Come costruire una casa passiva

Una casa passiva è un edificio costruito o trasformato in modo tale da non necessitare né del riscaldamento d’inverno né dell’aria condizionata in estate, con notevoli benefici per la nostra salute e per l’ambiente. Con un’accurata pianificazione e un’attenta scelta dei materiali è possibile ottenere un edificio di questo tipo con costi ragionevoli

La coibentazione, l’isolamento termoacustico per ottenere un casa passiva

Il concetto non è nuovo, è ormai dalla fine degli anni ottanta che i criteri per ottenere edifici passivi sono ben definiti, questi consentono di costruire case che siano ottimizzate al punto da non richiedere quasi di essere riscaldate, anche nei freddi inverni del nord Europa, o raffreddate nelle calde estati mediterranee. I metodi e materiali per coibentare un edificio sono molti, anche se intervenire su un edificio esistente limita di molto le opzioni e incrementa i costi, costringendo a compromessi e richiedendo di costruire un ‘cappotto’ sull’esistente. Nel caso di un edificio di nuova costruzione, che è quello che stiamo considerando, il tipo di coibentazione è parte integrale della progettazione e la sua corretta pianificazione è essenziale per il successo del progetto. Molte delle opzioni disponibili sono equivalenti in quanto a qualità e risultati, ma il tipo di casa, il clima locale e l’esposizione suggeriscono di volta in volta quale sistema e materiale siano più adatti. Oltre a metodo e materiali, il sistema di circolazione dell’aria deve essere studiato con estrema cura. Utilizzando coibentazioni efficienti si corre il rischio di avere case completamente sigillate nelle quali il ricambio d’aria è insufficiente, oppure, come con i muri in paglia, ci si può ritrovare con una casa che è piacevolmente calda d’inverno senza necessitare riscaldamento, ma diventa insopportabilmente calda d’estate.

Esempi di materiali naturali per l’isolamento termo-acustico di case ecologiche. Immagini da web, copyright con gli autori delle singole immagini

La pianificazione e la scelta dei materiali

La progettazione iniziale fatta da un professionista è essenziale, è facile immaginare i costi e le problematiche del dover correggere errori che coinvolgono tutta la trama dell’edificio e che si rivelano solo a lavori terminati quando si va a vivere nella casa.

L’obiettivo è di avere un ambiente che sia caldo d’inverno senza necessitare riscaldamento, fresco d’estate senza necessitare condizionamento d’aria, sano nell’aver muri traspiranti e un sistema di circolazione dell’aria che consenta sia il ricambio con l’esterno che una distribuzione uniforme della temperatura in tutto l’edificio. La cosa è possibile e con un’accurata pianificazione e scelta di materiali si possono contenere i costi entro limiti ragionevoli. Si deve comunque ricordare che l’investimento per la coibentazione di una casa passiva ed ecologica è necessariamente più alto di quello di una costruzione convenzionale, ma il risparmio in costi di riscaldamento e climatizzazione, il guadagno in salute e la riduzione di impatto ambientale compensano ampiamente questi costi.

I metodi più diffusi per isolare termicamente ed acusticamente pareti e tetti di una casa passiva ecologica includono: la paglia, la lana, la canapa, la fibra di legno, la carta riciclata, il sughero; chiaramente infissi e vetri sono un discorso collegato ma a parte. Questi materiali vengono forniti in una varietà di formati: a pannelli rigidi, tappeti, materassi, blocchi, sfusi, ciascuno adatto a diverse applicazioni all’interno dell’edificio. Nello scegliere i materiali si deve fare attenzione ai componenti e i metodi di produzione. Ci sono materiali compositi (come i pannelli di fibra di legno) che a volte vengono prodotti usando collanti che non sono ecologici e sani, oppure altri che lo sono ma richiedono lavorazioni nocive per l’ambiente. I criteri che devono informare le decisioni su tecniche e materiali sono tanti, ma la scelta è ormai ampia e le informazioni accessibili, quindi basta un po’ di pazienza per fare delle scelte appropriate, con l’assistenza di personale esperto.casa-passiva3

Nella costruzione di una casa di legno e paglia la scelta quasi ovvia è di isolare anche il tetto con la paglia. La controindicazione può essere che, come per i muri, lo spessore del tetto è notevole, quindi aumenta il volume totale dell’edificio (o ne riduce il volume interno), l’altro problema possibile è il surriscaldamento della casa, per evitare il quale occorre massima attenzione nel progettarne la ventilazione.

