Lorna è una giovanissima apicoltrice irlandese
che nel suo tempo libero lavora in un apiario e si dedica alla cura e alla
salvaguardia delle api. Nel 2015 ha ottenuto la licenza e nel 2016 ha vinto un
premio per la conservazione di una specie autoctona. Come in molte altre parti del mondo, anche in Irlanda
le api sono in forte declino. Proprio qui vive Lorna, una giovane
apicoltrice di 13 anni che con il suo lavoro cerca di proteggere la
popolazione delle api. Si occupa di apicoltura da cinque anni e passa gran
parte del suo tempo libero a lavorare in un apiario nella zona a sud di
Belfast, capitale dell’Irlanda del Nord. Lo scorso luglio è anche andata in
Slovacchia per incontrare altri giovani apicoltori.
“Non so esattamente
perché faccia tutto questo – racconta Lorna –, forse semplicemente perché
amo le api e l’apicoltura. Fondamentalmente perché vedo questi animali
morire ogni giorno e voglio fare qualcosa per aiutarli”.
“Nella giornata
tipo – continua Lorna – devo iniziare appena sorge il sole o comunque
appena mi è possibile. Vado all’apiario, controllo tutti gli alveari e mi
assicuro che abbiano cibo a sufficienza e non abbiano bisogno di nulla. Le
attività da fare cambiano molto a seconda che sia inverno o estate”.
Lorna è stata punta
solo una volta, un giorno che aveva dimenticato il suo cappello protettivo.
“Sono davvero bellissime. Non so perché la gente quando pensa a un’ape abbia il
costante timore di essere punta. Se lo fanno non è per colpire te,
semplicemente fa parte della loro natura”.
“Se non ci fossero
le api non avremmo neanche gran parte delle verdure, della frutta, del cibo
che mangiamo ogni giorno perché mancherebbe la loro fondamentale funzione
di impollinazione. Ma a parte questo per me sono davvero stupende”.
La tredicenne
irlandese è una presenza fissa presso l’associazione di apicoltori di Belfast
sin da quando era un bambina, dove ha accumulato in fretta l’esperienza e le
conoscenze necessarie per crescere una colonia e mantenerla in salute. La
sua famiglia e i suoi amici sono fieri di lei e anche lei stessa è stata molto
orgogliosa di essere stata la più giovane apicoltrice ad aver ricevuto il
brevetto, ottenuto nel 2015 con volti altissimi. Lorna ha ricevuto il
premio Duncan Saunders Memorial Trophy per il duro lavoro svolto per la
conservazione dell’ape nera irlandese, una specie locale.
Con la bella stagione
è arrivato il momento di tirare fuori la bicicletta, per un viaggio attivo e
vissuto nel rispetto dell’ambiente. In occasione del World Bicycle Day del 3
giugno, Volagratis.com
ha selezionato 9
destinazioni europee “biker friendly”, perfette per essere
scoperte in sella alle due ruote. Nove viaggi all’aria aperta, dal Nord Europa
all’Italia, tra natura, storia ed enogastronomia, che permettono di scoprire il
continente da un altro punto di vista: quello delle due ruote.
Catalogna. La Catalogna non è
solo mare o città piene di vita come Barcellona, ma anche un vero
paradiso per gli amanti delle due ruote grazie ai suoi oltre 27.000 percorsi
ciclabili. Quasi tutti presentano una leggera pendenza e corrono lungo le
colline e le montagne della comunità autonoma spagnola, mostrando le sue
meraviglie naturali, pedalata dopo pedalata. I tragitti si dividono in tre
categorie principali: quelli adatti alle bici da strada, quelli per chi viaggia
in sella di una Mountain bike e infine per chi predilige le più classiche City
Bike. Tra i percorsi più interessanti ci sono il PirineXus, che abbraccia il
territorio di Girona, detta “La città dei quattro fiumi” e nota per le
influenze romane, arabe ed ebree dell’architettura, e la Ruta Transpirenaica,
che parte dall’Oceano Atlantico e dai Paesi Baschi e raggiunge il Mediterraneo
affiancando i Pirenei e il confine settentrionale del Paese.
Ciclabile del Danubio
(Germania).
