Inquinamento e salute. Quando la sfiga ci vede benissimo

La visione ecologica e sistemica è parte integrante della medicina più innovativa. Lo studio delle relazioni e dei rapporti nei sistemi viventi e di quelli con il proprio ambiente permette di acquisire nuove conoscenze e molti dati scientifici. Molte malattie non sono “un incidente di percorso”: tante di queste potrebbero essere evitate o risolte se si riconoscessero le dinamiche biologiche dei sistemi viventi, anche nella medicina delle istituzioni. Aumenta la mobilitazione di scienziati, medici e associazioni per l’incremento di patologie dovute ad inquinanti. Sempre più studi clinici e rilevazioni tecniche confermano il nesso di causa-effetto con malattie gravissime ormai epidemiche. Eppure, non riconoscendo appieno tale relazione, lo stato normativo e la scienza istituzionale non riescono a promuovere la salute. Di inquinamento e salute si è parlato in modo approfondito al congresso italiano Saluscienza, di Medicina Integrata, Scienza e Fisica Quantistica organizzato per la prima volta da tre realtà italiane protagoniste nel panorama della divulgazione scientifica e culturale: Med CAM, Spazio Tesla e Scienza e Conoscenza.

Il dottor Antonio Pasciuto al congresso italiano Saluscienza

Come emerso anche in questa occasione, l’aumento vertiginoso di tumori infantili, disturbi cognitivi neurologici dello sviluppo e di malattie croniche risulta in crescita tanto da parlarne come di epidemie. Il cancro, tuttavia, viene ancora considerato un incidente genetico, un accumulo di mutazioni casuali del DNA. Per la scienza istituzionale, dunque, siamo in presenza di un’epidemia di sfiga incontrollabile. Il problema è grave perché non si può fare una reale prevenzione senza diagnosi, ovvero se non si capiscono le cause delle patologie. In ambito medico sono poche le patologie che arrivano ad avere una diagnosi. Ipertensione, gastralgia, cefalea, non sono diagnosi ma descrizioni in linguaggio medico dei sintomi e degli effetti. Eppure studi sulle correlazioni tra malattie e fattori causanti sono sempre più numerosi. La scienza statistica epidemiologica produce dati incontrovertibili. Ma la statistica e l’epidemiologia possono solo leggere la punta di un iceberg perché gli esseri viventi sono sistemi complessi e sottostanno a rapporti non lineari di causa-effetto. Ad esempio ormai sappiamo, grazie alle nuove scoperte, che la maggior parte delle patologie gravi infantili sono malattie della gestazione cioè di quel periodo delicatissimo in cui la plasticità dello sviluppo è massima. L’esposizione della madre ad agenti patogeni attiva reazioni difensive agli insulti ambientali. La maggior parte del DNA (quella non codificante) agisce come dei sensori del genoma che si muovono (traslocazioni) per tentativi ingegneristici adattativi, non aberrazioni cromosomiche attivate a caso.

Durante l’adattamento programmatico del feto si forma la capacità di compensazione che l’individuo porta con sé durante il resto della propria vita e che trasmette ai propri figli e nipoti. Questo rende difficile l’analisi dei rapporti causa-effetto ma lo studio dell’epigenetica  chiarisce sempre più i meccanismi che stanno all’origine delle manifestazioni patologiche, anche se si sviluppano in età avanzata o in generazioni successive. La placenta è un organo di nutrizione e informazione ed è il centro nevralgico anche delle patologie croniche dell’adulto. 

I fattori inquinanti: cosa ci fa ammalare?

I maggiori fattori inquinanti sono le sostanze chimiche dell’agrochimica (non più definibile agricoltura), i campi elettro-magnetici (tralicci alta tensione, wi-fi, cellulari), metalli pesanti e particolato da incenerimento (dei rifiuti e dall’industria). 

