La rete Rive e gli ecovillaggi in Italia

Abitare il proprio “luogo” e non un posto qualsiasi è una scelta fondamentale per l’affermazione della propria personalità, in relazione a se stessi e agli altri. Vivere in un ecovillaggio è la scelta che molti compiono per abitare seguendo i principi della sostenibilità, del consumo responsabile e soprattutto della condivisione. In Italia 23 degli ecovillaggi presenti sul territorio sono riuniti nell’Associazione RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici) – un coordinamento di comunità, ecovillaggi e singole persone interessate ad esperienze di vita comunitaria – che raccoglie esperienze molto diverse tra loro ma che non è inclusiva di tutte le realtà di questo tipo presenti nel nostro paese.

RIVE è nata nel 1996 con lo scopo di tenere in contatto le diverse esperienze che si erano consolidate fino a quel momento e per fornire supporto a quelle che sarebbero nate in futuro. All’epoca il nucleo operativo era composto solo da quattro realtà: Torre Superiore, Comune di Bagnaia, Damanhur e Popolo degli Elfi. A metà degli anni ’90 in Italia non si parlava quasi per niente di ecovillaggi e le uniche esperienze simili, quelle delle comuni, erano spesso naufragate senza successo.rive-1

Mimmo Tringale – oltre ad essere direttore della rivista AMM Terra nuova – è stato fondatore e presidente della rete per oltre dieci anni, ne ha seguito lo sviluppo e ha visto unirsi e incontrarsi numerose esperienze anche tanto diverse tra loro. Oggi la RIVE è il più importante punto di riferimento per gli ecovillaggi italiani e la sua ricchezza sta proprio nella capacità di unire in un’unica rete anche scelte molto differenti tra loro. Alcune hanno un taglio politico molto marcato, altre si basano su una profonda spiritualità, ma per tutti quello che conta di più è la volontà di condivisione di una scelta mirata ad andare oltre il “vivere” tradizionalmente inteso. È chiaro che le difficoltà esistono, soprattutto all’inizio, ci vuole tempo per abbandonare la tipica dinamica dello scontro e passare ad una fase più operativa fondata sul confronto. E quello che offre la rete è proprio questo: la facilitazione degli incontri per i nuovi membri che si stanno cimentando nella ricerca o nella fondazione di un ecovillaggio, riunioni e seminari aperti a tutti i “curiosi” che vorrebbero avere maggiori informazioni su questo tipo di scelta, e un contatto diretto con il movimento internazionale degli ecovillaggi tramite la partecipazione alla GEN- Europe (Global Ecovillage Network) per essere sempre aperti ai nuovi spunti che possono arricchire le esperienze in corso.MG_2917

Francesca Guidotti, attuale presidente della RIVE, chiarisce che non ci si può approcciare al tema dell’ecovillaggio in maniera semplicistica. Trovare quello adatto a se stessi è come trovare un “luogo dell’anima”, bisogna prima di tutto visitarlo e poi viverlo il tempo necessario per capire qual è lo stile di vita e se si conforma alla nostra personalità. La rete RIVE supporta anche altre realtà che promuovono un abitare sostenibile, come l’Associazione culturale Senape che sta lavorando alla proposta di un progetto di recupero e ristrutturazione delle ex caserme del comune di Imperia per uso pubblico e sociale, o le varie esperienze di cohousing sociale – “coabitazione”, in italiano. Si tratta di una forma particolare di vicinato, dove viene preservata la privacy degli spazi abitativi ma vengono condivisi molti spazi relativi ai servizi comuni.riv3

È una scelta che permette di superare l’isolamento tipico dei condomini rispondendo ad una serie di questioni pratiche del vivere con una sorta di “welfare” personalizzato, ma è una struttura che rimane molto diversa rispetto a quella degli ecovillaggi. La prima esperienza di cohousing è sorta nel 1972 in Danimarca, negli anni successivi si è propagata nei vicini stati scandinavi e negli anni ’80 gli enti pubblici hanno riconosciuto questa esperienza a livello ufficiale. Oggi si contano migliaia di esperienze in tutto il mondo e anche in Italia sono registrate nella rete otto realtà, di cui due in grandi città come Torino e Milano. Come puntualizza Mimmo Tringale, quali che siano le proprie esigenze relative all’abitare, “per cambiare il mondo è importante saper vivere conciliando le diversità, perché proprio la diversità è ricchezza”.

