The Messenger, un documentario alla scoperta degli uccelli canori

Nel sufismo islamico si credeva che gli uccelli canori portassero messaggi dall’aldilà e che il loro canto avesse dunque il potere di mettere in contatto il mondo dei vivi e quello dei morti. Con The Messenger, la regista Su Rynard esplora approfonditamente i problemi a cui questi “messaggeri” devono far fronte in un mondo sempre più antropizzato che ne mette a rischio la sopravvivenza. Dalla Foresta Boreale dell’estremo Nord America alle pendici del Monte Ararat, dai boschi della Pennsylvania alle campagne francesi, da Ground Zero al Costa Rica, gli uccelli canori sono in pericolo.

Oltre alla caccia, Rynard evidenzia i pericoli meno noti al grande pubblico, per esempio come l’utilizzo dei neonicotinoidi in agricoltura vada a decimare gli insetti che ne sono il sostentamento e a inquinare le acque e gli ecosistemi in cui gli uccelli si muovono. Un altro grave problema è l’inquinamento luminoso che ne disturba i flussi migratori, alterando l’orientamento basato sul campo magnetico e sul volo nelle ore notturne. Fra i momenti più incredibili di questo documentario vi sono sicuramente quelli in cui i ricercatori ritrovano uccelli che hanno compiuto un percorso di andata e ritorno dal Nord al Sud America per tornare nello stesso luogo dal quale erano partiti mesi prima.

Fra i pericoli per gli uccelli vi sono anche le collisioni in quota e quelle contro i grattacieli e, naturalmente, tutti quei “progressi” tecnologici che comportano la distruzione degli habitat degli uccelli migratori. La scomparsa degli uccelli non va sottovalutata e la storia dimostra quanto siano importante per gli equilibri ecosistemici. Come si racconta nel documentario, a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta Mao Tse Tung diede vita alla campagna contro i quattro flagelli. Uno di questi era, secondo il leader cinese, la presenza dei passeri “rei” di mangiare i chicchi di grano.

I contadini furono dunque incaricati di ucciderli o farli morire per sfinimento spaventandoli con forti rumori. I nidi e le uova vennero distrutti, i pulcini uccisi e si stima che furono abbattuti circa otto milioni di passeri e altri uccelli. Nell’aprile 1960 i dirigenti di Pechino si accorsero che in assenza dei passeri, suoi predatori naturali, le cavallette avevano la possibilità di aggredire indisturbate le coltivazioni. La povertà dei raccolti successivi alla scomparsa degli uccelli fu la principale causa di una carestia che costò la vita a circa 30 milioni di persone. Come accade con la scomparsa delle api, anche quella degli uccelli canori e migratori è un segnale molto importante dello stato di salute del Pianeta e della gravità dei disequilibri provocati negli ecosistemi dall’attività umana.

Foto | Cinemambiente

Fonte: ecoblog.it

– Luce + Stelle, ecco come è andata la due giorni torinese sull’inquinamento luminoso

La due giorni è iniziata giovedì 12 febbraio, presso l’Osservatorio Astrofisico di Torino con l’osservazione del cielo che sovrasta la metropoli piemontese, ed è proseguita venerdì 13 con un convegno a Palazzo Lascaris, dove si è parlato di ricerca astronomica, astroarcheologia, ottica, per poi concentrarsi sul problema dell’inquinamento luminoso381934

 

