Smog, focus sulla Lombardia: 300 morti premature l’anno a causa delle polveri

230 morti premature a Milano imputabili allo smog, ogni anno: sono i dati presentati durante il convegno “I costi dell’inquinamento atmosferico: un problema dimenticato”, organizzato da Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, IEFE – Università Bocconi e Associazione Peripato. Maran: “Dati in miglioramento, 2013 e 2014 gli anni migliori di Milano per lo smog”381155

Ogni anno a causa dello smog muoiono prematuramente in Lombardia 300 persone, di cui 230 solo a Milano. Cifre impressionanti, soprattutto se pensiamo che tengono in considerazione esclusivamente i picchi di inquinamento e non l’esposizione prolungata alle polveri. Sono i dati presentati durante il convegno “I costi dell’inquinamento atmosferico: un problema dimenticato“, organizzato da Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, IEFE – Università Bocconi e Associazione Peripato. La gravità della situazione nella Pianura Padana è stata recentemente sottolineata anche dall’Agenzia Europea per l’Ambiente nell’Air Quality Report 2014: l’area continua a detenere il record delle concentrazioni del Pm10, ed è nella peggiore triade europea anche per il biossido d’azoto, assieme alle aree industriali tedesche e inglesi. Il calo registrato negli ultimi anni è troppo sottile per ritenere gli abitanti dell’area al sicuro dal punto di vista sanitario. E le conseguenze sono decine di miliardi di euro di costi per l’Italia.
Secondo l’AMAT , l’agenzia milanese della Mobilità, il responsabile principale delle emissioni di Pm10 a Milano è ancora il traffico stradale, che inciderebbe per l’85% sul totale delle emissioni prodotte. Inoltre, almeno il 70% delle emissioni allo scarico è attribuibile ad auto e camion diesel euro 3 e 4 e a motorini a due tempi. (Ed ecco perché l’Associazione Genitori Antismog chiede che il futuro motosharing di Milano preveda esclusivamente veicoli elettrici)
Tuttavia, qualche ragione di speranza c’è: i provvedimenti anti smog che limitano traffico e riscladamenti, se applicati con costanza, funzionano. Per quanto riguarda Milano “il dato più importante – ha dichiarato alla stampa Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico del Policlinico – è il marcato miglioramento della qualità dell’aria attraverso la riduzione della componente del particolato chiamata black carbon, che è considerata la più nociva per la salute dell’uomo per la sua elevata capacità di superare la barriera polmonare ed entrare nella circolazione del sangue. Anche durante le domeniche senza traffico, tanto criticate per la loro inefficacia nel ridurre le concentrazioni globali di PM 10, è stata ottenuta una riduzione del black carbon del 78% in paragone a precedenti domeniche con traffico normale e simili per condizioni meteorologiche”. Una visione naturalmente condivisa dall’assessore all’Ambiente Pierfrancesco Maran: “I dati riconoscono un costante e progressivo miglioramento della qualità dell’aria. Il 2013 e il 2014 sono stati gli anni migliori della storia di Milano. Questo è dovuto sia a condizioni meteo favorevoli rispetto alla lotta allo smog, sia all’efficacia di misure di riduzione degli inquinanti. Ovviamente non possiamo escludere che in condizioni climatiche differenti possano nuovamente registrarsi picchi molto negativi, ma i dati dimostrano come politiche strutturali per l’ambiente progressivamente diano risultati efficaci”. Lo dichiara l’assessore alla Mobilità e all’Ambiente Pierfrancesco Maran in merito ai dati sulla riduzione dello smog a Milano emersi stamani nell’ambito della ricerca “I costi dell’ inquinamento atmosferico: un problema dimenticato”, presentata da Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, IEFE – Università Bocconi e Associazione Peripato.

Fonte: ecodallecitta.it

Smog e morti premature, si moltiplicano gli studi. L’ultimo dalla North Carolina

Almeno quest’anno non si può dire che lo smog sia andato in vacanza. Al consueto silenzio dei giornali durante i mesi estivi, si oppone quest’anno un’estate di studi e pubblicazioni in tutto il mondo, che indagano le conseguenze delle polveri sottili sulla salute umana

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La teoria per cui lo smog esiste solo da novembre a marzo, almeno sui giornali, sembra aver perso di consistenza quest’anno: gli studi sulle conseguenze per la salute dell’esposizione alle polveri sottili si moltiplicano giorno dopo giorno, ripresi da quotidiani e testate specializzate. Lo smog ha smesso di essere qualcosa di inevitabile, come ancora veniva percepito nel sentire comune solo pochi decenni fa, e la consapevolezza del rischio, un passo alla volta, continua a crescere. Dopo MEDPARTICLES e i risultati del progetto ESCAPE, il cui merito principale, secondo gli addetti ai lavori, non è tanto l’aver stabilito una correlazione fra tumori e smog – nota dai primi anni 90 – ma l’aver creato una grande rete tra ricercatori europei con procedure standardizzate e un linguaggio comune, il nuovo studio di cui danno notizia le agenzie arriva dalla University of North Carolina, e si può leggere (integralmente!) su Environmental Research Letters.
Due milioni e mezzo di morti l’anno a causa dello smog

I ricercatori della University of North Carolina che hanno firmato lo studio hanno usato diversi modelli climatici per stimare le concentrazioni di inquinanti atmosferici nel mondo nel 1850 e nel 2000, in modo da quantificare esattamente il contributo umano. I dati sono stati poi combinati con le stime sui morti dovuti all’inquinamento di ricerche precedenti, per determinare quante persone decedute sono legate a una certa concentrazione. Il risultato e’ stato che il particolato sottile ogni anno fa 2,1 milioni di morti, e altri 470mila si aggiungono a causa dell’ozono atmosferico. Lo studio ha anche calcolato le possibili variazioni di questi numeri dovute ai cambiamenti climatici, verificando però che l’effetto appare “trascurabile” rispetto a tali cifre: circa duemila morti in più ogni anno.

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Fonte: eco dalle città