Le giovani imprese vittime del sisma si mettono in rete

Nell’Appennino colpito dal terremoto del 2016, grazie al progetto di Fondazione Edoardo Garrone e Legambiente le giovani imprese locali fanno rete attraverso nuove forme di imprenditorialità che uniscono sostenibilità ambientale e innovazione. “Ricostruire fiducia” è infatti il tema scelto per l’ultima edizione di “ReStartApp per il centro Italia”, incubatore temporaneo di impresa per il rilancio dell’economia appenninica. Supportare le giovani imprese di Lazio, Marche e Umbria, che, nel contesto di forte discontinuità e incertezza creato dal terremoto del 2016, vedono e vogliono cogliere l’opportunità di reinventarsi e riposizionarsi sul mercato, rivitalizzando l’economia del territorio appenninico. È questa la scommessa di Fondazione Edoardo Garrone e Legambiente, che insieme hanno realizzato ReStartApp per il centro Italia. Il progetto ReStartApp per il centro Italia – a cui hanno dato il loro patrocinio le Regioni Umbria, Lazio e Marche e Fondazione Symbola – ha coinvolto nel 2018 oltre 30 aziende delle aree del cratere, principalmente imprese agricole, agroalimentari, di allevamento, turistiche e di artigianato. In un anno e mezzo di lavoro sul territorio, nell’ambito di 8 coaching individuali e dell’avvio di 3 laboratori per la creazione di reti d’imprese, si sono svolti 84 incontri e oltre 600 ore di formazione professionale e consulenza, per fornire supporto e strumenti concreti in diversi ambiti: dal controllo di gestione alla ricerca di nuovi business e mercati, fino al marketing e alla comunicazione.

Gruppo di giovani imprenditori delle Marche

Tra i risultati del progetto, l’avvio di due progetti di rete – Amatrice terra Viva nel Lazio e Rizomi, Terre fertili in rete nelle Marche – finalizzati alla sperimentazione di nuove forme di collaborazione imprenditoriale e alla nascita di nuove attività e sinergie sul territorio. Amore per la terra, sostenibilità ambientale, tradizione e innovazione, sinergia, agricoltura di qualità e valorizzazione dei prodotti tipici, sono le parole chiave alla base di questi due progetti che guardano al futuro dell’Appennino e delle sue comunità. Nel Lazio ReStartApp per il centro Italia ha affiancato una rete già costituita, l’associazione Amatrice Terra Viva, nata nel 2018 su iniziativa di 12 imprenditori tra Amatrice e Accumoli e sostenuta da Alce Nero, storica azienda del biologico italiana, con l’obiettivo di creare una filiera bio capace di valorizzare la cultura cerealicola locale attraverso la coltivazione di grani antichi. Nelle Marche, invece, ha preso forma Rizomi, Terre fertili in rete, progetto che coinvolge oggi 5 aziende agricole, un laboratorio di cosmesi e uno di trasformazione di erbe officinali: giovani imprese di prima generazione, nate dopo il 2013, che condividono la scelta di tornare alla terra con un approccio di autoimprenditorialità. Il fine è quello di innescare un processo virtuoso che metta in comune conoscenze, informazioni, risorse, strumenti e prodotti, all’insegna di un’agricoltura organica e rigenerativa, basata sulla combinazione di pratiche tradizionali e moderne conoscenze scientifiche.

I giovani imprenditori dell’azienda Bosco Torto

Quello che Fondazione Garrone e Legambiente lanciano con ReStartApp per il centro Italia è un messaggio forte e chiaro: per contrastare lo spopolamento di questi territori occorre soprattutto ridare impulso all’economia locale, sostenendo chi ci vive e lavora scommettendo su produzioni agricole e agroalimentari tipiche, biologiche e di qualità, turismo sostenibile, commercio, artigianato e sulle bellezze paesaggistiche di queste aree. Un mix unico di risorse e produzioni che rappresenta un fattore competitivo insostituibile sui mercati. Non dimentichiamo che se l’Italia è il Paese con la più grande ricchezza e varietà di prodotti agroalimentari distintivi, cioè con indicazione geografica, è anche grazie all’Appennino, che – stando ai dati dell’Atlante dell’Appennino realizzato nel 2018 dalla Fondazione Symbola – dà un contributo rilevante: il 42% del totale nazionale; oltre 25mila le aziende che li producono, per un valore economico stimato in oltre 2 miliardi di euro, il 15% del totale nazionale DOP e IGP. Inoltre, le imprese appenniniche sono quasi 1 milione, il 17,2% del totale nazionale, attive principalmente nel commercio, nell’agricoltura, nella silvicoltura e pesca, nelle attività manifatturiere, e nel turismo e ristorazione. Dalle imprese dell’Appennino viene prodotto il 14% del valore aggiunto nazionale, pari a 202,9 miliardi di euro, e il 16% del bestiame allevato in Italia.

