Cuba, “invasione” di pesce scorpione. I cubani se lo mangiano

Underwater Scenes

Il pesce scorpione è un esemplare che ha invaso il Mar dei Caraibi perturbandone l’ecosistema: il Pterois, questo il suo nome scientifico, espone una livrea bruno-rossastra e bianca, si difende con aculei veleniferi nei primi raggi della pinna dorsale, eretti dal pesce quando è in situazione di pericolo, e proviene dalle acque degli oceani Indiano e Pacifico. A Cuba è stato avvistato per la prima volta nel 2007 ma, a quanto pare, in tempi recenti si è riprodotto moltissimo invadendo letteralmente i mari e minando l’equilibrio dell’ecosistema marittimo. Ma i cubani, maestri dell’arte di arrangiarsi e nel trovare soluzioni creative, hanno deciso di affrontare l’abbondanza in cucina, pescandolo e cucinandolo:

“L’Acuario Nacional ha creato un programma di educazione ambientale piuttosto intenso a causa del proliferare del pesce scorpione […] visto che si tratta di una specie velenosa che presenta dei rischi per l’uomo. Bisogna saperla maneggiare bene dato che è anche una pietanza deliziosa da mangiare, un piatto davvero prelibato. Grazie a queste caratteristiche abbiamo potuto incoraggiare la pesca di questa specie per controllarne la diffusione”.

ha spiegato Delmis Cabrera, biologa marina dell’Acquario dell’Avana.

Fonte: ecoblog.it

.L’invasione delle nutrie in Veneto

Alcuni comuni hanno autorizzato a sparare ai roditori.Schermata-2015-04-28-alle-14.46.13-620x354

Una vera e propria invasione di nutrie in Veneto, animali spesso assimilati ai ratti ma che invece sono molto più vicini ai castori. Il problema, comunque, non deriva da questo, visto che è il loro essere roditori e animali d’acqua che sta creando non poche preoccupazioni. Si tratta infatti di animali che costruiscono reti di gallerie e tane sotterranee, indebolendo così gli argini dei fiumi e aumentando il rischio di esondazioni. Il fatto che in questo periodo ci siano così tanti avvistamenti di nutrie, animali che possono arrivare a pesare anche 13 chili, sta preoccupando la Forestale, le istituzioni, i consorzi di bonifica e anche la Coldiretti, che temono i danni che questi animali possono creare. Per questa ragione alcuni comuni hanno autorizzato cacciatori e agricoltori a sparare alle nutrie, approfittando del fatto che questi animali sono stati esclusi dalle liste riservate agli animali selvatici e inclusi in quelle che comprendono topi e ratti. In questo modo, la gestione dell’emergenza è stata trasferita dalla regione e dalla provincia ai singoli comuni. Il problema, però, non è ancora risolto: l’unico modo legale per uccidere questi animali senza incorrere nel reato di maltrattamento è quello di catturarli con delle gabbie e poi sopprimerli con il gas, che richiede però impianti specializzati e costosi. Il presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, Silvio Parise spiega la situazione così: “Sopprimere questi animali è l’unica alternativa sensata se vogliamo salvare il nostro territorio e non rendere vano il lavoro di manutenzione che i consorzi di bonifica tentano di portare avanti. Ci rendiamo conto che si tratta di una misura estrema, ma deriva dal fatto che in passato nessuno ha pensato a limitare la diffusione di questo animale che, oltre a provocare danni agli argini, nel medio-lungo termine darà luogo ad un aumento spaventoso della spesa di ricostruzione degli argini, diventati fragili a seguito delle gallerie scavate nel sottosuolo dai roditori”. Gli animalisti di Vicenza, invece, la vedono in maniera diametralmente opposta: “Continua l’odiosa e criminale campagna volta allo sterminio delle nutrie, fomentata dalle associazioni di cacciatori che bramano di poter uccidere tutto l’anno, senza regole. Abbiamo dimostrato molte volte come le alluvioni degli anni scorsi non siano state causate da rottura degli argini, ma da esondazione dovuta al mancato fluire delle acque piovane, per l’incuria nella manutenzione dei canali, il tombamento dei fossati, la speculazione edilizia e la cementificazione del territorio. Tutte cose la cui responsabilità è in primis proprio degli amministratori degli enti locali, tipo il sindaco in questione”.

Fonte: ecoblog.it

Nuova invasione di cicale periodiche negli Stati Uniti, dopo 17 anni tornano le “magic-cicadas”

Puntuali come sempre le cicale periodiche, chiamate “magic-cicadas” cicale magiche, quest’anno torneranno a invadere gli Stati Uniti: come ogni 17 anni.cicada-586x329

Stanno per tornare le Cicale periodiche, Magicicada septendecim negli Stati Uniti: la costa est si prepara ad una vera e propria invasione di questi insetti che hanno la peculiare caratteristica di vivere come una ninfa (in stato post-embrionale) sotto il terreno per 17 anni precisi, per poi uscire tutte insieme, magicamente, alla fine del mese di maggio. Saranno milioni. Milioni di cicale pèeriodiche che, al segnale convenuto in17 anni di attesa, emergeranno dal suolo entro la fine del mese di maggio; rumorosissime, utilizzeranno il loro canto (che potete ascoltare qui) nella fase di accoppiamento. La costa est degli Stati Uniti si sta già attrezzando per l’invasione che, puntuale ogni 17 anni (l’ultima volta fu il 1996) dalla Carolina del Nord al Connecticut, non è pericolosa per le colture o la salute umana ma fa un po’ schifo, quello si. Le cicale periodiche sono infatti piuttosto bruttine a vedersi: hanno una lunghezza media di 38 mm, gli occhi sporgenti rossi, corpi neri e ali venate di rosso e, sopratutto, si infilano letteralmente dappertutto (dalle condotte dell’aria ai capelli passando nelle ruote delle auto e nei bocchettoni dei condizionatori). L’invasione dovrebbe durare fino alla fine di luglio quando le cicale, una volta accoppiatesi e aver deposto le uova, tornano nelle profondità del terreno; scoperte nel 1843, native tipicamente del Canada e degli Stati Uniti, questi insetti sono davvero curiosi: gli esperti che analizzano la temperatura del suolo spiegano che quando il terreno raggiunge i 18°C le cicale tornano alla luce del sole, esaurito il ciclo di immersione di 17 anni. I ricercatori hanno formulato due ipotesi sul meccanismo genetico che spinge le cicale periodiche a mantenere questo preciso e matematico comportamento: la prima ipotesi è che i tempi di nascita della covata così lunghi sia un meccanismo di difesa da predatori come uccelli e scoiattoli, mentre la seconda ipotesi sostiene che questo comportamento aiuti le cicale periodiche ad evitare i parassiti (come le api cicala killer). Secondo uno studio del 2004 dell’Università di Campinas, in Brasile, una cicala con un ciclo di 17 anni ed un parassita con un ciclo di due si incontrano solo due volte ogni secolo, riducendo così al minimo i rischi per la sopravvivenza della specie. Fatto sta che questi insetti (non pericolosi ma particolarmente fastidiosi e anche un po’ schifosi) stanno per invadere gli Stati Uniti, come succede alla fine di maggio ogni 17 anni: una precisione degna di uno svizzero (e c’è pure chi sostiene che siano anche molto gustose da mangiare). C’è chi fa notare come questi insetti siano probabilmente del Partito Democratico: l’ultima volta che hanno invaso gli States era il 1996 ed il presidente era Bill Clinton e si sono tenute alla larga dal sole durante la “reggenza” repubblicana di Bush jr.

Fonte: National Geographic