Il Celacanto Bene Comune: la rigenerazione dei luoghi che crea una nuova comunità.

Dal recupero partecipato e sostenibile di una vecchia casa cantoniera di Tricase, in Puglia, ha preso vita il Celacanto Bene Comune, un laboratorio permanente di cittadinanza attiva gestito dall’associazione Coppula Tisa, da anni impegnata nel contrasto all’abbandono e per la cura del territorio. Insieme a Carla Quaranta e Geremia de Giuseppe, co-ideatori del progetto, vi raccontiamo la storia di questo luogo di aggregazione e officina di creatività e formazione. Per raccontarvi la storia di oggi vorremmo partire dal termine abbandonare, che tra le varie interpretazioni deriva dal francese antico abandonner, che starebbe a significare ‘lasciare del tutto libero’. A primo impatto la matrice del termine è solo positiva, se scendiamo nel dettaglio sappiamo che l’abbandono porta con sé conseguenze disastrose. Il termine Cura invece, come ci ricorda Don Franco Barbero, “nella sua forma più antica in latino si scriveva coera ed era usata in un contesto di relazioni di amore e di amicizia”.
Aggiungiamo altri spunti: abisso e luce. Sono due termini che si collegano al Celacanto, un pesce primordiale che è considerato una sorta di fossile vivente delle profondità marine ma che, allo stesso tempo, per alcuni ricercatori sarebbe una sorta di anello di congiunzione tra gli esseri marini e quelli umani, essendo dotato di pinne pettorali molto somiglianti, come funzionalità, a quelle di un polso umano. Celacanto Bene Comune è anche il nome di uno spazio, sede dell’Associazione Coppula Tisa di cui vi abbiamo già raccontato la storia, che la sua co-ideatrice Carla Quaranta definisce “un laboratorio permanente di cittadinanza attiva” e che rappresenta una storia che contiene molti dei punti di riferimento a cui si ispira Italia che Cambia.

Si trova a Marina Serra, nel comune di Tricase in provincia di Lecce, a ridosso del mare, ed è una ex casa cantoniera successivamente abbandonata e rimasta nel degrado e fino al 2002. «Quando, insieme ai volontari dell’Associazione Coppula Tisa, ci siamo accorti di questo spazio, fuori c’era l’erba alta oltre due metri» puntualizza Geremia de Giuseppe (che tutti chiamano Geri), anche lui co-ideatore del Celacanto Bene Comune. «Gradualmente abbiamo ripulito e sistemato l’area, abbiamo chiesto alla Provincia di Lecce di poterla utilizzare e l’abbiamo completamente recuperata, anche grazie alla partecipazione ad un bando,  provvedendo anche al suo accatastamento».
Dall’abbandono alla cura, dagli abissi alla luce appunto. Si è trattato di un’operazione di rigenerazione urbana partecipata a tutti gli effetti. Una volta vinto il bando, il Celacanto come primo gesto ha cominciato ad ospitare delle persone, provenienti da realtà amiche del territorio e non solo, per arredare e abbellire lo spazio. «Per realizzare il progetto di valorizzazione di questo immobile – puntualizza Geri – abbiamo proposto una serie di attività di residenza e laboratoriali, dedicati soprattutto al riuso del legno. Abbiamo così ospitato dei ragazzi che hanno vissuto qui insieme e hanno progettato gli elementi di arredo».
La valorizzazione del luogo dimostra così l’anima e il motivo che ha spinto Coppula Tisa a creare il Celacanto: «Non è solo la nostra sede, ma un laboratorio di costruzione della comunità e di iniziative collettive che pone le sue basi sul valore dell’ospitalità» spiega Carla Quaranta. L’iniziativa principale per rendere il Celacanto il laboratorio partecipato che è diventato è la Gallery della Cittadinanza Attiva: si tratta di una sorta di contenitore di iniziative che hanno caratterizzato la nascita del Celacanto e che proseguono ancora oggi.

«È una galleria di esperienze e di buone pratiche che le associazioni del territorio rappresentano principalmente ai ragazzi delle scuole, prossimi alla maggiore età, ma anche direttamente alla cittadinanza con un incontro finale organizzato apposta – ci spiega Geri – Si tratta di un processo partecipativo, all’interno del quale noi vogliamo osservare le dinamiche che si innescano intorno alla tematica territorio-ambiente, insieme a dieci partner, che sono Associazioni del territorio, ognuno dei quali ha selezionato una tematica del loro ambito di interesse. Successivamente noi ospitiamo i ragazzi qui al Celacanto la mattina, le associazioni fanno il racconto delle loro esperienze, raccontando direttamente ai ragazzi la loro attività sul territorio.  I ragazzi sono molto interessati nell’ascoltare questo racconto, costruito in maniera assolutamente informale. La Gallery si completa con un incontro tematico insieme alla comunità, per ragionare sulla tematica scelta dalle associazioni partner di concerto con noi». Una sorta di casa comune per le associazioni del territorio, che possono così confrontarsi su diverse tematiche e concordare azioni comuni da intraprendere insieme; anche noi di Italia che Cambia, ospiti del Celacanto a Dicembre 2019, abbiamo avuto il piacere di partecipare ad una tappa della Gallery, insieme a Daniela Palma e Luciana Lettere di Map For Walking e a Clean Up Tricase, che potete vedere in questo video. Altre iniziative che vanno nella direzione della costruzione di un laboratorio partecipato sono quelle della Ciclososta insieme alla realtà Salento Bici Tour, dell’Accoglienza e quella del riciclo creativo.