“Dal 2014, con i nostri incubatori ReStartApp e ReStartAlp, ci occupiamo concretamente del rilancio dei territori montani e marginali attraverso lo sviluppo di nuove economie e puntando sul talento dei giovani – racconta Alessandro Garrone, presidente di Fondazione Edoardo Garrone – Dal dialogo con Legambiente, che grazie alla sua capillarità territoriale sin dall’inizio è stata operativa accanto alle imprese colpite dal sisma, abbiamo intuito che la nostra esperienza poteva essere messa efficacemente a servizio di quei giovani imprenditori che, nonostante le difficoltà di sempre e la grave discontinuità dei danni del terremoto, volevano continuare a dare vita all’economia della loro terra.

Il Pastificio Leopardi

Per questo abbiamo studiato una formula che potesse rispondere in modo puntuale alla loro esigenza di reinventarsi, cercando un nuovo punto di partenza, nuovi strumenti, nuovi modelli di business, nuovi mercati da intercettare e collaborazioni strategiche con altri imprenditori. È anche grazie al nostro supporto che oggi le realtà, che con Legambiente abbiamo affiancato per oltre un anno e mezzo, sono in grado di continuare il lavoro iniziato insieme. È un grande risultato, che ci conferma anche il successo del nostro format: originale, flessibile e capace di generare impatti positivi e tangibili in tutti i contesti in cui lo decliniamo”.

“A quasi tre anni dal sisma – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – sono ancora tante le difficoltà quotidiane che ogni giorno cittadini e produttori locali si trovano ad affrontare, anche a causa di una burocrazia lenta e macchinosa e di una ricostruzione che fatica a decollare. Quello che serve è un cambio di passo al quale devono seguire azioni concrete per ridare, soprattutto a chi ha deciso di rimanere in questi territori, più fiducia nel futuro. Il progetto che abbiamo realizzato insieme alla Fondazione Garrone e che unisce l’esperienza della Fondazione con quella della nostra associazione ambientalista – da sempre vicina e operativa nei territori terremotati – vuole contribuire a dare una mano proprio in questa direzione, coinvolgendo anche il settore imprenditoriale locale e aiutando le imprese a fare sinergia e rete in una chiave sempre più sostenibile e innovativa. Perché aiutare il tessuto imprenditoriale dell’appennino ferito dal sisma, significa contribuire anche al rilancio economico ed occupazionale di una delle zone più belle d’Italia, che oggi rischia di spopolarsi e di andare incontro ad una desertificazione produttiva”.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2019/06/giovani-imprese-vittime-sisma-rete/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Un weekend in tenda trasparente per osservare le stelle

Sonia, del b&b La Casa dei Nonni, ci racconta com’è nata l’idea di invitare i suoi ospiti a trascorrere una o più notti in una tenda trasparente da cui si domina la vallata e si possono osservare le stelle, recuperando un’antica usanza oggi perduta e ritrovando la capacità di stupirsi di fronte all’immensità della Natura. Dall’inizio dei tempi l’uomo contempla le stelle. Si rivolge a loro per orientarsi, per prevedere il futuro, per studiare il presente o semplicemente per sognare. Prendendo le distanze dalla società della tecnologia e della superficialità, in cui tante attività improduttive – specialmente se richiedono tempo – si stanno perdendo, gli amici di Destinazione Umana e il b&b La Casa dei Nonni propongono un’esperienza particolare. Con Sonia, gestrice del b&b, abbiamo parlato del weekend in tenda trasparente, durante il quale si potrà fare la bellissima esperienza di dormire all’aperto e osservare le stelle.tenda-trasparente-1

Com’è nata l’idea della tenda trasparente?

Ascoltando il territorio circostante, la Natura. Il B&B La casa dei nonni è posto proprio a metà via, tra i monti e il mare. Abbiamo la fortuna di godere di un panorama che va dalla pianura, salendo sulle colline fino a tutta la catena dei Monti Sibillini, o anche detti Monti Azzurri. Al di sopra di tutto questo, di notte, si apre il sipario sul vasto cielo blu non inquinato dall’illuminazione cittadina. Quindi abbiamo pensato di fare un invito speciale agli ospiti, un invito a restare al buio e a dormirci dentro. Perché nel buio, quello vero, non si può “fare”, non ci si può “dare da fare”. Al limite si può pensare a quello che si è fatto, cercando di capirlo. E in questo ci aiuta il cielo, con le stelle, le costellazioni, i pianeti. Se spegniamo la luce, entriamo nel regno dei dubbi, delle incertezze, dei limiti… e delle storie che lo popolano, quelle della mitologia greca. Il nostro è un invito al buio. Un invito per pochi, perché non è una conferenza, ma un dialogo in cui le domande sono sempre più delle risposte, un dialogo intorno ad un telescopio. La tenda trasparente, sollevata da terra, ci ha aiutato a rendere ancora più magica l’esperienza. Quando io e Luigi ancora eravamo in dubbio sull’acquisto, una sera ne parlavamo seduti sull’altalena guardando il cielo e proprio lui ci ha dato la risposta: una magnifica stella cadente ha solcato con la sua lunga scia il cielo sopra di noi. Abbiamo detto subito “Sì, facciamolo!”. tenda-trasparente-3

Ci puoi raccontare com’è andato questo “esperimento” la prima volta che l’avete provato?

