Polemiche e critiche sullo studio che assolve il mais ogm

Sta già rimbalzando per ogni dove, come ci si attendeva, lo studio pubblicato da quattro ricercatori pisani che hanno analizzati i dati esistenti sulle coltivazioni ogm concludendo che il transgenico non fa male né alla salute nè all’ambiente. Ma naturalmente non mancano le critiche. Vi proponiamo l’articolo pubblicato in proposito dal portale web del mensile Terra Nuova.9759-10537

Fonte: Terra Nuova

Una revisione dei dati esistenti ha portato quattro ricercatori pisani a concludere che il mais ogm non comporta rischi per la salute umana e l’ambiente. Ma il professor Salvatore Ceccarelli replica: «Conclusione frutto di un esame parziale del problema. Gli ogm fanno malissimo alla biodiversità e all’ambiente e ci sono ormai solide evidenze su questo».

È destinato a sollevare critiche e polemiche lo studio pubblicato su “Scientific reports” da quattro ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che hanno considerato i dati esistenti sulle coltivazioni ogm. L’analisi ha concluso che per il mais transgenico le rese sarebbero superiori ai raccolti convenzionali e che il suo utilizzo non comporterebbe rischi per la salute umana e l’ambiente. A replicare prontamente è il professor Salvatore Ceccarelli, già docente di genetica e miglioramento genetico all’università di Perugia e oggi consulente per diversi progetti di miglioramento genetico nel mondo. «Premetto che ad oggi esiste una mole significativa di evidenze che attestano i rischi che gli ogm recano all’ambiente e la letteratura sta producendo ricerche anche in merito agli effetti sulla salute – spiega Ceccarelli – ma voglio soffermarmi soprattutto sul fatto che non si possono avere pretese di affermazioni conclusive o definitive quando si considera solo una parte di un problema estremamente complesso».

«Come si fa spesso e come fanno spesso, bisogna dirlo, dalla parte opposta anche taluni ambientalisti, si considera sempre l’aspetto che più colpisce emotivamente l’opinione pubblica, che più ha efficacia sull’immaginario collettivo, cioè quello della nutrizione e della salute. Ma non si può dimenticare che, come ormai è stato dimostrato e sperimentato ovunque nel mondo si coltivino ogm, queste colture contaminano ciò che sta intorno e agiscono in maniera molto negativa sugli equilibri ambientali. Pensiamo, per esempio, alle erbe infestanti e agli insetti: chi produce e coltiva ogm lo fa per contrastare sia le une che gli altri. Ma, come vuole una ineluttabile legge biologica, gli organismi viventi si “organizzano” per nascere e crescere e se ciò viene loro impedito, in qualsivoglia modo, non faranno altro che modificarsi per resistere ai nuovi contesti così generati. Per gli ogm significa che si hanno, e questo accade già ed è già chiarissimo, erbe infestanti e insetti che si sono evoluti e modificati in modo da resistere alle nuove colture e a erbicidi e pesticidi impiegati di conseguenza. Quindi è un circolo vizioso, è un business che risponde perfettamente alla logica dell’obsolescenza programmata e che ci rende schiavi del bisogno di nuovi ogm per combattere sempre nuovi infestanti e parassiti. Nel totale spregio della biodiversità naturale che così viene irrimediabilmente compromessa. Per non parlare della schiavitù che si genera negli agricoltori, completamente succubi delle multinazionali che producono sementi ogm e relativi erbicidi e pesticidi. È così che vogliamo trasformare l’agricoltura? Ci sono molte alternative e soluzioni differenti che non hanno questi altissimi costi da pagare. Peraltro, con il diffondersi oggi delle tecniche di gene editing, tornare a promuovere i vecchi ogm suona quasi come anacronistico».

Tornando al tema della salute, il professor Ceccarelli aggiunge: «Riflettiamo anche sugli studi che oggi si stanno conducendo e pubblicando sul microbioma umano la cui preziosa importanza per il nostro sistema immunitario si fonda sulla ricchezza nutrizionale e la diversità di ciò che mangiamo. Come facciamo a mangiare diversità se si coltiva uniformità? È bene quindi fare molta attenzione prima di trarre conclusioni sulla base di analisi effettuate senza considerare attentamente tutti gli aspetti di problemi estremamente complessi».

