Ilva, inquinamento dieci volte superiore al 2010

Il rilevamento effettuato stamane da Peacelink ha fatto registrare valori di Ipa fra i 210 e i 250 nanogrammi al metro cubo.

I valori di Ipa cioè degli Idrocarburi policiclici aromatici rilevati all’Ilva di Taranto questa mattina da Peacelink sono compresi fra i 210 e i 250 nanogrammi a metro cubo. A comunicare i dati è il presidente dell’associazione che ha utilizzato per il rilevamento una strumentazione simile a quella utilizzata dall’Arpa. Il presidente dell’associazione Alessandro Marescotti lancia l’allarme precisando che si tratta di valori più alti di dieci volte rispetto a quelli registrati nel quartiere Tamburi. La rilevazione è stata condotta a una distanza di cinque chilometri dall’Ilva, nella zona Bestat e in condizioni di venti deboli variabili che hanno fatto ristagnare sulla città gli agenti inquinanti. Quanto è inquinata l’aria tarantina? L’associazione fa presente che all’uscita di un tubo di scappamento di una vecchia automobile a benzina la concentrazione di Ipa è di 80 nanogrammi a metro cubo, quindi tre volte inferiore ai massimi rilevati stamane.Peacelink ha chiesto all’Arpa che quanto rilevato nella zona Bestat venga comunicato al sindaco e all’Asl affinché possano verificare l’eventualità di effetti avversi sulla salute dei cittadini tarantini oppure alla Procura della Repubblica per quanto possa essere di competenza della magistratura.

Chiediamo, infine, perché non venga dato un preavviso al sindaco e ai cittadini di queste situazioni abnormi al fine di poter mettere in atto tutte le misure di precauzione da parte della Asl e del sindaco, nonché delle famiglie,

conclude Marescotti.

Fonte: Today

 

Peacelink: “Nel 2014 Ilva ha prodotto ancora il 99,4% di tutti gli Ipa emessi a Taranto”

“I livelli di IPA (idrocarburi policiclici aromatici, potenti inquinanti atmosferici) nel 2014 sono scesi da 8200 kg/anno a circa 3500 kg”, quantità adesso paragonabile a quella che veniva emessa qualche anno fa dall’area a caldo di Genova, oggi non più attiva. Lo ha detto il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti380084

“Nel 2014 l’Ilva ha prodotto ancora il 99,4% di tutti gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici, potenti inquinanti atmosferici), emessi a Taranto. Precisamente: tutti gli Ipa emessi a Taranto sono stimabili in 3490 kg/anno; di questi all’Ilva sono attribuibili 3469 kg/anno”. Lo ha detto il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, presentando uno studio aggiornato elaborato dagli stessi ambientalisti sugli inquinanti Ipa, ottenuto – è stato spiegato – utilizzando lo stesso modello di calcolo di Arpa Puglia. Nel 2010, la relazione dell’Agenzia regionale di protezione ambientale, che attestava al 99,8% gli Ipa di provenienza Ilva, fu anche oggetto di una telefonata (il 6 luglio) fra il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e l’ex responsabile delle relazioni istituzionali del Siderurgico Girolamo Archinà. Quest’ultimo, ricorda Marescotti riferendosi a quanto emerso nell’inchiesta ‘Ambiente Svenduto’, “parla di ‘una scivolata’ del direttore generale dell’Arpa, che il mese precedente aveva firmato quella relazione così severa verso Ilva. Perché i vertici di Ilva erano preoccupati nell’estate 2010? Per il benzo(a)pirene”. In quel periodo, aggiunge il presidente di Peacelink, “esplodono i dati scomodi dei primi cinque mesi del 2010: essi aveva superato di ben tre volte i limiti di legge. Rischiavano di essere fermate le cokerie Ilva (come chiedeva il movimento ambientalista) che sono la principale forte di benzo(a)pirene e di Ipa. Arpa proponeva una riduzione della produzione, ma anche questa idea non era accettata dall’Ilva”.
Nel corso della conferenza stampa, il presidente di Peacelink ha riconosciuto che i livelli di Ipa sono scesi da 8200 kg/anno a circa 3500 kg, “ma si tratta comunque – ha aggiunto – di quantità notevole paragonabile alla quantità che veniva emessa dall’area a caldo di Genova e che la stessa Genova non voleva più”. PeaceLink ha avviato il progetto di effettuare misurazioni degli Ipa con lo stesso strumento dell’Arpa, ossia l’Ecochem PAS 2000. E’ stato poi rilevato che i dati elaborati sugli ultimi 12 mesi (agosto 2013-luglio 2014) forniscono una media degli Ipa “di ben 28 ng/m3 nella centralina di via Orsini in cui è stato installato l’Ecochem PAS 2000, mentre in via Machiavelli nel periodo 2009/2010 la media era di 20 ng/m3”. Infine, Marescotti ha evidenziato “la strana situazione del monitoraggio in Cokeria che, stando ai dati Ipa registrati di 22 ng/m3, risulterebbe addirittura essere meno inquinata del quartiere Tamburi (28 ng/m3). Come si fa – ha concluso – a definire questo dato attendibile?”.

Fonte: ecodallecitta.it