Legambiente e CinemAmbiente presentano Ecokids 2014

Cinema e cultura ambientale per ragazzi dal 29 maggio al 5 giugno a Torino, nelle sale 1 e 2 del Cinema Massimo. Le proiezioni sono gratuite previa ma vanno prenotate378961

Anche quest’anno Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta collabora con CinemAmbiente per Ecokids, la sezione del Festival dedicata ai ragazzi. Il festival internazionale di cinema e cultura ambientale, organizzato dal Museo Nazionale del Cinema ed in programma dal 29 maggio al 5 giugno a Torino, propone una serie di film a tematica ambientale selezionati appositamente per gli studenti delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, adatti a stimolare la sensibilità dei ragazzi nei confronti delle tematiche ambientali e a promuovere comportamenti ecosostenibili.
Le proiezioni di Ecokids -gratuite previa prenotazione– si svolgeranno nelle mattinate di giovedì 29 maggio, venerdì 30 maggio, martedì 3 giugno, mercoledì 4 giugno, giovedì 5 giugno alle ore 9:30 nelle sale 1 e 2 del Cinema Massimo di via Verdi 18. Ogni proiezione sarà seguita da un dibattito sui temi del film e, a questo proposito, importante è la collaborazione con Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e con i suoi educatori ambientali, che favoriranno la discussione rafforzando il significato dell’iniziativa. Quest’anno per le scuole che aderiscono a Ecokids sarà inoltre possibile usufruire di una visita per i ragazzi al Museo del Cinema con un biglietto al costo di 2,50 euro ed abbinare dei laboratori per le classi presso il Museo.

Fonte: ecodallecitta.it

Edifici colabrodo a Torino e Alessandria. Le termografie di Legambiente bocciano anche l’archistar Krier

Presentati i risultati di “Tutti in classe A”, l’indagine di Legambiente sulla qualità del patrimonio edilizio. Il Piemonte promosso per la normativa sull’efficienza energetica, “ma è l’ora di passare dal dire al fare. Per uscire dalla crisi servono edifici meno energivori, più belli, ospitali e salubri”

