Seattle: per la raccolta rifiuti i camion elettrici di BYD

L’azienda cinese continua a vendere i suoi veicoli elettrici in mezzo mondo, compresa Seattle dove stanno per arrivare i primi due compattatori a batteria per la raccolta rifiuti.http _media.ecoblog.it_8_8be_byd-raccolta-rifiuti-camion-elettrico-seattle

La mobilità a zero emissioni non riguarda solo auto elettriche e mezzi di trasporto merci a batteria, ma anche mezzi speciali come i compattatori per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. E, così, la città di Seattle ha appena ordinato alla cinese BYD i primi due camion per la raccolta rifiuti 100%, equipaggiati con un sistema di raccolta realizzato da New Way Trucks. Recology, l’azienda di igiene urbana di Seattle, li riceverà entro la metà del 2019. Avranno il sistema di recupero energetico in frenata, utilissimo su un mezzo del genere: provate a stare dietro un compattatore dell’immondizia mentre fa la raccolta e contate quante volte frena nel giro di un chilometro.

Siamo contentissimi di essere i primi a distribuire camion elettrici per la raccolta dei rifiuti nella regione del Pacifico nordoccidentale – spiega la presidentessa di BYD Motors Stella Li – dimostrando che la tecnologia pulita e a zero emissioni è una scelta intelligente e sostenibile per l’industria pesante“.

Recology è anche un ottimo biglietto da visita per BYD in America: la società nasce a San Francisco ma opera in altri Stati USA grazie a 40 società più o meno controllate. E’ tra i campioni nazionali della raccolta e riciclo dell’umido ed è posseduta al 100% dai suoi dipendenti: nessuno ne detiene più dello 0,4% e il 52% degli azionisti è donna o appartenente a minoranze etniche.

Insieme ai nostri partner industriali, BYD e NEw Way, possiamo catalizzare un cambio positivo e sostenibile, ponendo le basi di quella che dovrebbe essere la raccolta rifiuti nel ventunesimo secolo“, ha commentato Derek Rukman, vice presidente e Group Manager di Recology nella regione del Pacifico nordoccidentale.

Fonte: ecoblog.it

Piste ciclabili sopraelevate per le e-bike nel futuro secondo BMW Vision E³ Way

BMW immagina una città del futuro, con piste ciclabili per e-bike rialzate dal piano stradalep90285361_highres_bmw-vision-e-way-11

In un futuro non molto lontano, fatto di mobilità elettrica dalle forme non per forza simili a quelle di una automobile, le principali case automobilistiche dovranno assumere un nuovo ruolo per sopravvivere: non più solo produttori di automobili, ma fornitori di servizi di mobilità complete e innovative. E di idee, tante e buone idee. Anche coraggiose, se necessario. Come coraggiosa è sicuramente l’idea che sta dietro BMW Vision E³ Way, il concept di viabilità del futuro sviluppato dal centro ricerca BMW di Shanghai in collaborazione con l’università Tongji, che prevede soluzioni completamente nuove per muoversi nelle metropoli del futuro. Già la E³, E alla tripla, sta per Elevated, Electric, Efficient. E dice tutto: sopraelevata, elettrica ed efficiente, come deve essere la strada delle future metropoli secondo BMW. Ma, in questo caso, non si tratta di una strada per automobili ma per e-bike, scooter elettrici e qualunque altro mezzo elettrico leggero.  In quest’ottica nelle piste ciclabili sopraelevate circolano solo mezzi a motore elettrico a emissioni zero. E circolano “protetti” dagli altri mezzi che potrebbero causar loro pericolo, come le automobili o i mezzi pesanti. Quest piste ciclabili sono trasparenti e chiuse, per proteggere chi vi circola dentro anche dalle intemperie. E climatizzate, per aumentare il comfort anche nelle giornate estive. All’interno di questi “tubi ciclabili” si viaggia a bassa velocità (5/25 kmh) e a senso unico, per minimizzare gli incidenti. In caso di necessità i sensi di marcia possono essere invertiti: ad esempio nelle ore di punta è possibile dedicare due o più corsie all’ingresso in città o all’uscita verso la periferia. Nessun incrocio né semaforo, perché non servono, ma numerosi svincoli per raggiungere i meandri della metropoli in maniera rapida e con meno stress. L’idea è quello di un flusso di veicolo elettrici che viaggiano senza fermarsi o rallentare, come un fiume che scorre lento ma senza intoppi.

