Lampade e neon esausti: parte a Milano la sperimentazione per la raccolta porta a porta

Lampade e neon esausti, parte a Milano la sperimentazione del “porta a porta” di un rifiuto RAEE da portare sinora nelle riciclerie. Il progetto AMSA-Ecolamp inizia il 30 settembre con 120 luoghi nelle Zone 3 e 4: scuole, biblioteche, centri ricreativi, sedi dei Consigli di Zona, impianti sportivi, centri anziani, parrocchie e punti vendita380164

Partirà dalle Zone 3 e 4, la sperimentazione della raccolta ‘porta a porta’ di lampade a basso consumo e neon esausti che avrà durata dal 30 settembre al 30 maggio 2015.  Il progetto presentato da AMSA, in collaborazione con il consorzio Ecolamp (che sosterrà interamente i costi dell’operazione), ha individuato 120 punti di raccolta, tra scuole di ogni ordine e grado (dagli asili nido alle università), biblioteche, centri ricreativi, sedi dei Consigli di Zona, impianti sportivi, centri anziani, parrocchie e punti vendita che aderiranno all’iniziativa. Il progetto ‘porta a porta’ tocchi quindi anche le scuole delle due Zone e si propone di promuovere tra i più piccoli l’importanza del riciclo di oggetti di uso comune,attivando pratiche virtuose.  Milano si presenta bene a questa nuova sperimentazione nella raccolta differenziata, perché nel 2013, con oltre 3 chilogrammi di rifiuti elettrici ed elettronici raccolti (RAEE) per ogni abitante, ha vinto il confronto con gli altri grandi capoluoghi italiani.  Come funzionerà la raccolta? Presso i siti prescelti, verranno posizionati contenitori appositi per la raccolta di lampade e neon, facilitando così il conferimento di questo tipo di rifiuti, sinora conferibile solo nelle riciclerie AMSA. Secondo Fabrizio D’Amico, direttore generale di Ecolamp, “ai cittadini già molto attivi nella raccolta differenziata delle sorgenti luminose esauste, verrà offerto un servizio di prossimità, proprio nei luoghi più frequentati dalle famiglie”. Anche per Emilia Rio, presidente di AMSA, l’intervento s’inquadra nella strategia del settore ambientale diA2A e Amsa, di valorizzazione del riciclo e di prossimità ai cittadini.  Il consorzio Ecolamp, senza scopo di lucro e fondato dalle principali aziende produttrici di apparecchiature di illuminazione, fa parte del Centro Coordinamento RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), costituito con l’obiettivo di organizzare la raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici garantendone il recupero e l’avvio del riciclo. Le sorgenti luminose a basso consumo esauste, che rientrano tra i RAEE, possono essere riciclate fino al 95%.

Fonte:ecodallecitta.it

Ecolamp, a Torino un incremento dell’83% nella raccolta di lampadine esauste rispetto al 2013

Sono numeri incoraggianti quelli di Nuova Luce al Recupero, il nuovo servizio di raccolta straordinaria di lampadine esauste organizzato da Ecolamp e Amiat, attivo dal 4 febbraio 2014 nella città di Torino379671