I pesticidi inducono una risposta genomica che porta le cellule ad attivare una sorta di memoria per poter continuare a riconoscere l’agente tossico ma questo le porta a trasformarsi in cellule immortali e quindi facilmente in cancerose. Si stima che il 98% delle donne in gravidanza sia contaminata dal glifosato. Il 75% delle coltivazioni OGM sono create perché possano sopportare i pesticidi, ma le aziende che li producono sono le stesse che producono i fitofarmaci appunto e spesso i farmaci ad uso umano.  La recente fusione Bayer-Monsanto è stata una tappa significativa di questo processo tutto a sfavore della salute. Quindi chi produce sostanze chimiche è lo stesso soggetto che produce dati scientifici determinanti per le normative; un uso elitario della sfiga altrui. 

Anche se poco presente a livello mediatico, la ricerca medica indipendente si dota di strumenti sistemici, di dati scientifici più vicini alle dinamiche biologiche offrendo capacità di diagnosi e cura innovative; essa integra la visione ecologica dei sistemi ponendo l’attenzione sullo studio delle relazioni tra le parti. L’inquinamento ambientale è un fattore determinante per la salute e condiziona tutti gli aspetti della vita, da quella psico-fisica a quella sociale ed economica. 

L’altro ieri alla Camera dei Deputati è stata consegnata la petizione di 25.000 firme ai parlamentari durante la conferenza stampa organizzata dal gruppo NO PESTICIDI. In gioco c’è il nuovo PAN (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari).

La conferenza stampa organizzata dal gruppo NO PESTICIDI

Nella conferenza stampa è emersa la poca trasparenza sulle modalità di revisione. Mancano 3 mesi alla scadenza della revisione ma il comitato scientifico mantiene, per ora, bloccato il documento del ministero dell’ambiente e non si avvale della partecipazione di esperti del settore come formalmente dichiara di fare. Manca la rilevanza dell’effetto multiplo dei pesticidi che invece vengono studiati singolarmente, mancano gli studi su gestanti e bambini cioè dove la suscettibilità è maggiore. È in atto un vero e proprio scontro sui livelli di pesticidi permessi e sulla reale contaminazione dell’ambiente.

Risulta che le persone maggiormente esposte sono quelle che vivono nelle zone rurali. Pianure e campagne sono più inquinate delle città perché la chimica per l’agricoltura ha un’azione più profonda e sistemica degli inquinanti urbani. Chi lavora nei campi si protegge con attrezzature e maschere a gas, chi vive nelle zone limitrofe ne viene colpito a sua insaputa. Tra le richieste della petizione c’è l’obbligo di avvisare i residenti prima dei trattamenti e della distanza di sicurezza perché i prodotti irrorati si depositino. Per ora le distanze di sicurezza sono solo a carico degli agricoltori biologici che per non essere contaminati creano zone cuscinetto. Nello studio GBH, dell’Istituto Ramazzini è emerso come i limiti giornalieri ritenuti sicuri degli Stati Uniti (ADI) si siano rivelati, in realtà, dannosi per il DNA, per lo sviluppo sessuale e per il microbioma intestinale che sappiamo essere strettamente collegato al neuro-sviluppo del cervello. Quindi è importante fissare dei limiti alle sostanze tossiche che non siano decisi a tavolino ma provenienti dalla ricerca indipendente. Il coordinamento STOP Glifosato, a cui hanno partecipato 57 organizzazioni tra ecologisti, medici e agricoltori biologici, tra cui ISDE e Slow Food, ha raccolto in Europa più di un milione e 200.000 firme per far approvare nuove norme grazie a studi scientifici indipendenti che vietassero la sostanza o almeno togliessero i contributi a chi la utilizzava.