Si legga anche lo studio comparso su Lancet nel 2015 che afferma come non ci sia consenso scientifico sulla sicurezza degli ogm

Un’altra lettura utile: “Ogm, vent’anni di fallimenti”

Sulla base dell’analisi di Infogm , nel 2017 la superficie europea coltivata con piante transgeniche è diminuita rispetto al 2016, passando da 136.338 ettari e a 130.571 ettari.

Interviene anche Greenpeace sottolineando come le colture OGM, «considerate una panacea per la produzione di cibo, costituiscano in realtà un freno per l’innovazione ecologica in agricoltura. Sottopongono l’agricoltura al controllo e ai brevetti di poche aziende agrochimiche e a rischi imprevedibili, a danno della biodiversità e del nostro made in Italy».

«La maggioranza delle colture OGM ha come caratteristica principale la resistenza agli erbicidi o a determinati parassiti, ma la vera sfida per l’agricoltura del futuro è la capacità di adattarsi a un clima che cambia, svincolandosi dall’uso di sostanze pericolose” dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. «Mentre mancano colture OGM “resilienti” ai cambiamenti climatici, esistono tecniche di selezione molto più all’avanguardia ed efficaci come la Mas (Marker Assisted Selection – Selezione Assistita da Marcatori), che sfrutta la conoscenza del Dna per identificare le caratteristiche migliori delle diverse varietà, per effettuare gli incroci più convenienti, senza le problematiche degli OGM. La Mas sta già avendo brillanti risultati come varietà di frumento resistenti alla siccità e varietà di riso resistenti alle inondazioni, già coltivate dagli agricoltori» prosegue Ferrario.

«Bisogna investire fondi (pubblici e privati) per una ricerca che serva a sviluppare pratiche e soluzioni sostenibili e l’agroecologia sta già dimostrando il suo potenziale, come riconosciuto anche dai 400 scienziati di fama mondiale, membri dell’International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development (IAASTD), finanziata dall’ONU. La protezione delle colture deve avvenire con un approccio a più livelli: aumentando l’eterogeneità e la diversità dei paesaggi agricoli, tutelando gli habitat degli impollinatori e favorendo i naturali meccanismi di lotta biologica agli infestanti».

Tratto: ilcambiamento.it

 

Mais OGM: distrutto un secondo campo, linea dura con scadenza

Con una operazione congiunta tra polizia, carabinieri e guardie forestali è stato distrutto il secondo campo di mais OGM coltivato da Giorgio Fidenato

Lo scorso anno, nell’incertezza legislativa, Giorgio Fidenato riuscì a portare a casa il raccolto di mais OGM della Monsanto, ma per il raccolto 2014 purtroppo per lui si prospetta una situazione ben diversa. A decretarlo la Procura della Repubblica di Udine che ha applicato la normativa nazionale che prevede il divieto di coltivare mais MON810. Dunque a porre prima sotto sequestro i campi di Colloredo, e prima ancora quello di Mereto di Tomba ci hanno pensato le guardie della Forestale in collaborazione con polizia e carabinieri, poi con i trattori hanno provveduto alla distruzione delle piante. All’operazione quasi militare si è giunti dopo un complesso iter legislativo che ha visto l’opposizione di Giorgio Fidenato, respinta però dal TAR di Trieste, sebbene la Corte di Giustizia Europea abbia riconosciuto il diritto (tale è) di coltivare organismi transgenici. Il divieto nasce per tutelare la biodiversità, poiché la preoccupazione principale riguarda la contaminazione tra colture OGM e colture classiche se non biologiche. Ma il pericolo contaminazione esiste? E’ una questione controversa ma sappiamo da un registro tenuto da Greenpeace che vi sono stati già diversi casi tra cui contaminazione da OGM registrata in Oregon.463291511-620x350