Grande successo per Nuova Luce al Recupero, il nuovo servizio di raccolta straordinaria di lampadine esauste, di Ecolamp, il Consorzio senza scopo di lucro dedito al recupero e al riciclo delle sorgenti luminose esauste, e Amiat, Azienda Multiservizi Igiene Ambientale Torino S.p.A., attivo dal 4 febbraio 2014 nella città di Torino.
Un primo bilancio dei risultati ottenuti da febbraio a maggio 2014, evidenzia nella città di Torino un aumento del 94% della raccolta complessiva di lampadine esauste rispetto al 2013. Nello stesso periodo Nuova Luce al Recupero ha contribuito per oltre il 18% alla raccolta totale di lampadine esauste del capoluogo piemontese. Ma cos’è Nuova Luce al Recupero? Un’iniziativa che vuole sensibilizzare alla raccolta differenziata delle sorgenti luminose esauste e rafforzare il canale dell’ “uno contro uno”, ovvero la consegna da parte dei cittadini delle lampadine esauste direttamente al punto vendita. Per l’iniziativa torinese sono stati messi a disposizione dei grossisti aderenti (26 punti vendita associati a FME – Federazione Nazionale Grossisti di Materiale Elettrico)appositi contenitori, idonei al conferimento di neon e lampadine compatte all’interno del punto vendita, nonché flyer e locandine, per i clienti, con le informazioni relative a questo servizio e più in generale alle modalità a disposizione per una corretta raccolta differenziata di questa specifica categoria di RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Ogni settimana il veicolo Amiat-Ecolamp si occupa del trasporto delle lampadine esauste dal punto vendita all’isola ecologica, in attesa della successiva consegna all’impianto di trattamento. Ogni grossista ha il ritiro dei contenitori a cadenza mensile per un arco di dodici mesi. “Ringraziamo Amiat per aver accolto la nostra richiesta e condiviso gli obiettivi di incremento della raccolta e, soprattutto, di diffusione dell’abitudine al riciclo.” – dichiaraFabrizio D’Amico, Direttore Generale di Ecolamp – “ll bilancio positivo, 370 kg, dei primi 4 mesi di raccolta dimostra che i cittadini, se correttamente stimolati, sono pronti a fare la loro parte. Abbiamo perciò buone ragioni per credere che la raccolta differenziata delle lampadine esauste stia diventando per i cittadini torinesi una nuova e corretta abitudine.”  “Grazie alla raccolta straordinaria organizzata in collaborazione con Ecolamp” – ha dichiarato il Diego Cometto, Direttore Generale di Amiat – “dal mese di febbraio a maggio 2014 abbiamo intercettato e avviato al riciclo quasi 370 kg di neon e lampade a risparmio energetico. Un quantitativo notevole, che equivale al 18% di tutte le lampade raccolte da Amiat in questo periodo. Inoltre, rispetto agli stessi mesi dell’anno 2013, grazie anche all’iniziativa di Ecolamp, si è registrato un incremento di raccolta di questa tipologia di rifiuti pari al 94%. Questi numeri ci rendono particolarmente soddisfatti e orgogliosi del progetto”. “Accogliamo con soddisfazione i dati comunicati dal consorzio Ecolamp che testimoniano una crescente attenzione dei torinesi verso la raccolta differenziata, un cambiamento di abitudini fa ben sperare per il futuro – ha commentato l’assessore all’Ambiente della Città di Torino, Enzo Lavolta -. Ogni sforzo rivolto in questa direzione è in sintonia con il nostro principale obiettivo, l’incremento della raccolta differenziata che ci consentirà di allinearci alle più virtuose esperienze europee. Il recente incremento del servizio porta a porta il lusinghiero dato fornito oggi da Ecolamp confermano questa intenzione”. Da sottolineare che il Piemonte è la terza regione italiana, per raccolta di sorgenti luminose, dopo Lombardia e Veneto e la sola provincia di Torino rappresenta uno dei record italiani, registrando da sola quasi 110 tonnellate di lampadine recuperate da Ecolamp. Grazie alla cooperazione tra il consorzio leader nazionale per la raccolta e trattamento delle sorgenti luminose e le Aziende per la raccolta dei rifiuti dei principali Comuni italiani, il progetto Nuova Luce al Recupero, dopo l’anno di sperimentazione partito a Milano nel 2013, sta estendendo progressivamente la propria area di attività in nuovi comuni sul territorio nazionale: oltre a Torino, sono già state attivate anche le raccolte di Venezia e Roma.  Non dimentichiamo che grazie alla raccolta e al trattamento delle lampade a basso consumo è possibile recuperare il 95% dei materiali di cui sono composte: vetro, metalli e plastiche che verranno reimpiegati per nuovi utilizzi. Inoltre, si evita la dispersione nell’ambiente di mercurio e di altre sostanze che in grandi quantità possono essere dannose per l’ambiente.

