Muos, Tar: Stop ai lavori. E’ pericoloso per la salute

Per i giudici, lo studio dell’Iss non è documento condiviso. No Muos: “abbiamo sempre avuto ragione”mous

I giudici del Tribunale di Palermo hanno accolto il ricorso inoltrato dal comune di Niscemi (provincia di Caltanissetta). Il Muos (Mobile User Objective System), il sistema di comunicazioni satellitari, in fase di allestimento in Sicilia, è stato bloccato. L’opera, secondo il Tar, sarebbe dannosa per la salute dei cittadini. Ipotesi, questa, da sempre sostenuta dai comitati che si battono contro la sua realizzazione. Il movimento No Muos e Legambiente hanno accolto con favore la sentenza, che ha rimesso in discussione il parere dell’Istituto Superiore della Sanità. A tale riguardo, dal testo del dispositivo si legge: “lo studio dell’Iss costituisce un documento non condiviso da tutti i professionisti che hanno composto il gruppo di lavoro e – fatto ancor più significativo – risulta non condiviso proprio dai componenti designati dalla Regione siciliana” (via Meridionenews). I due esperti, Mario Palermo e Massimo Zucchetti, in una loro relazione autonoma, rimarcano che rimangono aperte le valutazioni previsionali in campo vicino. Inoltre, non sarebbe stato opportunamente indagato l’impatto dell’impianto della Marina militare statunitense sulla salute dei cittadini. Rosario Crocetta, in un primo momento aveva fermato l’opera, affermando di voler attendere il parere dell’Iss. Dopo il pronunciamento positivo, il governatore della Regione Sicilia ha dato il via libera definitivo. Tuttavia, l’Istituto, il 5 settembre del 2013, ha scelto di pubblicare una nota, tramite ufficio stampa, che suonava come una sorta di preventiva marcia indietro. Nel comunicato si legge che il Muos “non impatterebbe negativamente sulla salute della popolazione“, ma viene allo stesso tempo sottolineata “la necessità di un’’attenta e costante sorveglianza sanitaria della popolazione delle aree interessate, oltre che dell’’attuazione di un monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico successivamente alla messa in funzione delle antenne, anche in considerazione della natura necessariamente teorica delle valutazioni effettuate su queste specifiche antenne“.

Per i magistrati, Marcello D’Amore, verificatore nominato dal Tar dopo il ricorso del Comune siciliano, “afferma che le problematiche riguardanti la mappa del campo elettromagnetico irradiato dalle parabole satellitari del Muos in asse, fuori asse e in particolare in prossimità del terreno, il livello del campo elettromagnetico irradiato dalle antenne della base Nrtf nel breve e nel lungo periodo, i possibili effetti causati dall’interazione di aeromobili con il fascio del Muos sono trattate rispettivamente dall’Iss, dall’Ispra e dall’Enav in maniera non esaustiva e come tale suscettibile di ulteriori doverosi approfondimenti“.

No Muos, in un comunicato stampa, salutano la sentenza come una vittoria, ma attendono di leggere il testo integrale per capirne meglio la portata: “Leggere il testo servirà solo a comprendere la misura di questa vittoria, ossia quanto essa è grande. E l’entità della disfatta americana. E, accanto a quella degli americani, la sconfitta, senz’altro sonora, si estende a tutto l’apparato politico-militare (e affaristico) internazionale“. E in conclusione aggiungono: “Nessuno potrà ignorare quanto stabilito dal TAR, vale a dire che i No MUOS abbiamo sempre avuto ragione […] È tempo di restituire la sughereta alla libera e pacifica fruizione dei cittadini e della fauna

© Foto Getty Images

Fonte: ecoblog.it

Giornalisti in viaggio premio alle Hawaii per parlare bene dei MUOS

I MUOS, le antenne americane in Sicilia sono un progetto che per gli Stati Uniti ha un valore fondamentale e per dimostrarlo pagano il viaggio alle Hawaii ai giornalisti del mainstream italiano per rabbonire l’opinione pubblica

Scrive Massimo Zucchetti su Il Manifesto:

Giunge noti­zia con­fer­mata che il Dipar­ti­mento di Stato Usa ha invi­tato i gior­na­li­sti delle mag­giori testate ita­liane ad andare a visi­tare i Muos già fun­zio­nanti all’estero, in Vir­gi­nia e alle Hawaii. Per dimo­strare come i para­bo­loni siano del tutto inno­cui e la gente viva loro vicino in asso­luta con­ten­tezza, leti­zia e salute. Il viaggio-premio avverrà fra fine feb­braio ed i primi di marzo, in modo da otte­nere buoni arti­coli sulla stampa locale — ita­liana ed euro­pea -, quag­giù nelle colo­nie, in vista del grande avve­ni­mento, ormai tra­pe­lato: l’accensione del Muos intorno ad aprile. Magari il 25 del mese, in modo che in futuro si possa sosti­tuire la festa della libe­ra­zione con l’anniversario della messa in fun­zione del defi­ni­tivo sistema per la guerra totale che per­mise il trionfo della demo­cra­zia. Sarà dav­vero un bella scam­pa­gnata, cui pur­troppo – inspiegabilmente – noi del Mani­fe­sto non siamo stati invi­tati: già imma­gino l’infornata di giornalisti ita­liani – fino al giorno prima con­vinti che MUOS fosse il nome di un poke­mon – in visita alle basi, con la loro brava cartelletta-briefing, le foto ricordo e – come fu anche in occa­sione della visita dei giornalisti a Niscemi lo scorso luglio – le belle gri­gliate offerte nei prati den­tro le basi. Non potrà che sor­tirne un ottimo ritorno d’immagine, pen­sano i nostri “alleati” sta­tu­ni­tensi. Certo, pare che il MUOS in Vir­gi­nia sia in un posto niente di che, ma quello alle Hawaii merita dav­vero un’escursione. Pec­cato che nel pacchetto-vacanze non sia com­preso anche l’altro Muos, quello in Austra­lia, desti­na­zione un po’ meno bana­lotta delle ormai sfrut­tate Hawaii.Immagine

I MUOS ovvero le Mobile User Objective System ossia le antenne militari installate a Niscemi servono agli Usa per controllare quanto accade nel Mediterraneo e nel 2011 Ecoblog raccontava di come Wikileaks avesse già svelato le pressioni statunitensi nel merito: no al Ponte sullo stretto e si alle antenne militari. I Comitati cittadini di siciliani che si battono perché non siano attivate le antenne poiché come scrivono sul loro sito:

La salute potrebbe essere compromessa dall’esposizione prolungata a campi elettromagnetici di media intensità (rischio di tumori, leucemie, caterratte, …). Inoltre, l’esposizione a campi molto intensi può essere fatale (ad esempio, per un errore di puntamento di una parabola).

Ma che importa: a breve avremo valanghe di articoli con salamelecchi agli americani scritti da prestigiose firme del giornalismo italiano e da firme di pseudo ambiantalisti che per un viaggetto alle Hawaii saranno disposti a raccontare che sì le onde elettromagnetiche fanno durare l’abbronzatura più a lungo. Cari lettori di Ecoblog, quando leggerete quei mirabolanti articoli, voi saprete perché sono stati scritti.

Fonte: ecoblog.it