A Zuccarello due mamme si battono per il doposcuola outdoor e lo autofinanziano

Due mamme, un piccolo borgo della provincia di Savona – Zuccarello – e l’esigenza di tante famiglie di avere un maggiore supporto da parte della scuola. Da qui nasce un progetto di doposcuola diverso, con gruppi di lavoro trasversali e con un pomeriggio outdoor. Ecco la loro storia.

Savona – Questa è la storia di Valentina, che con il suo progetto educativo è riuscita a intrecciare il suo passato di educatrice, il suo presente di mamma e la sua viscerale passione per il territorio. Lei vive a Castelvecchio di Rocca Barbena insieme alla famiglia e le sue figlie vanno a scuola a Zuccarello, un piccolo borgo dell’entroterra di Albenga che conta circa 300 abitanti. Nell’unica scuola primaria del paese, orientata ai principi della Scuola del Bosco, si coltiva un orto-giardino in cui i bambini sperimentano la semina di erbe aromatiche e la raccolta di prodotti tipici del territorio. Una bella realtà educativa con una piccola “lacuna”: «Alla fine dello scorso anno scolastico – racconta Valentina – è emersa l’esigenza di molte famiglie di avere un sostegno in più. La scuola infatti prevede solo due rientri pomeridiani, lasciando scoperti tre pomeriggi».

Da qui il progetto di outdoor education di Valentina: «Ho subito incontrato le insegnanti per proporre la mia idea, che inizialmente riguardava solo le attività educative nel bosco, e il Comune di Zuccarello, che mi ha aiutato con i questionari da sottoporre alle famiglie». È subita emersa la forte risposta dalle famiglie e l’approvazione e il sostegno da parte sia della scuola che del Comune. Nei mesi estivi il progetto si amplia, aggiungendo una parte dedicata al doposcuola e una nuova “testa”. Strada facendo Valentina conosce Mabel, una mamma appena arrivata nella scuola di Zuccarello, che non solo ha sposato il progetto, ma l’ha arricchito. «Lei abita ad Alto, poco distante da qui, e fa parte di Altopia, l’associazione che ora ci fa da cornice».

Mabel e Valentina a Zuccarello

LA STORIA

Al lancio del progetto mancava però ancora una parte di finanziamento, che il Comune di Zuccarello si era impegnato a reperire. Dopo qualche tempo arriva finalmente il “sì” da parte di un’azienda locale, ma Valentina e Mabel decidono di rifiutare. «La proposta proveniva da una azienda sul territorio che non riteniamo coerente con i principi di tutela e salvaguardia dell’ambiente che vogliamo divulgare».

Decidono di percorrere quindi la via dell’autofinanziamento. «Dal momento del rifiuto abbiamo trovato tutte le porte aperte e ci sono arrivate proposte da tante realtà locali che condividono la nostra scelta e il nostro progetto». Un gruppo di cittadini di un paese limitrofo che da anni si batte contro l’inquinamento, per esempio, sta per stanziare 900 euro, così come negozi e piccole aziende. E alcune realtà hanno deciso di offrire un supporto “materiale”, non solo economico. Tante modalità di sostegno di un progetto educativo che guarda al futuro.

IL PROGETTO CHE INSEGNA AI BAMBINI AD “APPRENDERE DALLA NATURA”

Sta per nascere quindi uno spazio dove per due pomeriggi a settimana gli alunni della scuola primaria potranno potenziare l’attività didattica del mattino, fianco a fianco con i loro compagni e con il supporto degli educatori, creando dei gruppi di lavoro trasversali, dove i più grandi aiutano i piccoli. Ma potranno anche affacciarsi fuori, non per “sbirciare” dalla finestra le nuvole che scorrono, ma per abbracciare la natura e imparare dal bosco. «Con un pugno di more si imparano le divisioni e con un giro nel bosco si possono affrontare davvero tutte le materie scolastiche».

Quello di Zuccarello è un doposcuola con una marcia in più: il venerdì sarà il “green day”, in cui verranno proposte diverse attività legate alla conoscenza della flora e della fauna locale. «Coinvolgeremo i ragazzi in un percorso di osservazione, classificazione e utilizzo delle erbe spontanee, sia in cucina che in cosmesi, per far sì che possano prendere contatto e coscienza con gli elementi naturali che ci circondano», spiega Valentina.

Il soppalco per l’area lettura nel teatro di Zuccarello

L’idea è inoltre quella di creare una rete con le realtà associative e non del territorio di Zuccarello, facendo tesoro del tempo, delle competenze e delle tradizioni che verranno trasmesse da ogni collaborazione che nascerà. «Il Comune ci ha anche messo a disposizione un’area del teatro comunale: su un soppalco stiamo allestendo uno spazio dedicato alla lettura, grazie alla libreria Albero Azzurro di Albenga, che ci ha regalato una borsata piena di libri meravigliosi, tutti inerenti alla natura».

COSA MANCA?

«Abbiamo voluto dividere in due tranche i 10.000 euro del servizio annuale. Per il via ufficiale del progetto, però, dobbiamo raccogliere ancora 2.000 euro, dei primi 5.000 del primo quadrimestre».