Una volta entrati ci siamo stupiti di come la visione cambi, la trasparenza della tenda permette di osservare davvero il cielo rimanendo comodamente sdraiati. Ci si sente al sicuro dentro la tenda, ma allo stesso tempo è come stare completamente all’aperto, senza nessuna barriera tra te e il cielo. La temperatura è ottimale e i suoni della natura circostante diventano la colonna sonora della notte… e quando a giugno arrivano le lucciole il quadro si completa. I primi ospiti ne sono rimasti meravigliati e da lì la tenda ha iniziato ad avere più nomi: la culla, l’astronave, un grande utero materno.

Come mai secondo te un’esperienza così naturale come dormire sotto le stelle oggi viene vista come qualcosa di eccezionale?

Nel corso del tempo, questo è il sesto anno, sono arrivati ospiti da ogni parte d’Italia, magari fanno 500 km per vivere questa esperienza e poi ripartire il giorno dopo. Penso che chi viene vuole fare e farsi un regalo speciale. Il cui valore sta tutto nel concedersi un momento per fermarsi, alzare la testa al cielo e seguire le emozioni e i pensieri che questo piccolo gesto produce dentro di sé. Questo perché non è così scontato avere la possibilità di vedere il cielo stellato, soprattutto per chi abita in grandi città. Intravedere una o due stelle tra la luce dei lampioni non è esattamente come sentire il cielo sopra di sé, con la sua enormità e profondità. C’è da perdersi a contare le stelle, ci si sente smarriti a volte, e allora forse si prova lo stesso impulso che hanno provato gli uomini che hanno cominciato a organizzare il cielo in costellazioni, i Sumeri, i Babilonesi e poi chiaramente i Greci. L’impulso di trovare un senso al caos, di rendere ciò in cui ci si potrebbe perdere e smarrire un punto certo di orientamento. Quale può essere l’effetto sui bambini, che nonostante passino la maggior parte del loro tempo in ambienti urbani e chiusi, sono ancora dotati della capacità di stupirsi?Quando gli ospiti ci chiedono cosa potrebbe servire noi rispondiamo che sono necessari soltanto 2 occhi curiosi e quelli dei bambini che vedono per la prima volta i crateri della Luna o Saturno con i suoi anelli sono eccezionali. Ma attenzione, guardare da vicino i pianeti fa restare a bocca aperta ad ogni età. Soprattutto vincono la paura del buio, restando affascinati da quello che gli altri sensi insegnano loro.tenda-trasparente-2

Quale sarà il programma del weekend?

L’esperienza si può fare tutti i giorni da Maggio a Settembre. Accogliamo la coppia o la famiglia a partire dalle prime ore del pomeriggio e diamo loro la possibilità di sistemarsi in una camera con il bagno, farsi un tè o una tisana usando la cucina sempre aperta e stare comodamente in giardino o in terrazza. Prima dell’arrivo forniamo degli itinerari così che possano gestire il loro tempo come meglio credono. L’appuntamento per l’inizio del “viaggio astronomico” è in giardino dopo cena, a partire dalle 21.30, viaggio in cui raccontiamo le storie del cielo, legate alle costellazioni che si intrecciano una con l’altra, e la visione dei pianeti tramite il telescopio. Alla fine gli ospiti saranno in grado, tramite dei punti di riferimento, di orientarsi nel cielo anche una volta tornati a casa. Dopo l’osservazione li accompagniamo alla tenda dove potranno trascorrere la notte. La mattina ad aspettarli troveranno un’abbondante e profumata colazione con dolci fatti in casa e una vasta scelta di prodotti che potranno consumare in tutta tranquillità servendosi da soli.

A chi consiglieresti di non perdersi assolutamente questa esperienza?

Non ci sono controindicazioni! In questi sei anni nessuno ci ha segnalato casi di allergie o intolleranze. Certo speriamo sempre che chi arrivi faccia tesoro della magia in cui si è immerso per poi andare avanti nella vita di tutti i giorni e speriamo che la nostra esperienza contribuisca ad accrescere quel bagaglio di bellissimi ricordi che ci si porta dentro. Quindi, come sui giochi in scatola, consigliato da 0 a 99 anni… e oltre!

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/05/weekend-tenda-trasparente-osservare-le-stelle/

Nelle Marche il primo passo verso un ecovillaggio sostenibile e autosufficiente

Un ecovillaggio completamente autosufficiente dal punto di vista energetico ed economico situato nello splendido contesto delle colline marchigiane, tra mare e montagna. Nasce dall’impresa sociale Montefauno, azienda agricola di prodotti biologici, il progetto dell’ecovillaggio “La Magione”, un esempio concreto di un nuovo modo di abitare e vivere su questo pianeta. L’impresa sociale Monte Fauno è un’azienda agricola marchigiana che produce prodotti biologici certificati, “con l’intento di racchiudere in un vasetto” – si legge sul sito – tutti gli odori e i sapori della migliore cucina italiana”. Nata su iniziativa di Luigi Quarato, la Montefauno è il primo passo per un progetto molto più ampio che sta poco a poco prendendo vita, quello di costruire l’ecovillaggio “La Magione”  nel Maceratese, presso il comune di Montefano.la-magione2

