Chi “mangia” veramente con Expo?

Corruzione, inquinamento, spreco, cementificazione, questo è l’EXPO di Milano, da qualsiasi parte la si veda è una sciagura sul paese. L’editoriale di Paolo Ermani.

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Sulla corruzione che la magistratura ha fatto finora emergere è la solita litania di cifre pazzesche, indagati, scandali, mazzette, mafia assortita e così via. I costi sono lievitati esponenzialmente come al solito, rimarranno sulle spalle dei cittadini/sudditi e buonanotte ai suonatori; tanto mica siamo in crisi, abbiamo soldi da spendere noi italiani furbi e lungimiranti, che più siamo derubati e presi in giro e più insistiamo pervicacemente a dare carta bianca sempre agli stessi. Si calcola che nemmeno se arrivassero 20 milioni di visitatori, che è già numero miracoloso da raggiungere, si rientrerà delle spese. Se gli italiani e i milanesi fossero davvero in crisi, alla fame, non avrebbero mai permesso una simile follia. A queste kermesse dell’assurdo basta dare un nome che riecheggi un po’ qualcosa di nobile, che intenerisca i cuori così come gli esperti di marketing sanno molto bene, basta coinvolgere un po’ di personaggi impegnati nel sociale, nell’ambiente e poi il gioco è fatto e dietro ad una pseudo parvenza di sostenibilità si può fare di tutto. Come si fa a dire di sfamare il mondo, combattere gli sprechi quando Expo per sua natura è l’apoteosi dello spreco? Chi si “nutrirà” veramente grazie ad Expo? Guardate la lista degli sponsor ed è già tutto chiaro. Si parla di alimentazione e ci si inginocchia a sponsor come Mc Donald’s , fra le multinazionali peggiori, garanzia di devastazione ambientale e degli apparati digerenti, riempiti di cadaveri animali e chimica, altro che sostenibilità. Fiera che rispetta l’ambiente? Certamente, si cementifica tutto con massimo impiego di energia, soldi e risorse, poi rimarranno le solite cattedrali nel deserto a futura memoria. Si produrranno quantità inimmaginabili di rifiuti che alimenteranno i cancrovalorizzatori. E a proposito di rispetto per l’ambiente, quanto inquineranno i viaggi delle persone che verranno a vedere i monumenti dello spreco? Il settore turistico è uno dei più inquinanti del pianeta, ve le immaginate milioni di persone che usano l’aereo o l’auto per arrivare a Milano? Il massimo della purezza ambientale, non c’è che dire. Purtroppo, magari in buona fede, partecipano a questa assurdità anche gruppi e persone che pensano che, chissà, possa essere forse una occasione per comunicare qualche messaggio decente. Ma ragioniamo razionalmente. Per dare un minimo di contenuto etico si aderisce e quindi si legittima una mostruosità che asfalterà qualsiasi misero risultato pseudo etico di personaggi come Vandana Shiva o simili che vengono ovviamente invitati in modo da mettere qualche foglia di fico qui e lì. Bisogna invece dire un chiaro e netto no a queste operazioni che, ormai lo sanno pure i sassi, servono solo ai soliti sporchissimi interessi, anzi sono fatte apposta. Più no ci sono e più si rafforza la cultura che questi eventi non hanno senso e non meritano il nostro apporto da nessun punto di vista. Non appoggiate l’Expo in alcun modo, non andateci e non fateci andare i vostri parenti e amici, il pianeta ve ne sarà estremamente grato. Infine un appello a tutti quei giovani che gratuitamente donano il proprio tempo per la sagra della corruzione. Non fatevi sfruttare, non regalate il vostro appoggio, la vostra energia il vostro sudore, la vostra intelligenza a questa gente senza scrupoli. Ci sono mille modi migliori per conoscere altre culture, per fare attività veramente utili, interessanti e arricchenti che vadano a favore degli altri e dell’ambiente e non a favore di chi sul vostro lavoro ci lucra, si ingrassa e l’ambiente lo distrugge.

