Domenica 6 maggio a Torino torna il Bike Pride, la festa in bicicletta più grande d’Italia

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La partenza della parata sarà alle ore 15.30 dal Parco del Valentino. Per tutta la giornata stand di attività bike friendly, associazioni con intrattenimento musicale e interventi sul tema della mobilità ciclistica e dello urban cycling. Quest’anno anche la V edizione della Brompton World Championship

Domenica 6 maggio 2018, al Parco del Valentino torna protagonista la bicicletta con due importanti eventi dedicati al mondo del ciclismo urbano: la IX edizione del “Bike Pride”, la tradizionale parata annuale di biciclette organizzata dall’Associazione Bike Pride Fiab Torino, e la V edizione della Brompton World Championship, un evento dedicato agli appassionati di Brompton, organizzato da Bike Id, negozio specializzato nella vendita di biciclette pieghevoli.

Dalle 10 alle 19.30, al Parco del Valentino verranno allestiti stand di attività bike friendly, associazioni con intrattenimento musicale e interventi sul tema della mobilità ciclistica e dello urban cycling.

Bike Pride 2018, costruiamo noi la strada: il crowdfunding

Il “Bike Pride” è uno dei più grandi eventi ciclistici d’Europa: dal 2010 hanno partecipato oltre 120 mila persone per rivendicare il diritto di tutti a utilizzare le strade in sicurezza e in libertà.

È una pedalata libera e aperta a tutti per le vie di Torino con l’obiettivo di ricordare alla Città e all’Amministrazione che si è in tanti a usare quotidianamente la bicicletta ogni giorno, per andare a lavoro, all’università, a scuola o uscire con gli amici. E proprio l’uso quotidiano della bicicletta come mezzo di trasporto in città è il focus dell’edizione 2018.

La partenza della parata sarà alle ore 15.30 dal Parco del Valentino. Il percorso si snoderà per le vie della città, chiuse al traffico a motore. La partecipazione alla parata è aperta a tutti, non serve iscrizione.

“Costruiamo noi la strada” è lo slogan per la IX edizione, per ribadire il futuro in mano alla mobilità sostenibile e la necessità di investire in infrastrutture adeguate che possano cambiare forma alle città.

Le più progredite e vivibili città europee hanno da tempo indicato la strada e messo la bicicletta al centro della progettazione degli spazi pubblici: le città possono e devono essere ritrasformate in luoghi di vita, di socialità, di commercio, di gioco con al centro la persona, non i mezzi di trasporto. “La strada è uno spazio pubblico e di vita, non esclusivamente un parcheggio o una pista per correre” commenta Fabio Zanchetta, presidente di Bike Pride Fiab Torino – e con questa edizione chiediamo ancora una volta all’Amministrazione di considerare il “ciclismo urbano” come uno strumento per valorizzare e rivoluzionare lo spazio urbano oltre, naturalmente, a rappresentare una valida soluzione all’inquinamento, alla congestione veicolare delle città alla sicurezza stradale”.

E per sostenere concretamente questa azione, Bike Pride lancia un crowdfunding, per finanziare le attività dell’associazione, dall’organizzazione dell’evento annuale alle costanti attività di lobby, e per partecipare alla costruzione di infrastrutture per la nostra città.

“Troppe volte ci siamo sentiti rispondere dall’Amministrazione che mancano i soldi per le infrastrutture, ma gli interventi per la mobilità ciclistica possono essere anche low cost, come più volte abbiamo avuto modo di mostrare – spiega Fabio Zanchetta – Con questa raccolta fondi vogliamo quindi da un lato coinvolgere i cittadini nel cambiamento dello spazio pubblico e dall’altro finanziare la ciclabilità della nostra città”.

I soldi raccolti andranno per metà all’associazione e per metà a sostegno della continuazione della “via ciclabile universitaria” su corso Palermo con l’indicazione tramite segnaletica orizzontale del limite dei 30 km/h e del simbolo della bici per indicare la strada condivisa con le biciclette.

Il crowdfunding è su www.buonacausa.org/bike-pride-2018389230_2

Brompton World Championship – BWC

L’edizione italiana del campionato mondiale di Brompton si terrà per la prima volta a Torino, organizzato da Bike Id (www.bikeidentity.it), negozio specializzato in biciclette pieghevoli in collaborazione con Brompton Italia.

Il Brompton World Championship di Torino è un evento satellite del BWC Final che si tiene ogni estate a Londra e accende la fantasia di tutti gli amanti del brand inglese di bici pieghevoli. I vincitori parteciperanno di diritto alla finale mondiale sabato 28 luglio, durante il celebre Prudential Cycling Festival.

Sono 300 i partecipanti provenienti da tutta Italia attesi per la prima edizione torinese, che vedrà i “pieghevolisti” gareggiare su un circuito di 14 km intorno al Castello del Valentino, con partenza alle 12 di domenica 6 maggio. Chi preferisce prendersela comoda e puntare sullo stile potrà scegliere un percorso breve di 6,2 km.