La lana è un materiale piacevole e semplice da utilizzare, imbottire un tetto o delle intercapedini con materassini di lana è un lavoro rapido, pulito e semplice che produce risultati di efficienza termica ed acustica eccellenti. La lana è disponibile in materassini, tappeti e sfusa per applicazioni diverse, è sana, è un prodotto tipico italiano che era paradossalmente divenuto un rifiuto speciale, quindi una buona scelta sotto molti punti di vista.

La canapa è disponibile in una gran varietà di formati che includono tappetini ideali per sottopavimenti, materassini adatti a intercapedini e tetti, pannelli rigidi da utilizzare al posto di quelli di cartongesso, fibra sfusa di varie densità da essere iniettata in spazi poco accessibili o mescolata con la calce per lavori di riempimento e superficie. Tra i vari materiali la canapa è tra i più sani, flessibili, durevoli, facili da usare e la cui produzione, un tempo diffusissima in Italia, potrebbe avere una ricaduta positiva sull’ambiente e la creazione di nuovi lavori. Esiste una gran varietà di pannelli e blocchi da costruzione e coibentazione in fibra di legno. Questi generalmente utilizzano scarti di lavorazione e vengono compattati a pressione. Nella scelta di questi materiali è necessario accertarsi del tipo di legno che è stato usato e che non vi siano collanti o altri componenti chimici potenzialmente dannosi alla salute o l’ambiente. La gamma di formati disponibili rende la fibra di legno adatta a molte applicazioni e rapida da mettere in opera.casa-passiva2

La carta riciclata, sia sfusa che in pannelli, è un’alternativa interessante che in certe situazioni si può rivelare adatta e più economica di altri sistemi.

Il sughero è un ottimo materiale naturale, ma è costoso e ci sono obiezioni per quanto riguarda la sua raccolta.

Per quanto riguarda le specifiche tecniche, i vari coefficienti di assorbimento termico e acustico, i comportamenti riguardo umidità e traspirazione, troverete indicazioni in alcuni dei siti indicati qui di seguito. Includiamo alcuni links per ciascuno dei materiali citati che vi possono aiutare in una prima esplorazione. Come sempre questi sono solo un punto di partenza per aiutarvi nei primi passi in un mondo tutto da scoprire.

Lana di pecora
http://www.edilana.com/prodotti.asp
http://www.maiano.it/edilizia/naturtherm-wo-isolante-termoacustico-in-lana-di-pecora.html
http://www.isolantelanadipecora.it/pannelli-isolanti-in-lana-di-pecora.html
http://www.edilportale.com/prodotti/nordtex/rotoli-in-lana-di-pecora/klimalan-plus_71650.html
http://www.infobuildenergia.it/notizie/isolamento-termico-e-acustico-in-lana-di-pecora-5077.html
http://www.centrodellisolante.com/lanadipecora.htm
http://online.artimestieri.com/it/6-pannelli-morbidi-in-lana-di-pecora

Canapa
http://www.maiano.it/edilizia/naturtherm-ca-isolante-termoacustico-in-fibra-di-canapa.html
http://www.equilibrium-bioedilizia.it/it/prodotto/canabium-truciolato-di-canapa
http://www.masacoustics.it/shop/pannelli-fonoassorbenti-2/fonoassorbenti-non-rifiniti/panelli-fonoisolanti-in-fibra-di-canapa-isolkenaf/
http://www.vicariuscanapa.it/it/prodotti/vicarius-canna-flex-7/
http://www.centrodellisolante.com/canapa.htm
http://www.archiexpo.it/fabbricante-architettura-design/isolante-canapa-4897.html

Fibra di legno
http://naturalia-bau.it/it/prodotti/coibentazione-parete/
http://naturalia-bau.it/it/prodotti/coibentazione-tetto/pavatherm/
http://www.homatherm.com/it/materiali-isolanti/pannelli-isolanti-pressurizzati/
https://www.celenit.com/it/celenit-fl-150.php
http://www.3therm.it/Prodotti/3therm-INSULATION/Isolanti-termici-in-fibra-di-legno/MULTITHERM-110.aspx
http://www.fibradilegno.com/
http://www.nordtex.it/f.asp?id_famiglia=7

Carta riciclata
http://www.infobuild.it/approfondimenti/isolante-in-carta-riciclata/
http://isofloc.ch/it/i-nostri-prodotti-isolanti/
http://www.geatec.it/isolamento-termico
http://www.kenaf-fiber.com/it/isolcell.html