 

Fonte: ecodallecittà.it

 

Illumina il riciclo 2014: al via la campagna per la differenziata delle lampadine a basso consumo

Nel week-end di sabato 12 e domenica 13 aprile al via la campagna di Ecolamp e Legambiente per sensibilizzare e informare i cittadini sul corretto smaltimento delle lampadine a basso consumo e sulle nuove modalità di raccolta differenziata

Sabato 12 e domenica 13 aprile ha preso il via, in tutta Italia, Illumina il riciclo 2014, la campagna di Ecolamp Legambiente a favore di una corretta raccolta delle lampade a basso consumo esauste, che favoriscono il risparmio energetico e sono eco-friendly, ma che se non smaltite correttamente possono essere nocive. La terza edizione di Illumina il riciclo vedrà impegnati i volontari di Legambiente e i membri di Ecolamp in numerosi centri commerciali e punti vendita della grande distribuzione. Gli obiettivi della campagna sono: 1) la sensibilizzazione della cittadinanza a comportamenti responsabili e virtuosi, come il corretto smaltimento delle lampadine di nuova generazione giunte a fine vita; 2) l’informazione su cosa sono i rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) e sul nuovo decreto Raee (DLgs 49/2014) in vigore proprio dal 12 aprile, che introduce diverse novità per il miglioramento della raccolta, il riutilizzo e il riciclo di questi rifiuti. La normativa europea appena recepita dal Parlamento Italiano pone obiettivi di raccolta sempre più impegnativi, introducendo il principio dell’“uno contro zero”, ossia il cosiddetto ritiro gratuito che si affianca all’uno contro uno: d’ora in poi i cittadini possono riconsegnare le lampadine esauste e i piccoli elettrodomestici (con lunghezza inferiore ai 25 cm) presso i punti vendita di maggiori dimensioni senza obbligo d’acquisto di un prodotto equivalente. A differenza delle vecchie lampadine a filamento, per quelle a risparmio energetico è prevista infatti la raccolta differenziata. Raccoglierle e riciclarle significa recuperare fino al 95% dei materiali tra vetro, metalli e plastiche evitando, allo stesso tempo, la dispersione nell’ambiente della quantità, seppure minima (da 1 a 5 mg), di mercurio in esse contenuta. I consumatori possono smaltire le lampadine usate: 1) alle Isole Ecologiche comunali distribuite in tutto il territorio nazionale e gettare il materiale nell’apposito contenitore; 2) dal rivenditore senza l’obbligo di nuovi acquisti equivalenti, come previsto dal nuovo Decreto (n.49 del 14 marzo 2014).  Secondo Ecolamp, nel 2013, la raccolta delle lampadine a basso consumo ha fatto registrare un + 16% con 1905 tonnellate recuperate. Lombardia, Piemonte e Veneto sono le regioni più virtuose e hanno raccolto in tre il 54% del totale nazionale.British Gas Controversially Increases Its Energy Prices

Fonte: Comunicato stampa

Foto © Getty Images

Lampadine a risparmio energetico: ecco cosa fare in caso di rottura

Senza nome

 

La lampadine fluorescente, comunemente conosciute come lampadine a risparmio energetico, sono delle particolari lampadine a scarica in cui l’emissione luminosa è indiretta, perchè l’emittente non è il gas ionizzato, ma un materiale fluorescente. Le lampade fluorescenti hanno una vita media maggiore rispetto a quelle a incandescenza, ma la loro durata può essere fortemente influenzata dal numero di accensioni e spegnimenti, a meno che non si usi un pilotaggio elettronico: ognuna di queste operazioni, infatti, riduce la vita della lampada, a causa dell’usura subita dagli elettrodi per il maggior numero di preriscaldamenti richiesti. In poche parole, il corretto uso della lampadina a risparmio energetico sarebbe quello di accenderla e farla lavorare per svariati minuti (o ore) senza continue interruzioni. A differenza delle lampade a incandescenza, inoltre, queste lampade perdono leggermente in quantità di flusso luminoso emesso nel corso del tempo, inoltre i modelli meno recenti possono impiegare generalmente qualche minuto per arrivare al massimo di emissione possibile dopo l’accensione. C’è chi sostiene, inoltre, che queste lampadine fluorescenti arrechino fastidio e danni a persone con problemi di fotosensibilità, come elettrosensitività, autismo, epilessia ed emicrania, ed emettano radiazioni pericolose di UV-B e di UV-C. Ma c’è anche chi ritiene che buona parte di queste critiche siano del tutto infondate ed inconsistenti. Benchè possano stimare un notevole risparmio energetico, queste lampadine contengono al loro interno piccole quantità di mercurio che, in caso di rottura accidentale, si disperde nell’ ambiente “alterando” l’ area circostante. Cosa fare, dunque, in caso di rottura di una lampada fluorescente? Si può incappare in problemi? Se lo smaltimento viene eseguito correttamente non si corre alcun rischio, ma, se tale smaltimento non avviene seguendo precisi accorgimenti o non avviene affatto, allora sì, qualche problema potrà esserci.