“Per arrivare alla fase esecutiva di un ecovillaggio in linea con la nostra filosofia abbiamo seguito un percorso diverso dal solito”, spiega Luigi, “e prima di trovare il gruppo con cui condividere questa esperienza abbiamo voluto verificare la fattibilità del progetto”. “La Magione” sarà un ecovillaggio completamente autosufficiente economicamente, vi si stabiliranno 40 famiglie e in ciascuna di esse uno dei membri potrà lavorare a una delle diverse attività che nasceranno.la-magione

L’azienda agricola Montefauno farà parte dell’ecovillaggio e oltre alla consueta produzione di ortaggi (prevalentemente), è prevista la costruzione di un piccolo capannone per la trasformazione dei prodotti. Sorgeranno poi un’azienda per la lavorazione di piante officinali per l’estrazione di oli essenziali e pigmenti naturali, una struttura turistica dotata di sette camere e una cooperativa sociale per le attività di assistenza e formazione professionale (bioedilizia, agricoltura, gestione dei fondi comunitari ecc…). Le unità abitative, circa 40, saranno tutte autocostruite in paglia e terra cruda e verrà garantita una qualità eccellente, anche grazie alla convenzione instaurata con l’Università Politecnica delle Marche di Ancona, per cui ogni abitazione sarà ecocompatibile, ecosostenibile e autosufficiente. L’ecovillaggio che verrà (l’inizio dei lavori è previsto per la primavera 2018 e avranno durata di circa un anno), vuole rivedere nel complesso il modo di vivere odierno fornendo un’alternativa concreta e diventando esempio di sostenibilità dal punto di vista abitativo e alimentare, per la creazione di posti di lavoro etici e integrati nel contesto socio-economico locale, per le attività socio-culturali e – infine – per un nuovo modo di abitare e costruire.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/05/marche-ecovillaggio-sostenibile-autosufficiente/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

 

Bollo auto: gratis per ibride ed elettriche nelle Marche

Il bollo auto è gratis nelle Marche per le auto ibride ed elettriche in virtù della nuova legge regionale di stabilità 2017.

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Bollo auto gratis per le auto ibride ed elettriche nelle Marche. E’ questa la novità per tutte le vetture immatricolate a partire dal 2017 grazie alla nuova legge regionale di stabilità che prevede l’esenzione dal pagamento del bollo per il primo periodo fisso e per i successivi 5 anni. Saranno esentati tutti i nuovi proprietari di auto ibride, elettriche o benzina-idrogeno. Le Marche si aggiungono così alla Liguria, dove c’è stato un boom di immatricolazioni ibride, e alle altre regioni italiane (Abruzzo, Lazio, Campania, Sicilia e Toscana) che hanno sviluppato una sensibilità ambientale consentendo anche un risparmio ai propri cittadini. Tra gli obiettivi della legge c’è quello di diffondere nuove forme di mobilità sostenibile a vantaggio della società, sia in termini di tutela dell’ambiente e della salute delle persone ma anche del patrimonio architettonico e culturale del Paese. Toyota Motor Italia, che lavora con continuità accanto alle amministrazioni locali italiane, fa sapere che l’agevolazione introdotta nelle Marche porterà a un risparmio per i nuovi acquirenti che può superare i 3.200 euro complessivi, in base alla tipologia di vettura ibrida e al mese di acquisto dell’auto. Tra le vetture ibride del costruttore giapponese si contano Yaris Hybrid, Auris Hybrid, Prius, RAV4 Hybrid e la nuova Toyota C-HR Hybrid. Il bollo auto gratis interesserà a seconda delle regioni tutte le auto ibride e le vetture elettriche presenti sul mercato ma riguarderà anche la Toyota Mirai, la prima berlina di serie alimentata a idrogeno nonchè unica auto a idrogeno attualmente a listino in Europa. Proprio sul tema dell’idrogeno, l’Italia ha da poco raggiunto un importante traguardo. La modifica della normativa vigente è in calendario per la fine di marzo 2017 e il nostro Paese dovrà dotarsi entro il 2025 di un adeguato numero di stazioni di rifornimento. UPDATE – Come segnalato da Fabio Nobili nei commenti, precisiamo che per l’Emilia Romagna l’esenzione del bollo per le auto ibride per 3 anni è valida solo per le auto ibride immatricolate fino al 31/12/2016. Per tutti i dettagli aggiornati delle varie regioni italiane è opportuno consultare la “Guida al Bollo Auto” sul sito ufficiale dell’ACI.

Fonte: ecoblog.it

Bandiere Blu 2015, l’elenco delle spiagge: in testa Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia

In totale sono 280 le spiagge premiate nel 2015 in Italiataggia-spiaggia

Puntuale come ogni anno, arriva la proclamazione delle Bandiere Blu 2015. Il riconoscimento internazionale, assegnato dalla Fee – Foundation for environmental education, premia i comuni che curano maggiormente le proprie spiagge, rispettando e valorizzando l’ambiente e gestendo il territorio in modo sostenibile. Le spiagge premiate con la Bandiera Blu 2015 in Italia sono 280, mentre 147 sono i comuni premiati. Le regioni con più Bandiere Blu sono Liguria (23 spiagge), Toscana (18), Marche (17), Campania (14) e Puglia (11). In generale il territorio italiano può vantare un miglioramento rispetto al 2014: +7 bandiere. Sono gli 11 i Comuni “new entry”, mentre 4 sono le Bandiere Blu 2014 che hanno perso lo status. I nuovi arrivi sono Taggia (nella foto in alto), Borghetto S.Spirito, S.Margherita Ligure (Liguria); Capaccio (Campania); Terracina (Lazio); Cannobio (Piemonte); Castellaneta (Puglia), Castelsardo, Sorso (Sardegna), Tusa (Sicilia), Rosolina (Veneto). Ad uscire dall’elenco delle migliori spiagge sono due abruzzesi e due siciliane: Silvi, Rocca S. Giovanni, Ragusa e Marsala. Interessante spulciare sul sito ufficiale i valori presi in considerazione per l’assegnazione delle Bandiere Blu, dove i macrotemi sono quattro: Educazione ambientale e informazione; Qualità delle acque; Gestione ambientale; Servizi e sicurezza. Tra i requisiti, oltre ai più ovvi (come quelli relativi alla qualità delle acque e alla pulizia della spiaggia), citiamo la presenza di servizi igienici e di contenitori per la raccolta differenziata, l’affissione della mappa e del codice di condotta, numero adeguato di personale di salvataggio e promozione di mezzi di trasporto sostenibili per raggiungere la spiaggia.

Qui sotto l’elenco completo delle bandiere blu 2015 in Italia. In stampatello i comuni entrati nel 2015

Bandiere Blu 2015 – Abruzzo

in provincia di Chieti

Vasto – Punta Penna, Vignola San Nicola
San Salvo – Zona Fosso Molino
Francavilla al Mare – Lido Asterope
San Vito Chietino
Fossacesia

in provincia di Teramo

Tortoreto
Roseto degli Abruzzi – Lungomare Centrale, Marrarosa, Sud
Pineto – Torre Cerrano

Bandiere Blu 2015 – Basilicata

in provincia di Potenza

Maratea

Bandiere Blu 2015 – Calabria

in provincia di Cosenza

Trebisacce – Lungomare Sud

in provincia di Crotone

Melissa – Torre Melissa
Cirò Marina

in provincia di Reggio Calabria

Roccella Jonica

Bandiere Blu 2015 – Campania

in provincia di Napoli

Anacapri – Punta Faro, Gradola
Massa Lubrense

in provincia di Salerno

CAPACCIO
Ascea
Casal Velino
Agropoli – Trentova, S.Marco
Vibonati
Montecorice – Agnone,Capitello,San Nicola a Mare
Pisciotta
Positano
Centola – Palinuro
Castellabate
Pollica – Acciaroli e Pioppi
Sapri – Lido di Sapri San Giorgio

Bandiere Blu 2015 – Emilia Romagna

in provincia di Ferrara

Comacchio – Lidi comacchiesi

in provincia di Forlì-Cesena

Cesenatico
San Mauro Pascoli – San Mauro Mare
Gatteo – Gatteo Mare

in provincia di Ravenna

Ravenna – Lidi Ravennati
Cervia – Milano Marittima, Pinarella

in provincia di Rimini

Cattolica
Misano Adriatico
Bellaria Igea Marina

Bandiere Blu 2015 – Friuli-Venezia Giulia

in provincia di Gorizia

Grado

in provincia di Udine

Lignano Sabbiadoro

Bandiere Blu 2015 – Lazio

in provincia di Latina

TERRACINA
Gaeta
Sabaudia
Latina – Marina di Latina
Sperlonga
Ventotene – Cala Nave
San Felice Circeo

in provincia di Roma

Anzio

Bandiere Blu 2015 – Liguria

in provincia di Genova

  1. MAGHERITA LIGURE
    Chiavari
    Moneglia
    Lavagna

in provincia di Imperia

TAGGIA
San Lorenzo al Mare
Santo Stefano al Mare – Baia Azzurra
Bordighera

in provincia di La Spezia

Framura – Fornaci
Lerici
Ameglia – Fiumaretta

in provincia di Savona

BORGHETTO S. SPIRITO
Finale Ligure
Albisola Superiore
Pietra Ligure – Ponente
Loano
Savona – Fornaci
Varazze
Spotorno – Zona Moli Sirio e Sant’Antonio
Albissola Marina
Noli
Bergeggi
Celle Ligure

Bandiere Blu 2015 – Lombardia

in provincia di Brescia

Gardone Riviera

Bandiere Blu 2015 – Marche

in provincia di Ancona

Ancona – Portonovo
Sirolo
Numana
Senigallia

in provincia di Ascoli Piceno

Grottammare
Cupra Marittima
San Benedetto del Tronto

in provincia di Fermo

Pedaso – Lungomare Centro
Porto San Giorgio
Porto S.Elpidio
Fermo – Lido, Marina Palmense