Le aree di interesse del Celacanto non si fermano però solo alla problematiche legate ai rifiuti, all’ambiente e alla cura dei luoghi, ma spaziano anche vero l’agricoltura naturale e la tematica del cibo. Da poco tempo, superata l’emergenza sanitaria da Covid-19, sono ripresi I Mercatini al Celacanto: una volta a settimana viene organizzato al Celacanto un mercatino a chilometro zero, con alcuni dei produttori che fanno parte della rete “Salento km0”.
«Questo territorio sta vivendo due fenomeni apparentemente in contrasto tra loro: un ritorno dei giovani alla terra e una forte emigrazione  verso l’estero – spiega Carla – Noi, grazie a queste organizzazioni di microeconomia e di economia circolare, cerchiamo di valorizzare il ritorno dei ragazzi e di combattere l’abbandono della nostra terra. L’unico modo per tutelare il territorio è sottrarlo all’abbandono. Il ritorno ad un’idea di agricoltura sostenibile è il miglior antidoto per i fenomeni che abbiamo denunciato come associazione Coppula Tisa nel corso di questi anni. Il mercatino è una delle riposte ideali, una politica di prevenzione rispetto all’abbandono, che sia di rifiuti o che sia collegato allo spopolamento».
Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/07/celacanto-bene-comune-rigenerazione-luoghi-crea-nuova-comunita-io-faccio-cosi-293/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

LandXcape: ridar vita al Salento dopo la Xylella

Insieme ai suoi ulivi secolari, colpiti dalla Xylella, il territorio salentino ha perso la propria identità che a quelle antiche radici era saldamente ancorata. Come fare, dunque, per recuperare il paesaggio culturale del Salento e ridare un senso ed una visione di futuro agli abitanti di questi luoghi? Nasce da questo interrogativo LandXcape, un progetto multidisciplinare di rigenerazione paesaggistica. Restituire al territorio, attraverso l’arte e la poetica narrativa dei luoghi, il senso della trasformazione del paesaggio, per riflettere insieme sulla rigenerazione dei paesaggi culturali. Nasce in un Salento duramente colpito dalla Xylella il progetto LandXcape, sostenuto dalla Regione Puglia e attuato dal Teatro Pubblico Pugliese e dall’Associazione Internazionale BJCEM – Biennale des Jeunes Créateurs de l’Europe et de la Méditerranée (la Biennale dei Giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo). Per sapere di cosa si tratta abbiamo intervistato la coordinatrice tecnico-scientifica del progetto Simonetta Dellomonaco.landxcape-

Raccontaci dell’esperienza pionieristica che state affrontando per recuperare il paesaggio duramente attaccato dalla Xylella. Cos’è LandXcape?

Quello che stiamo tentando di fare è applicare la rigenerazione paesaggistica, soprattutto nella parte del Salento colpita dalla malattia della Xylella, che sta devastando gli uliveti secolari. E non è semplice, perché in Italia non esiste ancora il tema della rigenerazione del paesaggio. A questo scopo LanXcape ha messo in opera tutta una serie di attività, a partire dall’arte contemporanea, coinvolgendo la BJCEM- La Biennale des Jeunes Créateures d’Europe et de la Méditerranée. La BJCEM ha fatto un appello internazionale all’interno del suo network, coinvolgendo 22 paesi dell’Europa e del Mediterraneo; poi ha selezionato 60 artisti fra i quasi 400 che avevano risposto all’appello. Questi 60 artisti verranno in residenza in Puglia a partire dall’8 ottobre; nelle residenze artistiche si esploreranno sei diverse discipline. Le residenze saranno collocate in sei parchi naturali, poiché i parchi attuano già delle buone prassi sul paesaggio, mettendo insieme la parte produttiva, ovvero quella turistica, e la tutela dell’ambiente e del paesaggio.