Ma noi vogliamo darvi una mano, così da evitare eventuali rischi per la salute e danni per l’ambiente. Anzitutto, ecco cosa fare in caso di rottura di una lampadina fluorescente:

1. Aerare la stanza per almeno 10-15 minuti e spegnere eventuali sistemi di condizionamento.

2. Fare uscire dalla stanza bambini ed eventuali animali domestici.

3. Non usare aspira polveri o scopre, che potrebbero disperdere le particelle di mercurio nell’aria. Qualora sia necessario l’utilizzo di un aspirapolvere, ricordarsi di rimuovere il sacchetto interno e riporlo in un sacco di plastica a chiusura ermetica.

4. Raccogliere il materiale avutosi con elementi rigidi, come fogli di cartone. Riporre poi il materiale raccolto all’interno di contenitori ermetici, come vasi di vetro o sacchetti di plastica.

5. Se i vestiti sono entrati in contatto con le polveri interne fuoriuscite dal bulbo, non lavarli assolutamente in lavatrice: ripulirli eventualmente con tovaglioli di carta o stracci bagnati, poi da riporre all’interno dei suddetti contenitori ermetici.

In seguito, le lampadine fluorescenti devono essere smaltite come materiali RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), non con il Vetro: possono essere consegnate al centro di riciclaggio, presente spesso presso le discariche comunali, oppure al rivenditore.

fonte:  EticaMente

Consumi elettrici: dal WWF la guida agli elettrodomestici più efficienti

Tutti gli elettrodomestici ci semplificano la vita, solo alcuni però ci fanno risparmiare energia e soldi. Anche scegliere un elettrodomestico efficiente aiuta a ‘riprendersi l’energia’ e per questo il WWF consiglia il sito TopTen per scegliere apparecchi meno energivori, conoscere le novità e seguire gli eco-consigli.elettrodomestici12

Tutti gli elettrodomestici ci semplificano la vita. Solo alcuni ci fanno anche risparmiare energia e soldi. Per aiutare i consumatori a orientarsi tra le migliaia di articoli presenti sul mercato e tra vecchie e nuove etichette energetiche e scegliere i prodotti più efficienti, il WWF dà le “istruzioni per l’uso” sul sito Topten. Consultata nel mondo da 3 milioni e mezzo di persone, la guida assume ancora più rilevanza in un Paese come l’Italia  in cui si continua a pagare la bolletta energetica il 18% in più dell’Europa. “Ci tieni al futuro? Riprenditi l’energia!”, recita lo slogan della campagna globale WWF, e riprendersi l’energia vuol dire prima di tutto saper scegliere. Top Ten è una guida-online gratuita per l’acquisto “efficiente” promossa dal WWF sui migliori apparecchi elettrici esistenti in commercio rivolta ai cittadini e realizzato grazie al programma Intelligent Energy for Europe della Commissione Europea. Con un semplice click gli utenti possono individuare i 10 “migliori” in ben 11 categorie e 50 sottocategorie di prodotto: dai frigoriferi alle stampanti per ufficio, dalle lampadine alle lavastoviglie che a parità di qualità e prestazioni consumano meno energia, hanno un minore impatto sull’ambiente e pesano meno sulle nostre bollette. Naturalmente acquistare un elettrodomestico efficiente è un buon punto di partenza, ma non è sufficiente se non si fa attenzione ai piccoli gesti quotidiani. Per non cadere nella trappola della “coscienza energetica pulita”, fare attenzione solo all’etichetta non basta. Da alcuni studi, infatti, emerge che chi possiede un elettrodomestico di classe A+++, tenderà ad utilizzarlo di più in quanto la sua coscienza “ecologica” si sente a posto e tende anche ad accumulare elettrodomestici efficienti spesso superflui. Migliorare i propri comportamenti nell’uso quotidiano consentirebbe di riguadagnare dal 10 al 30% di consumo energetico.risparmio__energetico3

