SS. Trinità, in zona Sarpi a Milano la Parrocchia a Impatto Zero

 

“Quartieri Ricicloni” a Milano. In via Giusti 25 una parrocchia ad alta sostenibilità ambientale dove Don Mario ha voluto pannelli solari, pompa di calore, luci a led e cemento catalitico. E che raccoglieva 2 tonn l’anno di lattine

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I giornali ne hanno parlato già 5 anni fa, quando don Mario Longo convinse i suoi parrocchiani a fare uno sforzo particolare per dotare la parrocchia SS. Trinità di pannelli solari sul tetto della chiesa e del sagrato (vedi foto di Google Map dall’alto). Dal mese di giugno 2011, infatti, ci sono 360 pannelli fotovoltaici che producono circa 85.000 Kilowattore in un anno, più o meno l’equivalente del consumo di energia elettrica dell’intera parrocchia. “Un investimento – si disse allora – non dettato solamente da motivazioni economiche, ma soprattutto e quasi esclusivamente dall’impegno nel rispetto dell’ambiente e del Creato e nell’intento di dare un segno concreto a tutta la comunità”.
“Siamo molto contenti”, racconta oggi don Mario, “del resto l’ha detto anche il Papa che l’attenzione all’ambiente è l’ottava opera di misericordia della nostra epoca”. La cura della casa comune: il nostro pianeta Terra che grida e che ha bisogno di un radicale cambiamento di rotta, prima che sia troppo tardi.
I pannelli solari non sono l’unica scelta sostenibile riguardo l’ambiente fatta dalla parrocchia SS. Trinità di via Giusti 25. Don Mario ha voluto anche pavimentare l’oratorio con il cemento catalitico, quel materiale all’avanguardia che permette l’abbattimento degli inquinanti dell’aria.

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Poi sono venute le luci a led: “Le abbiamo messe in tutta la Parrocchia, è stato un bell’investimento all’inizio, ma poi abbiamo dimezzato i costi dei consumi e probabilmente ne beneficerà di più il Parroco che arriverà dopo di me. Ma va bene lo stesso …..”.

Anche l’impianto a pompa di calore è una conquista ambientale voluta da Don Mario in Parrocchia: tutti i locali comuni sono stati collegati e che ora si sta ultimando con gli spazi-abitazione. Le pompe di calore, in grado di trasferire l’energia presente in natura all’interno degli ambienti, scaldandoli quando è freddo e raffrescandoli quando è caldo, permettono di limitare fortemente le emissioni di CO2 e coprono mediamente il 75% del fabbisogno energetico.
“Riguardo i rifiuti e la raccolta differenziata c’è poco da dire”, aggiunge Don Mario, “facciamo bene quello che ci chiedono di fare il Comune e l’Amsa”. Anche se fino a qualche tempo fa si faceva la raccolta differenziata autonoma delle lattine di alluminio, che poi si vendevano ad un rottamaio fuori città. “Siamo arrivati a raccogliere 2 tonnellate di lattine l’anno, ma poi i passaggi burocratici per continuare a darle ad un riciclatore autonomo sono diventati eccessivi, ora non lo facciamo più”. Ma in Oratorio si raccolgono ancora i tappi delle bottiglie per un’organizzazione umanitaria.
E’ il contrasto alle emissioni di CO2 è il vero pallino di don Mario. “In ogni angolo dell’oratorio in cui si poteva abbiamo messo spazi verdi e piantato alberi, anche da frutto. Verde che contribuisce a catturare la CO2”.

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Fonte: http://www.ecodallecitta.it/notizie/386520

Risparmio energetico: è suonata la sveglia

«Ancora una volta constatiamo che argomenti quali risparmio energetico, riduzione dell’inquinamento, vivere sano, costruire con materiali ecologici sono sempre più conosciute e richieste»: a parlare è Alessandro Cagnolati dell’associazione Paea (Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente), reduce da un’esperienza che ha permesso di toccare con mano quanto sia diffusa una nuova sensibilità.risparmio_energetico_