I requisiti sono: partecipare con una bici Brompton e rispettare un dress code che impone camicia, giacca e cravatta (o il foulard per le signore) e che incentiva a dare spazio alla fantasia.

Il costo di iscrizione è di 35 euro se ci si iscrive online sul sito https://bwctorino2018.com e 40 euro se ci si iscrive durante il giorno dell’evento (informazioni: info@bikeidentity.it, tel. 011.0206297,dalle 9.30 alle 19.30 escluso domenica). Il costo di iscrizione include il pranzo e la medaglia di partecipazione.

Premi (per i partecipanti al percorso lungo):

  1. 1° uomo e 1ª donna: un biglietto aereo economy A/R + l’iscrizione gratuita per partecipare al BWC Final 2018 che si terrà in Inghilterra
  2. 2° e 3° classificato
  3. il migliore dei veterani (over 50)
  4. le prime squadre classificate (uomo e donna, sono escluse le squadre miste)

Premi (per tutti i partecipanti):

  • il miglior vestito uomo e la miglior vestita donna

Durante la giornata si terrà anche il “Folding Contest Italia”, la gara che premia il ciclista più rapido nel ripiegare la propria bici.

Fonte: ecodallecitta.it

Approvata la Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica. Enorme soddisfazione di tutti i promotori

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La Commissione Trasporti del Senato ha approvato la Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica. Il provvedimento assegna per la prima volta in Italia allo Stato e al MIT il compito di sviluppare la mobilità in bicicletta, con un budget iniziale di 500 milioni di euro. Si temeva che non ci fosse abbastanza tempo per l’approvazione entro questa legislatura e invece il risultato è stato raggiunto in extremis: giovedì 21 dicembre la Commissione Trasporti del Senato ha approvato la Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica. Il provvedimento assegna per la prima volta in Italia allo Stato e al MIT il compito di sviluppare la mobilità in bicicletta, con un budget iniziale di 500 milioni di euro. Due i punti fondamentali su ci si sviluppa il provvedimento: lo sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano e metropolitano e lo sviluppo della mobilità ciclistica su percorrenze definite a livello regionale, nazionale ed europeo. E cerca di farlo attraverso un coordinamento tra lo Stato e le Regioni, chiamate a una pianificazione puntuale su base annuale.  Fiab parla di un momento storico per l’Italia: “Nel novembre 2007 a Milano si svolgeva la 1° Conferenza Nazionale della Bicicletta, organizzata dal Ministero dell’ambiente e dalla Provincia di Milano.

Fautore e vero play maker di questa Conferenza fu l’allora presidente FIAB, l’indimenticato Gigi Riccardi. Fu in quella sede che si posero le basi perché si sviluppasse una politica nazionale della ciclabilità che oggi vede la luce con la 1^ Legge Nazionale sulla mobilità ciclistica che all’art. 1 recita: La presente legge persegue l’obbiettivo di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative….“.
“Un provvedimento che sancisce, finalmente, che la bicicletta non è un gioco per il tempo libero come la si è sempre considerata, ma un vero mezzo di trasporto al pari degli altri, inserito nelle attività di sviluppo del Ministero dei Trasporti e per il quale sono necessari interventi diversi per una crescita adeguata, come si fa per gli altri mezzi di trasporto”.
“La mia soddisfazione è enorme – ha scritto l’onorevole Paolo Gandolfi, promotore della legge – e la voglio condividere con tutti i ciclisti italiani, anche se oggi un grazie speciale va ai colleghi senatori che hanno compiuto il miracolo approvando definitivamente la legge in un mese oltre che ai colleghi dell’intergruppo, alla Fiab che l’ha promossa e al Ministro Delrio che l’ha sempre sostenuta”.

Per Antonio Decaro, presiedente Anci e primo firmatario del provvedimento “è un’emozione grandissima. Avevo preso un impegno con tanti ciclisti della mia regione candidandomi in Parlamento e oggi credo di averlo mantenuto. Ringrazio i tanti parlamentari dell’intergruppo che, indipendentemente dal loro schieramento politico, insieme a Lello Sforza, alla Fiab e a tante associazioni, mi hanno aiutato a scrivere la legge, al mio amico Paolo Gandolfi che, quando ho lasciato il Parlamento per fare il sindaco della mia città, ha seguito passo dopo passo l’iter di approvazione e il ministro Delrio che ci ha sostenuti per un Paese più a misura di ciclista”.

Soddisfazione anche da parte del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, che ha scritto in una nota: “La Cenerentola della mobilità, la bicicletta, assume pari dignità in città, in periferia e nei percorsi turistici, rispetto agli altri mezzi e guida il cambiamento verso la mobilità dolce e alternativa. È uno scatto culturale e nella pianificazione delle opere, per il quale il nostro Paese è pronto e di cui dobbiamo ringraziare tutti i Parlamentari con i quali abbiamo collaborato”.