Dall’estate 2009 ad oggi, nel settore dell’illuminazione, la tecnologia LED sta prendendo il sopravvento e Topten elenca 31 modelli di lampadine e 21 modelli di faretti LED, con lampadine della durata media di circa 27000 ore. Il consumo elettrico medio dei televisori selezionati da Topten si è più che dimezzato (passando da 94.87 W a 41,87 W), quello dei monitor è diminuito di un quarto (da 20.75 W a 13,4). Ed il risparmio di energia e CO2 comporta vantaggi anche in bolletta. Un frigo piccolo in classe A+++ consuma 132 kWh/anno, uno in classe A 365, con un risparmio in bolletta di 630 euro in 15 anni. Un congelatore medio-grande in classe A++ consuma 181 kWh/anno, uno in classe A 440, con risparmio in bolletta di 700 euro in 15 anni. Mentre una lavatrice da 5 Kg in classe A+++ consuma 128 kWh/anno e 7990 l/anno d’acqua, una in classe A 250 kWh/anno e 12760 l/anno, con risparmio di 269 euro in 15 anni. Top Ten è una guida online continuamente aggiornata che permette di combattere sia gli sprechi in bolletta che i cambiamenti climatici riducendo le emissioni “casalinghe” di gas serra derivanti dal consumo di prodotti energivori. In questa guida vengono indicate, per ciascuna categoria di prodotto, le funzioni principali, il costo, la marca, ma soprattutto la classe di efficienza energetica, i consumi di energia, quanto ci costeranno in bolletta nell’intero ciclo di vita del prodotto, e altri parametri ambientali come il consumo di acqua o la rumorosità.

Bonus elettrico

Si decidono proprio in questi giorni gli eco bonus per lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie in classe A+ o migliore e anche in questo caso Topten si rivela utilissimo: in attesa della conferma della nuova regolamentazione, Topten elenca elettrodomestici che rispondono alle caratteristiche previste dal decreto. Scegliendo un apparecchio Topten si potrà allegerire oltre che la bolletta, anche la dichiarazione dei redditi. “Certo, vorremmo che i criteri adottati dalla direttiva europea Ecodisign e le classi più efficienti diventassero la nuova normalità – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – e il sospetto che dietro la definizione di ‘eco’ spesso si nascondano regalie a pioggia o sostegni a settori in crisi è forte. Leggeremo attentamente il decreto così come uscirà dai lavori parlamentari, comunque invitiamo i consumatori a diventare parte attiva, escludendo comunque dagli acquisti le ‘patacche’ inefficienti che pagano poi, e salato, in consumi elettrici, bonus o non bonus”.

Riprenditi l’energia

In questi mesi il WWF sta promuovendo la Campagna globale “Ci tieni al futuro? Riprenditi l’energia! (Seize Your Power) rivolta ai cittadini per chiedere alle istituzioni finanziarie e ai governi del mondo di agire immediatamente investendo nell’energia rinnovabile e nell’efficienza energetica. Sul sito è stata appena lanciata anche la petizione globale per chiedere di finanziare il futuro delle rinnovabili e non il passato delle energie fossili.