La BMW Vision E³ Way apre una nuova dimensione della mobilità in agglomerati sovraffollati: efficiente, conveniente e sicura – spiega Markus Seidel, direttore dell’ufficio tecnologico di BMW in Cina – Funziona semplicemente creando spazio dedicato per il traffico a zero emissioni a due ruote“. Idea semplice e, probabilmente, sempre più necessaria.

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Fonte: ecoblog.it

2400 km con la Model S per essere al Tesla Revolution

Grande successo per il Tesla Revolution 2017 organizzato dal Tesla Club Italy. Ecco di cosa si è parlato.teslamodels_1280_800

Ha fatto quasi 2400 km per essere presente e dare la sua testimonianza al Tesla Revolution 2017. E’ lo spagnolo Carlos Delgado Dominguez il simbolo dell’evento organizzato dal Tesla Club Italy e tenutosi sabato 25 marzo all’Hotel e Golf Club Le Robinie. Carlos è partito da Huelva, ultima grande città dell’Andalusia prima del confine con il Portogallo, ed è arrivato in Lombardia con la sua Tesla Model S sfruttando i numerosi SuperCharger di Tesla presenti lungo la Costa Brava e la Francia. Prima veva una Nissan Leaf ma ha poi ha optato per una Model S usata comprandola dalla Norvegia. Ma Carlos ci tiene a sottolineare che non è ricco e che si è comprato una Tesla con i soldi di Tesla: dei circa 75 mila euro spesi, una parte arriva dalle azioni dell’azienda di Musk. Un esempio di come una Tesla non sia solo un auto per ricchi ma un investimento, oltre che una scelta di vita, anche senza azioni in Borsa. Perchè tutte le Tesla comprate fino a gennaio 2017 hanno la ricarica gratuita presso i SuperCharger di tutto il mondo. E tra i possessori sono in molti a non aver quasi mai caricato l’auto a casa. Davanti a oltre 400 partecipanti, il 50% in più dello scorso anno, i 45 proprietari di Tesla Model S e Tesla Model X presenti hanno scambiato un botta e risposta con appassionati e potenziali clienti. Se le domande più comune riguardano autonomia, consumi e aggiornamento del software, le testimonianze parlano chiaro: tutti sono convinti di dare un contributo notevole all’ambiente e di aver fatto un affare. Sia perchè finalmente si tengono sotto controllo i consumi di energia (si fanno tra 3 e 6 km con 1 kWh a seconda di modello e del “piede pesante”) sia per la dimensione futuristica in cui si entra. Una cosa su cui tutti sono d’accordo sono le percorrenze: se la si tiene in garage o la si usa solo in città è sprecata. Bisogna macinare chilometri per avere vantaggi tangibili e cospicui: c’è chi spendeva 9500 euro l’anno per fare 85.000 km con una BMW Serie 3, e ora grazie a Tesla ne spende solo 1.500 grazie ai 20 SuperCharger in Italia che gli permettono di contenere le spese delle ricariche domestiche. In 8 anni, la durata della garanzia sulle batterie, significano oltre 60.000 euro risparmiati solo di carburante senza contare la gratuità di bollo, l’assenza del superbollo e un’assicurazione decisamente più alla portata. I 700 punti di ricarica in Europa (tra SuperCharger e Destination Charging) permettono anche di andare in vacanza e godersi il viaggio a costo zero, come hanno fatto Pierpaolo Zampini e Liliana Modoran che hanno fatto il giro del mondo tra Europa e Stati Uniti spendendo solo una dozzina di euro per le ricariche. E il sistema di guida automatizzata AutoPilot aiuta non poco specie chi percorre così tanti chilometri. Per dare spazio non solo al mondo Tesla ma a tutto il settore della mobilità elettrica, il fondatore del Tesla Club Italy Federico Lagni ha puntato su 14 interventi con 18 relatori, 3 dibattiti e una tavola rotonda tra i possessori di Tesla. Una giornata utile per i fan di Elon Musk ma anche per capire meglio il mondo elettrico anche in termini di efficentamento energetico, energie rinnovabili, produzione energetica e sistemi di ricarica ed accumulo. Molti gli sponsor intervenuti come Michelin, Duferco Energia e UCNET. Utile, per capire quanto sia grave il problema dell’inquinamento in Italia, l’intervento di Gabriele Zanini, responsabile dell’ Unità Tecnica Modelli, Metodi e Tecnologie per le Valutazioni Ambientali di ENEA. L’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ha mostrato un quadro delle cause del fenomeno gli strumenti utili per affrontarlo ma senza un cambio di rotta da parte delle istituzioni l’Italia non rientrerà nei limiti imposti dall’UE: non basteranno nuovi modelli di mobilità, il 13,6% di auto elettriche nel 2030 – stima fatta dall’ENEA – e il nuovo accordo per un maggiore utilizzo del metano. Sarà importante ridurre l’impronta di carbonio a livello globale e innovare soprattutto nei settori che contribuiscono maggiormente all’inquinamento atmosferico lavorando soprattutto sul contenimento delle emissioni di ammoniaca e di gas serra specie nel settore agricolo e degli allevamenti. Chissà se al Tesla Revolution 2018 la situazione sarà migliore. Sicuramente la grande protagonista sarà la Tesla Model 3, che nei prossimi mesi arriverà su strada.