Le sei discipline artistiche saranno: narrazione, performance, video e foto, design, arti visive e land art. Ognuna di queste discipline abiterà in un parco con 10 artisti. Quindi un tutor professionista prenderà con sé 10 artisti, che lavoreranno nella residenza per 10 giorni. Nel frattempo verranno accompagnati ad intervistare gli agricoltori, i portatori d’interesse, i “custodi della memoria”, come li abbiamo chiamati, e tutti quelli che potranno trasmettere agli artisti il valore del territorio e del paesaggio culturale, della memoria e della loro identità. Abbiamo pensato ai parchi naturali come a dei ripetitori, come a delle antenne sul territorio. Gli artisti che andranno in residenza nei sei parchi del Salento creeranno le loro opere non solo nei parchi ma anche fuori da essi, coinvolgendo tutte le aree colpite dalla Xylella. Il cuore dell’intervento è quindi l’arte contemporanea, ma anche il design, la performance, la narrazione. A proposito di narrazione: tutta la parte che precede le residenze ha lo scopo di avvicinare il territorio al progetto e quindi c’è una serie di spettacoli di una rassegna teatrale per raccontare il mondo della tradizione orale, ovvero spettacoli legati alla narrazione in senso stretto. Le compagnie teatrali che vengono qui e raccontano le storie nei parchi non sono compagnie qualsiasi: sono compagnie che attuano già delle buone prassi in Italia, facendo “teatro del paesaggio”.42421152_834854973328116_8445883381756985344_n

In cosa consiste il progetto e a chi si rivolge?

È un progetto di rigenerazione paesaggistica, in particolare dei paesaggi culturali, perché non agisce a livello fisico con delle infrastrutture, lo fa in maniera trasversale e soprattutto interdisciplinare chiamando gli artisti, il teatro, gli antropologi, i sociologi. Chiama in causa anche le buone prassi già attuate sul territorio nazionale, per poter produrre uno scambio di esperienze. Le azioni del progetto coordinate dai facilitatori sono sostanzialmente tre: la Residenza artistica attraverso il network internazionale mediterraneo, la rassegna teatrale “Il Salento racconta” – che è una rassegna di teatro e ascolto in cui prima di ogni spettacolo c’è un momento di ascolto – e poi i dialoghi sul paesaggio. Anche per i dialoghi chiamiamo degli esperti, degli interlocutori privilegiati che dialogano attorno al tema del paesaggio coinvolgendo la comunità. È un progetto che si rivolge alla comunità e al tempo stesso crea comunità attorno al tema del paesaggio. Cerca di prendersi cura della percezione degli abitanti del paesaggio sull’ambiente attaccato dalla Xylella. Vuole creare una sorta di ascolto e riflessione di comunità su questo tema.

Com’è nato il progetto? Quali sono i suoi obiettivi?

É nato da un’istanza del territorio, le associazioni di categoria e le associazioni dell’ambiente come Coldiretti, Confartigianato, Confagricoltura, etc.  (sul sito c’è tutto l’elenco dei sostenitori morali del progetto). Si sono messi insieme, hanno contattato l’Assessore Regionale alla Cultura per proporgli di fare un intervento culturale sul paesaggio. Hanno bussato alle porte della cultura e quindi l’Assessorato ha detto: “Va bene, cerchiamo di aprire un filone di riflessione sulla trasformazione del paesaggio dal punto di vista culturale”. Ecco perché è diventato un progetto di rigenerazione dei paesaggi culturali. La domanda è: cosa accadrà alla gente, all’identità del territorio salentino pugliese che si attesta sugli uliveti secolari? Cioè, tutta questa gente, tutta la penisola salentina e quindi le province di Brindisi, Lecce e Taranto hanno da secoli come matrice culturale proprio l’uliveto e tutti si riconoscono come patrimonio identitario negli uliveti. Questi ultimi sono secolari e alcuni hanno addirittura un migliaio di anni. Quindi questi uliveti che adesso stanno morendo infliggono un colpo mortale all’identità culturale del territorio e degli abitanti. Ciò che stiamo cercando di fare chiamando gli artisti, i narratori, i musicisti, è ascoltare col cuore, mi verrebbe da dire, perché l’arte sa fare anche questo, e trasformare questo ascolto in una riflessione di comunità. Questo è il senso che sta alla base del progetto.landxcape-2

Raccontaci degli eventi in programma in questi giorni.  In cosa consistono e che risposte state avendo da parte della popolazione locale e del pubblico in generale?

