Le api in musica e sul palco: anche così ci si salva la vita

Loro sono dei cantastorie, attori appassionati, impegnati in un lavoro di informazione dal basso, di grande impegno sociale. Andrea Pierdicca e Enzo Monteverde portano per tutta l’Italia due spettacoli teatrali e hanno anche diffuso un video per spiegare a tutti che salvando le api salviamo anche noi stessi.cantico_delle_api

«Attraverso gli spettacoli teatrali “La solitudine dell’ape” e “Il cantico delle api” e adesso anche con il video “La zappa sui piedi”, prossimamente con altre clip video, cerchiamo di dare alcuni strumenti alle persone in un modo diretto e fuori dai soliti schemi informativi». Andrea ed Enzo ce la mettono veramente tutta e sono bravi. “Il cantico delle api” è una narrazione musicale(orchestrata da Antonio Tancredi, luci di Federico Canibus) che attraversa piccoli spazi, piazze secondarie, cercando una rete alternativa ai teatri convenzionali, sulla via dei quasi estinti cantastorie, restituendo una storia in cui tutti siamo coinvolti. L’obiettivo di questo spettacolo è quello di sostenere le api e gli apicoltori nella lotta contro i pesticidi: nemici moderni e letali. Una voce, una fisarmonica e cinque faretti che ricreano le atmosfere della ribalta di un vecchio teatro e magari salgono a bordo dei treni regionali con una storia importante da raccontare. È un teatro “biologico” in cui le api, che «..trasportano parole d’amore da un fiore all’altro….», rappresentano i fili che legano insieme il passato con il presente indicandoci, con la loro esemplarità, la strada per l’avvenire. «La moria delle api è un problema che riguarda tutti – dicono Enzo e Andrea – Il loro declino ci avvisa che la vita su questo pianeta è in pericolo. Vita che dipende soprattutto da quel “proletariato invisibile” costituito da piante, insetti, vermi, funghi, muffe, microrganismi e api. È ormai accertato che i neonicotinoidi, nuove molecole sistemiche usate in agricoltura, sono la causa principale della morte delle api. L’uso di questi pesticidi rimanda ad un modo di coltivare che è cambiato, soprattutto negli ultimi trent’anni, e che si lega alle nostre scelte alimentari. Ecco perché la morte delle api ci riguarda. Le nostre scelte hanno la capacità di determinare il futuro delle generazioni a venire e della vita di questo pianeta. Questo viaggio prosegue grazie al calore e al sostegno di chi ci accoglie. La narrazione è stata ospitata in piazze, borghi, feste popolari, cascine, castelli, chiese sconsacrate, circoli culturali, sale conferenze».

Scarica la presentazione dello spettacolo e la locandina.

Tutti possono organizzare una rappresentazione sul proprio territorio. Scarica la scheda tecnica per sapere cosa serve.

Contatta:

Andrea Pierdicca: 3381045719

Enzo Monteverde: 3292318272

e-mail: canticodelleapi@gmail.com

 

fonte: ilcambiamento.it

Brasile: la siccità spinge verso il ritorno al carbone

Nel 2015 molte metropoli brasiliane potrebbero essere costrette al razionamento dell’energia elettrica a causa della crisi idrica dei bacini artificiali.

Il Brasile, la locomotiva dell’economia sudamericana, deve continuare a viaggiare a pieno regime e per farlo deve sostenersi con un adeguato approvvigionamento energetico. La siccità che ha colpito il Paese negli ultimi mesi sta mettendo con le spalle al muro il Governo e, invertendo la tendenza che l’aveva vista prediligere le fonti rinnovabili, Brasilia sembra intenzionata a tornare al carbone e alle risorse fossili per sostenere il suo sviluppo economico. Secondo l’Observatorio do Clima le statistiche sulle emissioni sono preoccupanti: dopo dieci anni di miglioramenti il livello dei gas serra è tornato a crescere con un + 7,8% rispetto al 2012. La situazione è destinata a peggiorare anche perché i nuovi impianti termici a carbone vedranno la luce nel 2017. Sotto le presidenze di Lula e Rousseff il Paese sembrava avere intrapreso la strada delle rinnovabili, sia con gli incentivi all’eolico che con le politiche favorevoli al fotovoltaico.

Dopo la vittoria di Dilma Rousseff alle presidenziali, nell’ultimo mese qualcosa è cambiato: il Governo federale ha permesso ad aziende che producono energia dalle fonti fossili di concorrere insieme ai produttori di impianti fotovoltaici che prima partecipavano a gare d’appalto riservate esclusivamente alle rinnovabili. La sfida sarà, dunque, a tutto campo con i produttori di energie rinnovabili contro quelli da fonti fossili. Gli impianti termici consentiranno al Brasile la risoluzione a breve termine delle problematiche connesse alla recente siccità, la più grave degli ultimi 80 anni, che ha messo in crisi i bacini idrici artificiali che garantivano il rifornimento a grandi metropoli come San Paolo e, grazie alle centrali idroelettriche, fornivano energia al 70% del Paese. In attesa della costruzione delle centrali a fonti fossili, il 2015 sarà un vero rompicapo, con il rischio che molte metropoli siano costrette ai razionamenti. Rimarranno i problemi a medio e lungo termine: il ritorno delle fonti fossili, infatti, non farà altro che acuire i fenomeni di alterazione climatica che oggi fanno scarseggiare l’energia per mandare avanti il Paese.PARAGUAY-BRAZIL-ITAIPU

© Foto Getty Images

Fonte: ecoblog.it

Il salmone OGM in commercio in Usa? Parte la campagna per il boicottaggio

Le principali catene alimentari statunitensi rifiuteranno di venderlo175696554-586x396