Fonte; ecoblog.it

Svezia e Germania collaborano in ambito mobilità e strade elettriche

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La visita in Svezia della cancelliera tedesca Angela Merkel a Stoccolma, capitale della Svezia, è stata un’occasione per lanciare una nuova partnership tra Germania e Svezia in materia di mobilità sostenibile: in una conferenza stampa congiunta il primo ministro svedese Stefan Löfven e la sua collega tedesca Angela Merkel hanno annunciato il progetto “Innovazione e cooperazione per un futuro sostenibile” che mira a rafforzare la competitività dei due Paesi in ambito economico, tecnologico e in materia di sostenibilità e si concentra su quattro aree, tra cui la mobilità e le strade elettriche.

“E’ un vero onore poter spiegare alla cancelliera Merkel il lavoro svolto da Scania nell’ambito della strada elettrica. L’accordo tra Svezia e Germania dimostra come partnership strategiche siano essenziali per creare soluzioni di trasporto sostenibili, un settore in cui Scania è fortemente impegnata. […] Sono davvero lieto della partnership e dello studio, che rappresenta il primo passo della collaborazione. Siamo pronti a dare il nostro contributo grazie all’esperienza acquisita con i nostri partner Siemens e la Regione di Gävleborg nella gestione dei nostri autocarri ibridi sul tratto di autostrada elettrificata E16”

ha dichiarato in un comunicato stampa Henrik Henriksson, Presidente e CEO di Scania. Le partnership di questo tipo, negli ultimi mesi, se ne stanno contando sempre di più: esempio principe è EVA+, come anche il progetto SLAM, un’iniziativa coordinata da Enel cui aderiscono brand come Verbund (principale utility austriaca) e case automobilistiche come Renault, Nissan e BMW. In particolare nella partnership svedese-tedesca sarà lo sviluppo di tecnologie per la realizzazione di strade elettrificate, un percorso intrapreso già da tempo da Scania in collaborazione con Siemens nello sviluppare la tecnologia che ha consentito di dare vita alla prima strada elettrificata al mondo per il traffico di veicoli pesanti su strade pubbliche, aperta lo scorso 22 giugno a Gävle, in Svezia. L’obiettivo dei due governi è rafforzare la cooperazione in materia di sviluppo e l’applicazione della tecnologia già esistente e, al tempo stesso, accrescere la capacità delle due Nazioni europee di offrire le migliori soluzioni dal punto di vista della sostenibilità. Il progetto pilota dunque è la partnership Scania-Siemens: il tratto di strada elettrificato di due chilometri, sull’autostrada E16, è gestito dalla regione di Gävleborg, nei pressi di Sandviken e della città di Gävle, e rappresenta anche il risultato di collaborazioni tra diversi enti sia del settore pubblico che privato di Svezia e Germania. Per Scania collaborare con i tedeschi è facile: l’azienda è parte del gruppo tedesco Volkswagen Truck & Bus e pubblicizza una filosofia aziendale molto orientata alla sostenibilità ambientale, convinta che le strade elettrificate rappresentino un tassello importante di un futuro sistema di trasporto sostenibile.