La serie di eventi che è cominciata il 22 settembre e si concluderà il 18 ottobre ha l’obiettivo di avvicinare gli abitanti al progetto dialogando con gli esperti: sociologi, antropologi, produttori, agenti del turismo verde, la Soprintendenza ai Beni Paesaggistici. Gli abitanti del territorio quindi ascoltano, intervengono a loro volta e parteciperanno anche alla tavola rotonda finale. Poi ci sono gli spettacoli all’interno dei parchi e quindi spesso negli uliveti stessi. Qui gli abitanti del luogo si trasformano in spettatori, vengono accolti nell’ambito naturale e portati a fare una visita guidata a piedi, fino al luogo dove si svolgerà lo spettacolo; quindi s’impregnano del territorio anche percettivamente. Quando arrivano vengono accolti da un facilitatore che spiega loro il progetto, il tutto in diretta social: tutto viene ripreso in modo che sia fruibile dal numero più alto possibile di persone. Le persone locali che abbiamo chiamato i “custodi della memoria” vengono intervistate in un reportage video e questo costituirà poi “ la banca della memoria”, che sarà visibile sia sui canali social che sul sito. Alla fine del progetto tutto questo diventerà una vera e propria banca dati. Nel frattempo però stiamo già lanciando alcune pillole. Tutte le interviste saranno poi trasmesse agli artisti e insieme al lavoro degli artisti questi reportage diventeranno la banca dati di LandXcape. Gli eventi terminano il 18 ottobre con la festa finale delle Residenze. Anche la parte turistica è molto presente, molti parchi hanno la “CETS”, Carta Europea del Turismo Sostenibile, quindi hanno tutta una loro rete, abbiamo coinvolto anche Puglia Promozione, che è l’agenzia pugliese per la promozione turistica che ci fa da gancio per la parte legata al turismo. Poi fra i partner ci sono anche molte associazioni legate al turismo verde, gli agriturismi e gli operatori legati alla ricettività turistica in ambito naturale; abbiamo coinvolto anche i “GAL” – Gruppi di Azione Locale – legati al mondo dell’agricoltura, quelli legati al progetto del Piano di Sviluppo Rurale o PSR, al quale aderisce tutta la rete dei produttori vitivinicoli, oleari, le masserie didattiche; tutta la rete regionale viene insomma coinvolta attraverso i diversi canali. La cosa importante è che tutto questo fa capo a dei progetti preesistenti, quindi stiamo mettendo in rete tutto ciò che nel territorio già viene fatto. I prossimi appuntamenti sono i weekend di spettacoli e dialoghi, quindi il 5 e 6 ottobre ascolto e racconto del territorio, poi l’8 ottobre, il giorno in cui tutti gli artisti internazionali arriveranno a Brindisi e ci sarà il seminario di apertura della residenza artistica. Nel corso poi delle residenze, quindi dall’8 al 18 ottobre, ci saranno vari incontri nei parchi con gli artisti e poi il 18 ottobre a Lecce ci sarà l’evento clou: la restituzione di tutto il lavoro svolto con una festa di fine residenza. Brindisi e Lecce  entreranno in gioco anche con il coinvolgimento dei Poli Biblio-Museali regionali: quello di Brindisi darà l’apertura alle residenze e quello di Lecce si occuperà della chiusura; quindi faremo entrare la campagna in città coinvolgendo anche i musei e le biblioteche delle realtà cittadine, con una chiave che dia nuova linfa vitale alle sedi normalmente deputate alla cultura.

Tanti appuntamenti da non perdere come vedete fino al 18 ottobre ma se, come me, avrete la sfortuna di non riuscire ad andare di persona, non perdetevi almeno le dirette social:
www.facebook.com/landXcape.Puglia/
www.instagram.com/landxcape.puglia/
www.youtube.com/channel/UCAg3Ok9TbGmV1479i7pL8_w

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/10/landxcape-ridar-vita-salento-dopo-xylella/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Velostazione di Lecce, approvato dalla giunta il progetto definitivo

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Il progetto del capoluogo salentino prevede la ristrutturazione di un immobile comunale a ridosso della stazione ferroviaria che sarà il futuro ingresso della stazione stessa ed è stato presentato alla Regione Puglia per l’ammissione a finanziamento. Anche Lecce avrà la sua velostazione dedicata al parcheggio custodito, al noleggio e alla manutenzione delle biciclette. È stato infatti approvato dalla giunta comunale il progetto definitivo per la realizzazione della Velostazione della Città, a circa due anni di distanza dall’apertura della Velostazione di Bari, la prima del sud italia. Il progetto del capoluogo salentino prevede la ristrutturazione di un immobile comunale in via Codacci Pisanelli a ridosso della stazione ferroviaria, in particolare di quello che sarà il futuro ingresso della stazione dopo i lavoro di ribaltamento, ed è stato presentato alla Regione Puglia per l’ammissione a finanziamento. La nuova Velostazione della città di Lecce sarà realizzata con l’impiego di risorse per 320mila euro, dei quali 50mila euro a carico del bilancio comunale. 270mila euro dovrebbero venire da fondi del P.O.R. Puglia FESR – FSE 2014 – 2020, asse prioritario IV “Energia sostenibile e qualità della vita”, Azione 4.4 “Interventi per l’aumento della mobilità sostenibile nelle aree urbane e sub urbane”.

Nella stessa delibera, la giunta ha stabilito che la gestione della velostazione sarà affidata ad una cooperativa sociale, individuata tramite avviso pubblico. La cooperativa dovrà espletare tutte le attività di deposito, noleggio, e manutenzione delle biciclette sul territorio comunale di Lecce per un periodo minimo non inferiore a 5 anni.