Sughero
https://www.tecnosugheri.it/cappotto/
http://online.artimestieri.com/it/pannelli-sughero-termico-naturale/21-sughero-pannelli-da-1-a-10cm-di-spessore-isolamento-termico-acustico-per-tetti-cappotti-e-pavimenti.html
https://www.architetturaecosostenibile.it/materiali/isolanti/sughero-isolante-termico-vantaggi-materiale-naturale-008/
http://www.lis.it/
https://www.coverd.it/cappotto-con-pannelli-di-sughero-bioverd/
http://biosughero.it/30-sughero-isolante

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/05/ripensare-abitare-3-come-costruire-una-casa-passiva/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

 

 

Da rifiuto a risorsa della valle: così rinasce una filiera corta della lana

Ridare vita ad una filiera corta della lana in Val dei Mòcheni abbattendo gli sprechi di questo materiale, favorendo l’economia del luogo e valorizzando le competenze delle persone della valle. Nasce con questo obiettivo il comitato Bollait, ovvero “gente della lana”.  “Bollait”, ovvero “gente della lana” nell’antico dialetto della Valle dei Mocheni, vallata in provincia di Trento. Il progetto nasce su iniziativa di un gruppo di donne locali con la passione per la lana che decidono di mettersi insieme e formare un comitato di scopo. Il loro obiettivo è quello di recuperare la grande quantità di lana prodotta in questa zona (circa 3-4 mila chilogrammi all’anno) e per lo più buttata.17309746_589041701285747_6390616861639099181_n

Gran parte della produzioni locali – in molte parti del mondo – sono state infatti soppiantate dalla lana proveniente da Australia e Nuova Zelanda, quindi i pastori si trovano nella difficile situazione di dover pagare sia per la tosatura della pecora sia per lo smaltimento della lana che, essendo classificata come rifiuto speciale, comporta costi piuttosto elevati.

“Ci si stringeva il cuore a vedere tutta quella lana sprecata – racconta Vea Carpi, una delle fondatrici del progetto – così abbiamo deciso di prendere spunto dalla vicina Val d’Ultimo che da anni sperimenta una filiera corta della lana”. L’idea viene proposta al comune di Palù – un paese che guarda la Valle da 1400 metri di altezza – e piace subito al sindaco che diventa parte del Comitato nel ruolo di presidente. Partito nel 2016, il progetto ha raccolto durante l’anno appena trascorso circa 1000 chili di lana, suscitando l’entusiasmo dei pastori locali. Dalla lavorazione, realizzata con impianti specifici nella città di Biella, sono state ricavate tre tipologie di tessuto: il fiocco (cioè la lana semplicemente lavata e asciugata), la falda per feltro e il filato. Da questi sono stati creati piumini e cuscini, prodotti rivenduti al dettaglio negli agriturismi gestiti dalle componenti del comitato.17796066_597123307144253_5498093635055517823_n

Obiettivo del progetto è raggiungere l’autonomia assoluta attraverso la filiera corta, senza l’aiuto del Comune. I presupposti sono più che incoraggianti, visto che nel primo anno le spese sono state coperte e gli abitanti della zona hanno dimostrato un interesse tale che nessuna delle fondatrici si aspettava in questa misura.

“Lavorando a Bollait abbiamo scoperto che gli abitanti del luogo hanno delle capacità incredibili nella lavorazione della lana – spiega Vea – per questo crediamo sia indispensabile riscoprire queste conoscenze e inserirle nel circuito turistico della zona perché diventino un ulteriore motivo di attrattiva in questi luoghi meravigliosi”.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/04/rifiuto-risorsa-valle-rinasce-filiera-corta-lana/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Vestirsi in fibre naturali: una carezza per la pelle e la salute

Mentre le fibre sintetiche sono sì più economiche ma anche più problematiche per la salute, le fibre di origine vegetale e animale sono del tutto sicure e senza rischi per la pelle

Molto spesso si preferisce scegliere un capo in fibre sintetico perché più economico rispetto a un capo in materiale naturale, ma quanto costa realmente in termini di salute un capo che provoca allergie al nostro organismo?