in provincia di Macerata

Potenza Picena – Porto Potenza Picena
Civitanova Marche

in provincia di Pesaro e Urbino

Mondolfo – Marotta
Fano
Pesaro
Gabicce Mare

Bandiere Blu 2015 – Molise

in provincia di Campobasso

Termoli
Petacciato – Marina
Campomarino – Lido

Bandiere Blu 2015 – Piemonte

in provincia di Verbano-Cusio-Ossola

CANNOBIO
Cannero Riviera

Bandiere Blu 2015 – Puglia

in provincia di Bari

Polignano a Mare
Monopoli – Lido Rosso, Castel S.Stefano, Capitolo

in provincia di Barletta-Andria-Trani

Margherita di Savoia – Centro Urbano Canna Fesca

in provincia di Brindisi

Fasano
Ostuni

in provincia di Lecce

Otranto
Castro
Salve
Melendugno

in provincia di Taranto

CASTELLANETA
Ginosa – Marina di Ginosa

Bandiere Blu 2015 – Sardegna

in provincia di Cagliari

Quartu S. Elena – Poetto

in provincia di Ogliastra

Tortolì – Lido di Orrì, Lido di Cea

in provincia di Olbia-Tempio

La Maddalena – La Maddalena, Caprera
Palau
Santa Teresa Gallura – Rena Bianca, Capo Testa Ponente

in provincia di Oristano

Oristano – Torre Grande

in provincia di Sassari

CASTELSARDO
SORSO

Bandiere Blu 2015 – Sicilia

in provincia di Agrigento

Menfi

in provincia di Messina

TUSA
Lipari – Lipari, Vulcano

in provincia di Ragusa

Ispica
Pozzallo

Bandiere Blu 2015 – Toscana

in provincia di Grosseto

Monte Argentario
Grosseto – Marina di Grosseto e Principina a Mare
Castiglione della Pescaia
Follonica

in provincia di Livorno

Cecina – Marina, Le Gorette
Livorno – Antignano e Quercianella
San Vincenzo
Piombino – Parco naturale della Sterpaia
Rosignano Marittimo – Castiglioncello e Vada
Bibbona – Marina di Bibbona
Marciana Marina – La Fenicia
Castagneto Carducci

in provincia di Lucca

Pietrasanta
Forte dei Marmi
Viareggio
Camaiore

in provincia di Massa-Carrara

Carrara – Marina di Carrara Centro

in provincia di Pisa

Pisa – Marina di Pisa, Tirrenia, Calambrone

Bandiere Blu 2015 – Trentino-Alto Adige

in provincia di Trento

Caldonazzo
Tenna
Levico Terme – Lido
Calceranica al lago
Pergine Valsugana

Bandiere Blu 2015 – Veneto

in provincia di Rovigo

ROSOLINA

in provincia di Venezia

San Michele al Tagliamento – Bibione
Cavallino Treporti
Venezia – Lido di Venezia
Eraclea – Eraclea Mare
Jesolo
Chioggia – Sottomarina
Caorle

Foto: comune di Taggia

Fonte: ecoblog.it

Smog, Bruxelles apre una nuova procedura d’infrazione contro 19 zone d’Italia

L’Italia torna nel mirino dell’Ue per il mancato rispetto della normativa sulla qualità dell’aria. Le aree colpite vanno da Nord a Sud e interessano dieci Regioni italiane: Veneto, Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Sicilia, Molise, Campania e Umbria. Le autorità italiane devono rispondere, fornendo chiarimenti, entro fine ottobre380456

L’Italia torna nel mirino dell’Ue per il mancato rispetto della normativa sulla qualità dell’aria: una nuova procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea accusa diciannove zone e agglomerati di mettere in pericolo la salute dei cittadini con livelli di smog troppo elevati. Le aree colpite vanno da Nord a Sud e interessano dieci Regioni italiane: Veneto, Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Sicilia, Molise, Campania e Umbria.
La procedura d’infrazione è stata aperta lo scorso luglio con l’invio di una lettera di messa in mora a cui le autorità italiane devono rispondere, fornendo chiarimenti, entro fine ottobre. Se la risposta non dovesse essere ritenuta soddisfacente, la Commissione europea potrà passare alla seconda fase della procedura attraverso un parere motivato in cui inviterà l’Italia a mettersi in regola al più presto con le norme sulla qualità dell’aria. Non è la prima volta che l’Italia viene bacchettata da Bruxelles per la violazione della legislazione che dal 2005 impone livelli massimi di concentrazione delle polveri sottili. Una precedente procedura d’infrazione si era conclusa nel 2012 con una condanna della Corte di giustizia che confermava il mancato rispetto nel 2006 e nel 2007 dei limiti di PM10 in 55 zone. A pochi anni di distanza, l’esame dei valori di polveri sottili ha mostrato che in 13 di queste 55 aeree i valori massimi sono stati continuamente superati anche nel periodo 2008-2012. Per questo motivo la Commissione europea ha deciso di avviare una nuova procedura d’infrazione che, oltre alle 13 aree già identificate nella precedente indagine, coinvolge sei nuove zone e agglomerati. L’Italia non è il solo Paese a non ancora aver attuato pienamente le norme sulla qualità dell’aria, non rispettate complessivamente da 17 Stati membri dell’Ue.  Negli ultimi cinque anni il rispetto della legislazione sulle polveri sottili è stato fra le priorità del commissario europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, e il nuovo commissario designato Karmenu Vella ha promesso battaglia sullo stesso fronte. “La qualità dell’aria è un problema ancora molto grave e con effetti negativi sulla salute, sull’ambiente e sull’economia”, ha affermato oggi il politico maltese durante un’audizione davanti agli eurodeputati. “Conto di agire velocemente su questo”, ha aggiunto Vella, impegnandosi a non permettere “standard diversi” fra i Paesi Ue, perché tutti i cittadini hanno diritto “allo stesso livello di tutela”.

