Nelle Langhe un Barolo biologico e di qualità

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Monforte d’Alba, nel cuore delle Langhe, la cantina Josetta Saffirio ha scelto di percorre una strada alternativa nella produzione del Barolo: trattori più leggeri per non compattare troppo il terreno, riduzione dei prodotti chimici usati nei vigneti, utilizzando solo quelli ammessi dall’agricoltura biologica, un sistema di packaging sostenibile, una corretta gestione dei rifiuti. La vendemmia 2015 nasce sotto i migliori auspici, grazie al clima favorevole dei mesi estivi e fra le soluzioni adottate dalla cantina Josetta Saffirio vi è l’utilizzo di rame e zolfo che non entrano nel ciclo linfatico e consento all’azienda vitivinicola – che produce 30-35mila bottiglie l’anno e possiede 5 ettari di vigne – di ottenere la certificazione di sostenibilità EcoProWine. La cantina si trova a Monforte d’Alba, uno degli undici comuni di produzione del mitico vino Barolo, inserito nel contesto paesaggistico che un anno fa è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’Umanità. Fra le buone pratiche messe in atto da questi coltivatori attenti all’ambiente vi è, per esempio, l’erba tra i filari per ridurre l’erosione provocata dalle acque superficiali.

“Siamo partiti per esigenze di salute. Perché con i prodotti che utilizzavamo dell’agricoltura tradizionale stavamo male, io non riuscivo più ad andare nel vigneto. Poi siamo andati avanti. E a maggior ragione abbiamo percorso questa strada quando ci sono nati i figli”,

spiega la titolare Sara Vezza Saffirio che ha ricevuto in eredità i terreni da sua nonna Josetta. Una scelta “green” che si spera possa fare scuola.

Fonte:  Askanews

Foto Davide Mazzocco

Langhe, Roero e Monferrato patrimonio dell’Umanità Unesco: la fotogallery esclusiva

L’area del Basso Piemonte è il cinquantesimo sito italiano a entrare nella lista del World Heritage. L’elenco dei 29 comuni

LangheRoero e Monferrato entrano a far parte della lista del World Heritage e da domenica scorsa sono Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. I paesaggi del Basso Piemonte hanno conquistato la delegazione che si è ritrovata a Doha per decidere delle sorti dell’area nota per le coltivazioni vitivinicole e per una cultura enogastronomica unica al mondo. Per due terzi del secolo scorso, le Langhe descritte dagli scrittori Cesare Pavese Beppe Fenoglio sono state luoghi di grande povertà, in cui si arava la terra con le mani. La Langa era terra di “malora”, vale a dire di miseria. Poi dagli anni Settanta in poi qualcosa è cambiato: il processo di trasformazione è stato lento e inesorabile e questo territorio ha saputo trasformarsi in una potente attrazione turistica e in un solido distretto economico grazie ai suoi paesaggi e all’altissima qualità della sua proposta enogastronomica.??????????????????????

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Per prossimità territoriale anche le colline del Roero e del Monferrato sono state incluse nel territorio di 29 comuni protetti dall’Unesco. Tre sono le province che ospitano i 29 comuni: quella di Asti (Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Mombercelli, Montegrosso d’Asti, Nizza Monferrato, Vaglio Serra, Vinchio, Calosso e Canelli), quella di Alessandria (Camagna Monferrato, Cella Monte, Frassinello Monferrato, Olivola, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Rosignano Monferrato, Sala e Vignale), quella di Cuneo (Santo Stefano Belbo, Barolo, Castiglione Falletto, Diano d’Alba, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Serralunga d’Alba, Grinzane Cavour, Barbaresco e Neive). Accanto a questi comuni ve ne sono altri 72 che sono considerati come “buffer zone” o zone cuscinetto: non sono patrimonio Unesco ma devono rispettare determinati criteri di tutela del paesaggio e dell’ambiente. Nella fotogallery le immagini scattate in un itinerario segnalato che tocca i comuni di Monforte d’AlbaCastiglione FallettoBarolo e Novello.

Foto | Davide Mazzocco | Paula Dias

Fonte: ecoblog.it

Langhe e Monferrato diventano patrimonio Unesco dell’umanità

Il sì definitivo del comitato dell’Unesco è arrivato oggi: la zona delle Langhe e del Monferrato è diventata patrimonio dell’umanità.langhe-01

Gli affascinanti paesaggi di Langhe-Roero e Monferrato, in Piemonte, sono diventati a tutti gli effetti patrimonio mondiale dell’umanità. Oggi, 22 giugno 2014, dal comitato dell’Unesco, riunito a Doha, nel Qatar per la 38esima sessione annuale del Comitato mondiale Unesco, ha dato il sì definitivo alla candidatura, facendo arrivare il nostro Paese a ben 50 siti riusciti a ottenere questo importante riconoscimento dal 1979 ad oggi. A finire oggi nella World Heritage List dell’Unesco (qui l’elenco completo) sono 29 comuni in sei diverse aree nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo per una superficie complessiva di 10.789 ettari. Lo scorso anno, lo ricordiamo, a diventare patrimoni dell’umanità erano stati l’Etna e le Ville Medicee in Toscana. I motivi di questa decisione sono presto detti. Ecco cosa scrive l’Unesco nel comunicato che annuncia la promozione di quest’area del Piemonte:

I paesaggi culturali vitivinicoli del Piemonte di Langhe-Roero e Monferrato sono una eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino. […] I vigneti di Langhe-Roero e Monferrato costituiscono un esempio eccezionale di interazione dell’uomo con il suo ambiente naturale: grazie ad una lunga e costante evoluzione delle tecniche e della conoscenza sulla viticoltura si è realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni alle caratteristiche del suolo e del clima, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato incarnano l’archetipo di paesaggio vitivinicolo europeo per la loro grande qualità estetica.

E’ di massima soddisfazione il commento del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino:

Il territorio ha saputo costruire e mantenere nel tempo un paesaggio culturale, legato al mondo del vino, eccezionale e unico nel suo valore ed espressione della altissima qualità della produzione vitivinicola della nostra regione. La proclamazione di oggi rappresenta un tassello fondamentale della strategia turistica complessiva dalle amministrazioni che si sono succedute alla guida della Regione Piemonte: ritengo che sia un punto di partenza e non di arrivo, perché è da questo momento in avanti che bisognerà lavorare per sfruttare al meglio, con progetti e idee innovative, il ritorno di questo riconoscimento.

Anche il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha speso qualche parola su questo importante riconoscimento:

I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono un esempio eccezionale di un paesaggio culturale inteso come prodotto della secolare interazione tra uomo e natura, plasmato dalla continuità di una tradizione antica di produzione vinicola di eccellenza mondiale. Questo riconoscimento è motivo di speciale orgoglio per il Mibact, data l’estrema selettività con cui da qualche anno l’Unesco valuta le proposte per nuovi siti.

Importanti anche le parole di Maurizio Martina, attuale ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali:

È un riconoscimento fondamentale per affermare il valore culturale della nostra agricoltura. È la prima volta, infatti, che l’Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo, patrimonio dell’umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale. È un risultato prezioso che rafforza il posizionamento a livello di mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro Paese. Al tempo stesso l’Unesco ha riconosciuto l’essenzialità dell’agricoltura e degli agricoltori quali sentinelle nella conservazione del paesaggio.langhe-02

Foto | BORGHY52

Fonte: ecoblog.it