In occasione della diciassettesima Fiera di Montagna di Tione di Trento, gli organizzatori ci hanno invitato, come associazione Paea, a partecipare con la mostra AIP (Alternativa In Pratica) con l’intento di fornire ai visitatori una serie di informazioni utili e interessanti. La manifestazione, che offre una serie di stand con settori merceologici legati alla vita in montagna, come ad esempio gli spazzaneve “domestici”, quest’anno ha voluto ampliare la sua “offerta” con la mostra AIP.  Nei tre giorni della iniziativa abbiamo incontrato oltre ad una folta schiera di cittadini, anche quattro classi di studenti, due delle escuole elementari e due di un istituto per geometri. Mentre per le elementari ci siamo adattati ad usare un linguaggio semplice e “ludico” per trasmettere i concetti di risparmio energetio e salvaguardia dell’ambiente. Con i geometri abbiamo potuto confrontarci “alla pari” su tematiche quali i materiali da costruzione o gli impianti di riscaldamento.  Gli alunni più giovani hanno potuto “giocare” con l’ultima apparecchiatura arrivata alla AIP proprio in questa occasione, che dimostra l’efficienza energetica dell’illuminazione a LED. L’apparecchio dimostra come la stessa quantità di energia, immagazzinata in un “contenitore”, possa alimentare per un tempo molto differente una tradizionale lampadina a icandescenza oppure dei LED di pari luminosità. Come “contenitore” abbiamo utilizzato 4 condensatori elettrolitici, capaci di immagazzinare la corrente come fossero delle batterie. Come generatore di corrente abbiamo utilizzato una dinamo (recuperata da una lampada tascabile non più funzionante). Girando la manovella i ragazzi potevano caricare i condensatori fino allimite massimo di 12 Volts. Una volta caricati i condensatori, potevano scegliere se utilizzare tale energia per far accendere la lampadina o i LED (tre LED ad alta luminosità). L’esperimento dimostra che mentre i LED restano accesi per almeno 3 minuti a piena potenza e poi fino a 6 minuti a luminositàridotta, la durata di accensione della lampadina a filamento non supera i 9 secondi! I ragazzi hanno così compreso che utilizzare i LED corrisponde a risparmiare tanta energia senza rinunciare al beneficio di avere una buona illuminazione. Purtroppo i LED non hanno ancora il successo che meritano a causa del loro costo iniziale elevato (che comunque è in veloce discesa). Quello che la maggior parte delle persone non comprende è che non si tratta di un costo ma bensì di un “Investimento”. Mi spiego: mentre un costo è una spesa che non porta guadagno, un investimento è una spesa che ci fa guadagnare o risparmiare. Così per i LED bisogna comprendere il valore aggiunto dato da tre fattori principali: il consumo ridottissimo, la durata di vita e il beneficio “ambientale”. Ragioniamo e confrontiamo i LED con le lampadine fluorescenti o CFL (Compact Fluorescent Lamp, quelle chiamate a basso consumo, che ormai conosciamo benissimo), tralasciamo il confronto con le lampadine a filamento perchè ormai sono in via “d’estinzione”.

Una lampadina a LED consuma il 60% in meno di una lampadina CFL e dura circa 40.000 ore contro le 8.000 ore di una CFL. Una lampadina a LED costa tra i 7 e i 12 Euro, quelle fluorescenti circa 5 Euro. Se ipotizziamo un utilizzo di 5 ore al giorno i LED durano quasi 22 anni (40.000 / (5 * 365)), mentre le CFL circa 4 anni. Vuol dire che per avere la stessa durata in ore di un LED devo comprare 5 lampadine fluorescenti. Facendo “i conti della serva” mi ritrovo a spendere, per l’acquisto, 12 Euro per i LED e 25 Euro per le CFL. Se calcolo i consumi avrò ancora un bel risparmio. Ho detto che una lampadina a LED consuma il 60% in meno di una CFL. Se una lampadina CFL consuma 11 Watt, una a LED, di pari luminosità, ne consuma 5, in un anno, avremo un consumo rispettivamente di 20.075 Watt (11 * 5 * 365) ovvero 20 kWh (Chilowattore) e di 9.125 Watt (5 * 5 * 365) ovvero 9 kWh. I consumi in 22 anni saranno rispettivamente 440 kWh e 200 kWh. Andando a calcolare il costo dei consumi avremo (considerando un costo medio di 15 centesimi al kWh, senza considerare l’aumento del costo dell’energia che si avrà in 22 anni): per le CFL 440 * 15 = 6.600 = 66 Euro. Per i LED 200 * 15 = 3.000 = 30 Euro. Sommando i costi di aquisto e dei consumi per 22 anni, delle CFL e dei LED avremo: CFL = 25 + 66 = 91 Euro; LED 12 + 30 = 42 Euro. In termini di impatto ambientale in 22 anni getteremo 5 lampadine CFL contro una sola lampadina a LED! Inoltre, per chi ancora non ne fosse a conoscenza le lampadine CFL contengono vapori di mercurio, fortemente inquinanti e dannosi per la salute, se non smaltite nel modo corretto. Nei LED troviamo invece solo materiali come plastica, metalli, vetro e componenti elettronici.

Tabella comparativa costi/risparmiotabella1

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Fonte: ilcambiamento.it

Lampade a LED: quanto fanno risparmiare?