 

Fonte: ecodallecitta.it

L’alta via dei Parchi, un percorso di trekking inedito tra le regioni dell’Appennino settentrionale

Si chiama ‘L’alta via dei parchi. Un cammino nell’Appennino settentrionale’ ed è il progetto che unisce una serie di sentieri che si trasformano in un itinerario a tappe che misura 500 chilometri e unisce tre regioni (Emilia Romagna, Marche e Toscana) lungo 7 parchi naturali. Un’iniziativa della Regione Emilia Romagna, che ha investito 1.300.000 euro e avuto il sostegno del Club Alpino Italiano.sentieri-e1349429592270-400x250

Così sono stati attrezzati e resi fruibili diversi sentieri a comporre un affascinante itinerario che si snoda lungo l’Appennino tosco-emiliano, i cui percorsi si nutrono del silenzio, dell’aria fresca, dell’acqua incontaminata, dei colori dei fiori, delle orme dei lupi e del fascino della storia attraverso i ruderi millenari che disseminano il territorio. Questo ‘forziere naturale’ – ma anche storico – tutto da scoprire si snoda in 27 tappe lungo l’Appennino fra l’Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche ed include 2 parchi nazionali, 5 regionali e 1 interregionale. Si attraversano: il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano esteso dal parmense a gran parte dell’altamontagna reggiana; il Parco Regionale delle Valli del Cedra e del Parma, comprendente parte delle omonime valli e compenetrato al precedente; il Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese e il Parco Regionale del Corno alle Scale che abbracciano il settore orientale del crinale emiliano. Nella media montagna bolognese il Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, poi il Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola. Infine il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e il Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello. Per scoprire le tante risorse offerte da questo itinerario è utile leggere la guida pubblicata dalla Regione dove non ci si limita alla descrizione di boschi, foreste, laghi ma si apre una porta sull’economia contadina di montagna. Si fa riferimento alle attività dei boscaioli che fino a pochi decenni fa popolavano l’Appennino, di cui oggi è ancora possibile vistare le piazzole dove si produceva il carbone, all’architettura di montagna che s’incontra lungo questa camminata, dalle abitazioni caratteristiche dei montanari ai conventi e monasteri sparsi lungo l’Appennino. Un itinerario insolito ma da conoscere. Di cui ci si innamorerà certamente!

Fonte. tuttogreen.it

Coltivare l’economia solidale. La Terra e il cielo, agricoltura biologica dal 1980

Senza esperienza e senza soldi ma motivate dalla volontà di stare in campagna e vivere dei prodotti della terra, nel 1980 un gruppo di persone ha dato vita a quella che nel tempo è divenuta una delle più importanti cooperative agricole biologiche italiane, in una regione contadina per eccellenza: le Marche.

In un periodo in cui imperava l’agricoltura convenzionale ed il biologico rappresentava un settore di nicchia, “La Terra e il cielo” è nata grazie alla coraggiosa iniziativa dei soci fondatori che hanno deciso di adottare un nuovo approccio più sostenibile alla coltivazione, riscoprendo, al contempo, un rapporto più equilibrato con la natura e con se stessi.

Il marchio della cooperativa, l’uomo vitruviano con i piedi piantati a terra e la testa in cielo, rispecchia proprio la filosofia che anima i fondatori ed i lavoratori de “La Terra e il cielo”: l’importanza dell’equilibrio Uomo-Natura, non soltanto per la salvaguardia dell’ambiente ma anche, come si legge nel sito della cooperativa, “perché l’uomo riacquisti la dignità della propria essenza, possibile solo nel pieno rispetto del Mondo, sia esso un campo da coltivare, una pianta da crescere, un animale da allevare o l’essere umano che incontriamo durante il nostro cammino”.8528872425_b194375c1e_b

La sede operativa de “La Terra e il cielo” sorge ai piedi del castello di Piticchio, frazione di Arcevia, nelle campagne della provincia di Ancona, a metà strada tra l’Appennino marchigiano ed il mare Adriatico. In linea con i principi di sostenibilità ed ecologia che guidano la cooperativa, la struttura (uffici e magazzino) è stata costruita seguendo i principi della bioarchitettura e del feng-shui al fine di garantire un ambiente salutare a chi vi lavora ed al contempo una condizione di salubrità ai prodotti. “Da subito – racconta il presidente Bruno Sebastianelli, che è stato anche tra i soci fondatori della cooperativa – anche se erano concetti praticamente sconosciuti in Italia, abbiamo deciso di coltivare biologico e biodinamico, e ci siamo concentrati sulla produzione di cereali”. La riscoperta ed il rilancio di antiche varietà di cereali e legumi rappresenta infatti da sempre uno dei punti cardine dell’attività della cooperativa che, quindi, si è specializzata nel mercato della pasta biologica con l’intento di “promuovere la cultura della salute e del rispetto dell’ambiente attraverso la qualità, la tracciabilità e la tipicità dei prodotti alimentari, e quindi, delle metodologie produttive”. Nell’ottica di coltivazioni e quindi alimentazione il più possibile diversificata, nel tempo si è allargato il ventaglio di prodotti, tutti caratterizzati da una tracciabilità, quasi completamente locale e regionale.8529983000_5070e99024_b

