisapia abbia lavora in questi anni principalmente sul tema mobilità. E invece, forse anche a causa dei tantissimi lavori disseminati ovunque a causa di Expo 2015, a Milano si buttano via 87 ore all’anno. La situazione è addirittura peggiorata nel capoluogo lombardo: il picco di congestione è passato dal 63 al 66,3%. Ma non è idilliaca in nessuna delle grandi città: a Napoli si resta fermi in auto per 72 ore e a Torino per 66 ore. E, ancora peggio, le cose non vanno per niente meglio nemmeno nelle città con meno di 800mila abitanti (quest’anno scorporate dalle metropoli).Palermo, a conti fatti, resta comunque la città peggiore in assoluto, visto che ogni giorno i suoi abitanti perdono 30 minuti in coda. A Catania sono 18, a Bari 15, a Genova, Bologna e Firenze sono 12. E nel mondo? La città più trafficata in assoluta è Istanbul, al secondo posto Città del Messico e sul terzo gradino del podio Rio. Mosca conquista invece la quarta piazza. Le città italiane sono indietro, ma non così tanto. Roma è al 14esimo, Milano al 50esimo e Napoli al 53esimo. Va meglio Torino, al 104esimo. Ma viene da chiedersi come sarebbe piazzata Palermo se la classifica della metropoli la tenesse in considerazione.traffico-Milano-586x439

Fonte: ecoblog.it

Produzione rifiuti urbani nelle quattro più grandi città italiane. I numeri del 2014

Prendiamo Roma, Milano, Torino e Napoli come campione significativo per analizzare i numeri della produzione complessiva di rifiuti urbani a livello nazionale. Nelle quattro città i rifiuti urbani sono diminuiti complessivamente dello -0,29%382060

Le quattro più grandi città italiane mostrano dati contrastanti rispetto alla produzione di rifiuti urbani nell’anno 2014 se paragonate all’anno precedente. Napoli e Milano mostrano un aumento della produzione di rifiuti urbani. In particolare Milano ha un aumento più consistente pari al+2,37% mentre quello di Napoli è più contenuto, solo un+0,83%. In tonnellate il capoluogo lombardo ha prodotto 665.461t (un aumento di 15.803t rispetto al 2013) mentre quello campano ha prodotto 50.1665t nel 2014 (un aumento di 4.165t rispetto all’anno precedente).
Nelle altre due città di riferimento, Roma e Torino, l’andamento è negativo. Nella Capitale è stata registrata, rispetto al 2013, una diminuzione di rifiuti urbani prodotti pari al-1,56%, mentre nel capoluogo sabaudo la diminuzione è stata del -0,59%. In tonnellate a Roma sono state prodotte, nel 2014, 1.728.000t (una diminuzione di 27.000 tonnellate rispetto al 2013), mentre a Torino i rifiuti urbani prodotti sono stati 413.309t (2.441t in meno rispetto al 2013). Bisogna precisare che l’andamento della produzione dei rifiuti urbani di Roma nel 2013, rispetto a quello del 2012, è stato in controtendenza rispetto a quello nazionale segnando un aumento della produzione dei rifiuti urbani.
Se si sommano i dati della produzione dei rifiuti urbani nelle quattro città, si nota che complessivamente i rifiuti urbani prodotti sono diminuiti del -0,29% (una flessione di 9.473 tonnellate rispetto al 2013, anno in cui invece i rifiuti erano diminuiti più sensibilmente rispetto al precedente). Nelle quattro città si concentra l’11% della popolazione residente nazionale pari a6.078.739 abitanti (dati Istat), e se paragoniamo i rifiuti urbani prodotti nel 2013 dalle quattro città ovvero 3.318.088t con quelli prodotti dalla nazione Italia sempre nel 2013 (29.594.665t, dati Ispra) a loro volta i rifiuti urbani prodotti dalle quattro città rappresentano l’11% del totale.