Fonte: il cambiamento

Occhio allo Spreco
€ 8.9

Da RAEE la APP per conoscere i centri di raccolta elettrodomestici

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Vecchie televisioni, frullatori, ma anche lampadine, quando esausti o rotti dove vanno gettati via per assicurare un corretto smaltimento e recupero dei materiali? Il Rifiuto da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche o RAEE ha messo a punto una APP che si scarica da www.cdcraee.it in sui sono segnalati i 3000 punti di raccolta presenti in Italia. In effetti può capitare di dover gettare via un elettrodomestico senza la necessità di acquistarne uno nuovo per cui non vale il regolamento uno contro uno, ovvero il ritiro gratuito da parte dell’esercente. La APP si avvale del GPS dello smartphone e segnala dunque il centro di raccolta più vicino, ma segnala anche le tipologie di RAEE che possono essere consegnate come: R1-Freddo e Clima ossia frigoriferi, condizionatori; R2-Grandi Bianchi ossia lavatrici, lavastoviglie; R3-Tv e Monitor; R4-piccoli elettrodomestici ossia come cellulari, piastre per i capelli, frullatori e R5-Sorgenti Luminose. Spiega Danilo Bonato Presidente del Centro di Coordinamento RAEE:

La WEB APP è un nuovo, innovativo servizio che abbiamo studiato per rispondere alle esigenze di cittadini e addetti ai lavori. Rintracciare il Centro di Raccolta più vicino, in tutta Italia e in ogni momento, in vacanza o in città, non è sempre facile; per questo abbiamo realizzato questa applicazione che non solo segnala il Centro di Raccolta del Comune più vicino ma “accompagna” l’utilizzatore fino all’ingresso. Per garantire poi la massima trasparenza, abbiamo pensato di mettere a disposizione di tutti, attraverso la WEB APP, le analisi aggiornate dei dati di raccolta RAEE con i relativi grafici che riportano l’andamento annuale e i dettagli mensili di raccolta. Una sezione riservata agli addetti ai lavori permetterà loro di essere sempre aggiornati e di avere “a portata di mano” tutti gli strumenti operativi di loro interesse per la gestione dei RAEE.

Fonte:  Comunicato stampa

 

ACCENDI LA LUCE GIUSTA!!!

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I GRANDI PERICOLI DELLE LAMPADE A RISPARMIO ENERGETICO “CFL” (Lampadine Fluorescenti Compatte)

“La retorica della lampadina fluorescente continua. Da più di un decennio continuiamo ad attribuirle un ruolo importante nella lotta ai cambiamenti climatici, senza renderci conto delle innumerevoli problematiche sotto il profilo della salute e dello stesso ambiente”

Ci siamo già occupati del tema su Terra Nuova di gennaio, scatenando non poche perplessità. Adesso l’argomento viene affrontato anche da ADUC e riportato su il “Consapevole”, attraverso la diffusione di ulteriori pubblicazioni scientifiche e di un appello lanciato da David Price, coordinatore della Spectrum Alliance, nell’ambito della più vasta campagna di sensibilizzazione in Europa sulle conseguenze alla salute originate dall’uso di questo genere di illuminazione. Da settembre 2012 sono state messe al bando in tutta l’Unione Europea le lampadine ad incandescenza, per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. Ma a quale costo?

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Le lampadine fluorescenti compatte -CFL- (note come lampadine a basso consumo energetico) possono di fatto provocare ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, elettrosensitività, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria e molte altre ancora, che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all’illuminazione a basso consumo. Queste lampadine CFL, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV. Riportiamo uno stralcio dell’articolo pubblicato su il “Consapevole” e la rivista “Icaro”.

Radiazioni elettromagnetiche.

Misurazioni eseguite dimostrano che le CFL generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza (1). Il centro indipendente di ricerche francese CRIIREM (Centre de recherche et d’information sur les rayonnements electromagnetiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie (2). La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche. Inoltre esistono che il campo elettromagnetico generato dalle CFL può viaggiare all’interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l’abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall’American Journal of Industrial Medicine, segnalava che questa elettricità sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro (3). L’effetto dannoso dell’elettricità sporca è stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas (4). Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch’esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca. Le lampade alogene a 220V non hanno invece questo effetto.

Mercurio.