Lo scorso anno un agricoltore dell’Oregon ha notato alcune piante spontanee di grano sopravvissuto all’erbicida a base di glifosato. Insospettito ha inviato i campioni alla Oregon State University. Il mese dopo i ricercatori dell’Università hanno notificato all’USDA che i campioni vegetali sono risultati positivi a una proteina che li ha resi resistenti al glifosato, indicando che sono stati effettivamente modificati geneticamente. Ulteriori test hanno rivelato che si trattata del frumento MON71800 varietà sviluppata dalla Monsanto. Il più grande mistero di questa contaminazione resta nella provenienza dei semi, poiché il grano non è prodotto a livello commerciale in nessuna parte del mondo. Dal 1998 al 2005 Monsanto ha testato il frumento resistente al glifosato in 16 stati, tra cui l’ Oregon ma il prodotto non è stato mai commercializzato e il programma di test in Oregon si è concluso 12 anni fa. Né le ipotesi dei ricercatori né l’indagine interna della Monsanto hanno saputo dare una risposta. La USDA ha concluso che questo incidente equivale a più di un singolo episodio isolato in un unico campo su una singola azienda. Tutte le informazioni raccolte finora non hanno mostra alcuna indicazione della presenza di OGM nel grano in commercio. Gli investigatori hanno condotto indagini approfondite sull’intera filiera di produzione del grano senza riscontrare contaminazioni OGM. La questione dei campi OGM, nonostante la distruzione delle colture, non è affatto archiviata in Italia. Ricordiamo che il decreto anti OGM dura 18 mesi e che dovranno poi essere le Regioni che singolarmente si dovranno dotare di leggi contro le colture transgeniche.

Fonte:  Messaggero Veneto

© Foto Getty Images

Mais OGM, nei campi Usa un insetto si è evoluto e ora se lo mangia

Il mais OGM negli Stati Uniti non sarebbe così al riparo dalla dendroide del mais che si è evoluta rapidamente e che ora riesce anche a mangiarselo a dispetto della tossina

La questione è molto seria perché la giaculatoria dei produttori OGM in merito alle resistenze inoculate attraverso il batterio vettore agli insetti sembra sia caduta. Almeno a stare allo studio pubblicato su PNAS in cui viene evidenziato come la diabrotica del mais si sia evoluta manifestando una resistenza alle tossine emesse dalla pianta, circostanza che le consente di papparsela. perché abbiamo bisogno del mais OGM con batterio bt? perché altrimenti non potremmo avere tante belle colture intensive cariche di raccolto per produrre mangimi animali da destinare agli allevamenti intensivi, bioplastiche e biocarburanti alla faccia delle naturali e selettive rotazioni, come natura vorrebbe. Il mais in questione produce tossine insetticide derivanti dall’inoculazione del batterio Bacillus thuringiensis (Bt) il che ci hanno detto i produttori di OGM consente di ridurre l’uso di insetticidi convenzionali. Tuttavia, l’evoluzione va verso la resistenza al Bt. Infatti la diabrotica del mais è un parassita del mais ed è controllato con il mais Bt. A partire dal 2009, la diabrotica del mais ha sviluppato la resistenza alla tossina Bt Cry3Bb1 prodotta dal mais OGM tanto da devastare interi raccolti nello Iowa. Gli studiosi hanno trovato che esiste una resistenza incrociata tra mais Cry3Bb1 e mais mCry3A ovvero al mais Bt e che tali colture producono una dose poco elevata di tossina efficace contro i parassiti bersaglio che così hanno potuto sviluppare rapidamente la loro resistenza.

Greenpeace activists stand a protest in

In Italia la diabrotica del mais è giunta a bordo di aerei e camion negli anni 90 nel corso del conflitto nei Balcani e in Serbia. Il mais OGM che invece è stato coltivato in Italia è resistente alla piralide un parassita temuto perché innesca nel raccolto lo sviluppo di due micotossine pericolose per la salute umana: le fumonisine e le aflatossine. Ma mais Bt è ancora capace di allontanare i parassiti, così gli agricoltori torneranno a piantarlo solo che adesso avranno bisogno di usare i pesticidi per proteggere il loro raccolto dalla diabrotica. Come entomologi avevano avvertito del possibile sviluppo della resistenza della dobrotica attraverso l’Environmental Protection Agency nel 2012. Anche i precedenti avvertimenti sono stati da amministratori e agricoltori. Ci sono voluti milioni di dollari per sviluppare i semi Bt, quindi una ingegneria alternativa non è un’opzione attraente. I ricercatori suggeriscono che l’approccio alla biodiversità potrebbe svolgere un ruolo di contrasto alla resistenza al bt sviluppata dalla diabrotica.