Fonte: ecoblog.it

Austria, incentivi fino a 4000 euro per le auto elettriche

L’Austria investe 72 milioni di euro sulle auto ecologiche e sull’allargamento della rete infrastrutturale per la mobilità elettrica.auto-elettriche

Il successo del verde Alexander Van der Bellen nelle presidenziali austriache di domenica scorsa rappresenta il trionfo del partito ecologista che da decenni otteneva ottimi risultati nel paese mitteleuropeo. Con qualche giorno di anticipo su questa decisa sterzata politica, prima della consultazione elettorale, Vienna ha approvato nuovi incentivi a sostegno della mobilità elettrica.  Il bonus di sostegno a chi acquisterà auto elettriche potrà arrivare fino a 4mila euro, lo stesso importo massimo che è stato approvato poco prima dell’estate dal governo tedesco.  Se in estate la Germania aveva stanziato 1,2 miliardi di euro con un ambizioso target di 500mila veicoli elettrici in circolazione entro il 2020, l’Austria, almeno per il momento, si è limitata a 72 milioni di euro con un obiettivo facilmente raggiungibile, quello dei 16mila veicoli green (elettrici, a idrogeno e ibridi plug-in).  A beneficiare degli incentivi – equamente divisi fra i ministeri dei Trasporti e dell’ambiente e gli importatori – saranno tanto i privati quanto le imprese: si andrà dai 4000 euro (privati) e 3000 euro (aziende) di incentivi per i veicoli elettrici e a idrogeno ai 1500 euro per i veicoli ibridi plug-in. Il paniere di questa tranche di incentivi sarà di 48 milioni di euro. Altri 5 milioni di euro saranno riservati per i veicoli elettrici a due ruote e per i veicoli commerciali leggeri elettrici. I restanti 19 milioni di euro verranno utilizzati per il potenziamento delle infrastrutture, in particolar modo per l’implementazione delle colonnine di ricarica.  Come avviene già con le targhe verdi nella vicina Ungheria, le auto elettriche verranno contrassegnate da uno specifico segnale di riconoscimento.

Fonte: ecoblog.it

 

Cop21, Italia ancora non ratifica: “È come se l’accordo di Parigi non ci fosse mai stato”

“Il ministro Galletti ha affermato di voler trasmettere in Parlamento la proposta entro il mese di settembre. In realtà quello che preoccupa è la mancanza di un vero piano di riduzione delle emissioni climalteranti”. L’intervento di Gianni Silvetrini per Eco dalle Città dopo la ratifica da parte di Cina e Usa dell’Accordo di Parigi386113_1

di Gianni Silvestrini (direttore scientifico di Kyoto Club)

La ratifica da parte della Cina e degli Usa è molto importante perché avvicina a una rapida entrata in vigore dell’Accordo sul Clima. Se questo avverrà prima del cambio di presidenza negli Stati Uniti, si eviterà tra l’altro il rischio di un loro defilarsi (degli Usa, ndr) per i prossimi quattro anni, anche in caso di vittoria di Trump. Ma queste novità evidenziano anche la debolezza e le divisioni dell’Europa la cui ratifica deve passare attraverso un’adesione da parte di tutti i paesi. Così se Francia e Ungheria hanno già ratificato, questo passaggio non è ancora stato avviato o concluso per gli altri paesi, Italia inclusa.386113_2

Il ministro Galletti ha affermato di voler trasmettere in Parlamento la proposta entro il mese di settembre. In realtà, aldilà della lentezza nell’attivazione delle procedure necessarie, quello che preoccupa è la mancanza di un vero piano di riduzione delle emissioni climalteranti e di un coordinamento delle politiche nei vari settori: un vuoto preoccupante, tanto più che nelle scorse settimane sono stati proposti gli obiettivi di riduzione al 2030 per i settori non ETS (escludendo cioè le industrie energivore) che per l’Italia sono del 33% rispetto alla media 2016-18. In realtà ci sono singole iniziative interessanti: pensiamo alla proposta di finanza innovativa per avviare la riqualificazione energetica “spinta” del patrimonio edilizio, all’avvio dell’incentivazione del biometano, alle riflessioni in atto sul lancio della mobilità elettrica… ma sono azioni scoordinate in assenza di un piano complessivo con obiettivi di riduzione verificabili. E manca un coordinamento che per l’ampiezza delle politiche deve essere gestito presso la presidenza del consiglio. Il governo, insomma, dovrebbe prendere sul serio la sfida climatica e, a partire da questa, dovrebbe indirizzare la ricerca sui filoni più promettenti, avviare una politica industriale innovativa, rilanciare l’occupazione.

