Ilva, inquinamento dieci volte superiore al 2010

Il rilevamento effettuato stamane da Peacelink ha fatto registrare valori di Ipa fra i 210 e i 250 nanogrammi al metro cubo.

I valori di Ipa cioè degli Idrocarburi policiclici aromatici rilevati all’Ilva di Taranto questa mattina da Peacelink sono compresi fra i 210 e i 250 nanogrammi a metro cubo. A comunicare i dati è il presidente dell’associazione che ha utilizzato per il rilevamento una strumentazione simile a quella utilizzata dall’Arpa. Il presidente dell’associazione Alessandro Marescotti lancia l’allarme precisando che si tratta di valori più alti di dieci volte rispetto a quelli registrati nel quartiere Tamburi. La rilevazione è stata condotta a una distanza di cinque chilometri dall’Ilva, nella zona Bestat e in condizioni di venti deboli variabili che hanno fatto ristagnare sulla città gli agenti inquinanti. Quanto è inquinata l’aria tarantina? L’associazione fa presente che all’uscita di un tubo di scappamento di una vecchia automobile a benzina la concentrazione di Ipa è di 80 nanogrammi a metro cubo, quindi tre volte inferiore ai massimi rilevati stamane.Peacelink ha chiesto all’Arpa che quanto rilevato nella zona Bestat venga comunicato al sindaco e all’Asl affinché possano verificare l’eventualità di effetti avversi sulla salute dei cittadini tarantini oppure alla Procura della Repubblica per quanto possa essere di competenza della magistratura.

Chiediamo, infine, perché non venga dato un preavviso al sindaco e ai cittadini di queste situazioni abnormi al fine di poter mettere in atto tutte le misure di precauzione da parte della Asl e del sindaco, nonché delle famiglie,

conclude Marescotti.

Fonte: Today

 

Adenocarcinoma e tumori ai polmoni sono correlati all’inquinamento dell’aria

Su The Lancet Oncology il risultato di uno studio condotto in 9 Paesi e per la prima volta si dimostra la correlazione tra l’insorgenza di tumori in non fumatori e l’inquinamento dell’ariadiesel1-594x350

La ricerca condotta in 9 Paesi e su 300 mila persone e pubblicata su The Lancet Oncology mette in correlazione l’inquinamento dell’aria con l’insorgenza dei tumori al polmone causa di morte principale nei paesi industrializzati. Le analisi sono state condotte su uomini e donne tra i 43 e i 73 anni di Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria, Spagna, Grecia e Italia. E ne nostro Paese sono stati analizzati campioni di cittadini di Torino, Roma, Varese. L’osservazione è durata circa 13 anni e hanno sviluppato in Italia un cancro al polmone 2095 persone tra quelle prese in considerazione. Nel 2010 in Italia sono stati registrati 31.051 nuovi casi e il nostro Paese è risultato essere tra i più inquinati. In particolare sono state misurate le polveri sottili tossiche quali Pm 10 e Pm 2,5 dovute alle emissioni dei veicoli con motore a scoppio, impianti di riscaldamento e industria. Secondo lo studio l’incremento di 10 microgrammi di Pm 10 per metro cubo nell’aria fa aumentare il rischio di tumore ai polmoni del 22% e al 51% per l’adenocarcinoma ossia il cancro che si sviluppa nei non fumatori. Lo studio va a rinforzare quanto già divulgato dall’OMS, Organizzazione mondiale della Sanità, un anno fa pubblicò uno studio in cui esponeva la correlazione tra l’aumento dell’incidenza dei tumori ai polmoni e l’inquinamento causato emissioni dei gas di scarico delle auto diesel. La relazione causò grande sconcerto e il Codacons a Milano chiese la sospensione del passaggio dei veicoli a diesel, mentre a a Parigi si iniziò a discutere di vietare le autovetture con diesel nella capitale.

Ovviamente non se ne è fatto nulla.

Fonte: Campania su web