Fonte:  ecodallecitta.it

 

Napoli Bike Festival: dal 12 al 14 settembre alla Mostra d’Oltremare

Dopo il successo delle precedenti edizioni torna alla Mostra d’Oltremare il Napoli Bike Festival,in programma dal 12 al 14 settembre. Tre giorni di eventi no stop per grandi e piccini dedicati interamente alle due ruote380038

Dopo il successo delle precedenti edizioni torna alla Mostra d’Oltremare il Napoli Bike Festival, che si terrà dal 12 al 14 settembre. La rassegna più attesa per chi ama pedalare prevede competizioni sportive, ciclo tour, laboratori, dimostrazioni, esposizioni e tanto divertimento. La prima bicicletta non si scorda mai è il tema della seconda edizione.
Il festival è costruito dalle tante associazioni che da anni promuovono l’uso della bici in città per un sistema di mobilità alternativa. Tre giorni di eventi no stop per tutta la giornata con ingresso libero. Si parte con la festa di benvenuto venerdì 13 settembre al tramonto con il Bike Music Contest, le canzoni che ci fanno pedalare. Ad accogliere i partecipanti una mostra di fumetti dedicati alle bici in collaborazione con il Comicon, installazioni artistiche degli studenti dell’accademia di Belle Arti di Napoli, video mapping, selezione musicale e video ispirati alla bici, reading ciclosofici con il coinvolgimento di artisti amici della bicicletta e un menù con piatti deliziosi per pedalatori D.O.C. A chiusura della serata una pedalata sotto le stelle.  Si prosegue sabato 14 con l’inaugurazione dello spazio village sulle sponde del laghetto di Fasilides. Ad animarlo, da un lato, i migliori professionisti tra rivenditori e produttori di biciclette a livello regionale, che offriranno la possibilità di prove di bici muscolari e a pedalata assistita e dall’altro laboratori e dimostrazioni, dall’arte della manutenzione della bicicletta, ai corsi di smontaggio bici, alle dimostrazione di bike jump, la scienza e la bicicletta, corsi di scrittura creativa dal tema il viaggio e la bici, dibattiti, presentazioni di libri.  Un’area dedicata esclusivamente ai bambini con Storie a Due Ruote, laboratori di lettura per bambini, corsi per imparare ad andare in bici, il teatro a pedali delle guarattelle del maestro Salvatore Gatto e la ludoteca itinerante del Ludobus. Ritorna a grande richiesta la Bicaccia, caccia al tesoro in bicicletta. L’appuntamento con lo sport e le bici è la grande novità di quest’anno, tornei di bike polo, duatlon, gare di bici per la categoria giovanissimi e tanto altro. Le giornate del Festival saranno chiaramente all’insegna delle pedalate. La partenza di tutti gli itinerari è dall’area del villaggio alla Mostra d’Oltremare con biketour per tutte le difficoltà. Oltre 10 itinerari, complessivamente 400 i km percorsi che spazieranno dalle bellezze paesaggistiche a quelle naturali, aree verdi, mare, sterrati e tanto altro.

Info e programma dettagliato su napolibikefestival.it

Fonte: ecodallecittà.it

Il futuro della plastica a Napoli: dai funghi al design

Ricavare dai funghi la plastica e trasformarla con il design in oggetti di uso quotidianoplastica-620x350

Coltivare gli oggetti che usiamo quotidianamente: può sembrare una fantasia eppure il growing design è un progetto attivo di Maurizio Montalti/Officina Corpuscoli che con la Fondazione Plart presenta la mostra The future of plastic organizzata a Napoli in collaborazione con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi. PLART è una fondazione che persegue ricerca e innovazione in relazione al recupero, restauro e conservazione di progettazione e opere d’arte, prodotti in plastica. Cura il progetto Marco Petroni che ha scelto gli oggetti in materiale plastico sviluppati nell’ambito del The growing Labdove sono usati i miceli per creare nuovi materiali dalle caratteristiche pari alla plastica.plastica-funghi-2

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Maurizio Montalti è un designer italiano che vive a Amsterdam e che presenta il percorso che porta dalla coltivazione degli oggetti di cui si cibano i funghi sviluppando filamenti a rete, il micelio, che funziona come un vero legante. In pratica si usano oggetti di scarto di tipo agricolo, fibre o materiali organici o materiali polimerici e si consente ai funghi di cibarsene. Il processo è naturale e ricorda il procedimento usato dalle stampanti 3-D.