“Il cervello dei nostri bambini è nelle nostre mani, la scienza, se non è indipendente, non è dalla parte della salute e della verità”. È quanto afferma la dott.ssa Gentilini dell’ISDE, oncologa ed ematologa, che ha denunciato le continue deroghe ai divieti. Negli ultimi 30 anni sono state autorizzate 176 deroghe cioè sostanze prima vietate poi permesse, ad esempio negli ortaggi in serra come le fragole. Anche il decreto sull’uso dei fanghi è una deroga poiché invece di incentivare i depuratori permette l’accumulo di tossicità conclamate e già vietate come alcuni Idrocarburi, il Cromo esavalente, il Toluene. A livello normativo la dott.ssa Altera, esperta di valutazione del rischio, denuncia i continui rimandi legislativi al recepimento delle direttive. Manca un organo europeo che sanzioni chi non rispetta le leggi. Ci si sente non tutelati e senza diritti. Presenti alla consegna delle firme la deputata del Gruppo Misto: Silvia Benedetti, Sara Cunial e Saverio De Bonis entrambi M5S. In generale emerge l’esigenza di attivarsi dal basso, nei tribunali, nella ricerca, di studiare i contaminanti prodotto per prodotto, di sensibilizzare e contrastare le industrie inquinanti. Emerge anche la volontà e la necessità di incentivare il biologico, l’agricoltura integrata. Nei prodotti bio, infatti, i residui sono più bassi e l’incidenza di patologie neurologiche, metaboliche e autoimmuni sono inferiori per chi li consuma abitualmente; i dati ci sono. Bisogna fornire alternative alle produzioni convenzionali. Sono già molte le esperienze positive ed economicamente sostenibili, bisogna promuoverle. Così come la medicina integrata studia e si avvale di nuovi sistemi di interpretazione, di diagnosi e di cura basati sul paradigma scientifico sistemico e non riduzionista-lineare, anche il modello ecologico per la gestione del sistema economico, sociale e produttivo sembra parlare la stessa lingua. Ci si richiama agli stessi valori per costruire insieme relazioni sinergiche efficaci e un sapere diffuso. Ogni componente della società dovrebbe attivarsi perché la sfiga spesso è figlia di comportamenti quotidiani poco consapevoli.

FONTI:

Dott. Ernesto Burgio ECERI (European Cancer and Environment Research Institute), ISDE, Associazione internazionale medici per l’ambiente a Saluscienza

Dott. Antonio Pasciuto (EUROPAEM: Accademia europea di medicina ambientale) a
Saluscienza

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Cresce il rischio di demenza per chi vive entro 50 metri da una strada molto trafficata

Abitare a 50 metri da una arteria di grande traffico aumenta il rischio di demenza. Lo dice uno studio pubblicato su Lancet e condotto su 6,6 milioni di persone. Una conferma in più, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che l’inquinamento prodotto dall’uomo sta uccidendo… l’uomo.1

La demenza è più comune nelle persone che risiedono entro 50 metri dalle arterie di grande traffico rispetto a chi vive più lontano. Lo dice uno studio condotto su 6,6 milioni di persone e pubblicato su The Lancet. Malgrado ciò, lo studio conclude dicendo di non avere individuato correlazioni tra esposizione al traffico e morbo di Parkinson e sclerosi multipla. Lo studio osservazionale stima che 1 caso di demenza su 10 (7-11%) può essere attribuito alla vicinanza con le strade molto trafficate e che la correlazione è ancora più forte per chi vive entro i 50 metri di distanza dai tubi di scappamento.  Già precedenti ricerche avevano attestato che l’inquinamento atmosferico e il rumore del traffico potessero contribuire alla neurodegenerazione e uno studio aveva anche concluso che vivere vicino alle strade percorse dalle auto diminuiva le capacità cognitive. Ma lo studio su Lancet pare essere il primo nel suo genere, a correlare cioè il traffico intenso a malattie neurodegenerative importanti. I ricercatori hanno considerato tutto gli adulti tra i 20 e gli 85 anni che vivono in Ontario (Canada), circa 6,6 milioni di persone, per oltre un decennio dal 2001 al 2012. Hanno usato la localizzazione geografica per determinare quanto vivevano vicino alle strade e hanno analizzato le cartelle cliniche per vedere se avevano sviluppato demenza, morbo di Parkinson o sclerosi multipla. Quasi tutti i cittadini considerati (95%) vivevano entro un chilometro dalle arterie maggiori e metà viveva nel raggio di 200 metri. Durante il periodo dello studio, oltre 243.000 persone hanno sviluppato demenza, 31.500 Parkinson e 9.250 sclerosi multipla. Il rischio di sviluppare demenza è +7% in chi vive entro i 50 metri dalle strade trafficate, + 4% in chi vive tra i 50 e i 100 metri, +2% in chi vive tra i 101 e i 200 metri e non c’è aumento del rischio in chi vive oltre i 200 metri. I ricercatori hanno scoperto che anche l’esposizione a lungo termine ai due più comuni inquinanti (particolato fine e biossido di azoto) è associata a demenza  ma in questo caso agiscono anche altri co-fattori. Poiché si tratta di uno studio osservazionale, non è in grado di stabilire nessi di causa-effetto ma è stato comunque progettato per escludere tutta una serie di altri possibili fattori causali. Lo studio è stato finanziato da Health Canada ed è stato condotto da scienziati appartenenti ai seguenti enti: Public Health Ontario, Institute for Clinical Evaluative Sciences, University of Toronto, Carleton University, Dalhousie University, Oregon State University e Health Canada. Ma quando si riterranno sufficienti le ormai innumerevoli evidenze di questo legame tra inquinamento, malattia e morti e si inizierà a rimboccarsi veramente le maniche per agire?