Fonte: ecodallecitta.it

 

Il rilancio della bicicletta: passa la legge alla Camera

Approvata alla Camera la legge sulla mobilità ciclistica che, tra le altre cose, prevede la messa in rete di circa seimila chilometri di percorsi ciclabili e politiche di agevolazione per cambiare il paradigma della mobilità. Ora si attende il passaggio al Senato; ma ci sarà prima della fine della legislatura?9693-10468

L’approvazione alla Camera della legge sulla mobilità ciclistica presentata nel 2014, che già aveva avuto una battura d’arresto, si è guadagnata il plauso delle associazioni che in Italia coltivano la passione delle due ruote. Ora però si dovrà attendere la votazione al Senato. «Con l’approvazione, lo Stato assume pienamente la pianificazione della mobilità ciclistica, insieme alle Regioni – spiega la Fiab – Esattamente come il sistema autostradale o il sistema ferroviario, con questa legge la ciclabilità fa parte di una strategia di mobilità che diventa prioritaria nei centri urbani e per lo sviluppo del turismo nel Paese».

Alcune misure coinvolgono anche i livelli locali di governo: è previsto infatti che tutti i comuni, anche quelli al di fuori delle città metropolitane, predispongano dei Piani urbani della mobilità ciclistica.

Qui trovate la proposta di legge; qui il resoconto dei lavori.

Nel settembre scorso, però, le cose erano andate diversamente. Era stata ritirata dalla discussione in Parlamento a causa di un parere non positivo ricevuto dalla commissione del Ministero dell’Economia e Finanze (MEF). A essere messa in dubbio era stata la copertura economica della legge. Commenta Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab: “E’ un grande traguardo quello raggiunto oggi con l’approvazione della Legge sulla mobilità ciclistica. E’ un premiare le tante città che stanno faticosamente portando avanti politiche per la mobilità sostenibile e che oggi possono avere il supporto di una politica nazionale. Sappiamo che c’è ancora molta strada da fare per portare la mobilità ciclistica ad un livello dei migliori paesi europei, ma oggi ci piace vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Ci piace sapere che il tanto lavoro fatto da FIAB Onlus in questi anni sta portando dei frutti, ci piace pensare che questo passaggio possa essere l’inizio di un percorso verso un nuovo modello di sviluppo della nostra economia, ci piace credere che possiamo dare ai nostri bambine e bambini città nuove e più vivibili e se lo sono per loro lo sono per tutti. Un grazie di cuore, mio personale e a nome di FIAB Onlus, va a Paolo Gandolfi che so che ci ha messo non solo la sua esperienza di amministratore pubblico, competenza tecnica e tenacia per portare a casa questo risultato, ma ci ha messo soprattutto il cuore».

«Il via libera della Camera alla legge sulla mobilità ciclistica dota finalmente il nostro Paese di uno strumento importante per lo sviluppo della ciclomobilità», ha detto il presidente nazionale di Legambiente, Rossella Muroni. Legambiente sottolinea come «a questo risultato si sia arrivati con un grande lavoro di squadra, grazie alla tenacia di Paolo Gandolfi e Antonio Decaro, rispettivamente relatore e primo firmatario e della legge, cui sono state abbinate anche altre proposte, tra cui quella per la tutela e lo sviluppo della mobilità in bicicletta di Ermete Realacci, nonché il contributo e il sostegno delle associazioni nazionali».

Legambiente ha stimato che «già oggi il PIB, il Prodotto Interno Bici del nostro Paese, è pari a 6 miliardi, 206 milioni e 587.766 euro».

«Questo patrimonio – somma della produzione di bici e accessori, delle ciclovacanze e dell’insieme delle esternalità positive generate dai biker (come risparmio di carburante, benefit sanitari o riduzione di emissioni nocive) – appare ancora più rilevante soprattutto in considerazione del carattere adolescenziale della ciclabilità in molte parti d’Italia, sia per gli aspetti relativi alla mobilità (usa sistematicamente la bici per i propri spostamenti appena il 3,6% della popolazione), sia per quello che riguarda il turismo su due ruote».

Fonte: ilcambiamento.it

Doccia fredda per la mobilità ciclistica. Rimandata l’approvazione della legge quadro

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La proposta di legge quadro sulla mobilità ciclistica è stata frenata alla vigilia dell’approvazione alla Camera, mercoledì 19 ottobre. Fiab: “Battuta d’arresto che sembra sancire la definitiva condanna della legge all’oblio”