Ma, purtroppo, pare che per l’Italia è come se l’accordo di Parigi non sia mai stato firmato. Ne parlano i principali leader mondiali, ma Renzi su questo tema è totalmente assente.

Fonte: ecodallecitta.it

Mobilità elettrica: Tesla Motors si appresta ad “aggredire” il settore

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Tesla Motors, una delle più grandi aziende automobilistiche mondiali, si prepara a diventare dominatrice indiscussa del mercato della mobilità elettrica. L’azienda di Palo Alto, produttrice di auto elettriche, punta dritto a conquistare il mercato orientale. Già nei giorni scorsi il fondatore dell’azienda,Elon Musk, a sorpresa di tutti, decideva di compiere un passo rivoluzionario nel campo della mobilità, rendendo disponibili i brevetti delle proprie auto. Un Open Source che, a detta del creatore dell’azienda, consentirà di abbassare i costi industriali. Secondo Musk, infatti, i brevetti sono solo un ostacolo alla crescita: consentire a tutti di copiare le tecnologie della Tesla senza paura di incorrere in sanzioni per aver infranto i brevetti, può essere uno slancio per combattere i cambiamenti climatici. Ora il marchio californiano si prepara a compiere un altro grande passo: “aggredire” il mercato cinese. La Tesla ha infatti già aperto una prima stazione di Supercharger a Pechino. È la terza sul territorio, dopo le altre due aperte a Shanghai. Considerato che Pechino ha una sensibilità green mediamente inferiore rispetto ai Paesi Occidentali, il passo compiuto dall’azienda potrebbe non essere affatto avventato. Di sicuro, potrebbe aiutare ad abbassare i livelli di inquinamento di una città che è ai massimi storici.

Musk sembra intenzionato a “battere il ferro finché è caldo” e ha già annunciato che tutto è pronto per iniziare a costruire altri 40 punti di ricarica. In poco tempo, da tre, le stazioni Supercharger della Cina potranno passare a 15, diventando il secondo Paese per concentrazione di punti, preceduto solo dagli Stati Uniti. Secondo Musk, questi presupposti potrebbero rilanciare la vendita di veicoli elettrici in Oriente. Se la Cina dovesse avvicinarsi al numero di auto vendute negli Usa già nel 2015, si creerebbero tutte le condizioni per creare uno stabilimento di veicoli nel Paese, abbattendo i costi di produzione e la tassa di importazione dei mezzi che è impostata al 25%. Come fa notare Il Fatto Quotidiano, infatti, negli Stati Uniti una model S costa 71mila dollari, in Cina 118 mila.  E abbattere i costi sembra essere proprio il perno su cui Musk intende fare leva per rilanciare il settore e la sua azienda. L’apertura dei brevetti ne è un esplicito segnale. Stesso discorso varrebbe per i punti di rifornimento. L’obiettivo di Musk in questo senso sarebbe condividere con gli altri la tecnologia delle stazioni di ricarica, in modo da far utilizzare a tutti la tecnologia Tesla, diventando leader indiscusso anche dei rifornimenti. Per adesso, sembra che ci sia un problema: nelle Supercharger, la maggior parte delle auto in circolazione (eccetto le auto Tesla ovviamente) non è in grado di sopportare l’elevato livello di energia erogato. Per quanto riguarda l’Italia, sembra che per l’inverno 2014-2015 sia in progetto un punto Supercharger per l’area Centro-Nord.

(Foto: multivu.com)

Fonte: ambientebio.it

Mobilità elettrica a Torino, piccoli passi avanti in Comune

Bilancio comunale, approvato un emendamento finalizzato ad inserire tra le opere di urbanizzazione primaria le “infrastrutture anche private, destinate alla ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica”. M5S: “La mobilità elettrica dovrà diventare il futuro della ricerca nel settore”375867

Bilancio comunale, approvato un emendamento finalizzato ad inserire tra le opere di urbanizzazione primaria le “infrastrutture anche private, destinate alla ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica”. L’emendamento, presentato dal M5S, nasce con lo scopo di iniziare a supplire alla carenza totale di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici e di compiere un importante passo avanti nella promozione della mobilità sostenibile. Un settore che, per il movimento, “dovrebbe costituire il futuro e la principale area di ricerca e sperimentazione per aziende che invece si ostinano ad investire nella vecchia industria automobilistica, con motori a scoppio, inquinanti, rumorosi e bisognosi di continua manutenzione, ormai satura e priva di prospettive”.

Fonte: eco dalle città