Fonte: ilcambiamento.it

 

Cambiamenti climatici: verso un futuro di guerre e povertà

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Fame, povertà, inondazioni, siccità, ondate di caldo, guerre e malattie. A causa dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, questi mali sono destinati ad aggravarsi nei prossimi anni. È quanto emerge da alcuni stralci della bozza di un rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), organizzazione di esperti sui cambiamenti climatici che nel 2007 vinse il premio Nobel per la pace assieme ad Al Gore. Al centro del rapporto che verrà pubblicato a marzo vi sono gli effetti dei cambiamenti climatici sulla vita dell’uomo.
“Nel 21/o secolo – si legge nella bozza – l’impatto del riscaldamento globale rallenterà la crescita economica e la riduzione della povertà, erodendo ulteriormente la sicurezza alimentare e dando vita a nuove trappole di povertà” in particolare nelle aree urbane. Secondo l’Ipcc a subire i danni del global warming saranno soprattutto i più deboli.
“Il cambiamento climatico – si legge nel rapporto – esacerberà la povertà soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito e creerà nuove sacche di povertà nei Paesi a reddito medio-alto provocando una crescente diseguaglianza”.
L’Ipcc evidenzia quelli che saranno i principali rischi: morti collegate al caldo ed alle inondazioni provocate dall’innalzamento del livello del mare, in particolare nelle grandi città; carestie causate dai cambiamenti nelle piogge e nelle temperature, soprattutto nei Paesi più poveri; agricoltori in rovina a causa della mancanza di acqua; collasso delle infrastrutture a causa di condizioni meteorologiche estreme; peggioramento delle ondate di calore pericolose e mortali; collasso di alcuni ecosistemi terrestri e marini. Per quanto riguarda le malattie, dal rapporto emerge che fino a circa 2050 “il cambiamento climatico avrà un impatto sulla salute umana principalmente esacerbando i problemi di salute già esistenti”. Particolarmente preoccupanti sono i rischi di guerra legati al global warming: secondo il rapporto, “il cambiamento climatico aumenta indirettamente i rischi di conflitti violenti sotto forma di guerra civile, violenze inter-gruppo e proteste violente, esacerbando i driver ben conosciuti i di questi conflitti, come la povertà e crisi economiche”.
A.P.
Fonte: il cambiamento

Lo smog è cancerogeno e per l’OMS è l’aria esterna inquinata la causa delle malattie

Lo smog è cancerogeno e sebbene molti studi lo avessero già anticipato, arriva oggi la conferma dall’OMS che lo inserisce nella lista delle sostanze più pericolose9

Con un comunicato la IARC, International Agency for Research on Cancer dell’OMS, annuncia che sì è proprio come molti studi avevano anticipato: lo smog è cancerogeno inserendolo tra le sostanze pericolose di classe 1,la più elevata e pericolosa. La IARC spiega che proprio l’aria inquinata è l’elemento cancerogeno più diffuso come sottolinea Kurt Straif Direttore della Sezione Monografie IARC:

L’aria che respiriamo è inquinata da una miscela di sostanze che provocano il cancro. Ora sappiamo che l’inquinamento dell’aria esterna non è solo un importante rischio per la salute in generale, ma anche una causa ambientale di decessi per cancro.10

Il programma Monografie IARC , soprannominato l’enciclopedia degli agenti cancerogeni , fornisce un autorevole fonte di prove scientifiche sulle esposizioni a sostanze che provocano il cancro. In passato il Programma ha valutato molte singole sostanze chimiche e miscele specifiche verificando l’ inquinamento dell’aria all’aperto. Tra gli agenti inquinanti troviamo gli scarichi dei motori diesel, solventi, metalli e le polveri sottili. Ma questa è la prima volta che gli esperti hanno classificato l’aria esterna inquinata come causa del cancro.

Spiega Dr Dana Loomis Vice direttore della Sezione monografie:

Il nostro compito è stato quello di valutare nel complesso l’aria che si respira piuttosto che concentrarsi su specifici inquinanti atmosferici. I risultati degli studi esaminati sottolineano una stessa direzione: il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni è significativamente aumentata nelle persone esposte all’aria inquinata.

L’ISPRA qualche giorno fa ha presentato IX Rapporto ISPRA sulla Qualità dell’Ambiente Urbano, dove è emerso che sebbene in generale si assista a un miglioramento della qualità dell’aria questa resta decisamente inquinata all’interno delle città. Il rapporto ha preso in analisi 60 comuni italiani per cui si continuano a registrare sforamenti dei valore limite di Pm10 e biossido di azoto nelle grandi città del centro-nord, in Campania e in Sicilia. L’ozono resta un elemento che causa inquinamento in maniera capillare in tutte le città. Le città più inquinate da Pm10 sono state nel 2010: Roma, Taranto, Milano, Napoli e Torino.