Alcuni suggerimenti per risparmiare sulla bolletta elettrica grazie alle lampade a LEDgettyimages-98450557-1

Le lampade a LED sono la soluzione più efficace per risparmiare sulla bolletta dell’elettricità e garantire un’ottima illuminazione ai propri ambienti. Scegliere una lampadina a LED, insomma, permette di coniugare prestazioni, risparmio energetico e rispetto per l’ambiente. Grazie a un ciclo di vita molto più lungo e a un consumo notevolmente ridotto, le lampade a LED sostituiranno progressivamente quelle a incandescenza e quelle a fluorescenza. Le lampadine a incandescenza da 75 e 100 watt sono state tolte dal mercato nel 2010, seguite nel 2012 da quelle da 60 watt. Rispetto alle lampade a fluorescenza (anche dette a risparmio energetico), quelle a LED garantiscono un risparmio energetico del 60% e dispongono di una vita media stimata in 50mila ore. Vediamo, secondo una comparazione effettuata da Italia LED, quanto si spenderà per illuminare un ambiente per 50mila ore (ovverosia 5 anni e mezzo) e quali sono le differenze fra le tre tipologie di lampade più utilizzate.  Come detto la durata di un lampada a LED è di 50000 ore, per avere la stessa illuminazione sono necessarie 6 lampade a risparmio energetico (durata 800 ore) e 42 lampade alogene. La differenze di costo fra la prima (22 euro) e quelle a risparmio energetico ( 4 euro) e alogene (2,5 euro) è notevole, ma il costo dell’acquisto viene ammortizzato dal conto della bolletta della luce e dal fatto che l’acquisto delle lampada non viene più ripetuto per più di 5 anni e mezzo. La bolletta della luce sarà meno cara perché con il LED saranno necessari (per il periodo di 50000 ore) solamente 500 kW, contro i 1.150 kW del risparmio energetico e i 5000 kW dell’alogena: la spesa in bolletta sarà, rispettivamente, di 100, 230 e 1000 euro. Se a questa somma si aggiungono le spese per le lampade (22 euro Led, 24 euro risparmio energetico e 105 euro alogena) si può finalmente quantificare la differenza di spesa fra le tre tipologie: con la lampada LED si spenderanno 122 euro, con quelle a risparmio energetico 254 euro e con quelle alogene 1105 euro. A parità di ore di accensione nove lampade a LED fanno spendere quanto un’alogena, mentre rispetto alla lampada a risparmio energetico il costo della lampada a LED è inferiore alla metà.
Nelle lampade elettriche l’energia elettrica viene tramutata istantaneamente in luce. Attualmente sono in commercio svariati modelli di lampade LED sia per forma che per potenza che per attacco. Sul sito Lightronic è possibile calcolare il risparmio nel passaggio dalle lampade a incandescenza a quelle a LED.

Fonte:  Italia LED

Illuminazione a LED, con i prezzi in discesa l’avanzata continua

Con il calo dei prezzi registratosi in questi ultimi anni, l’illuminazione a LED è sempre più diffusa. Nell’illuminazione pubblica e nel settore commerciale gli investimenti in questa tecnologia efficiente possono tagliare anche del 50% la bolletta, ripagandosi in tempi brevissimi. Ne parliamo con il professor Gianni Forcolini del Politecnico di Milano.LED

Grazie all’evoluzione tecnologica e all’ingresso sul mercato di nuovi attori, i LED, light emitting diode, in questi ultimi anni hanno subito un drastico calo dei prezzi. Grazie alla grande efficienza energetica, questa tecnologia per l’illuminazione è sempre più diffusa negli esterni urbani e negli ambienti commerciali, dove consente di tagliare la bolletta anche del 50%. Ma le lampade a LED si cominciano a vedere sempre più spesso anche nelle case. Ne parliamo con Gianni Forcolini, docente al Politecnico di Milano e già curatore dello Speciale Tecnico sui LED di QualEnergia.it uscito nel 2012. Di illuminazione a LED si parlerà anche il 9 aprile a Milano a Solarexpo-The Innovation 2015, nel convegno “Nextlighting. Illuminazione urbana, architetturale e industriale a LED”.

Professor Forcolini, l’ultimo speciale di QualEnergia.it che parlava di LED, da lei curato, risale ad aprile 2012. Cosa è cambiato in questi tre anni nel mondo delle tecnologie dei LED? Come sono evoluti i prezzi?forcolini gianni_0

Cominciamo dai prezzi. Da un lato la deflazione ha contribuito a una riduzione del prezzo di acquisto dei LED, ma d’altro canto bisogna dire che l’ingresso sui mercati internazionali dei grandi brand dell’elettronica di consumo – Samsung, Panasonic, Citizen, Nichia e altri – ha portato più concorrenza e quindi ha innescato una lotta sui prezzi. Oggi un LED di buona qualità costa pochi decine di centesimi, mentre solo tre o quattro anni fa arrivava quasi all’euro. Passando alla tecnologia abbiamo assistito negli ultimi anni alla diversificazione del prodotto LED. Si conferma, dunque, che il diodo luminoso ha molteplici applicazioni e sempre più si candida a sostituire tutte le lampade tradizionali.

In quali ambiti particolari i LED hanno avuto una penetrazione maggiore e grazie a quali loro caratteristiche?

Sicuramente negli esterni urbani. Molte pubbliche amministrazioni in Europa intervengono sugli impianti sostituendo lampade e apparecchi con i prodotti a tecnologia optoelettronica, per i significativi vantaggi economici nella gestione e nella manutenzione. Notevole anche la penetrazione negli interni commerciali e museali, dove la luce svolge un ruolo fondamentale nell’esposizione al pubblico di oggetti e di beni culturali e nella costruzione di scenografie luminose ad alto impatto visivo e comunicativo.

