Attenzione rallentare: qui i bambini giocano ancora per la strada!

Gli stimoli per una riflessione si possono trovare ovunque, anche in un cartello stradale. È quanto mi è accaduto durante una passeggiata, così è nato questo articolo che vuole essere unicamente un invito a far trascorrere ai nostri bimbi più tempo all’aria aperta, per favorirne una crescita più equilibrata. Durante una passeggiata sulle colline di Borgosesia, cittadina di circa 12.000 abitanti alle porte della Valsesia, mi sono imbattuta in uno straordinario cartello recante la seguente scritta: “Attenzione – Rallentare. In questo paese i bambini giocano ancora per la strada.” Sono i residenti della Frazione Pianaccia che invitano a prestare attenzione alle esigenze dei più piccoli e ai loro diritti. Stimolata anche dall’immagine gioiosa di bimbi all’aria aperta riportata dal cartello, la mia mente in un attimo ha ritrovato istanti felici di molti anni fa, quando correre sui prati o giocare per la strada rientrava nella quotidianità, quando solo il cattivo tempo era nemico dell’attività ludica all’aria aperta. Fa sorridere ripensare alle mamme che, puntualmente alle 16,30, ci chiamavano per la merenda e non ricevendo attenzione, rassegnate, ci trascinavano a lavarci le mani tentando di ingolosirci con il miraggio della merenda preferita. Ed era una fetta di torta o un panino imbottito che in pochi minuti sparivano per lasciare nuovamente il posto al pallone, o alla corda per saltare, o a vari giochi di abilità. Parecchi erano i compagni di gioco che formavano quell’allegra brigata, a volte resa ancor più schiamazzante dalla presenza di amici a quattro zampe.

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Ho definito “straordinario” questo cartello perché non è facile incontrarne di simili, e perché è un richiamo a una norma che dovrebbe essere prioritaria in una società attenta al proprio futuro: la formazione equilibrata di bimbi che saranno gli uomini e le donne di domani. Con l’avvento di una tecnologia orientata più al business che non alle effettive esigenze dell’essere umano, anche i bambini sono stati coinvolti in realtà troppo spesso virtuali e prive di fantasia e rapporti umani. È sempre più frequente infatti vedere ragazzini e adolescenti persi nei propri tablet o smartphone, piuttosto che in chiacchiere e risate con i coetanei. Con questo non intendo demonizzare la tecnologia che si rivela preziosa in molte altre situazioni, ma evidenziare come una vita sempre più frenetica non ci consente di trascorrere il giusto tempo con i nostri figli, trascurando così aspetti fondamentali della loro educazione. Troppo spesso questi dispositivi elettronici diventano il surrogato dei genitori, togliendo ai più piccoli la capacità di sviluppare la fantasia e facendo loro perdere importanti esperienze della vita.

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Le conseguenze sono preoccupanti: uno psicologo americano, il Dott. Peter Gray, autore di un saggio intitolato “Lasciateli giocare”, ha infatti dimostrato, in uno studio condotto tra il 1985 e il 2008, che le nuove generazioni, avvezze all’uso di internet e con più amici virtuali che non reali,  hanno perso l’85% della creatività rispetto a quelle precedenti. Trascorrere troppo tempo davanti a uno schermo può avere effetti deleteri anche sulla saluta fisica, esponendo i ragazzi a un maggior rischio, in età adulta, di sviluppare malattie cardiovascolari e obesità.

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È attraverso il gioco che il bambino impara e diventa consapevole del mondo che lo circonda e le sue attività ludiche si modificano e crescono di pari passo al suo sviluppo psicologico e intellettivo. Grazie al gioco il bambino sviluppa le proprie potenzialità, impara e sperimenta la creatività e le proprie capacità cognitive fino a strutturare l’intera personalità. Dovrebbe essere spronato a giocare all’aria aperta, a stretto contatto con la natura, in giardino, in un parco o in un bosco per imparare a  conoscere e a rispettare il mondo vegetale e animale e perché vivere all’aperto fa bene anche alla salute, contribuisce a sviluppare il sistema immunitario, fornisce al bambino vitamina D utile per le ossa e migliora il tono dell’umore. Si tratta forse di una mia elucubrazione, che vuole essere scevra da giudizi, ma facendo un parallelismo tra il comportamento degli odierni genitori rispetto a quelli di qualche decennio fa, si notano inoltre atteggiamenti maggiormente protettivi, ovviamente giustificati da aumentati pericoli, ma anche la propensione a indirizzare i figli verso sport organizzati e orientati alla competizione, piuttosto che lasciarli giocare liberamente dando loro la possibilità di esprimere i propri naturali talenti.

