Clima. Free e Kyoto Club: Ue ratifichi subito Cop21 di Parigi

“L’Italia deve attivarsi per ottenere una rapida approvazione formale dell’Accordo di Parigi da parte dell’Unione europea”Immagine

“L’Italia deve attivarsi per ottenere una rapida approvazione formale dell’Accordo di Parigi da parte dell’Unione europea. Chiedere un innalzamento degli obiettivi al 2030, in particolare, come richiesto dal Parlamento europeo, il target dell’efficienza energetica dovrebbe passare dal 27% al 40% e quello delle rinnovabili dal 27% al 30%. Raddoppiare nell’arco di un quinquennio gli investimenti per la ricerca nel campo delle energie pulite, un impegno assunto a Parigi insieme ad altri 19 paesi nell’ambito del programma “Mission Innovation”. Elaborare uno scenario di decarbonizzazione di lungo periodo per capire quali investimenti fare e quali invece evitare. Definire una strategia al 2030 individuando come e dove intervenire. Creare presso la Presidenza del Consiglio un coordinamento delle iniziative climatiche dei vari Ministeri”. Sono queste le proposte che ha illustrato Gianni Silvestrini, presidente del Coordinamento Free e direttore scientifico di Kyoto Club, durante il convegno dal titolo “Dopo la COP21. La firma dell’Accordo di Parigi e gli impegni dell’Italia e dell’Unione europea” che si è svolto questa mattina a Roma.

“Gli accordi sull’ambiente sottoscritti a Parigi e che sono in corso di ratifica in queste ore sono quanto di più significativo si sia mai fatto per contrastare i mutamenti climatici e per ridurre le emissioni climalteranti. Nonostante questo, sono ancora non sufficienti a garantire il contenimento entro i 2°C, e a dare la necessaria inversione di rotta sulle politiche energetiche. L’auspicio è che si possa passare a breve a gravare ogni prodotto del giusto costo derivante dall’impatto che produce sull’ambiente. Senza questo cambiamento non arriveremo mai ad azzerare gli impatti negativi delle attività umane sul nostro Pianeta”, afferma dal canto suo Simone Togni, presidente di Anev, l’associazione delle imprese del settore eolico.

“La rivoluzione energetica, che significa più rinnovabili, più generazione distribuita, più efficienza energetica, è già iniziata. In Italia abbiamo due possibilità: ‘fermarci qui’ o continuare a essere protagonisti del cambiamento. Le energie rinnovabili sono le uniche in grado di creare nuova occupazione e Pil e di rendere l’Europa più libera, perché più indipendente dalle importazioni di fonti fossili da Paesi prevalentemente non democratici o politicamente instabili. Senza modificare profondamente l’attuale sistema produttivo non sarà possibile mitigare il riscaldamento globale. Serve, quindi, una nuova politica energetica che favorisca l’utilizzazione di tecnologie e fonti energetiche a basse emissioni di CO2”, ha affermato il presidente di Assorinnovabili,Agostino Re Rebaudengo durante il suo intervento.

“Il premier ha recentemente affermato che intende portare la quota di rinnovabili elettriche al 50% della produzione nazionale entro la fine di questa legislatura.  Noi riteniamo che sarebbe importante raggiungere questo obiettivo entro il 2025, attivando tutte le misure necessarie e rimuovendo gli ostacoli che sono stati posti negli ultimi anni. Sin da subito si potrebbe anche introdurre la carbon tax come previsto dalla delega fiscale visto che l’attuale contesto di basso prezzo dei combustibili fossili rappresenta una congiuntura particolarmente favorevole. Le entrate potrebbero essere suddivise per ridurre il costo del lavoro, per affrontare la crisi dei migranti e per sostenere le tecnologie pulite”. Ha concluso Gianni Silvestrini alla fine del suo intervento. Al convegno del Coordinamento Free e di Kyoto Club hanno partecipato anche Ermete Realacci, Gianni Girotto, Anna Donati, Gb Zorzoli.

Fonte: ecodallecitta.it

“L’efficienza energetica è il motore dell’economia”, le conclusioni del VII Forum QualEnergia?

L’efficienza e l’innovazione tecnologica per una nuova politica energetica italiana ed europea sono i concetti chiave intorno ai quali si è svolto il VII Forum QualEnergia?, “Nuove ricette per (com)battere la crisi”. Organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, in partenariato con Cobat, il foru si è concluso giovedì 27 novembre con il workshop a cura della redazione QualEnergia.it381187

L’efficienza energetica rappresenta il motore dell’economia. “La Cina è una delle economie più grandi del mondo, in continua crescita, con una popolazione che supera gli 1,3 miliardi di persone. Questo risultato è stato però raggiunto con conseguenze negative a livello di impatto ambientale con la crescita dell’inquinamento in particolar modo nei grandi centri urbani. Fortunatamente il governo cinese ha capito la situazione e ha già messo in campo delle azioni urgenti per migliorare la situazione ambientale, il tutto in un’ottica di green economy”. Sono queste le parole del Yin Jun, Consigliere Scientifico dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, intervenuto ieri mattina al VII Forum QualEnergia?. È quanto è emerso dal VII Forum Qualenergia? “Nuove ricette per (com)battere la crisi“, organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, in partenariato con Cobat, che ha preso inizio a Roma ieri 26 novembre e si concluderà domani con il workshop a cura della redazione QualEnergia.it “Investire nel parco fotovoltaico italiano esistente”. “Viste le posizioni di grandi Paesi come Cina e Stati Uniti, il prossimo anno alla COP di Parigi l’accordo potrebbe essere raggiunto, così come l’obiettivo di mantenere la crescita della temperatura sotto i due gradi, ha spiegato Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia. In parallelo c’è infatti una enorme evoluzione delle tecnologie che sta offrendo prospettive prima inimmaginabili.  In questo momento – ha spiegato Silvestrini – c’è una competizione in positivo che aumenta la base della green economy e mette in difficoltà i settori tradizionali. L’accordo tra Cina e Stati Uniti avrà un impatto su altri Paesi emergenti. La Cina, un grande consumatore di carbone, ha capito che sta cambiando qualcosa e per la prima volta quest’anno ha ridotto il consumo di carbone. Possono tuttavia bastare gli impegni tra singoli Paesi? Non credo se guardiamo all’ultimo accordo europeo. Alla prossima COP di Parigi infatti l’Europa arriverà un po’ affannata mentre avrebbe tutte le carte a disposizione per coprire un ruolo da protagonista”. Dopo il confronto di ieri dedicato al recente accordo Usa-Cina sul taglio dei gas climalteranti, al mondo delle imprese e dell’innovazione, oggi si sono affrontati tematiche di respiro nazionale. E sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta da Lorien Consulting, su un campione rappresentativo di mille persone, condotto per il Forum QualEnergia? dedicato al rapporto tra gli italiani e l’ambiente, con particolare attenzione per i temi energetici. A parere degli italiani intervistati, il proprio futuro economico sarebbe più protetto se si investisse sui cibi di alta qualità, sulla ricerca, sulle energie rinnovabili e sull’ecoturismo. “I risultati del sondaggio confermano che gli italiani, come d’altronde le imprese della Green Economy sono più in sintonia con l’innovazione di quanto lo sia la politica, ancora troppo distante e ‘affezionata’ al vecchio fossile” ha commentato Francesco Ferrante, Vice Presidente Kyoto Club.

 

Fonte: ecodallecitta.it