Marcia per il clima: stellare a New York con 400 mila presenze e flop a Roma, perché?

La marcia per il clima è stata un successo ovunque: a New York hanno sfilato per le strade cittadine in 400 mila, mentre in Italia il corteo era ridotto a poche centinaia di persone: perché? La marcia per il clima è stata un successo planetario con 400 mila persone che hanno sfilato nella sola New York, sede principale dell’evento poiché domani si apre il Climate Summit 2014 per la 69esima assemblea generale dell’ONU. Si parlerà proprio di clima domani e si discuterà con i vari rappresentanti de governi di quali azioni intraprendere e in che misura per contrastare i cambiamenti climatici. Era presente anche il nostro ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti che dal sito del ministero ha annunciato anche la sua partecipazione alla marcia globale. Ma a animare la marcia di New York anche tante celebrities e esponenti politici: da Leonardo Di Caprio a Mark Ruffalo, da Ségolène Royal ministro per l’Ambiente francese a Jane Goodall scienziata e attivista ambientalista, da Sting a Bill De Blasio sindaco di New York a Al Gore: tutto il mondo c’era.People's Climate March

People's Climate March

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FRANCE-CLIMATE-DEMO

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BELGIUM-G20-CLIMATE-UN

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BRITAIN-ENVIRONMENT-CLIMATE-DEMONSTRATION

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Erin Brockovich avvocato e ambientalista che ha ispirato con la sua storia il film con Julia Roberts, Forte come la verità e per cui l’attrice ha portato a casa l’Oscar, commenta sulla sua pagina facebook l’incredibile successo della marcia di ieri a New York: Ma se a New York, Rio de Janeiro, Bruxelles, Bordeaux per citare solo alcune delle città presentate nella gallery fotografica il successo è stato a tutto tondo, non si può dire la stessa cosa della manifestazione di Roma organizzata e promossa dal Coordinamento Power Shifta cui hanno aderito diverse ONG con l’obiettivo di spingere il tema dei cambiamenti climatici in cima alle agende politiche nazionali e internazionali.US-CLIMATE-DEMO

Purtroppo dopo un anno la prima risposta avuta ha coinciso proprio con la giornata della Marcia globale per il clima a Roma che ha visto una esigua partecipazione, tutta racchiusa nel cuore che vedete sotto: perché?

Qualcuno ha azzardato una possibile spiegazione: la notizia non era stata diffusa dai telegiornali. Eppure i movimenti globali grassroots come li chiamano gli americani, o movimenti di base diremmo noi, sono molto forti grazie a sistemi di aggregazione che usano internet e i social network per organizzarsi nelle manifestazioni, saltando in moltissimi casi proprio i canali di informazione del mainstream, quali giornali e tv. Forse in Italia manca una coscienza ambientale? Non credo, noi italiani siamo sensibili e spesso rispondiamo in maniera incisiva alle richieste di tutela dell’ambiente. Questa volta, probabilmente, è mancata la necessaria comunicazione da parte delle associazioni coinvolte che non hanno comunicato verso le associazioni di base ma che hanno puntato direttamente ai media del mainstream per cercare di ottenere la massima visibilità possibile, senza considerare che il loro messaggio seppur viene accolto viene poi restituito completamente travisato. Probabilmente per la marcia per il clima c’era da fare un lavoro di informazione e comunicazione porta a porta, senza sperare nell’exploit dell’ultimo munito, per cui come unico risultato, detto con tutto il rispetto, si è avuta la presenza in bicicletta di Laura Boldrini Presidente della Camera dei deputati.

Fonte: ecoblog.it

Flood Wall Street: la manifestazione contro il capitalismo e la distruzione del clima

Dopo la marcia per il clima, a New York anche “l’allagamento” del distretto finanziario.