Tra i punti di forza dei LED c’è la grande efficienza energetica. Ci può fare un esempio di un intervento in ambito commerciale o industriale nel quale si è sostituito con LED un impianto preesistente, indicandoci costi, risparmi e tempi di rientro dell’investimento?

Gli esempi da fare sarebbero molti, ma l’analisi di un caso concreto richiederebbe più spazio. Posso dire che l’entità del risparmio, ad esempio per un negozio illuminato precedentemente con le lampade alogene, supera il 50%, il che significa ridurre ad oltre la metà la spesa energetica per l’illuminazione, con un tempo di ritorno dell’investimento non superiore a un anno e mezzo. Si consideri poi il risparmio dovuto alla lunga durata di funzionamento dei LED e alla minore emissione termica, risparmio indotto sui consumi dovuti alla climatizzazione.

Come diceva, grandi risparmi si possono ottenere anche nel campo dell’illuminazione pubblica: quali tecnologie si sostituiscono e con quali tempi di rientro?

I tempi di ritorno oggi oscillano tra i due e i tre anni, dipende dall’effettiva entità dell’intervento di riqualificazione impiantistica. In alcuni casi ci si limita a sostituire all’interno di armature stradali e di lampioni, ancora in buono stato, le sorgenti luminose e il sistema di alimentazione elettrica. In altri casi si cambiano i supporti meccanici – il più delle volte i pali – e le armature, con apparecchi più snelli, più leggeri, di minore impatto visivo, con l’ottima qualità cromatica dei nuovi LED.

Rispetto a 3 anni fa vediamo più prodotti per il mercato domestico, con attacco a vite, e con prezzi più accessibili. I produttori hanno già finito di sfruttare l’onda delle lampade a fluorescenza e iniziano a spingere i LED anche nel residenziale, o dovremo attendere ancora? Prevede che i prezzi calino nei prossimi anni?

Sì, prevedo un calo ulteriore. Però si consideri che la diversificazione dei prodotti di cui ho parlato propone molte alternative, quelle più economiche e quelle che restano costose per il budget famigliare. Per il settore residenziale e dell’ospitalità abbiamo all’orizzonte gli OLED, leggeri fogli luminosi, oggi ancora piuttosto costosi. In un futuro non lontano saranno più accessibili. Direi che per le fluorescenti compatte il consumatore domestico sta perdendo sempre più interesse.

In una casa, tenendo conto del maggior costo dei LED rispetto alle lampade a fluorescenza, in quali ambienti installerebbe prima i LED?

Sicuramente nel soggiorno, per la zona pranzo e la zona conversazione. Userei i LED nelle cucine e in modo particolare nei bagni e nella zona fitness. E poi tutti i locali dove si studia o si lavora. Cambiano aspetto e sono più confortevoli con un buona illuminazione LED.

Fonte: Redazione Qualenergia.it

 

Torino, accensione dei nuovi impianti a LED in Via Giacomo Medici

martedì 10 marzo il Sindaco Fassino e l’Assessore Lavolta assisteranno all’accensione degli impianti di pubblica illuminazione a Led382186

Alla presenza del Sindaco Piero Fassino e dell’Assessore Lavolta, domani 10 marzo alle ore 19 verranno accesi gli impianti di illuminazione pubblica a Led installati in via Giacomo Medici. È il primo passo del progetto Torino Led, presentato l’11 febbraio presso l’Urban Center, con la partecipazione di Iren Servizi e Innovazione, che prevede l’installazione di 45.000 lampade Led, pari al 55% di tutti i punti luce d’illuminazione pubblica cittadina.
A livello energetico ed ambientale, il Progetto, una volta completato, consentirà un risparmio valutato in 20.000.000 kWh/anno (con una riduzione dei consumi di energia elettrica di oltre il 50%), consentendo un mancato consumo pari a circa 3600 Tep (Tonnellate Equivalenti Petrolio)/anno, ed evitando, nel contempo, la produzione di 3,5 tonnellate/anno di CO2. La sperimentazione è partita in: via Digione (tratto Medici -Francia) con l’istallazione di 6 apparecchi di illuminazione a LED (temperatura di colore 4.000 K -luce neutra); invia Medici (tratto Svizzera – Digione) con 5 apparecchi di illuminazione a LED (temperatura di colore 3.000 K – luce calda); in via Medici (tratto Digione – Rosta) con 8 apparecchi di illuminazione a LED (temperatura di colore 4.000 K – luce neutra); e in piazza Risorgimento con l’istallazione di 10 apparecchi di illuminazione a LED (temperatura di colore 4.000 K – luce neutra).