Scegliere un capo d’abbigliamento non è cosa di poco conto: oltre alla sua bellezza, alla vestibilità e al prezzo, dovrebbe essere fondamentale scegliere anche il tipo di fibra usato. Molto spesso si preferisce scegliere un capo in fibre sintetico perché più economico rispetto a un capo in materiale naturale, ma quanto costa realmente in termini di salute un capo che provoca allergie al nostro organismo? Le fibre sintetiche (acrilico, poliammide, poliestere, polipropilene, elastan, clorofibra), largamente usate nel tessile a livello mondiale per il loro basso costo e la robustezza, sono prodotte a partire dal petrolio e derivati e subiscono complesse trasformazioni chimico-fisiche fino a diventare adatte a essere tessute e filate. La fase di lavorazione si conclude con la colorazione e il fissaggio del colore attraverso l’uso di coloranti chimici detti dispersi. L’uso massiccio di materiali non naturali è fonte però di seri danni non solo alla pelle ma anche al nostro organismo e in particolare provoca:

• accumulo di carica elettrostatica positiva (è il fenomeno che si verifica quando il tessuto a contatto con dei metalli provoca le scintille, oppure quando togliendo un indumento sintetico i peli della pelle e i capelli si elettrizzano, o quando togliendo un indumento lo si sente crepitare), che il corpo non riesce a smaltire. A lungo andare quest’accumulo provoca stress, danni al sistema nervoso e persino alterazione della flora batterica intestinale.

• dermatiti e allergie: si calcola che solo in Italia il 7% delle persone allergiche lo è ai coloranti dispersi; fra i bambini la percentuale è del 4%.

• poca sudorazione del corpo: i materiali sintetici sono poco traspiranti, quindi soprattutto d’estate possono provocare dermatiti e la sensazione di appiccicaticcio sulla pelle.

Ricorrere a un tipo di abbigliamento naturale non è solo un modo per vivere più naturalmente, ma  significa soprattutto prenderci cura di noi stessi e della nostra salute. Vediamo di seguito quali sono i tessuti naturali più diffusi.

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ll Cotone

È la fibra naturale più conosciuta e utilizzata, ma è importante che sia certificata biologica. Quella non biologica è inquinata dagli agenti chimici impiegati durante la coltivazione – il 25% dei pesticidi prodotti a livello mondiale è destinato alle coltivazioni di cotone – anche per accelerare la crescita della pianta che è molto lenta. La conseguenza è che tracce di pesticidi rimangono nelle sue fibre entrando a contatto con la pelle, provocando quindi allergie. Inoltre, vista la crescente richiesta di questa fibra naturale, le grandi piantagioni di cotone concorrono alla deforestazione di boschi e foreste, per cui il cotone rischia di non essere più ecologico. Gli indumenti di cotone sono traspiranti con un alto potere di assorbire l’umidità, e sono in grado di disperdere velocemente il calore del corpo.

La Lana

È stato il primo tessuto usato dall’uomo che si ottiene dal vello di pecore, capre, conigli d’angora, cammelli e lama (gli Alpaca delle Ande). La pura lana vergine è nuova di tosa, la lana comune proviene invece dalla lavorazione di stracci o altri scarti industriali. Ha un’ottima capacità di regolazione termica che la rende un perfetto isolante sia contro il caldo che contro il freddo, è altamente traspirabile, impermeabile all’acqua e assorbe l’umidità respingendo le impurità esterne. A contatto con la pelle spesso può indurre prurito, la lanolina presente nelle fibre può dare reazioni allergiche a persone predisposte; per ovviare il problema basta indossare i capi di lana sopra a quelli di cotone.

ll Lino

I capi in lino, ricavati dalla pianta che cresce nelle zone costiere del Nord Europa, si riconoscono per l’effetto stropicciato che li caratterizza, tipico di questa fibra rigida. I tessuti di lino sono più freschi del cotone, hanno un maggiore potere di dispersione del calore del corpo, adattandosi ottimamente al clima estivo. È il tessuto più indicato per chi soffre di malattie della pelle poiché ha un potere curativo e lenitivo.

La Seta

La lavorazione della seta è molto antica, risalente addirittura al 6000 a.C. Di derivazione animale, è una fibra con caratteristiche diverse rispetto alle altre fibre naturali: è impermeabile all’umidità ma a contatto con il sudore si macchia facilmente. Poco resistente all’usura, i colori tendono a sgualcire se troppo esposti al sole. Al momento non esiste seta naturale o biologica: quella in commercio è sottoposta a trattamenti chimici, che la rendono più incline ad allergie e orticaria. La seta grezza si ottiene dalle prime secrezioni del baco prima che formi il bozzolo; questo tipo di seta si ottiene quindi senza dover uccidere il baco ed è per ciò apprezzata da animalisti e vegani.