Chiunque volesse diventare “mecenate” di questo progetto educativo, può inviare un contributo al conto corrente dell’associazione Altopia: IBAN IT 71 E 05018 0100 0000016840647 – Banca Etica.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2021/10/zuccarello-doposcuola-outdoor/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Mamme unite contro l’inceneritore

Contro il progetto dell’inceneritore di Sesto Fiorentino che minaccia il futuro dei loro figli, un gruppo di genitori ha dato vita al Comitato delle Mamme No Inceneritore. Forte di migliaia di adesioni, il movimento organizza varie iniziative finalizzate alla difesa del diritto alla salute dei cittadini e alla divulgazione delle alternative possibili agli impianti di incenerimento di rifiuti. No all’inceneritore, sì all’alternativa. Quale? I rifiuti zero, naturalmente. Ma partiamo dall’inizio. Su Sesto Fiorentino incombe dal 2000 un progetto regionale per la costruzione di un inceneritore per lo smaltimento dei rifiuti. Da subito si sono creati comitati di opposizione che per tanto tempo hanno studiato e informato sulle conseguenze che un’opera del genere porterebbe sulla salute dei cittadini. Grazie alla costruzione di questa consapevolezza è nato nel 2015 il Comitato delle Mamme No Inceneritore  di Firenze, una realtà composta prevalentemente dalle nuove generazioni di genitori preoccupati per il futuro dei loro figli. Tra le iniziative “dal basso” più famose del 2016, le Mamme hanno realizzato il progetto “Che aria Tira?”, un sistema di centraline auto costruite per il monitoraggio della qualità dell’aria nella piana Fiorentina.15230721_1820666731513757_293834884908064613_n

Nel giro di un anno le adesioni sono cresciute esponenzialmente e, soprattutto grazie ad un grande lavoro sul web, le Mamme hanno creato un tam tam sempre più diffuso intorno ai motivi della loro lotta: organizzano assemblee per informazioni medico-sanitarie, incontrano le scuole e fanno rete in tutta Italia con quanti vivono la stessa situazione di pericolo: dalle mamme vulcaniche della Terra dei Fuochi alle Mamme Volanti di Brescia. “Abbiamo creato una rete molto estesa – spiega Isabella Quagliotti, una delle fondatrici del Comitato – e combattere la stessa battaglia ha portato anche alla formazione di fantastiche amicizie”.

Tutto nasce dalla consapevolezza che dell’inceneritore non solo non c’è bisogno (l’Empolese, Lucca e ovviamente Capannori hanno tutte imboccato la strada della strategia rifiuti zero) ma non risolve il problema dello smaltimento. Dove andrebbero infatti a finire le ceneri dei rifiuti? Secondo quanto pianificato nel progetto ufficiale andrebbero mischiate al cemento per le costruzioni, un’idea venduta come innovativa ma che secondo il comitato potrebbe avere ulteriori effetti negativi sulla salute.15589621_1831923423721421_1594806589931364909_n

La lotta delle Mamme No inceneritore va nella direzione giusta e Isabella è molto positiva nelle aspettative. “Se non fossimo sicuri che tutti i nostri sforzi ci daranno ragione non riusciremmo a sostenere tanta fatica e tanto impegno”. Un primo importante risultato è stato raggiunto a novembre con una discussione del TAR che ha emesso una sospensiva del progetto per l’assenza di opere di mitigazione nella zona, per quanto “non c’è filtro che tenga” – come sottolinea Isabella – perché una volta avviati i forni aumenta il rischio di incidenza di patologie correlate a questo tipo di inquinamento (oltre 300 medici ammettono il rischio tumorale), soprattutto tumori e effetti avversi per la salute riproduttiva (come malformazioni congenite, gemellarità, basso peso alla nascita).

Il prossimo 5 ottobre si attende la sentenza del Consiglio di Stato sulla richiesta di appello della Regione Toscana seguita alla sospensiva del TAR. Insieme alle Mamme No Inceneritore speriamo che questa volta la Legge stabilisca Giustizia.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/03/mamme-unite-contro-inceneritore/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Diossina nel latte materno: la denuncia delle mamme del Molise

La scoperta grazie all’iniziativa di un’associazione di Venafro104677458-620x350

Diossina nel latte materno. A far scattare l’allarme è stata l’associazione Mamme per la salute e per l’ambiente di Venafro, piccola cittadina del Molise. Dopo il ritrovamento del gennaio 2012 di tracce di diossina nel latte bovino in due allevamenti della zona, le mamme dell’associazione hanno cominciato a interrogarsi sulla relazione fra inquinamento ambientale e salute, commissionando le analisi del latte materno per conoscerne il contenuto e capire se vi siano casi di contaminazione. All’inizio del 2013 alcuni campioni di latte sono stati prelevati da mamme nello stato di allattamento, le successive analisi sono state effettuate dal Consorzio interuniversitario nazionale la chimica per l’ambiente di Marghera. Purtroppo i sospetti sono stati confermati dai risultati delle analisi che hanno dato esito positivo. Paolo di Laura Frattura, presidente della Regione Molise, si è detto sconcertato per i dati emersi dalle analisi e ha dichiarato che non è ammissibile mettere a repentaglio la salute dei neonati e che la Regione prenderà tutte le misure necessarie per monitorare i livelli di inquinamento ambientale della zona. Il governatore si è inoltre impegnato a una nuova raccolta dati sul latte materno e alla predisposizione di interventi mirati da parte di Arpam e Asrem. La situazione richiede interventi immediati: in questi giorni partirà un progetto per il quale sono già stati siglati un protocollo di intesa con i comuni dell’area e una convenzione con un laboratorio specializzato. L’obiettivo è di raccogliere tutti i dati relativi al tasso di inquinamento atmosferico per diossina e di altre sostanze nocive, ed avere un quadro completo nel giro di pochi mesi.

Fonte:  Gaia News