Foto di Kris dal Seattle, USA – Flickr

Fonte:  ecodallecitta.it

Nobel Fisica 2014 | Luci LED blu: trionfa il risparmio energetico ma attenzione a gettarle via

Il premio Nobel 2014 va ai tre fisici Isamu Akasaki, Hiroshi Amano and Shuji Nakamura che hanno inventato le luci a LED blu

E’ la nuova luce che illuminerà il mondo: la luce a LED blu ha portato al riconoscimento del Nobel 2014 per la Fisica a Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura. La luce a LED blu è una fonte luminosa a basso consumo energetico che porterà grande beneficio all’umanità: infatti con la luce a LED blu è stata creata una nuova luce bianca e ciò ci fornisce un’alternativa duratura e efficiente rispetto ai vecchi sistemi di illuminazione. Trionfa dunque il risparmio energetico e la sostenibilità nel riconoscimento di questa incredibile invenzione. In sostanza grazie agli studi ventennali di Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura abbiamo le luci a LED bianche che emettono una luce brillante, di lunga durata e a basso consumo energetico. Praticamente hanno migliorato, rendendole più efficienti, le luci a LED portandole ad avere un flusso luminoso più elevato (misurato in lumen) per unità di potenza di ingresso (misurata in watt). Il record più recente è pari a poco più di 300 lm / W, il che fornisce luce pari a 16 lampadine normali e pari alla potenza di circa 70 per lampade fluorescenti ma portando a un quarto il consumo mondiale di energia elettrica e ciò consente ai LED di contribuire a salvare le risorse della Terra. A diminuire anche i materiali consumati poiché i LED durano fino a 100 mila ore, contro le 1000 ore delle lampadine a incandescenza e le 10 mila ore della lampade fluorescenti. Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura hanno iniziato le loro ricerche sui LED e la produzione di luce blu nei primi anni 1990 e dunque hanno innescato una trasformazione fondamentale della tecnologia dell’ illuminazione. Fino ad allora si usavano diodi rosso e verde diodi e senza la luce blu era praticamente impossibile avere lampade bianche. La sfida dei LED blu era rimasta attiva per tre decenni.luce-led-620x424

Dunque Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura sono riusciti dove tutti gli altri avevano fallito. Akasaki ha collaborato con Amano presso l’Università di Nagoya e l’università della California, mentre Nakamura ha portato avanti le sue ricerche alla Nichia Chemicals, una piccola azienda a Tokushima. La loro invenzione è dunque tanto rivoluzionaria da vedere riconosciuto il Nobel per la Fisica 2014 e dunque se nel XX secolo abbiamo acceso lampadine a incandescenza nel XXI secolo probabilmente la luce ci sarà fornita sempre più dalle luci a LED. Ricordiamo che le lampadine a LED, una volta esautorata la loro funzione non sono da differenziare nella raccolta dei rifiuti e ciò perché contengono un elettronico complesso, sebbene non abbiano al loro interno il mercurio. Dunque o si riconsegnano al negoziante o presso le isole ecologiche che accettano i RAEE.

Breve storia dei LED182136127-620x413

Il LED è una luce emessa da un diodo foto emittente e si riconosce per la sua lunghezza d’onda specifica il che ci consente di vederla con un determinato colore. A donare il colore al LED è il materiale con cui è prodotto il semiconduttore che sono costituiti da vari elementi (in genere fosfuri o arseniuri). Dunque così come sono combinati questi elementi così si ottengono colori diversi per le luci variabili sulla base dell’energia emessa. In sostanza la luce rossa emette poca energia mentre la luce blu emette un alto livello di energia. Il problema con i LED ha riguardato per almeno 30 anni la produzione dello spettro della luce bianca in quanto è formata dalla somma di tutti i colori della luce.

Fonte:  Nobel PrizeOsram
Foto | Nobel Prize @ Facebook

-52% di consumi e -31% di costi: Milano presenta la “rivoluzione” della luce pubblica a LED

Comune e A2A hanno presentato la “rivoluzione” della luce pubblica milanese. Avviata la sostituzione dei 141 mila punti luce pubblici con i LED. A pieno regime (2016) il consumo pro-capite annuo dei milanesi passerà da 87 a 42 kWh e la spesa pubblica complessiva da 42 a 29 milioni. Con una luce più efficace, concentrata e meno “inquinante”380445