Le CFL contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le CFL hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiché il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato. Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe, i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura (5). Le lampadine che non vengono smaltite correttamente potrebbero rompersi nel camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove, il mercurio, può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle CFL, porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.

Radiazioni UV.

Le CFL senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E’ ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). Diversi studi,infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle (6). La British Association of Dermatologists sostiene che le persone che soffrono di alcune malattie della pelle o che sono sensibili alla luce, accusano un aggravamento dei loro sintomi in conseguenza dell’uso di lampadine a basso consumo energetico (7). Perfino individui senza problemi cutanei preesistenti, possono sviluppare sul viso sintomi allergici e/o lesioni simili alle ustioni da sole (8). La protezione supplementare del doppio guscio sulle CFL può circoscrivere il problema delle radiazioni UV, ma finché saranno vendute CFL senza doppia protezione, le radiazioni UV continueranno ad essere un alto fattore di rischio.

Ulteriori problemi

Altri problemi correlati all’uso delle CFL comprendono il tremolio della luce che può provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione (9) e l’alta percentuale della componente blu della luce che, come è risaputo, diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del sonno, tumori, attacchi di cuore.

Casa fare?

Ricordiamo altresì che si stanno diffondendo altre tecnologie, sicuramente più efficienti, come l’illuminazione a LED, che risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all’interno delle nostre abitazioni. Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltire in modo corretto.

Rischio cancro delle lampadine a risparmio energetico

Le lampadine a risparmio energetico (CFL), emettono una quantità superiore alla media di raggi ultravioletti e quindi potrebbero aumentare il rischio di cancro alla pelle soprattutto per chi lavora ore e ore vicino alle fonti di luce. L’allarme arriva dal quotidiano britannico Guardian, la Health Protection Agency (HPA) ha condotto uno studio sui vari modelli di lampadine a risparmio energetico disponibili sul mercato ed ha verificato che il modello non incapsulato, emette livelli troppo elevati di radiazioni UV-C in 9 casi su 53. a2 centimetri di distanza dalla lampadina, ci si trova esposti a un livello di emissione ultravioletta paragonabile a quello della luce solare diretta in un giorno d’estate. “ Una esposizione ai raggi UV-C, anche limitata, causa danni al DNA”, spiega Anthony Carr della Sussex University, “il rischio più immediato, soprattutto per le categorie professionali che lavorano sotto la luce ravvicinata e continua di queste lampade, come gli orafi, è un arrossamento della pelle simile a una scottatura, ma è presente anche un limitato rischio di cancro della pelle”. Tutte le autorità internazionali però, stanno spingendo per la diffusione globale delle lampadine a risparmio energetico per motivi ecologici e economici. La soluzione? Utilizzare solo i modelli incapsulati o cambiare tecnologia con il LED.

Fonte: Sample I, Vidal J. Radiation warning over ecofriendly lightbulbs. The Guardian 09/10/2008

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Lampade a basso consumo, la Svizzera invita a stare lontani

