Discarica Bussi, tutti assolti i 19 imputati e resta l’inquinamento

Non ci sono colpevoli per l’inquinamento causato dalla discarica Bussi in Abruzzo e i reati sono stati prescritti. Il ministero dell’Ambiente annuncia che sarà parte civile in Appello. Il ministero dell’Ambiente interviene subito dopo la lettura della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Chieti ha ieri h assolto i 19 imputati, tra tecnici e dirigenti Montedison perché il fatto non sussiste, ovvero non riconosciuti responsabili dell’inquinamento causato dalla discarica di Bussi, 25 ettari di veleni. Il danno stimato all’ambiente è di 8,5 miliardi di euro per una contaminazione di oltre 2 milioni di metri cubi di terreno, oltre all’acqua di falda.discaricabussi-403x360

Perciò il ministro Galletti fa sapere:

E’ solo una sentenza di primo grado e, come tale, non definitiva, quella che ha assolto gli imputati nel processo penale innanzi alla Corte di Assise di Chieti per il disastro ambientale provocato dalla mega-discarica dello stabilimento Montedison di Bussi sul Tirino. Occorrerà leggerne le motivazioni, per valutare le ragioni sia del mancato riconoscimento del reato di avvelenamento delle acque, che della derubricazione del reato di disastro doloso in colposo, che ha avuto per effetto la dichiarazione di prescrizione del reato da parte della Corte di Assise. Il Ministero ha intenzione di proseguire, in grado di appello ed anche in Corte di Cassazione, l’intrapresa azione civile per la condanna al risarcimento degli ingenti danni provocati.

Sebbene al primo grado di giudizio i 19 imputati, tra tecnici e amministratori della ex Montedison sono stati tutti assolti, resta però l’inquinamento. Da ricordare che l’ex ministro per la Giustizia, paola Severino è tra gli avvocati difensori al processo e che ricorda che:

Non è cercando capri espiatori che si tutela il bene dell’ambiente. Bisogna trovare una soluzione normativa che imponga la bonifica.

Il punto, però, è che non essendoci responsabili, resta allo Stato pagare (cioè a tutti noi) miliardi in euro per le bonifiche che in realtà spetterebbero a chi poi ha effettivamente inquinato e che a invece ci è, oggi, ancora ignoto. Le accuse parlavano di disastro ambientale e avvelenamento delle acque ma per i giudici i reati sono prescritti quando i pm Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini del tribunale di Pescara avevano chiesto 18 condanne con pene da 4 a 12 anni e otto mesi e una sola assoluzione. Ma per ora il reato di avvelenamento è un fatto che non sussiste in quanto il reato di disastro ambientale risulta derubricato per intervenuta prescrizione.

Ha detto il WWF che ha seguito il processo come parte civile:

La sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Chieti sulla discarica abusiva di Bussi, come è già avvenuto con l’esito del processo Eternit di poche settimane fa, è la dimostrazione che la via giudiziaria per la difesa dell’ambiente è fallimentare. E’ assolutamente necessaria una seria riforma della giustizia penale e l’approvazione dei delitti ambientali. Ancora una volta gli inquinatori sono stati assolti per prescrizione ed è stato violato il principio comunitario fondamentale di “chi inquina paga”.

Fonte:  Vivere PescaraTgMaxCorpo forestale dello StatoWWF
Foto | @WWF Abruzzo

Disastro ambientale a Bussi: 19 dirigenti Montedison rinviati a giudizio

Un danno stimato in 8,5 miliardi di euro. Contaminate anche le falde acquifere102944320-594x350

Terreni pieni di cloroformio, tricloroetilene, mercurio e altre sostanze pericolose. È questo il tossico bilancio del disastro ambientale riscontrato dalla Environ per conto della Solvay, nel sito industriale di Bussi. I dati rilevati nei terreni dell’area industriale del pescarese sono la radiografia di un disastro immane: il cloroformio è presente in quantità 453mila volte oltre i limiti di legge, il tricloroetilene 193mila volte superiore ai limiti, il mercurio 2100 volte e il diclorometano 1 milione di volte oltre i limiti consentiti dalla legge. E cifre altrettanto iperboliche sono quelle degli sforamenti del tetracloruro di carbonio (666mila volte i limiti nella falda superficiale e 3733 in quella profonda). Per l’Ispra il danno stimato è di 8,5 miliardi di euro in un’area di 2 milioni di mc di terreno. WWF ha presentato questi dati e chiede che si operi al più presto per mettere in sicurezza tutte le aree, non solo quelle industriali ma anche quelle circostanti, in modo da creare un cordone sanitario che impedisca all’inquinamento di giungere a valle. Per questo disastro ambientale 19 dirigenti della Montedison sono stati rinviati a giudizio per scarico illegale e sistematico di rifiuti tossici. La Solvay – che ha ereditato questa situazione dalla precedente proprietaria, la Montedison – si è costituita parte civile. Secondo l’accusa nel sito sarebbero state smaltite illegalmente 500mila tonnellate di sostanze tossiche, con la contaminazione delle falde profonde che alimentavano i pozzi per l’acqua potabile e rifornivano 500mila persone. Un altro territorio avvelenato nel nome del profitto, un’altra ferita al territorio nel nome del progresso.

Fonte: Ecologiae