Fonte. ecoblog

Scopriamo le proprietà del magnesio

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È lo scarto del sale, ma è indispensabile per l’attività di oltre 300 enzimi e svolge un ruolo fondamentale praticamente su quasi tutti gli apparati del corpo umano. Non a caso, da chi ne conosce le potenzialità, è considerato la panacea di molti mali. È facilmente assimilabile ed economico. Ma soprattutto funziona. È l’unico fra i Sali di magnesio ad aver dimostrato la sua efficacia nella terapia delle malattie infettive, grazie all’effetto stimolante sui globuli bianchi e in generale su tutto il sistema immunitario. Il Cloruro di Magnesio aiuta a curare “epilessie, distrofie, sclerosi, poliomielite, tumori, asma, bronchite cronica, broncopolmonite, enfisema polmonare, influenza, pertosse, raucedine, affezioni dell’apparato gastrointestinale, malattie cervicali, tensioni neuro muscolari, artriti, sciatiche, dolori ai muscoli, calcificazioni, osteoporosi, depressioni, ansie, paure, mali di testa, febbri, fuoco di sant’Antonio, orticarie, tetano (anche quando il paziente è già rigido), morsi di vipera (lavare anche la ferita), rabbia, parotite, scarlattina, rosolia, morbillo e le altre malattie dell’infanzia”. Come ogni scoperta, anche questa parte da un evento pressoché fortuito: nel 1915 il professor Pierre Delbet, utilizzando una soluzione di cloruro di magnesio per il lavaggio delle ferite, si rese conto di come questa non solo non danneggiasse i tessuti, cosa che – invece – accadeva con gli altri antisettici, ma addirittura facilitasse la guarigione della ferita stessa. Delbet scoprì inoltre come l’uso del cloruro di magnesio scongiurasse pericolose complicazioni, quali le sovra infezioni batteriche frequenti all’epoca, grazie all’azione di stimolo sull’attività dei globuli bianchi. Il successivo e importantissimo passo fu scoprire che l’azione di stimolo non era limitata ai globuli bianchi, bensì agisse su tutte le cellule dell’organismo, allargando lo spettro oltre i meccanismi di difesa. La sperimentazione proseguì somministrando la soluzione anche per via orale, riscontrando – nella maggior parte dei pazienti – il manifestarsi di una sensazione di benessere generale, energia, una maggiore resistenza alla fatica e una maggior stabilità emotiva. All’epoca, le molte persone che cominciarono ad assumere la soluzione di cloruro di magnesio in qualità di “tonico”, con conseguenze inaspettate sull’organismo, informarono prontamente il professore. In poco tempo, grazie alle testimonianze dei pazienti, Delbet si ritrovò tra le mani gli effetti della sua “scoperta”. Il cloruro di magnesio aveva fatto scomparire completamente disturbi dell’apparato digerente come coliti, colecistiti e angiocoliti, aveva migliorato in modo esponenziale affezioni del sistema nervoso quali il tremore senile, il morbo di Parkinson, i crampi muscolari. Ancora, effetti sorprendenti erano stati riscontrati nella cura della pelle: acne giovanile, eczema, psoriasi, verruche, geloni, prurito. Infine, Delbet fu in grado di dimostrare come il cloruro di magnesio potesse migliorare lo stato di unghie e capelli, di diverse patologie legate allo stato allergico come il raffreddore da fieno, l’orticaria, i pruriti di vario genere fino ad arrivare alle emorroidi e all’edema di Quincke. La sua sperimentazione si allargò a tal punto da testare il cloruro di magnesio localmente, sotto forma di pomata: l’effetto non raggiunse il 100% voluto, ma l’applicazione permise di far inscurire buona parte di capelli e barbe sbiancate da anni, o di scolorire le macchie cutanee della “vecchiaia”. Nelle sue ricerche, Pierre Delbet fu coadiuvato dal Dottor Neveu, ma i benefici del Cloruro di Magnesio hanno interessato parecchi medici e ricercatori, tra cui l’italiano Raul Vergini. Se gli alchimisti assegnavano la denominazione di Panacea Universale al chermes, minerale ritenuto capace, oltre che di guarire ogni male, anche di prolungare indefinitamente la vita, a questo punto anche il Cloruro di Magnesio potrebbe arrogarsi, senza tema di smentita, lo stesso titolo. La cosa incredibile è come la carenza di Magnesio sia sempre stata ignorata dai medici come possibile causa di almeno una buona parte dei disturbi che affliggono l’essere umano. Il Magnesio è un elemento essenziale presente in tutti gli organismi, indispensabile per lo svolgimento di numerose reazioni enzimatiche. L’organismo umano ne contiene circa 25 grammi, localizzati per lo più nelle ossa, nei