La Ciclabile del Danubio segue il secondo fiume più lungo d’Europa dalla
sorgente, a Donaueschingen, nel Baden-Württemberg tedesco, fino alla sua foce,
Patrimonio Unesco dal 1991. Per farlo attraversa ben otto Paesi: Germania,
Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia, Bulgaria e Romania, dove si
getta nel Mar Nero. Nato seguendo un’antica strada romana, il percorso incrocia
edifici storici, come castelli e monasteri, città e capitali – tra cui
Ratisbona e Budapest – e meraviglie naturali. Il tutto permettendo ai ciclisti
di scoprire una parte importante del continente sia dal punto di vista
storico-culturale che naturalistico, tanto meglio se durante la bella stagione,
quando i paesaggi si tingono di verde. La ciclabile, adatta a tutti i tipi i
livelli di allenamento, fa parte dell’ampio circuito EuroVelo, un gruppo di
itinerari ciclistici che in totale superano i 45.000 chilometri e attraversano
capillarmente l’intero continente.
France Loire Valley
Bike and Wine (Francia). Unire storia, sport ed enogastronomia: con le
Routes des vins Val de Loire, nel cuore della Francia, è possibile. Le Strade
dei Vini della Valle della Loira (questo il loro nome in italiano) sono un
gruppo di percorsi di oltre 800 chilometri che attraversano una delle più
ricche regioni francesi, nota per i suoi castelli da favola e per i vini
eccellenti. Le ciclovie, che non richiedono un particolare allenamento per
essere percorse, si estendono da Chalonnes-sur-Loire a Sully-sur-Loire e
affiancano vigneti e palazzi d’epoca all’interno di un territorio che è
Patrimonio Unesco dal 2000. Gli itinerari possibili sono tantissimi e
permettono realmente di scoprire l’intera zona a 360 gradi. Dalla Loira
Centrale all’Atlantico, le strade seguono il corso del fiume diramandosi dalle
sue sponde per addentrarsi nel territorio regalando non solo lunghe pedalate,
ma anche visite a cantine, dimore storiche e città eleganti, come Nantes e
Tours, due tappe da non perdere lungo il percorso.
The Camel Trail Cycle
Route, Cornovaglia (Regno Unito). La Camel Trail è un viaggio nel tempo a
bordo di una bicicletta, perché segue le antiche e ormai abbandonate ferrovie
che un tempo servivano il sud ovest del Regno Unito. Lontana dal traffico e dal
turismo di massa, la ciclovia solca la Cornovaglia da Bodmin a Padstow, passando
per Wadebidge, e, prima di arrivare alla foce del fiume Camel, che le dà il
nome, attraversa la brughiera e alcuni dei paesaggi più tipici della campagna
inglese. Lungo il percorso si possono trovare paesini dove il tempo sembra
essersi fermato: vale la pena sostare durante il viaggio in un cottage,
tradizionale abitazione rurale inglese. L’intero percorso è lungo poco meno di
30 chilometri ed è adatto a tutta la famiglia e a tutti i livelli di
allenamento. L’Alta Via dei Monti Liguri (Italia). La Liguria, non è solo una
deliziosa meta estiva per moltissimi ma regala bellezze naturalistiche e un
meraviglioso entroterra. Per chi è un po’ più allenato e vuole provare
l’esperienza della mountain bike l’Alta Via dei Monti Liguri è una perfetta
soluzione per mettersi alla prova. Un percorso divisibile in 18 tappe e che si
snoda per 440 km da Ventimiglia a Ceparana, attraversando l’intera regione e
regalando uno scenario da sogno, immerso nella natura, tra Appennini e mare.
Amsterdamse Bos
(Olanda).
L’Amsterdamse Bos è un grande parco di circa 10 chilometri quadrati che si
trova a sud della capitale, tra il comune di Amsterdam e quello di Amstelveen.
Al suo interno ci sono sentieri, aree ristoro e tantissime ciclabili che
permettono di scoprirlo in sella alle due ruote, nel vero spirito dei Paesi
Bassi. Uno dei percorsi più importanti per i ciclisti parte addirittura dalla
stazione centrale di Amsterdam, affianca l’Amstel River e poi, seguendo un
tracciato quasi circolare, torna al punto di partenza. Il tutto sfiorando
palazzi e luoghi storici, mercati e i famosi canali della città. Il percorso
ciclabile è interamente in piano, perfetto sia per gli esperti che per i poco
allenati, ed è adatto a tutta la famiglia non solo per la facilità del
tragitto, ma anche per le numerose attività che mette a disposizione, dalla
visita allo zoo a quella alle fattorie. Un vero e proprio polmone verde pronto
per essere attraversato in sella a una bicicletta.
Connemara National
Park (Irlanda).
Il Connemara National Park è uno dei più importanti d’Irlanda e si trova
nell’ovest del Paese, all’interno della Contea di Galway e affacciato
sull’Atlantico. È uno dei luoghi più autentici e selvaggi dell’Isola Verde,
un’area che invita al viaggio on the road sia in auto che in bicicletta.