Sarebbe potuto essere il passo decisivo e invece niente. La proposta di legge quadro sulla mobilità ciclistica è stata frenata alla vigilia dell’approvazione alla Camera, mercoledì 19 ottobre, giustificata dalla mancanza di un parere tecnico della Commissione Bilancio relativo alla copertura finanziaria del provvedimento. Sono due anni che il disegno di legge “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica” percorre stancamente l’iter parlamentare, dopo aver subito numerose interruzioni che però non ne hanno mai compromesso il contenuto. Sembrava che questa fosse finalmente la volta buona ma è arrivato lo stop, inaspettato. Comprensibile la delusione del relatore del provvedimento, l’onorevole Paolo Gandolfi dell’Intergruppo Parlamentare per la Mobilità Nuova e Ciclistica: “Abbiamo presentato le linee guida della proposta di legge il 14 febbraio 2014 in un convegno alla Camera. Spererei di arrivare all’approvazione quanto prima anche perché il consenso sui contenuti, a quanto mi risulta, è trasversale e non vedo ostacoli oggettivi all’orizzonte. Certo, questo stop non ci voleva“.

FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, è molto più pessimistica e dice che la battuta d’arresto alla Camera sembra “sancire la definitiva condanna della legge all’oblio”. La presidente, Giulietta Pagliaccio, tuona: “Adesso basta. Basta dire quanto siamo bravi e belli a impegnarci per lo sviluppo della mobilità sostenibile che fa tanto bene all’ambiente e alla salute. Si deve finalmente avere il coraggio di affrontare l’argomento da un’altra prospettiva: parliamo di soldi e di come sia conveniente investire nella ciclabilità e nelle relative infrastrutture che, a differenza delle “grandi opere”, portano risultati nel breve periodo e con guadagni per l’intera collettività”.

Secondo un autorevole studio condotto dalla città di Copenhagen, infatti, un segmento d’infrastruttura ciclabile lungo 1 km porta un guadagno netto di 42 centesimi per ogni ciclista che lo percorre, mentre lo stesso km fatto in auto genera una perdita di 3 centesimi. E, poiché la matematica non è un’opinione, è facile comprendere come il ritorno generato da quel km, percorso da una media di mille ciclisti, sia di 420 euro al giorno, di fatto oltre 150.000 euro in un anno.

“La Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica era funzionale per sostenere, anche in Italia, una nuova politica nazionale che, con un rinnovato approccio, potesse dare seguito alle ormai note esigenze di città soffocate dal traffico e dall’inquinamento – afferma ancora Giulietta Pagliaccio. – L’80% della popolazione italiana vive all’interno di agglomerati urbani ed è dunque urgente agire sulle necessità di mobilità quotidiana delle persone con interventi realizzabili in tempi brevi e con investimenti che possano garantire risultati immediati e ritorni economici per l’intera società”.

“Ci auguriamo adesso – conclude la presidente FIAB – che almeno la Legge di Stabilità includa in modo specifico altre risorse per la mobilità ciclistica chiaramente identificabili, senza diluirle sotto l’ampio cappello della mobilità sostenibile dentro cui, ogni volta, la bicicletta resta la cenerentola rispetto ad altri interventi come, ad esempio, per l’auto elettrica.”

Qui trovate la presentazione della legge, presentata a suo tempo dall’on. Decaro:http://www.fiab-onlus.it/bici/attivita/proposte-di-legge/item/1187-legge-decaro.html e qui trovate gli atti della Commissione parlamentare che l’ha discussa e modificata in questi 2 anni, sottoponendola anche ai diversi pareri necessari (risultati tutti positivi):http://www.camera.it/leg17/126?tab=1&leg=17&idDocumento=2305&sede=&tipo=

Fonte: ecodallecitta.it

Parcheggi custoditi o automatizzati per biciclette, alcuni esempi in Europa

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Nell’ambito del progetto Giovani&SenzaMotori è emerso il tema della custodia delle bici parcheggiate. L’architetto Matteo Dondè ci illustra alcuni parcheggi custoditi in Europa, ottimo incentivo per la diffusione della mobilità ciclabile

di Matteo Dondè

La paura del furto è in qualsiasi città del mondo uno dei fattori di maggior disincentivo all’uso della bicicletta in ambito urbano. Quante volte vi è stata rubata la bicicletta? Quante volte avete rinunciato ad utilizzarla se nel luogo da raggiungere non c’era un parcheggio sicuro? Il tema è tanto importante che diverse città nel mondo si sono attrezzate con parcheggi per biciclette custoditi o automatizzati. In qualsiasi area in cui è presente, attesa o auspicata una concentrazione di biciclette parcheggiate, dovrebbe esserci la possibilità di parcheggiare in spazi pubblici dedicati, ben organizzati, comodi e sicuri. Questa soluzione di per sé incoraggerà la mobilità ciclistica. Come riportato dall’interessante scheda tecnica realizzata da Presto, esistono piccoli parcheggi distribuiti in modo capillare che consentono ai ciclisti di parcheggiare le bici per brevi periodi in prossimità della loro destinazione, per esempio quelli costituiti da supporti a U rovesciata, in modo da poter legare sia telaio che ruota; esistono poi depositi più grandi, complessi e sicuri che permettono ai ciclisti di lasciare le biciclette per periodi più lunghi, un’intera giornata, tutta la notte o perfino diversi giorni. La prima volta che vidi un parcheggio automatizzato fu a Berna nel 2004. In un viaggio studio organizzato dalla Fiab, l’ing. Balsiger dell’Ufficio Strade Cantonale di Berna ci mostrò un piccolo edificio di cemento, posizionato vicino ad una delle piazze centrali della città, dove era possibile parcheggiare molte biciclette con un sistema automatizzato a due livelli: l’accesso era possibile unicamente con una tessera personale il cui utilizzo consentiva di liberare unicamente la propria bicicletta. Il sistema risultava pratico, comodo e sicuro, utilizzabile da tutti gli utenti con facilità.bici2