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Sono stati presentati i risultati di Tutti in classe A, l’indagine di Legambiente sulla qualità del patrimonio edilizio italiano. L’associazione ha preso in considerazione oltre 500 edifici in 47 città italiane, grazie a un team di esperti che viaggiando da nord a sud del Paese, ha fotografato con un’apparecchiatura termografica la situazione termica degli edifici confrontando le rese di costruzioni recenti, firmate anche da note archistar, con palazzi costruiti nel dopoguerra ed edifici dove sono stati realizzati interventi di retrofit, evidenziando come una riqualificazione energetica ben fatta possa permettere di realizzare risultati significativi di riduzione dei consumi energetici.  In Piemonte sono stati analizzati diversi edifici a Torino e ad Alessandria. Nel capoluogo le termografie hanno interessato alcune strutture di edilizia popolare degli anni ’70 ed edifici che ospitano uffici pubblici come la sede della Provincia di Torino di via Bologna o il palazzo dei Lavori Pubblici del Comune di Torino in piazza San Giovanni. In questi casi le analisi agli infrarossi hanno evidenziato dispersioni termiche rilevanti su tutte le facciate degli edifici. Coibentazione scadente e notevole dispersione termica è stata fotografata anche in edifici nuovi, e già vecchi, come quelli di via Tofane, del quartiere residenziale di borgo San Paolo e del comprensorio Valdocco di Spina 3. Non mancano, ovviamente, anche casi positivi come l’edificio in classe energetica A costruito nel 2010 in via Fratelli Calandra. Ad Alessandria, invece, è finito sotto la lente di Legambiente il quartiere “Pista”, firmato dall’archistar Leon Krier. Anche qui, nonostante l’impronta architettonica sia chiara e riconoscibile, manca l’attenzione all’efficienza energetica: l’analisi a infrarossi ha dato risultati simili a quelli di altri edifici recenti di firme meno prestigiose, con difetti nelle superfici perimetrali ed elementi disperdenti nelle strutture portanti.
“In un periodo di crisi drammatica come quello che sta vivendo anche il mercato immobiliare, deve essere raccolta la sfida della riqualificazione energetica. Le nostre case possono essere comode e sicure, ben isolate e correttamente soleggiate, oppure possono essere scomode e dispendiose, troppo calde d’estate o fredde in inverno; possono contribuire a migliorare la nostra qualità della vita o, al contrario, pesare significativamente sulla spesa familiare per raggiungere minimi livelli di benessere e contribuire enormemente all’inquinamento urbano –sottolinea Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. L’innovazione ambientale rappresenta la via più interessante e utile per risollevare il settore immobiliare e dell’edilizia nel suo complesso, grazie alle notevoli opportunità che offre anche in termini occupazionali ed economici”.  Che in “Classe A” si viva meglio lo dimostrano le termografie di edifici ben progettati, costruiti e certificati, che mostrano invece un comportamento omogeneo delle facciate e l’assenza di ponti termici significativi, la precisa scelta di sfruttare al meglio l’esposizione dell’edificio e l’uso di specifici materiali per le diverse facciate al fine di sfruttare al meglio la radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale con un risparmio, per i fortunati abitanti di questi edifici,fino a 2 mila euro ogni anno.
Nel rapporto Tutti in classe A vengono segnalati, inoltre, la situazione e i problemi della normativa, l’articolato quadro di regole nelle diverse regioni, in particolare per quanto riguarda controlli e sanzioni, ma anche sul fronte delle buone pratiche. Il rapporto di Legambiente promuove il Piemonte (insieme alla Lombardia e alle due Province autonome di Trento e Bolzano) per essere una delle regioni all’avanguardia sul fronte delle norme di sostenibilità. La regione si distingue ad esempio per aver portato l’obbligo per le nuove costruzioni, e nei casi di nuova installazione degli impianti termici, di produzione minima del 60% di acqua calda sanitaria da fonti rinnovabili. Il Piemonte inoltre è tra le regioni in cui sono previsti controlli e sanzioni sia in fase di edificazione sia successivamente alla realizzazione degli edifici. E’ interessante notare come con la L.R. 13 del 2007 del Piemonte vengano sanzionati anche i proprietari degli immobili in cui non sono stati installati impianti solari termici integrati nella struttura edilizia con una multa tra i 5.000 ed i 15.000 euro. Lo stesso discorso vale per gli impianti di solare fotovoltaico per i quali la multa varia tra i 2.000 ed i 10.000 euro. La norma prevede però che i controlli delle certificazioni vengano effettuate solo “a campione”.
In Valle d’Aosta c’è da registrare il positivo recepimento dell’obbligo sulle fonti rinnovabili che si unisce ad un sistema avviato di certificazione energetica.  “I risultati dell’indagine Tutti in classe A –dichiarano Flavia Bianchi Gian Piero Godio, rispettivamente responsabili del settore Urbanistica e del settore Energia di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta- mostrano con chiarezza che, per quanto riguarda l’efficienza energetica degli edifici, sia per Torino, sia per Alessandria, gli sprechi sono ancora troppo elevati e la strada da fare è ancora molta. D’altra parte, il Piano della Provincia di Torino approvato lo scorso 21 gennaio, prevede a ragion veduta che entro il 2020 i consumi di energia termica potranno ridursi di oltre il 25%, riducendo così proporzionalmente anche i costi del riscaldamento. Per attuare concretamente questi obiettivi, oggi vi è una grande e concreta opportunità, in quanto sono a disposizione dei cittadini svariati incentivi che permettono di migliorare l’efficienza degli edifici e dei relativi impianti termici, beneficiando di detrazioni di ben il 65%: è dunque il momento di passare dal dire al fare, creando così risparmio per le famiglie, miglioramento della qualità dell’aria, opportunità di lavoro per gli operatori del settore edile, nuova e duratura occupazione anche per i giovani, stimolo alla ricerca e alla produzione di nuovi componenti e materiali. Ci rendiamo quindi disponibili per consigliare a tutti i cittadini, singoli o in condominio, quali possano essere gli interventi più appropriati dal punto di vista ambientale, energetico ed economico”.

Tutti in classe A – il dossier completo [6,38 MB]

Legambiente

 

Fonte: http://www.ecodallercttà.it

Torino, dopo il Big Jump Legambiente denuncia: “In grave crisi gli ecosistemi fluviali”

Il Big Jump a Torino e in Valchiusella accende i riflettori sulla salute dei fiumi piemontesi. L’eccesso di derivazioni irrigue ed idroelettriche portano, a partire da luglio e fino a settembre, alla desertificazione degli alvei naturali375639