Fonte: ecodallecitta.it

Lecce. Arriva la mostra “Rigeneriamo le città, generiamo il futuro”

Dal Risanamento ambientale alla partecipazione sociale, l’integrazione degli interventi e la rigenerazione delle città (centro e periferie). La mostra sarà visibile a Lecce dal 10 al 30 giugno 2013 presso le Manifatture Knos. Il 10 giugno è previsto il workshop di apertura.ALL_N Documentazione fotografica.pdf

Risanamento ambientale, partecipazione sociale, integrazione degli interventi, rigenerazione delle città e delle periferie. Il cuore delle politiche di governo del territorio della Regione Puglia pulsa intorno a questi temi. La mostra sarà visibile a Lecce dal 10 al 30 giugno 2013 presso le Manifatture Knos. Il 10 giugno è previsto il workshop di apertura. Iscriviti. Il senso di questa iniziativa lo ha spiegato alla stampa l’assessore regionale alla qualità del territorio Angela Barbanente a marzo scorso in occasione della presentazione della mostra a Bari,: «Vogliamo riflettere sul senso dell’esperienza di riqualificazione della città esistente condotta finora dalla Regione Puglia, con i suoi punti di forza, le sue eccellenze, ma anche le criticità che sono emerse per poter impostare la nuova programmazione facendo tesoro di questi anni di lavoro». La mostra a Lecce sarà inaugurata da un workshop in programma il 10 giugno articolato in una sezione mattutina sul tema de “La riqualificazione del territorio nel salento: aree interne e linee di costa” ed una sezione pomeridiana sulle “Esperienze di rigenerazione urbana e territoriale nella salento”.

In allegato il programma del workshop del 10 giugno. Per l’iscrizione clicca qui

Maggiori dettagli sulla mostra su rigenerazione.regione.puglia.it

Fonte. ecodallecittà

Mille bambini visitano il CEA di Andrano (Lecce). Funziona, ma l’amministrazione lo chiude

Mille bambini hanno partecipato alle attività didattiche di compostaggio e riciclo (carta, plastica e alluminio) organizzate dal Centro di Educazione Ambientale di Andrano – Diso – S. Cesarea – Spongano. E’ un esempio virtuoso per la Regione ma l’amministrazione decide per la sua chiusura. La parola all’ex Presidente del Cea di Andrano374854

Salvatore Moscatello, ex presidente del Centro di Educazione Ambientale parla con l’amaro in bocca. «Ho visto passare sotto i miei occhi più di 1000 ragazzi grazie al progetto “Ri-CreAzione” finanziato dalla Regione Puglia. Però oggi il Centro di Educazione Ambientale da novembre 2012 non è più attivo. Il sindaco di Andrano, poiché il Centro di Educazione Ambientale è di responsabilità comunale, ha ritenuto di metterlo da parte. Nonostante il C.E.A. di Andrano fosse stato riconosciuto dalla Regione Puglia nel suo programma 2013-2015 come un esempio virtuoso da seguire. Il lavoro di professionisti residenti è stato troncato. Per quale motivo?». «Con questa chiusura immotivata – ha detto Moscatello – sono persi anche i finanziamenti che il Centro di Educazione (e quindi anche l’amministrazione) aveva ottenuto ad aprile. Ho tutte le carte. Abbiamo realizzato la rendicontazione, che è obbligatoria, perché è il progetto è stato finanziato dall’Unione Europea». «Così si perde l’esperienza! Senza un Centro di Educazione ambientale come faranno i bambini di Diso, Spongano, Castiglione, Marittima, Santa Cesarea Terme, Tricase, Otranto, Corigliano d’Otranto e Casarano? Questo Centro di Educazione Ambientale, a mio avviso, è stato chiuso per nessuna valida ragione».

Ma il comune sopportava dei costi?

«Non ho mai chiesto un euro al Comune di Andrano – ha concluso Moscatiello –. Tra mille difficoltà dei professionisti del posto, grazie ai finanziamenti regionali, sono riusciti a far fruire il parco della marina di Andrano ai bambini salentini. Sono un biologo che ho dato la vita all’educazione ambientale. E’ stata comunque una occasione bellissima. Ho fatto qualcosa per la mia comunità».

Ma quali erano le attività che venivano svolte nel Centro di Educazione Ambientale di Andrano?
Giuseppe Maggiore, ex collaboratore ci racconta la sua esperienza:

«E’stato molto bello coinvolgere i bambini: giocare e apprendere insieme. Le scuole e le classi avevano ampia disponibilità di scelta. Si potevano svolgere le visite didattiche nell’area parco in mattinata, come ad esempio, l’escursione presso la cava di Bauxite di Orte, vicino Otranto. Invece il pomeriggio si passava in laboratorio ad affrontare le tematiche relative al riciclaggio dell’alluminio. Abbiamo seguito con i bambini anche altre esperienze: i laboratori della plastica o dell’organico, come pure i laboratori della carta (i bambini facevano la carta con i setacci, e una volta asciutta, la si usava per ricavarne dei cartoncini. Era un modo per far portare un ricordo ai bambini: disegnavano la flora e la fauna del posto). Bellissimo anche il laboratorio della cera: con il nostro apiario didattico a Torre lupo, i bambini venivano a fare colazione con miele biologico e poi con la cera realizzavano delle formine».