Tale struttura consente un buona capacità di parcheggio e ottimizzazione degli spazi, ma l’offerta da allora si è molto sviluppata, consentendo interventi anche più “leggeri” ed economici, e con dimensioni adeguate a seconda delle necessità. La gestione e la sorveglianza degli accessi possono essere di competenza di personale apposito, oppure parzialmente o totalmente automatizzate. Una recente novità ha visto la comparsa di depositi per biciclette totalmente automatizzati posizionati lungo le strade. Come riporta la scheda tecnica sopracitata, il principio di base è che le biciclette vengono consegnate a un sistema che le parcheggia automaticamente in un deposito sotterraneo. Il vantaggio è che il sistema funziona 24 ore su 24 e garantisce la massima sicurezza sia alla bicicletta che al ciclista. Spesso c’è anche lo spazio sufficiente per depositare casco e giacca. Inoltre questi sistemi sono accessibili allo stesso livello della strada e possono essere posizionati in luoghi visibili e ben illuminati di notte. bici3

Un esempio molto interessante è quello realizzato dalla Biceberg: un sistema totalmente automatizzato per il parcheggio sotterraneo delle biciclette (moduli da 23, 46, 69 o 92 biciclette). In Spagna sono già operativi diversi tipi di Biceberg nelle città di Zaragoza, Victoria, Huesca e Girona. Come detto in precedenza, esistono tuttavia anche soluzioni a basso costo, come ad esempio la custodia delle biciclette affidata ad associazioni in occasione di eventi particolari, oppure l’uso di strutture trasportabili come la Container Shelter Box di Milano che propone, anche in affitto, strutture metalliche economiche, sicure, movimentabili facilmente presso i principali punti chiave di qualsiasi città.
Anche in Italia sono state realizzate e sono in corso di realizzazione diverse bicistazioni, più custodite che automatizzate, ma prevalentemente ubicate nei pressi delle stazioni ferroviarie. Come insegnano le migliori esperienze, è però necessario iniziare a realizzarle anche nelle zone più centrali delle città o comunque nei pressi dei principali attrattori di traffico. E per rendere comprensibile a tutti di cosa si tratta, forse è meglio utilizzare l’italiano per evitare che la domanda che mi è stata recentemente posta da un anziano si moltiplichi senza controllo: “Ma cos’è sta VELOstazione?”

fonte:  ecodallecitta.it

Conferenza Regioni. Mobilità ciclistica. Ruolo di coordinamento nazionale alla Puglia

Si è insediato a Roma il gruppo di lavoro nazionale “mobilità ciclistica” all’interno del coordinamento interregionale tecnico della Commissione infrastrutture, mobilità e governo del territorio della Conferenza delle Regioni. La Puglia è stata la più votata al ruolo di coordinamento delle Regioni380641

Si è insediato a Roma il gruppo di lavoro nazionale “mobilità ciclistica” all’interno del coordinamento interregionale tecnico della Commissione infrastrutture, mobilità e governo del territorio della Conferenza delle Regioni. La Puglia è stata la più votata al ruolo di coordinamento delle Regioni. Gli altri candidati erano la Provincia autonoma di Trento e la Regione Abruzzo. La quasi totalità delle Regioni e delle Province autonome ha aderito al tavolo, segno che il tema è molto sentito dalla pluralità di amministrazioni regionali.  L’assessore alla mobilità sostenibile Giovanni Giannini, dichiara: “Siamo innanzitutto soddisfatti che, all’interno della Conferenza delle Regioni, si sia insediato il gruppo di lavoro nazionale sulla mobilità ciclistica. Le Regioni avvertivano da tempo la necessità di parlarsi e di confrontarsi su aspetti della mobilità ciclistica ancora marginali sia a livello normativo che finanziario, e di poter, quindi, condividere proposte e soluzioni. Siamo ovviamente compiaciuti che la Regione Puglia sia stata la più votata al ruolo di coordinamento nazionale”.

Cinque i sottogruppi di lavoro individuati e i relativi responsabili: segnaletica e standard tecnici di sicurezza (Provincia di Trento), mobilità urbana, pianificazione, mobility management, intermodalità (Regione Emilia Romagna), mappatura e georefenziazione degli itinerari, utilizzo dei sedimi ferroviari dismessi (Regione Toscana), programmazione e finanziamenti (Regione Liguria), rete nazionale di percorribilità ciclistica (Regione Puglia).