 

fonte: italiachecambia.org

AAM Terra Nuova: quando il cambiamento parte dall’informazione

Dall’alimentazione alla medicina naturale, dall’agricoltura biologica alla permacultura, dalla bioedilizia al consumo critico, dall’ecoturismo alla ricerca interiore. Nata nel 1977 la rivista mensile AAM Terra Nuova  costituisce un punto di riferimento importante del mondo naturale e delle buone pratiche. Da decenni, inoltre, Terra Nuova funge da collegamento tra le varie realtà della rete ecologica e biologica italiana. Già negli anni ’80, infatti, Terra Nuova si è fatta promotrice del movimento dell’agricoltura biologica, più tardi della Rete italiana degli ecovillaggi (1) e oggi del movimento del co-housing. L’acronimo AAM sta per “Agricoltura, Alimentazione e Medicina” ma gli argomenti trattati dalla rivista abbracciano ogni aspetto del nostro quotidiano. La possibilità di cambiamento, infatti, ci può essere solo quando i vari saperi si incontrano. Ne è convinto Mimmo Tringale, direttore responsabile della rivista e tra i fondatori della Rete Italiana degli ecovillaggi (Rive). “Una delle problematiche attuali – afferma Tringale – è la parcellizzazione dei saperi e delle esperienze. Per fare un esempio, c’è chi cura la propria salute in modo naturale ma allo stesso tempo guida veicoli altamente inquinanti”.

“Per cambiare la propria vita e la società è necessaria una visione d’insieme e servono nuovi strumenti: non si può costruire un mondo nuovo usando strumenti vecchi”. Il primo tra i nuovi strumenti indispensabili secondo Mimmo Tringale è proprio la comunicazione: “la comunicazione ecologica e non-violenta sono strumenti formidabili per imparare a crescere come gruppo”.

Un altro strumento molto importante è la permacultura, come strumento di organizzazione e pianificazione. “Spesso – continua Tringale – la permacultura viene intesa esclusivamente come un tipo di agricoltura; invece se utilizzata bene può rappresentare un modo per pianificare qualsiasi attività”.MG_2943

Un altro tra gli strumenti ai quali fa riferimento Tringale è la crescita personale: “non si può costruire un mondo nuovo senza mettere in discussione le proprie idee. È fondamentale avere degli strumenti per capire se stessi e per capire gli altri. Oggi vedo che c’è più consapevolezza, anche se forse ce ne potrebbe essere ancora di più”.

Malgrado la crisi generale del mondo dell’editoria, negli ultimi 15 anni AAM Terra Nuova è cresciuta sia come copie vendute che come punti vendita dove è possibile acquistare la rivista. Abbiamo chiesto a Mimmo Tringale a cosa, a suo avviso, è riconducibile questo trend positivo. “Questo dato – ci spiega Tringale – ci ha sorpreso, considerata la crisi generale del mondo dell’editoria. Ci siamo interrogati su come mai si continua a registrare questa crescita. La risposta che ci siamo dati è che è che è come se questa crisi avesse smascherato il sistema in cui viviamo tutti: anche coloro che erano rimasti abbagliati dalle luci e dai racconti di terre promesse si sono resi conto che si tratta invece di un grande bluff e improvvisamente si sono trovati senza soldi o con lavori precari. È così che le persone più consapevoli hanno iniziato a cercare di più ciò che per loro poteva essere più salutare e autentico. Non è quindi un caso che esperienze come la nostra hanno sentito molto meno la crisi. Anche il biologico è stato l’unico settore dell’agroalimentare che ha continuato a crescere”.MG_2960

Da sempre un tema centrale di Terra Nuova è quello della decrescita. “La decrescita – spiega Tringale – ha fornito una cornice teorica alla sobrietà e l’ha trasformata da scelta individuale a possibilità collettiva, o forse una delle poche alternative possibili per continuare a vivere su questo Pianeta. Noi oggi stiamo vivendo una decrescita infelice perché non governata, e quindi una decrescita che ampi strati della popolazione stanno pagando a caro prezzo. Questa decrescita, in ogni caso, sta selezionando anche le scelte delle persone. La scelta più ecologica, a mio avviso, è quella di riuscire a tessere delle reti e ricostruire radici laddove si vive”.

“A me piace essere ottimista e sono convinto che ci sia oggi un aumento di consapevolezza. Per esempio nel mondo degli ecovillaggi c’è un grande fermento. C’è un grande numero di progetti che stanno nascendo. Pur con mille difficoltà, c’è molto desiderio da parte dei giovani di cercare un’alternativa. Io spero molto nelle nuove generazioni, che mi sembrano molto meno legate agli schemi ideologici da cui veniamo noi. È a loro che dobbiamo dare fiducia e spazio”.

  1. Della Rete Italiana degli Ecovillaggi, fondata da Mimmo Tringale e oggi presieduta da Francesca Guidotti, parleremo più approfonditamente la prossima settimana nel video-racconto che sarà pubblicato il 25 marzo

 

Il sito di AAM Terra Nuova 

 

fonte: italiachecambia.org