Spiega Lance Meinke entomologo alla University of Nebraska:

La rotazione delle colture è lo strumento migliore. In generale, un anno di semi di soia in un campo che è stato coltivato a mais spazza via la popolazione di dobrotica. Gli insetti depongono le uova che si schiudono, ma quando le larve cercano di nutrirsi con piante di soia, non trovano le sostanze nutritive di cui hanno bisogno e muoiono. La rotazione delle colture può sopprimere le popolazioni diabrotica nel tempo , riducendo il rischio generato dalla loro nuova resistenza Bt.

Ma come l’ entomologo Elson Shields della Cornell University ha detto, la diabrotica è solo un sintomo di un problema molto più ampio che riguarda il settore delle sementi OGM e il profitto a breve termine.

Fonte:  Oca sapiens, Newsweek

Mais ogm: si cerca il compromesso

Il mais ogm 1507 della Pioneer pende come una spada di Damocle sulle teste dei cittadini e dei consumatori europei. Mercoledì 12 febbraio la Commissione Europea avrebbe dovuto autorizzarne la coltivazione ma, visti i “mal di pancia” di ben 23 stati su 28, il commissario europeo Tonio Borg prende tempo.pannocchie_ogm_mais_pioneer

Martedì il Consiglio Europeo non aveva raggiunto la maggioranza qualificata per fermare il mais ogm 1507 della Pioneer a causa del sì di soli 5 Paesi; teoricamente dunque, in assenza di un espresso parere contrario degli Stati membri, la Commissione sarebbe costretta a dare il via libera. Ma il commissario Tonio Borg ha preso tempo per cercare di raggiungere un compromesso che permetta almeno a ciascuno di decidere per sé.
I paesi che hanno votato sì sono stati Spagna, Regno Unito, Svezia, Finlandia ed Estonia, aiutati dalle decisive astensioni di Belgio, Portogallo, Repubblica Ceca e Germania. Quindi se anche voi mal digerite l’idea di dovervi mangiare per forza ogm, potete sempre iniziare a boicottare tutti i prodotti che provengono da questi Stati.
Borg ha ribadito che “la richiesta di concedere l’autorizzazione alla coltura risale al 2001, 13 anni fa. Da allora ci sono stati sei pareri positivi dell’Efsa e due sentenze della Corte di giustizia che ci impongono di decidere”; in assenza di una diversa disposizione del Consiglio Ue, che non c’è stata, “dovremo dare l’assenso”.
Sui tempi però in cui il via libero sarà dato formalmente Borg si tiene vago: “abbiamo aspettato tredici anni…”. Il suo obiettivo è di mettere in condizione gli Stati ad approvare un’altra direttiva, la “proposta coltivazioni”, secondo la quale l’autorizzazione verrebbe data ma si lascerebbe agli Stati la possibilità di negarla sul proprio territorio, permettendo quindi a ognuno di decidere per sé. “Abbiamo già fissato una discussione nel Consiglio Agricoltura del 3 marzo” ha annunciato Evangelos Venizelos a nome della presidenza di turno Greca.
La discussione potrebbe richiedere ancora altri mesi e arrivare addirittura al semestre di presidenza italiano, ovvero dopo le elezioni. “Penso che quella direttiva sia estremamente importante perché concede la possibilità di decidere per sé” ha dichiarato il ministro degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi al termine del Consiglio. L’Italia è contraria all’autorizzazione alla coltivazione ma ora sostiene la proposta di compromessoIl problema vero è che non può esistere compromesso, in quanto la contaminazione è un fatto e la coesistenza un’utopia. Le coltivazioni ogm contaminano per decine e decine di chilometri tutto quanto intorno.
“Nonostante le proprietà miracolistiche propagandate dalle grandi multinazionali che producono Ogm, sono rimasti solo cinque su ventotto i Paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm nell’Unione Europea, con appena 129mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2012” ha scritto in una nota la Coldiretti secondo cui “sarebbe assurdo e contrario allo spirito comunitario un eventuale via libera della Commissione Europea alla coltivazione del mais 1507”. Dello stesso parere Greenpeace secondo cui l’approvazione da parte dell’esecutivo di Bruxelles di questa coltivazione sarebbe “illegale”. “La Commissione non può ignorare le preoccupazioni scientifiche, politiche e giuridiche espresse dalla grande maggioranza dei paesi, di due terzi del Parlamento europeo e supportate dalla maggior parte dei cittadini europei” ha dichiarato Marco Contiero, policy director per le politiche agricole dell’Ong.