Non avvicinatevi a meno di trenta centimetri delle lampade a risparmio energetico. E’ il suggerimento diffuso dall’Ufficio federale della sanità pubblica svizzera in seguito ad un’indagine condotta dalla “It’ls Foundation” (Fondazione di ricerca sulle tecnologie dell’informazione nella società) di Zurigo diretta dal professor Niels Kuster del locale Politecnico. La ricerca voleva determinare con precisione, grazie ad un nuovo metodo di misura, i campi elettromagnetici generati dalle nuove lampade a risparmio, ora utilizzate in seguito alla decisione dell’Unione Europea di mettere al bando le tradizionali lampade ad incandescenza entro il 2012. in particolare interessava stabilire gli effetti generati sul corpo umano e, a tal proposito, si precisa che i valori di intensità rilevati a 30 centimetri dalle lampade considerate, sono inferiori (10%) alla soglia raccomandata dalla International Commission for Nonionizing Radiation Protection. Se però ci si avvicina al di sotto dei 30 centimetri, i valori misurati crescono rapidamente fino a superare in alcuni casi i limiti stabiliti. Per questo, a titolo prudenziale, l’ufficio della sanità pubblica di Berna, invita a mantenere l’opportuna distanza soprattutto se le lampade restano a lungo accese, come nel caso di quelle poste sulla scrivania. La ricerca è stata condotta utilizzando quattro manichini che rappresentavano un uomo, una donna, un bambino di 6 anni e una bambina di 11 anni, scandagliati in posizioni diverse e a varie distanze. Le lampade a risparmio energetico sono dotate di un trasformatore ed emettono campi elettrici a bassa e media frequenza che possono generare nell’organismo correnti elettriche, le quali, a partire da una certa intensità, sono in grado di provocare infiammazione dei nervi e dei muscoli. In passato era stato sollevato anche il problema dell’inquinamento perché, al loro interno contengono pure una quantità esigua di mercurio (inferiore a 5 milligrammi) che in caso di rottura del bulbo, può disperdersi nell’aria  Inoltre le lampade a basso consumo con bulbo fluorescente, in certe condizioni, lasciano filtrare una piccola parte dei raggi ultravioletti per cui, ad una certa distanza, inferiore a 20 centimetri e dopo una lunga esposizione, non si possono escludere eritemi cutanei. La decisione Svizzera è un buon provvedimento che dovremmo seguire, precisa Settimio Grimaldi, biofisico dell’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Cnr. E non solo per le lampade ma anche per frigoriferi e lavatrici. Anch’essi emettono campi elettromagnetici e l’unico modo di difendere la nostra salute, eliminando gli effetti negativi, è quello di mantenere le distanze suggerite dall’indagine di Zurigo.

Fonte:corriere.it

Una soluzione?Lampade a LED. Go LED!!!

Fonte : coscienze in rete magazine

PERCHÉ L’EFFICIENZA ENERGETICA

Gli studi effettuati a livello internazionale e nazionale confermano che la modalità più conveniente in termini di costi-efficacia per risparmiare energia e i cui effetti sono percepibili nel breve/medio termine è l’efficienza energetica.

L’incremento dell’efficienza energetica si ottiene mettendo in atto varie forme di intervento, che includono miglioramenti tecnologici, ottimizzazione della gestione energetica e diversificazione dell’approvvigionamento di energia.
Sprechi e perdite di energia rappresentano il “giacimento” nascosto di cui disponiamo e che l’efficienza energetica ci consente di recuperare e valorizzare per ottenere consistenti vantaggi economici, ambientali e sociali.

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Per queste ragioni l’efficienza energetica costituisce una componente essenziale della strategia energetica europea e nazionale, finalizzate a realizzare un’economia a basso consumo energetico, più sicura, più competitiva e più sostenibile.

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Fonte ENEA

Cos’è l’efficienza energetica?

 

porcellini  

Fare efficienza energetica significa adottare sistemi per ottenere uno stesso risultato utilizzando meno energia.

Negli ultimi 40 anni il consumo mondiale di energia è raddoppiato ed è evidente che, in futuro, le problematiche relative alla limitata disponibilità delle risorse energetiche di origine fossile (petrolio e gas) e all’aumento delle emissioni dovuto al loro utilizzo, assumeranno un rilievo sempre maggiore.

Per far fronte a queste evenienze sarà necessario essere sempre più efficienti nell’uso dell’energia.

Ciò vuol dire che, per continuare a soddisfare i nostri bisogni, dovremo realizzare e utilizzare prodotti e servizi impiegando meno energia possibile.

“Efficienza energetica indica la capacità di riuscire a “fare di più con meno”, adottando le migliori tecnologie/tecniche disponibili sul mercato e un comportamento consapevole e responsabile verso gli usi energetici.

Vuol dire sfruttare l’energia in modo razionale, eliminando sprechi e perdite dovuti al funzionamento e alla gestione non ottimale di sistemi semplici (motori, caldaie, elettrodomestici) e complessi (gli edifici in cui viviamo o lavoriamo, le industrie, i mezzi di trasporto).

In sostanza, l’uso più efficiente riguarda e coinvolge l’intero Paese.

Fonte ENEA


EFF ENERGETICA