Non c’è solo la marcia per il clima di domenica – straordinario successo a New York, molto meno a Roma – perché ieri, sempre a NY, si è tenuta anche la marcia “Flood Wall Street”, con l’obiettivo di “fermare il capitalismo per salvare il clima”. Il distretto finanziario simbolo del turbocapitalismo è stato quindi metaforicamente allagato dai manifestanti, con il risultato che un numero davvero insolito di poliziotti si trovava da quelle parti. Nata da una costola di Occupy Wall Street, il movimento diventato famoso nel 2011 dopo l’occupazione, durata settimane, di Zuccotti Park, Flood Wall Street è un movimento di “disobbedienza civile” (citazione ormai d’obbligo di Henry David Thoreau) che ha marciato contro il capitalismo, nemico numero uno dell’ambiente. Non erano presenti tutti i vip che si sono visti nella marcia per il clima, ma oltre agli attivisti di lunga data era presente anche Naomi Klein, colei che non il libro “No logo” è considerata uno delle iniziatrici del fu movimento No Global: “Per rispondere alla crisi dobbiamo rompere l’insieme di regole del libero mercato. Dobbiamo mettere i bastoni tra le ruote delle società di combustibili fossili”, ha detto alla Msnbc, il network più a sinistra della tv americana che ha seguito la manifestazione. Si parla di 3mila manifestanti, con 102 arresti e qualche momento di forte tensione. Ma perché la scelta di quel “flood” (allagare) come motto? Lo ha spiegato Michael Premo, uno degli organizzatori della protesta: “Il cambiamento e gli eventi climatici estremi, come gli allagamenti che abbiamo visto anche a New York, con l’uragano Sandy, sono alimentati da combustibili fossili. La principale causa del cambiamento climatico è un sistema economico che mette i profitti davanti a tutto, davanti alle persone e davanti al pianeta”. La ragione per cui a New York si moltiplicano all’improvviso le manifestazione in favore del clima va ricercata nel vertice Onu che ha preso il via al Palazzo di Vetro, che ha come argomento proprio i cambiamenti climatici: “Stiamo cercando di imporre questa tematica come urgente e di mostrare come Wall Street stia traendo profitto da questa crisi”, ha spiegato ancora il portavoce Leah Hunt-Hendrix.15141964079-f6d0eedf68-z

Fonte: ecoblog.it

In marcia per il clima

Domenica 21 settembre sarà la giornata mondiale di mobilitazione contro i cambiamenti climatici. In occasione del vertice dei capi di Stato che si svolgerà a New York, la società civile si incontrerà in centinaia di piazze di tutto il mondo, nella più grande manifestazione globale per il clima mai organizzata, la People’s Climate March.nuova copertina per donata con scritta

Tra le piazze previste in tutto il mondo c’è anche Roma. Legambiente, KyotoClub, Italian Climate Network e Power Shift Italia, insieme, hanno risposto all’appello per la mobilitazione e danno appuntamento a tutti coloro che vorranno partecipare alle ore 17 in via dei Fori Imperiali, per unire simbolicamente il Colosseo a New York e dare voce alla società civile che chiede interventi urgenti e concreti contro i cambiamenti climatici. I dati diffusi dall’Onu dicono che nel 2013 si è registrato un nuovo record di gas a effetto serra nell’atmosfera mentre diminuisce rapidamente la capacità della terra e degli oceani di assorbirli. La manifestazione a Roma vedrà biciclette, musica e stand, proiezioni e un collegamento con New York per dare voce a cittadini, famiglie e giovani “che vogliono un modello economico ed energetico diverso, ma anche per promuovere, diffondere e far conoscere le alternative concrete e già integrate nei territori” spiegano gli organizzatori. “I cambiamenti climatici – prosegue Cogliati Dezza – hanno ripercussioni sull’intero pianeta e ci riguardano tutti da molto vicino. A pochi giorni dall’ennesima catastrofe nel Gargano, che ancora una volta ha seminato vittime e distruzione, è ormai evidente che non sono un rischio lontano, ma un dramma con cui occorre fare i conti anche per paesi dell’area mediterranea. I dati riportati dall’Organizzazione meteorologica mondiale sono preoccupanti – aggiunge il presidente di Legambiente – Serve un cambio di passo da parte dei governi, una forte accelerazione, nell’adottare e imporre misure di riduzione delle emissioni e seri ed efficaci interventi di adattamento. Da parte di tutti è necessaria una forte assunzione di responsabilità eppure il nostro governo continua a sostenere politiche energetiche autolesioniste e non riesce a distaccarsi dalle vecchie idee di politica industriale e di governo del territorio, non riuscendo proprio a capire che è un’esigenza popolare e un’opportunità economica muoversi verso un’economia a basse emissioni di co2”.

Fonte: ilcambiamento.it

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