Fonte: il cambiamento

Quel Gene di Troppo
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Mais OGM piantato in Friuli ed è legale (per ora)

Come promesso Giorgio Fidenato ha piantato il mais OGM nei campi in Friuli e il tutto è perfettamente legalefidenato-620x350

Lo aveva annunciato anche con tono di sfida e lo ha messo in pratica, Giorgio Fidenato leader degli Agricoltori Federati ha piantato mais MON810 nei campi in Friuli e nessuno lo ha potuto fermare perché del tutto legale. Prima di procedere alla semina ha informato tutti, dalla Digos al ministero per le Politiche agricole, ma nessuno ha potuto fare niente contro i suoi semi, che ora sono stati piantati in un campo ben evidenziato. Il punto è che secondo i principi emanati dalla sentenza della Corte di giustizia europea, non è la biodiversità a costituire il fattore discriminante tra la scelta di colture Ogm e non, bensì che un divieto può sussistere solo se viene dimostrato che vi è pericolo per la salute e per l’ambiente. Anzi lo Stato italiano risulta pure inadempiente non avendo ottemperato e emettere leggi in materia di coesistenza. Infatti replica Alessandro Triantafyllidis presidente di AIAB:

A forza di aspettare che qualcun’altro agisca si è lasciato, in tutti i sensi, campo libero a chi importa solo fare show e delegittimare leggi e posizioni della maggioranza dei cittadini. Non si riesce a comprendere, infatti, come i Ministeri della Salute, delle Politiche Agricole e dell’Ambiente, non siano riusciti a concretizzare nei tempi opportuni quella clausola di salvaguardia che avrebbe messo in sicurezza tutto il Paese e su cui si è già pronunciato, all’unanimità il Senato?

D’altronde il Ministero per le Politiche agricole annuncia in un suo comunicato che saranno effettuati controlli. Ma il punto è che proprio pochi giorni fa una sentenza del giudice Piccin di Pordenone in cui si sostiene che la semina di ogm non e’ reato,anzi ha dissequestrato l’azienda di Fidenato e 3000 sementi OGM. Ricostruisce il percorso di Fidenato l’europarlamentare Andrea Zanoni che spiega:

La Corte di Giustizia Ue era stata interpellata dal Tribunale di Pordenone presso il quale risulta pendente la causa penale contro Giorgio Fidenato accusato di aver messo a coltura mais Ogm della varieta’ Mon810. A Fidenato, in attesa delle sentenza finale del Tribunale, erano stati sequestrate l’azienda e 3 mila sementi Ogm. L’udienza conclusiva del processo è fissata per l’8 luglio, ma l’imputato, visto che il processo era stato rinviato in attesa dell’ordinanza della Corte, potrebbe chiedere al giudice di anticipare la data.

In pratica il giudice Piccin ha atteso il parere della Corte di Giustizia europea emesso lo scorso 8 maggio e dunque ha poi ammesso la coltivazione del mais OGM nei campi di Fidenato poiché come scrivono i giudici europei:

Il diritto dell’Unione dev’essere interpretato nel senso che la messa in coltura di OGM quali le varietà del mais MON 810 non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà sono autorizzati ai sensi dell’articolo 20 del regolamento n. 1829/2003 e le medesime varietà sono state iscritte nel catalogo comune previsto dalla direttiva 2002/53

Sostanzialmente vince un principio in Europa, ovvero il vietato vietare e su questo principio si è incardinata a colpi di sentenze la possibilità per Fidenato di piantare OGM, perché è l’agricoltore che deve scegliere:

Il mio non e’ un gesto dimostrativo o provocatorio, voglio sia ribadita la possibilità per gli agricoltori di scegliere. Sull’Ogm e’ vietato vietare: oggi si fa la storia dell’agricoltura italiana.

Fonte:  Il Gazzettino, Movimento Libertario