NOTE: Il progetto Ri-CreAzione realizzato dal Cea di Andrano  La campagna denominata Ri-CreAzione è stata realizzata dal CEA di Andrano – Diso – S. Cesarea – Spongano nel periodo ottobre 2011 – luglio 2012. La campagna ha coinvolto 900 alunni degli Istituti Scolastici Comprensivi di Andrano, Diso, Spongano, Santa Cesarea Terme, Tricase, Otranto, Corigliano d’Otranto e Casarano. Il progetto ha previsto una fase preliminare di escursionismo didattico con tre eventi di apertura e condivisione a tutta la cittadinanza, realizzati nei comuni di Spongano, Santa Cesarea Terme, Andrano e Castiglione con la partecipazione delle scuole. Durante le escursioni si è effettuata la raccolta dei rifiuti nelle campagne. I 900 studenti sono stati coinvolti in laboratori di riciclo e riutilizzo sulla Plastica, Carta, Organico e Cera. E’ stata data continuità alla progettazione dei laboratori nel periodo estivo, riproponendo i diversi laboratori già condotti nell’ambito di un campo estivo, che ha coinvolto ulteriori 50 ragazzi del Comune di Andrano. Infine è stata realizzata una compostiera per l’utilizzo futuro da parte delle famiglie dei ragazzi coinvolti nelle progettazioni estive dedicate al riciclo dell’organico. L’evento conclusivo si è svolto in occasione della festa del Campo Estivo 2012, in questa occasione, attraverso una mostra, sono stati presentati tutti i lavori creati nei laboratori condotti.
Il Centro di Educazione Ambientale (C.E.A) è ubicato al piano terra del Castello Spinola-Caracciolo di Andrano. È costituito da un laboratorio per le attività didattiche e pratiche degli utenti; un ufficio per la programmazione delle attività; una sala proiezioni e seminari.

Fonte: eco dalle città

Lecce, «una compostiera collettiva» in una scuola. Sarà utilizzata da più 100 alunni

E’in funzione nell’istituto scolastico “Stomeo Zimbalo” una compostiera collettiva. Gli insegnanti e i loro alunni potranno conferire lo scarto della frazione organica prodotta nella mensa scolastica, direttamente nella compostiera posizionata all’interno della scuola374819