Il Comune di Milano, con l’Assessore a Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran e il Direttore Generale Giuseppe Tomarchio, e A2A, con il Presidente Giovanni Valotti e l’AD Luca Camerano, hanno presentato oggi a Palazzo Marino la “rivoluzione” dell’illuminazione pubblica a LED, in corso a Milano. A2A è infatti partita già da mesi con la sostituzione di tutti i141.963 punti luce pubblici, iniziando dall’area nord-ovest, quella in direzione sito EXPO e che si vorrebbe pronta il prima possibile. Il 43% delle luci sostituite entro dicembre 2014, l’80% entro l’1 maggio 2015 (data di inizio EXPO) e il 100% entro dicembre 2016: queste le tappe programmate da A2A, che al momento sembrano potere essere rispettate. Una sostituzione che includerà anche 500 quadri di comando ed un sistema di telecontrollo, in grado di fornire informazioni sulle condizioni degli impianti e su eventuali malfunzionamenti in tempo reale. Cosa significa l’avvento della tecnologia LED nella luce pubblica di Milano, in termini economici ed energetici? Anche se Milano – per ora – non toglierà alcuno dei 141.693 punti luce pubblici del suo territorio (1 punto luce/9 abitanti, tra le medie più alte d’Europa), il consumo annuale della città, grazie ai LED, passerà da oltre 114 milioni di kWh  (il consumo annuo di energia elettrica di 42.000 appartamenti), a 55 milioni kWh (quello di 20.000 appartamenti). In termini pro-capite, da 87 a 42 kWh annui per cittadino (la media UE è 51 kWh). La potenza media della singola sorgente luminosa  passerà dagli attuali 150W, agli 85W del LED, ma con una resa uguale (100 lumen/watt), migliore in termini di concentrazione del fascio luminoso e senza dispersione di luce verso l’alto. Ossia con una riduzione dell’inquinamento luminoso.  38 milioni di euro in 2 anni, questo il costo totale dell’investimento per la nuova LED (sigla inglese di Light Emitting Diode), che verrà totalmente sostenuto da A2A, per un’innovazione “la cui portata dà un senso al termine di Public Utility” (i gestori di reti o di servizi essenziali alla collettività), ha detto il presidente di A2A, Giovanni Valotti. 38 milioni d’investimento che porteranno però – in termini di risparmio economico e sostenibilità ambientali – un ritorno positivo già in 2 anni. Se ammonta a 42 milioni di euro la “bolletta” della luce pubblica di Milano nel 2014, una riduzione di 10 milioni si avrà già nel 2015 e si scenderà a 29 milioni nel 2016, quando tutti i LED saranno sostituiti. Infine la sostenibilità ambientale, perché 52% di energia elettrica in meno significa risparmiare ogni anno più di 11mila TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) ed evitare l’emissione in atmosfera di 23.650 tonnellate di CO2. Così come Comune e A2A hanno stimato una riduzione della futura sostituzione dei corpi illuminanti (-50.000) e delle lampade bruciate (-10.000), che dovrebbe evitare la produzione di oltre 9 tonnellate di RAEE (rifiuti elettrici ed elettronici) ogni anno.
“Una scelta innovativa, sulla scia di città come Los Angeles, Copenaghen, Stoccolma e Oslo, che renderà Milano la prima grande città italiana completamente illuminata a LED“, hanno dichiarato con soddisfazione l’Assessore Maran e il DG del Comune Tomarchio. “La migliore dimostrazione concreta di spending review che può fare una grande città, dando un esempio anche a livello nazionale”.

Fonte: ecodallecitta.it

Milano: 140.000 punti luce a LED entro Expo 2015

Con la delibera di Giunta di fine 2013 è partito il programma di sostituzione dei 140.000 punti luce pubblica di Milano. Un investimento da 91 milioni coperto per il 93% da A2A. Il Comune stima di passare dagli attuali 38 milioni di spesa annua per l’illuminazione pubblica, ai 28 del 2016378050

Dopo un ampio dibattito sui costi energetici dell’illuminazione pubblica a Milano e intense trattative con A2A, la Giunta Pisapia ha approvato il nuovo “Piano finalizzato all’efficientamento energetico”, con la delibera 2675 del 20 dicembre 2013 (vedi allegato). Il progetto prevede una vera rivoluzione dell’illuminazione pubblica milanese, con la graduale sostituzione degli stimati 140.000 punti luce pubblica di Milano – di una rete che consuma elettricità annua per 120 milioni e 500 mila Kwh (chilowattora) – che dovrebbe terminare entro agosto 2015, ma coprire già l’80% delle lampade entro aprile dello stesso anno. Il piano prevede la sostituzione di tutto il “parco luci” esistente (lampade a vapori di mercurio, le padelle a incandescenza, i vecchi sistemi al sodio a bassa e alta pressione) con i nuovi sistemi a LED (Led, light emitting diode), diodi a emissione luminosa capaci di consumare meno e funzionare meglio. È l’attesa spending review applicata all’illuminazione pubblica che dovrebbe anche ridurre l’attuale bolletta elettrica che Milano paga ad A2A: nel 2013 37-38 milioni(gestione ordinaria e prestazione accessoria dell’energia), più 5 milioni di manutenzione straordinaria (le riparazioni). Il progetto atteso da tempo è stato seguito direttamente dal DG Ingegnere Giuseppe Tomarchio – che nel 2013 ha preso il posto di Giovanni Corridore – e controfirmato dall’assessore Pierfrancesco Maran.  L’investimento previsto (91 milioni di euro, coperti al 93% da A2A) sarà recuperato via via dai tagli alle bollette: il contratto del Comune passerà infatti dagli attuali 38 milioni di euro a 32 milioni nel 2014, a 31 nel 2015 e a 28 a partire dal 2016. Due le fasi previste dell’investimento: l’80% delle sostituzioni è concordato entro aprile 2015, quindi poco prima della partenza di Expo (1 maggio) e dovrà garantire la copertura del Centro storico, l’area nord-ovest di Milano (quella più interessata ad Expo) e tutte le direttrici di accesso alla città. Il restante 20% andrà coperto entro agosto 2015.