Fonte: ilcambiamento.it

Segreto di Stato, il nucleare italiano resta un mistero

Il governo Renzi decide di desecretare gli atti sulle stragi ma il nucleare italiano resta top secret. Matteo Renzi, con la firma della direttiva che dispone la declassificazione degli atti relativi ai fatti di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna e rapido 904, vuole dichiaratamente avviare una “nuova stagione” di trasparenza assoluta. Un atto importante, per l’opinione pubblica e gli storici italiani (se è vero che non emergeranno novità eclatanti tali da riaprire i processi, perchè i documenti secretati la magistratura li ha già potuti analizzare, altrettanto vero è che la coscienza storica di un Paese deve fondarsi sulla trasparenza e non sulla ragion di Stato) che rischia tuttavia di intorbidire ulteriormente le acque perpetrando la fastidiosa prassi di apporre il segreto di Stato sui documenti “scottanti” o “delicati”. Un fulgido esempio della supremazia della ragion di Stato, che spesso coincide con la ragione degli amministratori dello Stato, ce lo da la Basilicata, terra di misteri e veleni per anni nascosti alla popolazione e alle istituzioni preposte ai controlli (ambientali e giuridici): dalle navi dei veleni affondate a largo delle sue coste (segrete, ad esempio, le audizioni in commissione parlamentare del procuratore della Repubblica Nicola Maria Pace) ai dati sull’inquinamento perpetrato per almeno un decennio dall’inceneritore Edf Fenice di Melfi (Pz), tenuti in un cassetto dell’Arpab per oltre 10 anni, fino all’operazione di trasferimento di barre di combustibile nucleare irragiato avvenuta nel luglio 2013. Se dunque è importante e doveroso dotare l’opinione pubblica di tutti gli strumenti necessari a far luce, una fiammella, sui misteri d’Italia e sulle stragi di 30-40 anni fa (utile per amor di verità, un po’ meno per amor di giustizia), altrettanto importante è dotare ed informare l’opinione pubblica sui misteri del nucleare lucano e italiano: l’ex-procuratore Nicola Maria Pace (defunto e compianto) parlava, alla Commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, di 2,7 tonnellate di rifiuti radioattivi, una cifra ben diversa dai quasi 2kg che la Sogin ha affermato di aver trasferito all’aeroporto di Gioia del Colle per il rimpatrio negli Stati Uniti.

Leggi l’audizione di Nicola Maria Pace alla Commissione bicamerale d’inchiesta (10 marzo 2005)

Il nucleare italiano81f6040c8d51318ae1ab795d068962a5-586x411-586x350

Sul nucleare italiano c’è segreto di Stato, un segreto apposto dal governo Prodi nell’anno 2008 (poco prima di concludere l’esperienza in esecutivo e lasciare palazzo Chigi alla compagnie berlusconiana più popolare della storia); un segreto garantito anche da quei lucani, come il viceministro dell’interno Filippo Bubbico, che invece dovrebbero pretendere chiarezza e trasparenza assoluta sul materiale nucleare stoccato a Rotondella (Mt), presso l’Itrec. Certo, il tema è delicato: occorre garantire si la trasparenza in materia ambientale (richiamata anche dalla Convenzione di Aarhus, sottoscritta dall’Italia) ma anche la sicurezza di un’operazione dai rischi collaterali enormi. In tal senso, quello nucleare non è solo un problema locale dei lucani: nel 2012 fu portata a termine un’operazione simile al trasferimento dello scorso anno dall’Itrec di Rotondella, ma da Saluggia (Vc), pianificato da prefettura ed enti locali. Le domande sul tema sono però solo “ammuina” mediatica per il sottosegretario Bubbico. Chiacchiere da bar riportate sui giornali. Il problema dell’Itrec, che non si sa cosa contenga, come questo sia eventualmente stoccato, con quali misure di sicurezza ambientale e quali siano i rischi connessi alla salute pubblica del centro Enea di Trisaia di Rotondella (Trisaia un tempo significava “tre aje” per esemplificare l’abbondanza dei raccolti in quelle terre), è quindi un problema da chiacchiere da bar o da“commari” come dichiarato dal procuratore della Repubblica di Matera Celestina Gravina davanti alla Commissione bicamerale il 28 febbraio 2012.