Sembra prossima alla conclusione la telenovela che ha per protagonista il salmone OGM AquAdvantage, il pesce geneticamente modificato – e soprannominato “FrankenFish” – che la società canadese AquaBounty sta cercando da anni di introdurre sul mercato americano. Dopo tre anni di test e di rinvii, la Food and Drug Administration americana sembra pronta a dare il via libera alla commercializzazione del salmone. Già lo scorso dicembre era arrivato un primo parere positivo dalla FDA, che aveva dichiarato come AquAdvantage non causasse problemi alla salute e non avesse un “impatto significativo sulla qualità dell’ambiente umano degli Stati Uniti”. Non era però arrivato il via libera, che ora però sembra imminente, entro la fine dell’anno. È così partita una campagna di sensibilizzazione rivolta stavolta non ai consumatori ma ai negozi e alle catene alimentari statunitensi, per invitare a boicottare la vendita del salmone geneticamente modificato. Ne ha parlato gli scorsi giorni anche il Washington Post, sottolineando come la campagna abbia già ottenuto adesioni importanti. Alcune delle più importanti catene alimentari Usa, come Whole Food, Trader Joe’s e Target, hanno già fatto sapere negli scorsi mesi di non voler vendere AquAdvantage: a queste adesioni se ne sono aggiunte altre nelle ultime settimane, come quella di Safeway, la seconda catena alimentare del paese, che attraverso un portavoce ha detto di non avere “alcuna intenzione di vendere il salmone OGM”. Gli organizzatori della campagna intendono così disinnescare il possibile effetto valanga che potrebbe nascere se la FDA approvasse la commercializzazione del “FrankenFish”, aprendo quindi la strada a esperimenti simili. In salmone OGM della AquaBounty è un salmone atlantico in cui è stato inserito un ormone del salmone Chinook e un gene di un pesce oceanico simile all’anguilla che in pratica garantisce la crescita nella metà del tempo. Gli oppositori sostengono che non ci sono ancora abbastanza elementi che provino che il salmone OGM sia sicuro e non causi problemi alla salute.

Fonte: ecoblog

OGM libero in Friuli Venezia Giulia ma la Regione si dice contraria

La Regione Friuli Venezia Giulia annuncia che la coltivazione di OGM è libera ma prende le distanze politiche dalla legge imposta dall’Europacoesistenza-620x350

Una lettera inviata dalla Regione Friuli Venezia Giulia a Futuragra e da questi ovviamente messa in condivisione con i lettori annuncia che:

La messa in coltura di varietà di mais iscritto nel catalogo comune europeo è da considerarsi libera.

Il primo raccolto è stato immortalato in video con inclusa la spiegazione di cosa sia in campo un mais ogm e del perché è preferito da alcuni agricoltori.

Il Friuli Venezia Giulia è la regione presieduta da Debora Serracchiani del Pd che assieme alla sua giunta ha poi preso le distanze dalla normativa europea imposta attraverso un contenzioso aperto in seno alla Corte di Giustizia Europea. La Serracchiani è stata sollecitata da AIAB, Legambiente e WWF a chiedere che sia rispettato il decreto emanato qualche mese fa dai ministri Orlando, Lorenzin e De Girolamo lo vieti. Il che ha portato alla nascita di una task force No ogm.  Il punto è che la politica non solo è arrivata tardi ma ci è arrivata pure per la strada sbagliata. Infatti il divieto del Governo giunto per decreto prevede non si possa coltivare mais Mon810 per 18 mesi; poi dovranno intervenire le Regioni a regolamentare la materia adottando le misure di coesistenza. La questione non è di facile soluzione e lo sa bene il governo regionale del Friuli Venezia Giulia. Le associazioni ambientaliste hanno immediatamente predisposto una task force no Ogm in collaborazione con la Regione, ma come fatto notare Sergio Bolzonello vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia nonché assessore alle Attività produttive occorrono suggerimenti legislativi per comprendere come contrastare questa situazione. Infatti, il mais è stato raccolto e dunque il precedente è oramai innescato a norma di legge, peraltro, valido su tutto il territorio nazionale. Silvano Della Libera agricoltore e vicepresidente di Futiragra l’associazione che ha sostenuto la battaglia per la coltivazione ogm in tutte le sedi nazionali e europee scrive:

Diamo atto alla Regione Friuli di avere agito nel rispetto della legge e delle prerogative del diritto europeo, prosegue Dalla Libera, senza nascondersi, come in questi anni è stato fatto da tante parti, dietro a provvedimenti privi di qualsiasi fondamento giuridico che hanno minato la credibilità del nostro Paese nelle sedi europee e provocato danni incalcolabili all’agricoltura italiana. Futuragra ha sempre offerto la massima disponibilità a dialogare in tutte le sedi con le istituzioni e lo ha ribadito nella lettera inviata in questi giorni alla Regione, ha aggiunto Dalla Libera. Chiediamo di essere parte attiva nel tavolo che dovrà definire le linee di coesistenza regionali. Siamo gli unici ad aver raccolto dati scientifici sulla semina di mais biotech sotto la supervisione di eminenti studiosi, crediamo che queste informazioni debbano essere adeguatamente valutate insieme a tutte le parti in causa.

Il che effettivamente potrebbe essere un passo da compiere per evitare ulteriori danni dacché la legge che vietava la coltivazione OGM in Italia predisposta 20 anni fa dall’ex ministro Pecoraro Scanio è stata oramai superata dalle leggi europee. Futuragra ha in programma per il prossimo 11 ottobre una conferenza in cui presenterà i risultati condotti sulla prima coltivazione ogm in Italia. La presidente Serracchiani è invitata il che potrebbe costituire una buona occasione di confronto per comprendere effettivamente come poter contrastare con leggi regionali le coltivazioni OGM oramai legali per l’Italia.

Fonte:  Il Friuli