di Stefano D’Adda

La delibera di Giunta sull’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica [0,58 MB]

Fonte: ecodallecittà

“L’alternativa in pratica? Ve la mostriamo”

Dai pannelli ai modellini in scala, da osservare e provare per imparare come funziona nella pratica di ogni giorno tutto ciò che è energia alternativa, rinnovabile e pulita. La mostra di Paea continua a riscuotere attenzione e successo perché è in grado di parlare a tutti e farsi capire da tutti, grandi e piccoli.mostra_aip

E’ stata allestita nelle scuole, nelle fiere, durante laboratori specializzati e si è fatta sempre capire, ha permesso di comprendere il funzionamento delle tecniche che sfruttano le energie rinnovabili e pulite e che, oggi più che mai, rappresentano il futuro, probabilmente l’unico possibile. E’ la mostra dal titolo “L’alternativa in pratica” che per l’associazione Paea, che ne è promotrice, è curata da Paola Cappellazzo e Alessandro Cagnolati. Dal 22 al 24 maggio approderà a Rosignano, in provincia di Livorno, ma in questi anni ha permesso agli studenti di numerose scuole e al pubblico di tante fiere specializzate di conoscere a fondo «come funzionano le tecnologie e gli strumenti che ci portano verso l’utilizzo delle risorse energetiche rinnovabili» spiegano Paola e Alessandro. Ci sono anche modelli in scala e attrezzature “reali” grazie alle quali i ragazzi delle scuole e tutti i cittadini possono capire il funzionamento e l’utilizzo di queste apparecchiature. «La mostra è composta da cartelli che illustrano le tecnologie, le energie rinnovabili, i meccanismi e le modalità di utilizzo delle risorse naturali. Ci sono poi i modelli in scala dei pannelli solari termici per scaldare l’acqua. I pannelli fotovoltaici, con tutta una serie di strumenti per illustrare come avviene la trasformazione della luce solare in corrente elettrica, come si immagazzina e come si utilizza. Abbinato al fotovoltaico ci sono lampadine di diversa tipologia per dimostrare come si può avere la stessa luce sfruttando le diverse tecnologie. Si va da quella che consuma di più a quella che consuma pochissimo, i LED. Viene spiegato perchè la tecnologia a LED è più conveniente e più duratura, riducendo sia i consumi che l’inquinamento. Una lampadina a LED dura anche 20 anni mentre una comune lampadina a incandescenza non più di 2. Si capisce così che utilizzando i LED i rifiuti prodotti sono un decimo». «Ci sono poi i materiali da costruzione da utilizzare se si vuole rendere la propria casa molto efficiente dal punto di vista termico. Si va dai materiali naturali a quelli materiali derivanti da fonti fossili. C’è poi una serie di oggetti e componenti per rendere la casa “risparmiosa” dal punto di vista energetico o per far disperdere al minimo il calore immesso. Si può vedere un esempio di tetto ventilato che migliora la capacità di respingere il caldo estivo che provoca il surriscaldamento delle case, ci sono materiali informativi e didattici che vengono distribuiti gratuitamente  ai visitatori».
Ma come funziona “L’alternativa in pratica”? La mostra viene normalmente affittata dalle amministrazioni pubbliche o da associazioni di cittadini o ancora dalle singole scuole e allestita in spazi accessibili. L’incontro con gli operatori della mostra, sempre presenti, permette di approfondire le questioni di cui spesso si è solo sentito parlare. E capita che tanti trovino proprio lì le informazioni e le consulenze più utili. C’è chi ad esempio comprende come installare un impianto fotovoltaico, come può sfruttare il sottosuolo per produrre acqua calda, come ristrutturare la casa con il miglior risultato possibile in termini di efficienza energetica e con il minimo investimento. «E’ importante che su questi temi le persone siano informate da tecnici preparati e senza secondi fini – aggiungono Paola e Alessandro – Fare reale informazione serve ad avvicinare i cittadini a questioni ancora poco conosciute. Saper indirizzare le persone sulle giuste scelte serve a diffondere con entusiasmo le tecnologie che oggi ci permettono di risparmiare soldi e risorse».
Lo scorso anno la mostra ha toccato una serie di città del centro nord Italia con la mattina dedicata ai ragazzi delle scuole (elementari, medie e superiori) e il pomeriggio aperto ai cittadini. Ne sono nate negli anni esperienze anche originali e uniche. «A Pieve Fosciana il sindaco, maestro elementare, ci ha portato la sua terza classe, una nidiata di scolaretti  molto preparati sugli argomenti in questione, che hanno dimostrato di conoscere bene gli argomenti – spiegano ancora Paola e Alessandro – Spesso avvengono scambi di opinioni molto interessanti tra gli operatori e i ragazzi delle scuole. Alcuni studenti sono già maturi e preparati per diventare futuri ingegneri ambientali o operatori della Green Economy.  Ci sono argomenti come il fotovoltaico che i ragazzi conoscono bene, mentre tematiche come la geotermia a bassa entalpia o la ventilazione meccanica controllata sono ancora poco conosciute. Un argomento altrettanto sconosciuto è rappresentato dall’utilizzo dell’ acqua per gli usi domestici: igiene personale; lavaggio della biancheria; lavaggio delle stoviglie; recupero dell’acqua piovana e altro. Molti ragazzi restano sorpresi dal sapere quanti litri di acqua sprecano se si fanno la doccia senza chiudere il rubinetto mentre si insaponano oppure mentre ci si lava i denti e così via».  E ancora, a La Spezia per illustrare il funzionamento di una centrale termoelettrica «ogni ragazzo impersonava un componente della centrale. C’era chi faceva il combustibile, chi la turbina, chi i fili dell’alta tensione e chi le case in cui si accendeva la luce. Ognuno aveva il suo ruolo e la giusta sequenza delle singole azioni rendeva chiaro il funzionamento di tutta la centrale. I ragazzi si sono molto divertiti e di sicuro non dimenticheranno come si produce l’elettricità in una centrale termoelettrica».  Alla mostra è possibile abbinare laboratori didattici su risparmio energetico, energie rinnovabili e consumi sostenibili (i laboratori in piazza sono rivolti a una fascia d’età tra i 6 e i 14 anni
)