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Friedrich Schiller, noto poeta e filosofo tedesco, ci ha lasciato questa indicazione: «Bisognerà quindi educare l’uomo al sentimento della bellezza facendo rivivere in lui l’antico ideale pedagogico greco del bello e del buono. Il gioco è un’attività ineliminabile nella natura umana che non persegue alcun fine esterno a se stessa, né esso è ispirato da un preciso scopo razionale, ma è un atto dove sensibilità e razionalità convivono nell’azione ludica rendendo l’uomo libero. In questa armonia di forma e materia si realizza la bellezza e l’essenza umana per cui l’uomo è completamente uomo solo quando gioca».

Occorre trovare il giusto compromesso, evitare la sovraesposizione ai dispositivi elettronici senza criminalizzare la tecnologia, evitando magari di utilizzare lo smartphone durante i pasti e non usufruirne per ipnotizzare i figli davanti a un cartone animato. Sarebbe auspicabile per questi dispositivi un uso intelligente e non un abuso, limitando il tempo dedicato alla tecnologia a favore di attività fisica all’aria aperta, evitando così anche l’insorgere di possibili problematiche comportamentali, incentivando altresì la creazione di spazi e infrastrutture che soddisfino le esigenze ludiche e di socializzazione dei bambini.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/01/attenzione-rallentare-qui-bambini-giocano-ancora-strada/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Nasce il condominio degli uccelli: un sogno per la ricostruzione di un habitat

Andrea Rutigliano è un giovane antropologo che nella cascina Caccesca di Borgolavezzaro, in provincia di Novara, ha dato vita a un sogno: costruire una torre rondonaia per la salvaguardia delle numerose specie di uccelli che popolano la zona, favorendone la nidificazione e soccorrendo le specie più vulnerabili, col fine di ricostruire un habitat per la biodiversità e la valorizzazione del ricco patrimonio faunistico locale.

A Novara esiste una casa speciale, un luogo senza porte e senza arredi, ma con tante piccole finestrelle da cui arrivano e partono in ogni stagione nuovi inquilini. No, non stiamo parlando di alcun tipo di struttura turistica o ricettiva, questa volta i protagonisti del racconto appartengono al mondo animale, sono le più svariate specie di passeri, storni e civette che trovano tutti i giorni un luogo per l’ospitalità e il rifugio. Nella Cascina Caccesca del comune di Borgolavezzaro le più disparate varietà di uccelli vengono accolte e salvaguardate all’interno della torre rondonaia, pensato per ospitare le diverse specie che, al suo interno, trovano un riparo e un luogo ideale per la nidificazione. A dare vita al progetto è Andrea Rutigliano, giovane e appassionato antropologo che ha fatto di Cascina Caccesca l’abitazione per la sua famiglia e trasformando la torre, di recente costruzione, in una vera e propria dimora per gli uccelli.

Obiettivo primario del progetto è quello di ricostruire un habitat per le tante specie animali del luogo: garantirne la salvaguardia attraverso uno spazio dedicato alla nidificazione, attivare convenzioni con i centri di recupero fauna presenti sul territorio per ricevere in custodia i piccoli che spesso cadono dai nidi e necessitano di cure ed aiutandoli nella conquista del volo, realizzare, negli spazi circostanti la cascina, un terreno che offre microhabitat ideali per gli uccelli. Nel caso dei rondoni, in particolare, il periodo della cova è uno dei più difficili in quanto, a causa delle frequenti ristrutturazioni delle abitazioni, si stanno progressivamente perdendo i siti necessari per la nidificazione. Ed è così che passeri, rondoni, storni, civette, gheppi e le tantissime varietà di fauna presenti nell’area trovano un luogo sicuro ed alternativo per favorire una ripopolazione e un ecosistema unico e variegato. Il territorio di Novara, secondo diverse indagini ornitologiche, rappresenta infatti una delle più ricche e floride aree per varietà e numero di specie, collocandosi tra le zone di maggiore rilievo a scala regionale, nazionale e, in alcuni casi, internazionale. Un vero e proprio patrimonio da valorizzare ed una biodiversità animale da preservare.

Nella torre, realizzata grazie al cofinanziamento della fondazione tedesca per la biodiversità Stiftung Pro Artenvielfalt, sono stati realizzati un totale di 400 fori nelle mura perimetrali, che permettono il libero passaggio dei volatili in base alle diverse stagioni. Dietro a ogni foro, inoltre, è posizionata una cassetta in legno che ospiterà gli animali durante la loro permanenza e che attualmente conta un totale di 50 nidi, in attesa di maggiori sovvenzioni che aiutino a finanziare e terminare il progetto. Appassionato amico degli animali ed attivista per la protezione della fauna, Andrea Rutigliano ha come missione la cura e tutela degli uccelli, da sempre portata avanti attraverso la partecipazione al Cabs – Committee against birds slaughter, l’organizzazione italo-tedesca nata nel 1975 per contrastare il bracconaggio e salvare gli animali vittime di trappole mortali.

Un bellissimo esempio di tutela e rispetto di un fondamentale patrimonio da preservare.

Foto copertina
Didascalia: Tutela fauna
Autore: Unsplash
Licenza: CCO Creative Commons

Fonte: piemonte.checambia.org