Leggi l’audizione di Celestina Gravina alla Commissione bicamerale d’inchiesta (28 febbraio 2012)

“Su Rotondella ci sono chiacchiere da comari. Le ho sentite direttamente perché la spiaggia di Rotondella è la mia preferita, è un posto stupendo, incantato, dove vado a fare il bagno. Solo chiacchiere da comari.”

ha detto il procuratore Gravina alla Commissione. Nel marzo 2013 il Ministero dello Sviluppo Economico (all’epoca il ministro era ancora Corrado Passera) ha invece scritto nero su bianco la formula “segreto di Stato” per i documenti sull’Itrec (la Gazzetta del Mezzogiorno chiedeva di visionare il piano di smantellamento della Società Gestione Impianti Nucleari, Sogin Spa). Quello che sappiamo è che il bilancio di Sogin del 2011 è “il miglior risultato” dall’atto di costituzione della società pubblica e che, contemporaneamente all’approvazione del bilancio, il Cda ne decretava lo smantellamento. In tal senso le decine di interrogazioni parlamentari non hanno alcuna utilità, vista la natura della risposta: come scriveva giustamente ilmanifesto il 1 agosto 2013 i parlamentari lucani potrebbero tuttavia pretendere di visionare l’interno del centro Itrec, accompagnati da tecnici e giornalisti indipendenti.

Il Deposito Unico Nazionale

Il tema del segreto di Stato sul nucleare italiano si ripresenterà a strettissimo giro: entro il 2015 infatti il governo dovrà indicare a Bruxelles dove verrà creato il Deposito Unico Nazionale in cui verrà stoccato il 75% del materiale nucleare radioattivo presente sul territorio italiano, come previsto dalle normative europee in materia. Le scorie nucleari, come scrivevamo noi di Ecoblog nel dicembre scorso, verranno stoccate tutte in un’unico deposito, che sarebbe dovuto essere deciso per marzo 2014. Sono 90mila i metri cubi di rifiuti nucleari che dovranno trovare una casa sicura dalle grinfie di buontemponi e malintenzionati e trasparente per l’opinione pubblica, i media e gli esperti del settore, nell’ottica di trasparenza e controllo terzo che il governo ha deciso (a parole) di avviare.

Fonte: ecoblog.it

In Brasile la magistratura vuole mettere al bando il glifosato e altri pesticidi

La procura federale ha chiesto la sospensione dell’uso per rivalutarne la tossicità sull’uomo e l’ambiente, dopo che nel decennio passato la quantità di pesticidi impiegata è triplicata. In Brasile, il Procuratore federale ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di sospendere l’uso del glifosato, l’erbicida più usato nel paese sudamericano. La messa al bando riguarda anche altri pesticidi (2,4-D, metil paratione, lactofem, phorate, carbofuran, abamectina, tiram e paraquat) Le azioni giudiziarie sono due: La prima intende obbligare l’agenzia nazionale di sorveglianza per la salute (ANVISA) a rivalutare la tossicità di otto principi attivi di pesticidi sospettati di causare danni alla salute e all’ambiente; la seconda mette in discussione la registrazione del 2,4-D usato sugli infestanti a foglia larga. Il ministero dell’Agricoltura sospenderà la registrazione dei prodotti fino al termine dell’indagine. La grande diffusione della soia OGM resistente al glifosato è la principale responsabile dell’abnorme consumo di erbicidi in Brasile: tra il 2003 e il 2008 l’area di coltivazione della soia geneticamente modificata è passata da 7 a 14 milioni di ettari e nello stesso periodo il consumo di erbicidi usati sulla soia è triplicato. La soia OGM tollera l’erbicida glifosato e questo avrebbe dovuto darle un vantaggio competitivo su altre erbe infestanti, ma tramite la selezione naturale, ora si sono diffuse numerose specie resistenti al glifosato. Questo ha portato gli agricoltori a consumare più erbicida e a usarne varietà più tossiche. La risposta del biotech è stata analoga, visto che sono allo studio varietà di soia resistenti a più erbicidi. In questa folle corsa agli armamenti, i perdenti sono la salute umana e l’ambiente, per cui bene ha fatto la magistratura ad imporre una battuta d’arresto. Questo intervento segue di poche settimane il bando al glifosato imposto dal governo dello Sri Lanka a causa delle gravi patologie renali causate ai contadini.brasile

Fonte: ecoblog.it