Fonte: il cambiamento

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14. Sorgenti luminose elettriche

Lampadine a incandescenza

– Sorgenti luminose elettriche che irradiano luce in virtù del riscaldamento di un filamento di tungsteno. Sono dei tipici radiatori termici: solo il cinque percento circa dell’energia consumata è convertita in luce; il resto viene dissipato quale calore.18

Classificazione: da 1 W a 5 kW

Efficienza: da 10 a 25 lm/W

Durata: da 100 a 4000 ore

Colore: luce calda, con Ra 100

Circuito: alta e bassa tensione (necessita di un trasformatore)

Altro: in versione alogena, la durata e l’efficienza aumentano

Emissione: regolabile

Lampade a scarica

– Generano luce inviando una scarica elettrica attraverso gas ionizzato o vapori di metallo. A seconda del gas con cui la lampada è riempita, irradia direttamente luce visibile o converte le radiazioni UV in luce attraverso l’interazione con un rivestimento fluorescente sulla parte interna del tubo o della lampadina. La pressione di funzionamento all’interno della lampada a scarica può essere bassa (lampade a scarica a bassa pressione) o alta (lampade a scarica ad alta pressione).19

Classificazione: da 5 W a 2 kW

Efficienza: da 40 a 120 lm/W

Durata: da 5000 a 30000 ore

Colore: luce da calda a fredda, con Ra 90

Circuito: ballast, starter

Altro: trasparente o con rivestimento in fosforo; bassa e alta pressione

Emissione: regolabile (bassa pressione fluorescente)

 

   LED

– Semiconduttore che, se energizzato, emette una luce rossa, verde, gialla o blu. La luce bianca può essere  ottenuta dai LED blu applicando un rivestimento luminescente interno. I LED offrono numerosi vantaggi: durata elevata, assenza di manutenzione, luce priva di IR/UV, basso consumo energetico, stabilità cromatica e resistenza agli urti.  20

Classificazione: da 0,1 W a 18 W

Efficienza: da 40 a 120 lm/W

Durata: da 25000 a 50000 ore

Colore: luce da intermedia a fredda, con Ra 80

Circuito: circuito driver per corrente DC

Altro: a grappolo per un’emissione elevata (fosforo o mix RGB)

Emissione: regolabile

 

Impatto sugli esseri umani

Bioritmo – Termine non specifico per indicare il ritmo naturale dei cicli biologici degli organismi viventi.

Ritmo circadiano – Un ritmo biologico che occupa intervalli di circa 24 ore (dal latino circa e dies), ad esempio il ciclo di sonno e veglia degli esseri umani. La luce rappresenta l’elemento più importante per la sincronizzazione dei ritmi circadiani.

Orologio interno – Noto anche come orologio dominante, sincronizza il corpo con i cicli esterni di notte/giorno. È collocato nel nucleo soprachiasmatico (SCN). La luce è quindi il principale elemento sincronizzante per l’orologio interno.

Utilizza gli ormoni ed i neurotrasmettitori (quali la serotonina) per regolare i singoli orologi presenti nelle cellule prive di contatti diretti con l’ambiente.

Orologio biologico umano – Impostato per un ritmo diurno di circa 24 ore, può essere tuttavia alterato dall’esposizione

alla luce, specialmente alla luce con lunghezze d’onda vicine al limite inferiore della scala.

Disturbo Affettivo Stagionale (DAS) – Depressione patologica generalmente dovuta alla carenza di luce nei mesi

invernali, curabile con la terapia della luce. I sintomi decadono autonomamente in primavera.

 

Fonte: CELMA-ELC