Protagonisti dell’iniziativa 100 bambini dai 7 agli 11 anni, alunni della sede distaccata di via Carrara dell’Istituto Comprensivo “Stomeo Zimbalo” di Lecce. I piccoli studenti sono chiamati a scoprire come si gestiscono i rifiuti, comprenderne le problematiche, e, realizzare modelli e azioni concrete di riutilizzo grazie agli interventi educativi ed esperienziali delle associazioni “Nuova Messapia”, OIPA Italia onlus – Organizzazione Internazionale Protezione Animali, AttentaMente, A.N.P.A.N.A. Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente, EMS – Ente Modelli Sostenibili, A.S.T.S.M. – Associazione Salentina Tutela Salute Mentale e, prima fra tutte, CulturAmbiente onlus, capofila di tutta la rete. Partner privato del progetto, invece, sarà AXA, realtà che opera da anni nel settore della gestione degli R.S.U. Il percorso di educazione ambientale e di inclusione sociale è rivolto sia ai bambini e sia agli insegnanti e ha incluso, inoltre, 15 iscritti dell’Associazione Salentina Tutela Salute Mentale di Lecce che già collabora anche alla cura e alla gestione del rifiuto umido prodotto dalla scuola. Ospite d’eccezione di questo speciale percorso all’insegna della valorizzazione del rifiuto “Vera la Compostiera”, un macchinario unico in Puglia per la trasformazione del rifiuto umido in prezioso compost utilizzato per concimare l’orto didattico curato dai piccoli studenti dell’Istituto Zimbalo. Insegnanti e alunni possono conferire lo scarto della frazione organica prodotta nella mensa scolastica direttamente nella compostiera posizionata proprio all’interno della scuola. Mentre, per le sue caratteristiche di innovazione tecnologica, il processo di rivalutazione del rifiuto attivato dalla compostiera viene seguito passo dopo passo dai ricercatori di Enea-Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Il macchinario, di ultima generazione, infatti, è uno dei 30 esemplari di compostiera collettiva esistenti oggi in Italia e consente l’auto-smaltimento dei rifiuti prodotti sia dalle utenze domestiche sia da mense, ristoranti o strutture ricettive, rappresentando una soluzione ottimale per la gestione del ciclo dei rifiuti organici. La compostiera, infatti, è in grado di trattare fino a 25mila kg all’anno di rifiuti con dei tempi di conversione in compost di qualità di circa 12 settimane con un processo inodore grazie al giusto bilanciamento tra carbonio (C) e azoto (N). “Nella Provincia di Lecce – ha dichiarato Roberto Paladini, presidente di CulturAmbiente onlus – l’educazione alla riduzione dell’umido è una necessità. Il 30-35% del totale dei rifiuti prodotti, infatti, è composto dalla frazione umida e secondo i dati diffusi dalla Regione Puglia ne viene recuperato per ora solo il 3%. Il resto, purtroppo, finisce tutto in discarica. Il problema dei rifiuti – continua Paladini – non può essere risolto senza una precisa volontà politica. Nel territorio salentino la questione è ancora più problematica a causa della totale assenza di impianti di compostaggio. E’ per questo motivo che mi sento in dovere di lanciare un appello anche agli amministratori degli altri Comuni della Provincia i quali dovrebbero guardare con attenzione a un progetto come questo che riesce a sposare così bene l’educazione ambientale con la tecnologia delle compostiere collettive: macchine e sistemi di questo genere possono rappresentare ottime strategie per l’abbattimento dei costi di smaltimento a carico dei comuni”. “Se si pensa che ognuno di noi – ha affermato l’assessore Andrea Guido – produce circa un chilo di rifiuti al giorno e che di questa quantità circa un 30% è componente organica, il cosiddetto umido, per lo più scarto dei cibi, fondi di caffè, bucce, e via discorrendo e rappresenta la parte fortemente biodegradabile dei rifiuti, si può immaginare quali benefici si otterrebbero se si diffondesse capillarmente l’utilizzo delle compostiere, sia collettive sia domestiche. Per la natura l’umido – aggiunge Guido – non è affatto un rifiuto, ma materia complessa da scomporre nei suoi mattoni costitutivi, dai quali fabbricare nuova vita. Produciamo il compost perché è un prodotto utilissimo per il nostro giardino e per i vasi delle piante, perché porta nutrimento e sostanza organica, permettendoci di ridurre l’acquisto di fertilizzanti chimici e di terriccio, con un considerevole risparmio; consumiamo meno fertilizzanti, abbassando la possibilità di inquinare l’ambiente con sostanze chimiche; compriamo meno terriccio contribuendo alla salvaguardia delle ultime torbiere esistenti al mondo. Si tenga presente che una famiglia media che pratica il compostaggio domestico sottrae allo smaltimento circa 500 chili di rifiuti organici all’anno”.

Fonte. Eco dalle città

 

Salento: per i ciclisti in “panne” 440 sedi per riparare la bici. Coinvolte anche le attività commerciali

Sei in giro in bicicletta in Salento e sei in “panne”? Ci pensa “Ciclostop ripara e via” mettendo a disposizione in 97 comuni oltre a una mappa (con 440 fermate tra sedi istituzionale e attività commerciali) tutto il materiale occorrente per riparare gratis la due ruote