 

Fonte: ecodallecitta.it

Mobilità ciclistica 2013: 283 km di nuovi itinerari e 7 milioni da Regione Lombardia

Inaugurazione Settimana Europea della Mobilità in Bicicletta: l’assessore Cavalli ha spiegato gli investimenti di Regione Lombardia nel 2013. 30 milioni di euro, di cui 7 dalla Regione. Mantova e Brescia le province con più nuovi km di itinerari. Da aprile 2014 la Lombardia ha anche un PRMC, Piano Regionale della Mobilità Ciclistica380265

283 km di nuovi percorsi ciclabili realizzati, per un investimento complessivo di circa 30 milioni di euro, 7 dei quali provenienti dalla Regione. Mantova e Brescia le province che, con 79 e 68 km, hanno fatto di più nel 2013. La provincia di Milano quella che ha investito di più, con circa 11 milioni di euro.  Questi alcuni dati sugli investimenti in infrastrutture ciclistiche (itinerari, piste, stalli), illustrati ieri dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alberto Cavalli, alla presentazione della Settimana Europea della Mobilità in Bicicletta.
L’assessore ha spiegato come l’impegno delle Regioni per la ciclabilità sia innanzitutto quello dell’indirizzo e del coordinamento, oltre che d’investimento economico, ricordando come da aprile 2014 Regione Lombardia disponga anche del PRMC, il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica, che per legge le Regioni devono provvedere a redarre.
Un voluminoso Piano (circa 1000 pagine), quello della Lombardia, d’indirizzo ma non cogente, che richiama la rete europea, la rete nazionale dei percorsi ciclabili e promuove la connessione e l’integrazione del sistema ciclabile di scala regionale (17 itinerari) con i sistemi ciclabili provinciali e comunali e l’intermodalità. Il Piano regionale propone anche una segnaletica uniforme in tutta la Regione che, ha auspicato l’Assessore, “una volta valutatane l’efficacia, potrebbe essere estesa anche a tutto il territorio nazionale” E’ comunque l’intermodalità, il fronte della mobilità ciclistica sul quale la Regione si considera più impegnata. “Intermodalità vuol proprio dire – ha sottolineato Cavalli – che anche il treno deve essere ospitale per la bicicletta. Lo stesso deve valere anche per le stazioni. Vogliamo che la bici diventi sempre più un mezzo di trasporto ecologico che migliori la qualità della vita e dell’ambiente, ma deve essere sicuro e interconnesso”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il presidente nazionale della Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab), Giulietta Pagliaccio; il coordinatore regionale Fiab, Piercarlo Bertolotti e Ezio Intropido, presidente dell’associazione ‘Paullo che pedala’, che ha presentato uno dei 17 itinerari ciclabili inseriti nel PRMC: il numero 3, nella tratta in gran parte lungo il fiume Adda, da Paullo sino a Villa Chiavenna (con l’ausilio del treno da Lecco a Verceia). BIKE TO WORK

Grande attesa per l’appuntamento di venerdì mattina in Stazione centrale a Milano, dove l’assessore Cavalli ha invitato tutti i dipendenti della Regione Lombardia, per raggiungere insieme la sede di lavoro in bicicletta.

 

 

 

Fonte: ecodallecitta.it

Biciclette e mobilità sostenibile, l’Italia verso una svolta?

Presentata a Montecitorio la bozza di legge quadro nazionale sulla mobilità ciclistica nel corso del seminario ‘Italia, paese bike friendly?’ organizzato dalla Federazione italiana amici della bicicletta