muscoli, nel cervello e in altri organi come fegato, reni e testicoli. Il Magnesio ha la capacità di produrre l’equilibrio minerale necessario agli organi per l’espletamento delle loro funzioni, come per esempio i reni, alimenta l’acido urico nelle artrosi, ha potere decalcificante fino alle più sottili membrane nelle articolazioni, nelle sclerosi e nelle sclerosi calcificate, quindi è un valido aiuto per prevenire gli infarti poiché purifica il sangue. Rinvigorisce anche il cervello: diversi studi attestano la sua validità nel mantenerne la gioventù, fino alla vecchiaia. Malgrado tutto ciò, Il Magnesio è – tra tutti gli elementi – il meno somministrato. La sua importanza è stata, e ancora oggi continua a essere dai più, sottovalutata. Se è stato dimostrato come, con l’uso del Magnesio, aumenti anche la conta dei globuli bianchi perché questo effetto, che porta il nome di citofilassi, continua a essere ufficialmente trascurato? Come dire che per l’essere umano non sia importante avere la possibilità di aumentare il proprio tono immunitario. Secondo Padre Beno J. Schorr, professore di fisica, chimica e biologia al Collegio di Santa Caterina “Il Magnesio elimina il calcio dai punti indebiti e lo fissa solidamente alle ossa. Dopo i 40 anni l’organismo assorbe sempre meno magnesio, producendo vecchiaia e dolori perciò deve essere preso secondo l’età. Dai 40 ai 55 anni: mezza dose (una dose = una tazzina da caffè). Dai 55 anni ai 70: una dose al mattino. Dai 70 ai 100 anni: una dose al mattino ed una alla sera”. (1985). È del 1932 la ricerca di Schrunipf-Pierron: la dieta abituale delle popolazioni rurali dell’Egitto forniva quasi due grammi di Magnesio al giorno. Risultato? Tra i contadini egiziani l’incidenza del cancro era 10 volte inferiore a quella delle popolazioni di Europa e USA, mentre quella del cancro allo stomaco addirittura 50 volte minore. Non a caso, anche Delbet orientò la sua ricerca anche in quest’ambito. Nel quotidiano, Schrunipf-Pierron osservò come i contadini egiziani non soffrissero di raffreddori, influenze, polmoniti e pleuriti. Le loro donne partorivano con estrema facilità, mentre gli anziani conservavano un’ “andatura elegante e armoniosa anche in età molto avanzata”. Sia chiaro, il Cloruro di Magnesio non è una medicina, bensì un alimento che non ha controindicazioni ma soprattutto è compatibile con qualsiasi cura farmacologica in corso. Ha comunque una peculiarità non indifferente: prenderne una dose per un dolore soltanto fa sì che eventuali altri dolori guariscano comunque, perché il sale mette in ordine tutto il corpo. Dove trovare Il Magnesio? Presto detto: nei cereali integrali, la soia, i fagioli, i vegetali in genere (se coltivati con metodo biologico), i frutti di mare, cioccolata e cacao. Essendo un prodotto di scarto del sale, va da sé che anche il sale marino sia ricco di Magnesio. Peccato però che l’impiego di concimazioni minerali e il raffinamento dei cibi portino alla quasi totale perdita di magnesio. La stessa cottura può portare a un impoverimento dello stesso fino al 70%. Come scoprire se si è carenti di Magnesio? Molto spesso i sintomi passano per ansia, ipereccitabilità muscolare, cefalea, vertigini, insonnia, asma, alterazioni del ritmo cardiaco, stanchezza eccessiva, disturbi del ciclo mestruale. Dire che si sarà immuni da tutte le malattie è impossibile, ma sapere che c’è la possibilità di attenuare i dolori e il decadimento del corpo, è già una ragione importante per cominciare ad assumerlo. Anche perché il corpo, nella sua grande intelligenza fisiologica, elimina l’eventuale eccesso da solo. Al massimo, pulirete l’intestino. Che male non fa. Per quanto mi riguarda, devo ringraziare un erborista che, anni fa, mi ha letteralmente “rimessa al mondo” consigliandomi il Cloruro di Magnesio. La pigrizia a volte prende il sopravvento e io stessa, pur consigliandolo a tutti, dimentico di assumerlo. E gli effetti si vedono. Per quanto mi riguarda, uso il Magnesio Supremo, scelto dopo aver letto il libretto accompagnatorio. Iniziato con il pensiero che comunque male non faceva, ho visto sparire in poco più di una settimana un dolore alla schiena che credevo cronico, e non solo. Potete trovare questo prodotto nelle farmacie più lungimiranti, nelle erboristerie, o ordinarlo online. Francamente dove lo acquistiate non ha importanza. Posso solo dirvi che mi ha aiutata, tanto. Così ho pensato fosse giusto e doveroso, da parte mia, mettervi a parte del mio “piccolo segreto”.