La Iuta

La pianta da cui si ricava la fibra di iuta, il secondo tessuto più utilizzato dopo il cotone, è imparentata con la pianta della canapa sativa, altra grande pianta dalla quale si ricava un ottimo tessuto per filati. La iuta è un tessuto molto resistente, rigido e ruvido, completamente biodegradabile e riciclabile. Viene usato principalmente per fare sacchi, borse, cinture, cappelli e tappeti.

L’ Ortica

Il tessuto che si ricava da una varietà di ortica, detto ramie, era conosciuto e utilizzato fin dal 5000 a.C. in Egitto (gli abiti delle mummie erano in ramie) e in Cina dov’era usata prima dell’introduzione del cotone. Recentemente si è diffusa anche in Occidente, più che altro in indumenti misti a cotone. Il ramie è un tessuto resistente allo strappo e nella colorazione richiede un terzo del colore che necessita il cotone, poiché lo assorbe molto bene; inoltre è anallergico e in grado di resistere bene all’umidità. Probabilmente è ancora poco diffuso per via dei suoi alti costi di produzione. Le fibre tessili naturali non si esauriscono qui: nelle prossime pagine ne scoprirete altre ottime per confezionare indumenti per adulti e bambini sempre nel rispetto della naturalezza.

Fonte: viviconsapevole

 

Tieni calda la tua casa con la lana di pecora

Isolare la casa con materiali naturali significa scegliere di vivere in ambienti sani, temperati e piacevoli in ogni stagione8

Le fibre della lana non sono attaccabili da muffe, anzi ne contrastano la formazione

L’isolamento termico e acustico è di fondamentale importanza per un edificio, perché oltre a garantire un forte risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento atmosferico, rende l’ambiente interno più sano e piacevole da vivere. Il microclima interno delle abitazioni (e dei luoghi di lavoro) influenza le persone che vi soggiornano: è quindi importante creare le condizioni ideali per rendere piacevole e sana la vita negli ambienti domestici e di lavoro. Nel caso della propria abitazione, utilizzare un buon isolante è indispensabile per garantirsi il giusto grado di umidità e di calore in inverno e di

fresco d’estate, e soprattutto per non incorrere in fastidiosi problemi creati dai prodotti chimici che contengono allergizzanti. Spesso, infatti, malattie allergiche come l’asma da polveri, possono aggravarsi o scaturire a causa degli inquinanti presenti nei materiali edili non naturali. L’ideale sarebbe, ovviamente, scegliere prodotti di bioedilizia in tutte

le fasi della costruzione. Per quanto riguarda gli isolanti naturali, questi possono contribuire in modo efficace a migliorare le performance acustiche, termiche, idrometriche e di elevata traspirabilità di un edificio, sia di nuova costruzione che nella ristrutturazione di edifici di vecchia data.

I materiali più adatti per l’isolamento naturale

Gli isolanti naturali, oltre ad avere ottimi requisiti termico-acustici, garantiscono anche un minor impatto ambientale sia in fase di costruzione che in fase di smaltimento, in quanto risultano totalmente riciclabili. In commercio esistono vari materiali naturali, possono essere di origine vegetale come il sughero, di origine minerale come la lana di vetro o di roccia, e infine di origine animale come la lana di pecora.

La lana di pecora

La lana di pecora è una materia prima conosciuta da migliaia di anni per le sue proprietà di termoregolatore, sia per il caldo che per il freddo. Principalmente è usata nel campo tessile e viene utilizzata per proteggersi dalle temperature invernali, ma non tutti sanno che anche i beduini del deserto la usano per proteggersi dalle elevate temperature.9

Inoltre la lana di pecora ha altre proprietà inaspettate:

• è molto resistente allo sporco, soprattutto alla polvere che non entra in profondità;

• è praticamente ignifuga, infatti prende fuoco con difficoltà e provoca poco fumo;

• può assorbire il vapore acqueo fino a 1/3 del suo peso senza risultare bagnata;

• è composta per l’85% di cheratina, sostanza presente nei capelli e nelle unghie e per il 15% da lanolina e minerali che la rendono impermeabile all’acqua (ma non al vapore acqueo e all’umidità);

• non si polverizza mai e non innesca quindi reazioni allergiche.