Domenica 14 luglio, come in più di 100 fiumi e laghi di tutta Europa, anche a Torino nel Po e in Valchiusella nell’omonimo torrente, si è svolta la settima edizione del Big Jump. Il grande tuffo, promosso in Italia dai circoli di Legambiente, ha lanciato anche quest’anno un messaggio forte alle istituzioni locali ed internazionali affinché adottino tutte le politiche necessarie al ripristino, entro il 2015, del buono stato ecologico dei diversi ambienti acquatici. “L’Europa impone all’Italia e al Piemonte di raggiungere precisi obiettivi di qualità riguardanti lo stato ecologico dei fiumi –ha ricordato Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Anche il Po a Torino entro due anni dovrebbe raggiungere il livello di “buono” nella scala di qualità delle acque ma senza il rispetto delle portate minime a monte della città e in mancanza di un adeguamento dei sistemi di depurazione, questo obiettivo non potrà essere raggiunto. I nostri fiumi possono e devono ritornare ad essere quelli di una volta, pieni di vita acquatica e con la possibilità di fare il bagno in sicurezza. Oggi ne abbiamo la possibilità tecnica e legislativa ma occorre che la loro tutela diventi una priorità per le istituzioni locali. I fiumi e i torrenti –ha aggiunto Vozza- sono diventati in moltissimi casi delle aree marginali infrequentabili, sentite sempre come “problema” e mai come ricchezza del territorio. Questo processo, oltre ad avere conseguenze dal punto di vista ambientale, costituisce anche un forte impoverimento del territorio dal punto di vista sociale ed economico, in quanto vengono a mancare spazi di grandi dimensioni e di grande qualità, impedendo di fatto tutta una serie di attività che potrebbero avere un enorme valore dal punto di vista ricreativo, culturale ed educativo”. A Torino il tuffo nel Po si è tenuto presso gli Amici del Remo (corso Moncalieri 422) ed è stato preceduto dalla presentazione di “Acqua per i nostri fiumi”, dossier in continuità con analoghe operazioni di monitoraggio e segnalazione realizzate negli anni da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta grazie al contributo e la collaborazione di una serie di associazioni, gruppi o singoli cittadini. Dallo studio emerge una situazione di crisi diffusa per gli ecosistemi fluviali piemontesi dovuta, in particolare, ad un eccesso di derivazioni irrigue ed idroelettriche che portano, a partire da luglio e fino a settembre, alla desertificazione degli alvei naturali. Nonostante infatti il Piemonte sia una regione ricca d’acqua, ogni anno moltissimi fiumi e torrenti del reticolo idrografico regionale risultano completamente in asciutta con la conseguente scomparsa di tutte le forme di vita acquatica e la compromissione delle funzioni naturali dei fiumi. Le sponde e le fasce fluviali funzionano infatti come depuratori naturali e assumono il ruolo strategico di veri e propri corridoi ecologici. Con poca acqua si ha un aumento della temperatura e un rapido abbassamento del tasso di ossigeno, diminuzione della capacità autodepurativa, forte mortalità delle specie ittiche e possibile sviluppo di agenti patogeni. La diminuzione delle portate provoca dunque una forte concentrazione degli inquinanti (nitrati, fosfati, pesticidi, diserbanti, ecc.) che possono avere, in relazione alla loro tossicità, effetti diretti o indiretti sia sugli ecosistemi acquatici che sulla stessa salute umana. “Questa situazione, in realtà, non dovrebbe verificarsi se solo si rispettassero le norme attualmente in vigore quali il Piano regionale di Tutela delle Acque (PTA) e il regolamento per il rilascio del deflusso minimo vitale (DMV) –ha dichiarato Marco Baltieri, responsabile Acqua e Difesa suolo di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Nonostante sia chiaro a tutti che si sia ormai superata la soglia di un ragionevole utilizzo dei nostri torrenti, la Regione Piemonte continua a non emanare le “linee guida” in materia di impianti idroelettrici, lasciando ai meccanismi di mercato il compito di portare avanti una vera e propria aggressione agli ultimi corsi d’acqua naturali delle Alpi. La situazione che si presenterà nell’estate 2013 rischia ancora una volta di ripetere senza alcun miglioramento quanto abbiamo potuto rilevare negli ultimi anni”. Dal 2009 la norma sul Deflusso Minimo Vitale (DMV) si sarebbe dovuta applicare a tutte le derivazioni idriche presenti in Piemonte. In realtà, come documenta il rapporto di Legambiente (che prende in considerazione alcune province piemontesi), nulla è cambiato e i corsi d’acqua continuano puntualmente ad essere messi in asciutta totale. Succede così che d’estate il Po, nella sua parte di pianura, sia alimentato unicamente da risorgive: dopo molti chilometri di letto in asciutta totale, il fiume riprende un po’ di vita, con caratteristiche però del tutto diverse da quelle “naturali”.

Fonte: eco dalle città