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“Centri cittadini dove le macchine girano al rallentatore, ovvero predominanza delle cosiddette Zone 30? Pedoni e biciclette privilegiati nell’ormai incontrastato regno delle auto? La maggior quantità di bici che si comprano e si vedono in giro (un milione 606 mila contro un milione 450 mila auto nel 2012) sono il frutto della crisi o di uno sguardo ambientalista alla viabilità? Qual è la legislazione europea, qual è l’approccio italiano? Servono leggi o serve soprattutto un cambio di mentalità?”  Queste le domande da cui partono i lavori del gruppo interparlamentare sulla mobilità ciclistica, impegnato nell’elaborazione di una proposta di legge che promuova la mobilità sostenibile in Italia, sull’esempio dei Paesi del Nord Europa. “Il 60% degli spostamenti su una distanza non superiore ai 5 km avviene in automobile, il 15% su una distanza di soltanto 1 km – ha commentato Antonio Decaro (Pd) – A partire da questi dati abbiamo pensato di creare una legge nazionale sulla mobilità ciclistica che prevede un piano nazionale per la ciclabilità e una rete nazionale per le percorrenze ciclabili. Piano che tiene insieme le pianificazioni che Regioni ed enti locali, in particolare Provincie e Comuni, saranno obbligati a fare”.  La prima discussione sulla nuova legge è cominciata nel corso del seminario Fiab “La ciclabilità in Europa: come rendere un Paese bike-friendly?” organizzato a Montecitorio. Gli enti locali, prevede la bozza di legge quadro, “saranno obbligati a costruire una velostazione per il deposito e la riparazione delle biciclette in tutte le stazioni ferroviarie e dei bus extraurbani. Tutti i Comuni, poi, saranno obbligati a inserire all’interno dei regolamenti edilizi l’obbligo, in caso di concessione edilizia per edifici residenziali e terziario-direzionali, di mettere a disposizioni spazi o depositi per le bici, così come oggi accade per le automobili”.  Un modello partito in Puglia nel 2013 “grazie alla legge regionale 1/2013 per la mobilità ciclistica e che sta dando risultati importanti a partire dall’obbligo, che era già previsto dal codice della strada, di realizzare, in caso di costruzione di nuove strade, l’infrastruttura ciclistica a fianco della nuova strada. Con la legge regionale della Puglia, e speriamo con questa legge nazionale, metteremo una penale: chi non realizzerà questa infrastruttura perderà il finanziamento”.

Fonte:ecodallecittà

Una donna alla guida della FIAB: eletta Presidente nazionale Giulietta Pagliaccio

Dalla Venezia lascia il posto a Giulietta Pagliaccio, prima donna a capo della FIAB: “Stiamo vivendo un periodo di grazia per la bicicletta: un nuovo rinascimento per visibilità e popolarità. Ma altrettanto non si può dire delle politiche per la mobilità, ancora fortemente incentrate sull’auto privata”

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L’Assemblea generale dei delegati delle 130 associazioni aderenti alla FIAB, tenutasi a Vicenza nei giorni 6 e 7 aprile 2013, ha eletto una donna alla Presidenza nazionale: Giulietta Pagliaccio, già consigliera nazionale e vicepresidente nazionale della Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
Prende il posto di Antonio Dalla Venezia, a capo della FIAB dal 2007, a sua volta dopo aver ricevuto il testimone da quello che può essere definito il presidente storico della FIAB, il milanese Luigi Riccardi, scomparso prematuramente il 16 giugno 2008.
“Stiamo vivendo un periodo di “grazia” per la bicicletta – ha dichiarato la neo presidente Giulietta Pagliaccio – una sorta di nuovo rinascimento almeno in termini divisibilità popolarità. Altrettanto non si può dire invece delle politiche per la mobilità ciclistica che ancora faticano ad essere considerate una priorità nel quadro più generale delle politiche nazionali e locali per la mobilità, ancora fortemente incentrata sull’uso dell’auto privata”
“Sono convinta – ha proseguito la neo Presidente – che il nostro lavoro ultraventennale su questi temi non è passato invano e anche questa nuova attenzione è frutto del nostro impegno che, insieme ad altre associazioni ambientaliste, hanno sollecitato l’attenzione nei confronti dei temi ambientali come possibile chiave di volta per un nuovo sviluppo economico e sociale”.
“Per affrontare le importanti sfide che ci attendono – ha detto ancora Pagliaccio entrando nel merito dei prossimi impegni – dobbiamo, tra le altre iniziative, rafforzare la nostra organizzazione e dare più forza ai coordinamenti regionali che meglio di altri possono fare un lavoro organico sul territorio con le associazioni per relazionarsi sempre meglio con enti e istituzioni affinché la mobilità ciclistica entri a pieno titolo nell’agenda delle istituzioni locali e territoriali”.
“Sono particolarmente lieta – ha concluso la presidente FIAB – della presenza di nuovi giovani soci nel consiglio nazionale, del rafforzamento della presenza della Sicilia e, per la prima volta, dell’ingresso di un rappresentante, pure giovane, della Sardegna. Insieme possiamo creare le basi per il rinnovamento della Federazione.”
Ma chi sono i componenti del nuovo Consiglio nazionale per il biennio 2013-14? Ecco i nomi.
Riconfermati: Antonio Dalla Venezia, Marco Passigato, Giacomo Scognamillo , Marco Gemignani, Enrico Chiarini, Pina Spagnolello, Valerio Parigi, Stefano Gerosa, Mariella Berti, Antonella Vial e Umberto Rovaldi. Eletti per la prima volta: Cristina Castellari, Simone Morgana, Paolo Fabbri, Matteo Fois, Francesco Baroncini, Giuseppe Amorelli.Eletti anche i probiviri (Beatrice Galli, Alberto Deana e Andrea Astolfi) e i revisori dei conti (Antonella Longo, Marco Celentano e Fabrizio Montaini).