Buona vita

Cristina Colombera

Nella mia ricerca, ho avuto modo di leggere parecchie testimonianze. Tra tutte, ho scelto questa: “Rientrato a Florianopolis, presi una dose di Cloruro di Magnesio tutte le mattine. Tre giorni più tardi, presi una dose al mattino e una alla sera. Al ventesimo giorno mi svegliai non più rannicchiato, ma disteso nel letto e senza dolori. Se camminavo, il dolore era ancora presente. Al trentesimo giorno mi alzai sbalordito: non mi faceva male più niente. Al quarantesimo giorno camminai per tutta la giornata sentendo appena un leggero peso alla gamba. Sono ormai trascorsi dieci mesi, mi sento agile e mi piego quasi come un serpente perché il Magnesio porta via il calcio dai punti indebiti e lo fissa solidamente alle ossa. Le mie pulsazioni, che prima erano inferiori ai 40 battiti, sono ritornate normali. Il mio sistema nervoso è ristabilito e molto più lucido. Il sangue, decalcificato, è fluido. Le frequenti fitte acute al fegato sono scomparse. Molti chiedono cosa mi stia succedendo poiché, a giudicare dall’aspetto, sembro ringiovanito. Infatti, ho riacquistato la gioia di vivere. Con questa cura centinaia di persone, dopo anni di sofferenze per dolori vertebrali, artrosi, acidi urici e altro, sono guarite al Collegio di Santa Caterina”.

 

Magnesium, The Nutrient That Could Change Your Life.

Fonte: ilgiornaledellebuonenotizie.it

Tratto da: http://www.ecplanet.com/node/3880

http://pianetablunews.wordpress.com/

Pronta a partire la raccolta firme per la “Legge Rifiuti Zero”

Depositata in Corte di Cassazione la Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero. Necessarie 50mila firme ma i promotori mirano ad almeno il doppio. La raccolta firme parte in tutta Italia subito dopo Pasqua

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Mercoledì 27 marzo è stata depositata in Corte di Cassazione la Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero da 14 cittadini tra rappresentanti delle realtà sociali promotrici coordinatori regionali della Campagna di raccolta firme.
Per essere presentata la Legge di Iniziativa Popolare necessita di 50mila firme, i promotori mirano ad almeno il doppio, potendo contare su una rete già costituita in tutta Italia: sono già 14 i coordinamenti regionali già costituiti e 6 quelli in costituzione. La legge mira ad una riforma organica di tutto il sistema della raccolta e smaltimento rifiuti e si articola su 5 parole fondamentali enunciate già nel primo articolo: sostenibilità, ambiente, salute, partecipazione e lavoro. Quest’ultimo punto – sottolineano i promotori – non è da sottovalutare: la diffusione della raccolta rifiuti porta a porta, che è uno degli obiettivi, sarebbe l’unica grande opera di cui il paese ha bisogno. La raccolta firme partirà in tutta Italia subito dopo Pasqua. La conclusione della raccolta e la successiva presentazione della Proposta di Legge sono previste prima della pausa parlamentare estiva. La Campagna Legge Zero Rifiuti, di cui fanno parte realtà sociali e comitati territoriali, invita tutte le forze politiche presenti in parlamento a sostenere la raccolta firme e a promuovere incontri per approfondire i contenuti innovativi presenti nel testo nonché ad impegnarsi a portare avanti l’iter legislativo una volta raccolte le firme. Le finalità generali del disegno di legge di iniziativa popolare: “Legge Rifiuti Zero per una vera società sostenibile”, si fondano sulle seguenti linee direttrici:

1. far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta

2. rispettare gli indirizzi della Carta di Ottawa, 1986

3. rafforzare la prevenzione primaria delle malattie attribuibili a inadeguate modalità di gestione dei rifiuti

4. assicurare l’informazione continua e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti

5. riduzione della produzione dei rifiuti del 20% al 2020 e del 50% al 2050 rispetto alla produzione del 2000;

6. recepire ed applicare la Direttiva quadro 2008/98/CE

7. recepire ed applicare il risultato referendario del giugno 2011 sull’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali
Per perseguire le suddette finalità, il presente progetto di legge contiene una serie di misure finalizzate a:

1. Promuovere e incentivare anche economicamente una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo

2. spostare risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo

3. contrastare il ricorso crescente alle pratiche di smaltimento dei rifiuti distruttive dei materiali

4. ridurre progressivamente il conferimento in discarica e l’incenerimento

5. Sancire il principio “chi inquina paga” prevedendo la responsabilità civile e penale per il reato di danno ambientale

6. Dettare le norme che regolano l’accesso dei cittadini all’informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti
Ulteriori informazioni

Testo della legge

Relazione

Fonte: eco dalle città