Oggi la cooperativa rappresenta circa 110 aziende agricole biologiche e movimenta 15.000 quintali di cereali all’anno. “La Terra e il cielo” lavora e commercializza esclusivamente materia prima biologica italiana, in prevalenza marchigiana, proveniente dai produttori agricoli soci, ai quali è garantito un prezzo equo. La tutela della piccole aziende e l’impegno per migliorare le condizioni degli agricoltori costituiscono infatti i pilastri della cooperativa, che collabora anche con i Gas. Proprio da questa collaborazione è nata l’idea del prezzo giusto e anche quella del prezzo trasparente. “Adesso Pasta” è un importante patto sottoscritto dalla nostra cooperativa con i consumatori organizzati in Gruppi di Acquisto Solidale (leggi box a destra), nella linea dei principi dell’Economia solidale. Oltre che di un patto di fornitura dei prodotti della cooperativa ad un prezzo equo per il produttore e per il consumatore, si tratta anche di un progetto che è volto a coinvolgere i GAS italiani in una filosofia di piena trasparenza e conoscenza dei processi produttivi e di formazione dei prezzi. “Acquistando i nostri prodotti – si legge sul sito della cooperativa – non solo si difende l’agricoltura biologica italiana dei piccoli produttori che tutelano l’ambiente e la biodiversità ma si contribuisce alla affermazione di un modello economico e sociale più equo, che chiamiamo ‘economia solidale‘ che si sta sviluppando dal basso. Questo nuovo, urgente approccio va contro una certa globalizzazione finanziaria che sta sostanzialmente minando alla base l’economia locale a vantaggio soltanto di progetti speculativi di imprenditori singoli o della grande finanza internazionale”.8529983246_ea5c9970c8_b

Bruno Sebastianelli, presidente e tra i soci fondatori de La Terra e il cielo

Peraltro, come molte realtà legate all’economia solidale, “La Terra e il cielo” non ha avvertito la crisi: “nel 2012 – afferma Bruno Sebastianelli – il nostro fatturato è aumentato del 10%”. Negli anni “La Terra e il cielo” ha interrotto i rapporti con le banche tradizionali ed ora si rivolge solo a Banca Etica. In trent’anni la cooperativa è cresciuta sino a diventare una solida realtà italiana del biologico, preservando nel tempo i valori della solidarietà, dell’equità e del rispetto della natura. Sono stati tra i primi ad ottenere la certificazione bio, di cui oggi però il presidente della cooperativa mette in dubbio il valore effettivo: “quando l’abbiamo ottenuta eravamo orgogliosi. Adesso, invece, pensiamo che sia più che altro un ente burocratico. I controlli, infatti, sono pochi. La vera garanzia, per i cittadini, potrebbe venire dalla conoscenza diretta dei produttori. Un motivo in più per incentivare i consumi locali”.

Alessandra Profilio

Il sito de La Terra e il cielo 

Fonte: italiachecambia.org

Marche: 93 associazioni unite per tutelare il paesaggio

Nelle Marche una proposta di legge per salvare il patrimonio paesaggistico della regioneP9084869-586x330

Le Marche sono una delle regioni con il maggior patrimonio paesaggistico d’Italia: 93 associazioni che si occupano di tutela del paesaggio lo sanno bene e hanno deciso di riunirsi nel Forum per il paesaggio Marche e raccogliere le firme necessarie per presentare in Regione una proposta di legge di iniziativa popolare sulla salvaguardia e la valorizzazione del territorio. La campagna di raccolta firme è andata ben oltre le più rosee aspettative: sarebbero state sufficienti 5mila firme, ne sono state raccolte 8.713. Una legge regionale esiste ma è del 1992 e vent’anni di legislazioni nazionali e comunitarie l’hanno resa obsoleta.

La proposta è articolata in tre punti:

1) Il paesaggio è considerato un bene comune, alla stregua dell’acqua, e le scelte che lo riguardano non possono essere delegate alle sole istituzioni ma devono essere condivise con la comunità.

2) I cittadini devono essere resi partecipi delle decisioni che riguardano il territorio in cui abitano.

3) Deve essere varato un piano regolatore che superi l’orizzonte dei singoli comuni e ponga un freno all’edificazione selvaggia, indiscriminata e inutile degli ultimi decenni.

I moduli contenenti le firme sono stati consegnati in regione un paio di settimane fa e ora si apre la fase di verifica dei numeri da parte dell’ufficio di presidenza che dovrà inserire il provvedimento all’ordine del giorno della quarta commissione consiliare e, successivamente, lo metterà a confronto con un’altra proposta di legge. Uno dei primi risultati della raccolta forme è stato quello di far accelerare i tempi su di un testo elaborato dalla giunta. E questo è già un primo punto a favore di chi vuole preservare il patrimonio paesaggistico di una delle regioni più belle d’Italia.

Fonte: Salviamo il paesaggio