Fonte: eco dalle città

Velo-City 2013: Vienna ospiterà a giugno la 18^ edizione

Dall’11 al 14 giugno prossimi Vienna sarà capitale mondiale della mobilità ciclistica. Oltre 1200 partecipanti da tutti cinque i continenti prenderanno parte al “Velo-City 2013”, la più prestigiosa e specializzata conferenza al mondo su pianificazione e gestione della ciclabilità di tutti i giorni e del tempo libero374388

Lello Sforza

Oltre 1200 partecipanti da tutti cinque i continenti prenderanno parte al “Velo-City 2013”, la più prestigiosa e specializzata conferenza al mondo su pianificazione e gestione della ciclabilità di tutti i giorni e del tempo libero. Sede della conferenza lo storico Palazzo del Municipio. L’iniziativa, giunta alla sua 18^ edizione quest’anno è organizzata dalla Città di Vienna insieme all’European Cyclists’ Federation, organizzazione no-profit che raggruppa oltre 60 soggetti non governativi di tutto il mondo ed è titolare del marchio “Velo-City”. Durante il “Velo-City”, 330 relatori dai cinque continenti interverranno in 240 tra sessioni plenarie, seminari e workshop. In omaggio alla città famosa in tutto il mondo per la musica e per le biciclette (il 6% degli spostamenti cittadini a Vienna avviene in bici), lo slogan di quest’anno del Velo-City è “Il suono della bicicletta”. In occasione del Velo-City è stato inoltre lanciato un concorso a premi per l’idea più creativa ed innovativa riguardante la ciclabilità urbana. Eventi collaterali sono inoltre stati programmati per tutta la settimana, aperti anche al resto della città: proiezioni serali di film a tema, pic-nic in bicicletta, sfilate di moda in bicicletta e molti altro ancora. Ma non è tutto. Il 2013 è l’anno della bicicletta per la capitale austriaca. Insieme agli eventi diretti ed indiretti del Velo-City che interesseranno Vienna per un’intera settimana, l’Amministrazione comunale è fortemente impegnata per far aumentare gli indici di ciclabilità. Il vice sindaco Maria Vassilakou dichiara: “Entro il 2015 vogliamo far crescere la percentuale di spostamenti in bicicletta dal 6 al 10%. La Municipalità di Vienna sta lavorando con impegno per incrementare le infrastrutture ciclabili e per rendere la città più attraente, sicura e confortevole per chi va in bicicletta. Ma abbiamo bisogno anche di idee creative e di uno scambio internazionale di conoscenze. Per questo motivo, siamo particolarmente felici di ospitare la conferenza internazionale Velo-City. In questo modo potremo entrare in contatto con i migliori esperti al mondo di politiche e tecniche di mobilità ciclistica ma al tempo stesso mettere a disposizione il nostro sapere di metropoli al passo con i tempi nel settore dei trasporti. Oltre alla rete ciclabile urbana, Vienna già può contare su un efficiente sistema di trasporto pubblico che assicura il 37% degli spostamenti quotidiani”.

I relatori

Prestigiosa la lista dei relatori. Tra questi Siim Kallas, vice presidente della Commissione Europea, José Viegas, segretario generale del Forum Internazionale Trasporti, Howard Wolfson, vice sindaco di New York, Hep Monatzeder, vice sindaco di Monaco di Baviera, Amanda Ngabirano, pianificatrice urbana e scienziata ugandese. Inoltre esperti austriaci come Alec Hager, direttore e portavoce di Osterreich Radlobby, organizzazione federale che raggruppa tutte le associazioni austriache di ciclisti abitualio Georg Hauger, scienziato del Politecnico di Vienna.
I temi di Velocity

Ma quali saranno i temi trattati al Velo City? Accanto a trasporti e urbanistica si parlerà di ambiente, salute, energia, economia, educazione e comunicazione. La conferenza sarà aperta ufficialmente l’11 giugno dal sindaco di Vienna, Michael Haupl e dal suo vice, Maria Vassilakou insieme con il Presidente ECF Manfred Neun e il ministro federale austriaco dell’agricoltura e delle foreste, dell’ambiente e delle risorse idriche,Niki Berlakovich.
La tavola rotonda dei sindaci, da New York a Stoccolma

Da rilevare, nel ricco programma di incontri, una tavola rotonda che si terrà il 12 giugno. Interverranno i sindaci o i loro vice delle metropoli europee e mondiali, tra cui New YorkBratislavaPragaCopenaghenStoccolmaMonaco Stoccarda, per confrontarsi sulle politiche di mobilità a basso impatto ambientale della mobilità nelle città e negli agglomerati urbani. Ancora una volta, a Vienna si presenta come una piattaforma per lo scambio di know-how e modelli di implementazione. Last but not least. Maestro di Cerimonie la giornalista tedesca, Monika Jones volto noto in tutto il mondo della TV satellitare Deutsche Welle e ciclista abituale: tempo permettendo raggiunge gli studi televisivi di Berlino in bicicletta, percorrendo 28 Km al giorno.

 

Fonte: eco dalle città