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Il programma della seconda edizione del progetto, promosso dall’organizzazione Bicinema e sostenuto dalla Provincia di Lecce, insieme a numerosi altri enti ed associazioni del territorio, è stato presentato oggi a Palazzo Adorno dall’assessore provinciale ai Trasporti e alla Mobilità Bruno Ciccarese, dal direttore scientifico di Bicinema Tiziana Dollorenzo, dal responsabile Bicinema Diego Solari e dalla referente dell’Organizzazione Delia Solari. Dal 2011 l’organizzazione Bicinema.it sostiene la cultura attraverso l’uso della bicicletta nei Cinema e Teatri, e nel 2012 ha risposto all’appello internazionale “Salva i ciclisti” lanciato dal noto quotidiano inglese “Times” con il progetto “CicloStop ripara e via”, al quale ha subito aderito la Provincia di Lecce. Il progetto prevede la creazione di fermate nelle principali sedi istituzionali ed attività commerciali di Lecce e dei 97 Comuni salentini, dove i ciclisti possono riparare gratuitamente e in modo autonomo la propria bicicletta in panne. Si tratta in pratica di veri e propri pit-stop, in cui poter riparare, per esempio, una semplice foratura o gonfiare la ruota della bicicletta. Piccoli interventi “salva ciclisti” possibili grazie alla disponibilità gratuita di un kit-officina composto da pompa, camere d’aria, toppe, mastice, togli copertoni, salviette, guanti, carta vetrata, chiave 14-15. Partita ad aprile 2012 con l’attivazione di 33 fermate, dopo appena un anno di intenso lavoro su tutto il territorio salentino, la rete delle fermate “officina” è stata allargata ulteriormente raggiungendo quota 440. Tra queste compaiono, oltre a quelle della Provincia di Lecce (Palazzo dei Celestini, via Botti, Museo “Castromediano”, Biblioteca “Bernardini”), le sedi delle seguenti istituzioni: Comune di Lecce, Regione Puglia, Università del Salento, Accademia delle Belle Arti, Conservatorio Musicale Tito Schipa, Puglia Promozione, Unesco in bici, Federazione ciclistica italiana, Questura di Lecce, Ospedale Vito Fazzi, Ex ospedale Fazzi, Ex Opis, Oncologico Sede Asl Lecce 1 Via Don Minzoni, Tribunale civile, Vigili del fuoco, Cigl, Cisl, Uil, CsvSalento, Camera di Commercio, Miur, Apulia Film Commission, Agis. E sarà proprio la Provincia di Lecce, che da subito ha creduto e sostenuto “CicloStop” attraverso l’assessorato ai Trasporti e Mobilità di Bruno Ciccarese, ad ospitare l’avvio ufficiale del progetto. Venerdì 29 marzo via a un doppio appuntamento: alle 19.30, nel Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” a Lecce, le prime mappe realizzate con tutti gli indirizzi delle 440 fermate saranno consegnate ai rappresentanti delle istituzioni, ai commercianti e a tutti i cittadini; alle 21.30, dall’atrio di Palazzo dei Celestini sempre a Lecce, prenderanno il volo 440 lanterne – mongolfiera, pari al numero delle fermate salva ciclisti, che illumineranno il cielo della Città offrendo un suggestivo ed originale spettacolo notturno. L’incontro sarà accompagnato da un interprete della Lingua italiana dei segni. Entusiasta per l’ulteriore sviluppo del progetto l’assessore provinciale ai Trasporti e alla Mobilità Bruno Ciccarese dichiara: “Continuiamo un percorso in cui l’Amministrazione provinciale ha creduto tantissimo per l’originalità, l’entusiasmo e la passione che animano i suoi organizzatori. La Provincia è tornata a mettere a disposizione le proprie sedi istituzionali per le fermate CicloStop perché crede nella mobilità “dolce”, alternativa e sostenibile e nel lavoro straordinario fatto dall’Organizzazione Bicinema per incentivarla”. Per conoscere tutti gli indirizzi di “CicloStop ripara e via” anche quest’anno è stata realizzata una mappa, ma con una novità. Oltre ad essere consultabile, infatti, la nuova mappa “Controvento”, che si potrà ritirare in tutte le fermate, avrà anche un’altra funzione: potrà essere utilizzata in caso di necessità dai ciclisti per proteggersi contro il vento in bicicletta. Un richiamo al passato, quando chi usava la bicicletta si riparava con i fogli di giornale sul petto, sotto la giacca e il cappotto. Un ricordo che invita ad utilizzare il foglio per un riciclo dei saperi. L’Organizzazione Bicinema ha pensato, inoltre, di installare un totem a disposizione di tutti i cittadini, che sarà ospitato dalla Provincia di Lecce all’interno dell’atrio di Palazzo dei Celestini, sul quale si potranno leggere tutti gli indirizzi raccolti nella Città di Lecce e in provincia e in alcuni cinema e teatri della Regione Puglia convenzionati Bicinema. A partire da aprile prossimo in tutte le fermate CicloStop saranno sostituite le vetrofanie e gli adesivi di riconoscimento dell’iniziativa con una nuova immagine in evidenza su totem e mappe. Altre iniziative sono legate a questa nuova edizione di Ciclostop. All’interno della rete della Città di Lecce sono state ideate alcune fermate dedicate ai bambini. L’iniziativa intitolata “Il CARTELLONE – Fermate per l’Infanzia nel Mondo” consiste in un elenco di indirizzi utili, nazionali ed internazionali, per genitori ed educatori, sui bisogni del bambino: dal divertimento allo studio, dalle cure mediche all’esperienza d’arte nei processi di apprendimento. “Il CARTELLONE” sarà installato presso il Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” e la Biblioteca provinciale “Nicola Bernardini” di Lecce, il Comune di Lecce e la ASL Lecce 1, nelle farmacie cittadine, presso la libreria Feltrinelli e il CineTeatro DB d’essai. L’organizzazione Bicinema, inoltre, promuove il progetto “Give me a bike” per recuperare le bici in disuso, ripararle nella ciclofficina Bicinema e distribuirle nei centri sociali e alle associazioni internazionali per un nuovo utilizzo da parte di chi non ha la possibilità di acquistare una bicicletta nuova. All’interno della mappa CicloStop si possono trovare le indicazioni rivolte ai cittadini per consegnare le biciclette in disuso presso la sede Bicinema, in via Principi di Savoia 4. Infine, con l’iniziativa “In bici al cinema”, i cittadini che useranno le due ruote per andare al cinema e al teatro, nelle sale convenzionate a Lecce e in tutte le città capoluogo della Puglia avranno uno sconto al botteghino.

Fonte. Eco dalle città