Per tutte queste caratteristiche, in edilizia la lana di pecora risulta un ottimo isolante. Inoltre riesce a rilasciare gradualmente l’umidità mantenendola al giusto grado per i materiali edili che la circondano, per cui è molto consigliata per le costruzioni di fabbricati in legno. Recenti studi hanno confermato, inoltre, la capacità della lana di assorbire e neutralizzare sostanze nocive all’interno dell’abitazione come la formaldeide NOx e COx, presente in molti prodotti utilizzati in casa, come i deodoranti, o nelle vernici dei mobili. Ultimo ma non ultimo: le fibre della lana non sono attaccabili da muffe, anzi ne contrastano la formazione.

Come si usa?

La lana di pecora viene proposta da varie aziende in Italia per essere acquistata in rotoli, sotto forma di feltro, di diversi spessori e dimensioni. Si utilizza per l’isolamento dei tetti, ventilati e non, solai, pavimenti e murature perimetrali. Si adatta a tutti i tipi di materiale, ma è particolarmente consigliata per le strutture in legno, in quanto mantiene un giusto grado di umidità. I rotoli vengono tagliati manualmente in cantiere, con semplici forbici, e fissati alle pareti. Può essere posata a secco o con ancoranti nei muri, nelle intercapedini, nei divisori in cartongesso, così come nei pavimenti in legno (come sottofondo), nei controsoffitti, o nei sottotetti. Come tutti gli isolanti usati in edilizia, anche la lana di pecora ha bisogno di una corretta posa in opera e quindi di artigiani esperti.

Un processo di produzione ecologico

La lana di pecora arriva da tanti allevamenti ovini estensivi che passano all’edilizia solo la lana più grossa e arricciata (quella più difficile da utilizzare per i tessuti), che spesso verrebbe buttata per inutilizzo. Viene tosata nel periodo estivo per permettere all’animale il ripristino del pelo per i mesi freddi. Dopo essere stata lavata con sapone di marsiglia e soda e trattata con sostanze protettive antitarme, viene lavorata per realizzarne materassini isolanti di diversi spessori. Tutto il processo prevede l’utilizzo di leganti naturali. La lana di pecora proviene da una fonte rinnovabile (bello descrivere così la pecora!) e il dispendio di energia per la sua produzione è davvero basso perché si lavora a bassissime temperature e in modo meccanico.

Luigi Foschi

Geometra e arredatore d’interni, appassionato di bioedilizia e costruzioni a impatto zero, da circa 15 anni lavora nel settore dell’edilizia. Avendo sperimentato diversi sistemi di risparmio energetico e bioedilizia nella propria casa, propone ai suoi attenti clienti soluzioni ideali per il vivere naturale. Sta completando il percorso per diventare Consulente per CasaClima.

Fonte: viviconsapevole

 

A Lana grande successo per i corsi di bicicletta per donne immigrate

L’Alto Adige investe sulla mobilità sostenibile, con corsi di ciclabilità per le fasce più deboli della popolazione1415943323-586x390

Si è concluso negli scorsi giorni il corso di bicicletta per donne immigrate realizzato nell’ambito del progetto Interregionale Mobilità senza barriere dall’Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige insieme al Comune di Lana, la Rete Migrazione e la Polizia Municipale di Lana. Un gruppo di donne originarie del Marocco e dell’Albania hanno partecipato con successo al corso che, in sette lezioni, ha insegnato loro a pedalare in sella a una bicicletta. Oltre alle esercitazioni in sella, era presente anche una parte di programma in ciclofficina, con i primi rudimenti di meccanica, per effettuare piccole riparazioni autonomamente. La vigilessa Eva Maria Mair ha effettuato un piccolo tour nel paese, concentrando l’attenzione sulla segnaletica stradale, sulle criticità in sella e su come deve essere attrezzata una bicicletta per circolare “a norma di codice”. Ciò che sembra ovvio per la nostra cultura non lo è affatto per chi proviene da Paesi lontani. Quest’inverno, il bellissimo film La bicicletta verde, descriveva le peripezie della giovane Wajda per poter andare in bicicletta in un Paese dove questa pratica è considerata disdicevole per una donna.

Andare in bici significa in generale avere più opportunità. La bicicletta diventa un mezzo d’integrazione e aumenta l’indipendenza delle donne partecipanti,

ha detto il vice-sindaco Helene Huber Mittersteiner, che ha lanciato il corso insieme a Ingeborg Ladurner della Rete Migrazione. L’Alto Adige sta investendo parecchie risorse per promuovere la mobilità sostenibile: corsi sulle biciclette elettriche sono stati istituiti oltre che per anziani, donne con famiglia ed immigrati. Per informazioni si può visitare il sito dell’Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige.

Fonte: Comune di Lana