La mostra sarà inaugurata il 10 luglio e sarà visitabile fino al prossimo 27 settembre.

Fonte:  La città di Salerno

Foto | Officina Corpuscoli @ Facebook

Napoli, matrimonio gratis con il baratto on line

Ci si può sposare anche senza spendere un centesimo ma barattando servizi e merci, così come hanno fatto due sposi di Napoli per le loro nozze lo scorso 1° Maggiosposi-620x350

Un vecchio adagio ci ricorda che la fame aguzza l’ingegno e mai proverbio fu più azzeccato per la storia che vi vado a a raccontare e che si è svolta in una Napoli ingegnosa e creativa grazie anche alla rete di conoscenze sviluppata attraverso facebook. Dunque, la storia inizia dal gruppo Facebook SOS amici…aiutiamoci tra di noi aperto dai coniugi Colella che conta oltre 20 mila iscritti. Da questa pagina si lanciano richieste e offerte di sostegno e aiuto. Maddalena lancia la sua proposta:

Baratto i servizi per il mio matrimonio e io sono tappezziera, cosa vi serve?

Le risposte che ricevono Maddalena e suo marito Vincenzo sono tantissime e tutte cariche di entusiasmo: c’è chi offre l’acconciatura, chi le bomboniere, chi il catering, le foto e l’auto per la sposa. Insomma tutti i servizi necessari al matrimonio inclusa la wedding planner Susanna Montesano, che ha coordinato e messo assieme il progetto nato spontaneamente. Maddalena dunque si è sposata nella splendida cornice di Palazzo Venezia a Napoli e tutti coloro che hanno preso parte al suo progetto sono intervenuti alla cerimonia. Dunque è stata una bellissima festa in cui il dono e lo scambio hanno trionfato con amicizia e solidarietà.matrimonio1

Racconta Viviana Hutter che ha offerto i suoi addobbi e le bomboniere per il matrimonio di Maddalena e Vincenzo:

Catering, addobbi, bomboniere, fotografie, vestiti, anelli: tutto barattato, tutto offerto comunque con il cuore. Non voglio dire, come stato detto e scritto, che solo qui a Napoli possono succedere cose del genere, sono certa che sarebbe possibile in qualsiasi luogo del mondo, ma è stato bello respirare un’aria che da tempo non c’è più ed è stato un onore far parte di questa grande festa Made in Naples”.

Ed ecco chi ha partecipato al baratto:

Catering di Bianca Ambrosi e Elvira Mignone
Piatti di Marcela Giacaman
Tovaglie di Pasquale Luongo
Decorazioni in frutta e verdura di Carmine Rega
Bomboniere ufficiali del matrimonio fatte da me per Officina 66
Bomboniere di benvenuto per il gruppo SOS di Daniela Sommella
Foto di Marianna Micciarelli e Maurizio Ciardiello
Dolci di Francesca Biondi
Torta e partecipazioni del fratello della sposa, Paolo Montano
Pulizia dei denti offerta da Miki Assumma
Abito regalato dalle ragazze del gruppo
Trucco di Romina di Gennaro
Acconciatura di Monica Conte
Impianto audio di Lello Rusciano
Intrattenimento musicale di Rosanna Rinaldi
Gioielli e sacchetti per il riso di Marilena Rizzo
Auto (e autista) di Alessandro Biondi
Abito per lo sposo di Pietro Bellotti
Allestimenti Paolo De Cicco

Fonte:  Retenews 24, Viviana Hutter
Foto | Viviana Hutter