Proprio per chi vuole scoprirlo sulle due ruote, esistono tantissimi percorsi
attrezzati, diversi non solo nella lunghezza, ma anche nei panorami che offrono
e nelle attrazioni che si possono scoprire lungo il tragitto. Il Ballyconneely
and Roundstone Loop, per esempio, è un tragitto lungo 40 chilometri e permette
di vedere da vicino luoghi storici come il sito del disastroso atterraggio del
primo volo transatlantico o uno dei più antichi villaggi irlandesi di
pescatori. Lo Sky Road Loop, invece, è lungo solo 16 chilometri e, da
un’altezza privilegiata, si affaccia sull’Oceano e sulle isole di Inishturk e
permette di ammirare da vicino le rovine del castello di Clifden. Ogni
viaggiatore non deve far altro che scegliere e partire.
Elbe River bike path (Germania).
L’Elbaradweg
è uno dei percorsi ciclabili più apprezzati di tutta la Germania. Pedalando
lungo i suoi 1300 chilometri si incontrano non solo tanta natura, ma anche
paesini da fiaba e importanti tesori culturali nazionali. Dalla foce alla sorgente
del fiume Elba, il percorso è diviso idealmente in quattro parti: dall’estuario
alla città di Amburgo, da lì a Magdeburg, da Magdeburg a Dresda per poi
raggiungere il luogo nel quale il fiume vede la luce in Repubblica Ceca. Lungo
tutto il percorso, il paesaggio cambia continuamente ed è composto sia da
paesini affacciati sul Mare del Nord sia da cittadine dal gusto barocco. Tra
mappe, punti di ristoro dove trascorrere la notte e attività per bambini, il
tragitto è adatto a tutta la famiglia e a ogni tipo di esperienza. Un tracciato
che si addentra nel cuore dell’Europa seguendo uno dei suoi fiumi più
importanti.
Baltic Sea Route
(Danimarca). La
Danimarca è uno dei Paesi biker friendly per eccellenza a livello europeo, non
c’è quindi da stupirsi per il grande numero di piste ciclabili che attraversano
lo Stato in lungo e in largo. Una di queste è la Baltic Sea Route, che, come
dice il nome, si concentra sulla costa affacciata sul Mar Baltico. Vincitrice
del premio “Ciclovia dell’anno” nel 2019, questo percorso attraversa lo Jutland
del Sud dando la possibilità a ciclisti e viaggiatori di scoprire alcuni tra i
paesaggi più spettacolari della Danimarca. Vallate, colline, foreste, letti di
antichi ghiacciai: un vero paradiso per gli amanti della natura. Ci sono oltre
3000 chilometri di percorsi che permettono ai ciclisti di scoprire non solo il
paesaggio e la natura incontaminata danese, ma anche la storia e
l’enogastronomia.
Connemara National Park (Irlanda)
A proposito di Volagratis.com
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cercare, confrontare e prenotare rapidamente le migliori offerte, per
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del tempo libero a livello mondiale. Il gruppo opera attraverso un portafoglio
di brand noti come lastminute.com, Volagratis, Rumbo, weg.de, Bravofly, Jetcost
e Hotelscan.
Dopo dieci anni, il Nord dell’Irlanda ha seguito il resto del Paese. La nuova imposta (Carrier bag levy) tanto nuova in realtà non è: la prima proposta di legge era stata approvata già nel 2010, ma era andata persa tra lungaggini burocratiche e malcontento generale
Dopo dieci anni, il Nord dell’Irlanda ha seguito il resto del Paese: la tassa sui sacchetti di plastica è approdata anche nell’Ulster. Si comincia con 5p a sacchetto (7 centesimi di euro) per arrivare al raddoppio nel 2014. La nuova imposta (Carrier bag levy) tanto nuova in realtà non è: la prima proposta di legge era stata approvata già nel 2010, ma era andata persa tra lungaggini burocratiche e malcontento generale. “Verrà a costare oltre 500 sterline all’anno” tuonavano due anni fa dalla Ulster University, a cui forse il senso del provvedimento doveva essere un po’ sfuggito. Non era sfuggito invece agli irlandesi: nel resto del Paese l’imposta a sacchetto ha fatto sì che le il loro uso calasse fino al 90%. Nonostante lo straordinario risultato, le polemiche non mancano nemmeno oggi, né tra i cittadini né tra i politici, preoccupati per le conseguenze dell’adozione di una misura che vogliono definire tributo(levy) e non tassa(tax) nella speranza che i consumatori notino la differenza. Polemiche sì, ma i 197 milioni di sterline recuperati dalla Repubblica irlandese nei 10 anni di tassazione sembrano un argomento valido anche per gli amministratori locali meno sensibili all’ecologia.