Il 2015 è stato proclamato dall’Assemblea Generale del Nazioni Unite come “Anno Internazionale della Luce e delle tecnologie basate sulla Luce” e Enti di Ricerca come l’Istituto Italiano di Astrofisica, la Società Astronomica Italiana, l’Unione Internazionale Astronomica, Pro Natura e il Consiglio regionale del Piemonte si preparano affinché il2015 sia anche l’anno del buio. Non è una provocazione ma una necessità dettata dall’inquinamento luminoso.
La due giorni è iniziata, nella serata di giovedì 12 febbraio, presso l’Osservatorio Astrofisico di Torino con l’osservazione del cielo che sovrasta la metropoli piemontese, con una lezione dell’astronomo Walter Ferreri dal nome “costellazioni e mito”, dove all’interno del planetario INFINI.TO è stato mostrato lo spettacolo della volta celeste e le costellazioni che la compongono con i relativi miti e leggende ad esse associati. Uno spettacolo che ha lasciato il pubblico meravigliato, seguito dall’osservazione guidata dall’astronomo ricercatore Claudio Benna che ha mostrato, nella cupola Morais, il pianeta Giove con uno dei più potenti telescopi italiani, descrivendo i danni che l’inquinamento luminoso sta provocando alla ricerca e alla sopravvivenza stessa di strutture come l’Osservatorio di Pino Torinese, perché se non è possibile vedere le stelle è quasi impossibile fare ricerca e non resta che concentrarsi sulla didattica.
La presentazione del Progetto Meno Luce Più Stelle, è continuata venerdì 13 con un convegno presso l’Aula Consiliare di Palazzo Lascaris, dove esperti si sono susseguiti con relazioni sulla luce sotto differenti aspetti scientifici, dall’astroarcheologia di Guido Cossard, alla ricerca astonomica pura di Marco Delbò, passando per l’ottica di Luca Zangrilli e subito il problema dell’inquinamento luminoso è stato al centro del dibattito. La relazione di Pero Bianucci, scrittore e giornalista scientifico, che partendo dal dato oggettivo che la Via Lattea è scomparsa dalla nostra vista, affronta a tutto tondo il problema dell’inquinamento luminoso, spronando la classe politica a fare di più, a osare senza farsi condizionare dagli intrecci economici tra Comuni, municipalizzate, aziende produttrici di energia e contratti pluridecennali che penalizzano le scelte intelligenti e proiettate al futuro a discapito del mero denaro.
Quasi il 100% delle popolazioni dei paesi più sviluppati vive sotto cieli illuminati da luce sprecata, circa il 70% della popolazione italiana non ha mai visto la Via Lattea e molte delle stelle che hanno permesso, grazie al loro studio, enormi progressi scientifici all’umanità non sono più osservabili dalle nostre città e questa non è solo una perdita per la ricerca scientifica ma sopratutto una perdita per tutta la collettività. Infatti l’inquinamento luminoso incide sui comportamenti di molte specie animali, insetti e vegetali, i cui effetti a cascata si riflettono sulle attività umane e sull’economia in generale, senza dimenticare gli effetti sul ritmo circadiano dell’uomo, i cui disturbi comportano una serie di patologie che condizionano fortemente la vita dell’uomo. come la relazione Maria Luisa Rastello
Se osserviamo l’immagine notturna della nostra penisola da un satellite, possiamo rimanere meravigliati dalla bellezza dell’immagine ma subito risulta evidente quanto tutta quella luce che si riflette verso l’universo sia inutile. Ogni anno i Comuni italiani spendono 1,6 miliardi di euro in energia e manutenzione degli impianti e si stima che si potrebbe risparmiare il 35% solamente indirizzando la luce emessa nella direzione giusta. Se consideriamo che solo la Città di Torino con oltre 96mila punti luce di illuminazione pubblica, sopporta una spesa annua di circa 10 milioni di euro per la manutenzione e 14 milioni per consumo di elettricità è facile capire quanto si potrebbe risparmiare.
Durante il convegno si è anche discusso di quali possano essere le strategie da mettere in campo per ridurre o arginare il fenomeno dell’inquinamento luminoso. Oltre alla proposta di modifica dell’attuale Legge Regionale sull’inquinamento luminoso vigente in Piemonte, che è stata già presentata ed è in attesa di discussione, ma che a detta degli esperti non rispecchia la rivoluzione sperata, si è discusso delle potenzialità delle luci a LED. I vantaggi di una illuminazione a led, oltre a quello economico dovuto al risparmio nei consumi elettrici, sono da ricercare nella possibilità di direzionare il fascio luminoso emesso da queste lampadine, che permette di ridurre drasticamente la quantità di luce dispera nell’ambiente, e se a questa si aggiungono le possibilità che offre l’IOT, l’internet delle cose, i risparmi in termini di inquinamento luminoso possono essere notevoli, come ha mostrato la relazione di Gian Luca Matteucci della CSP – Innovazione nelle ICT. Ma la tecnologia LED, quella attuale, pone gli studiosi ad un bivio. Infatti i soldi risparmiati potrebbero trasformarsi in una illuminazione più aggressiva, in quanto le lampade a LED spostano lo spettro della luce emessa, quella che a noi appare bianca tendente all’azzurro, al limite degli ultravioletti con tutti i danni che provoca alla retina, specialmente in quella dei bambini.  Per dovere di cronaca l’obiettivo del convegno era quello di offrire un momento di riflessione tra gli specialisti, gli amministratori locali e la cittadinanza per far nascere in Piemonte il“Parco del cielo” cioè individuare e quindi proteggere dall’inquinamento luminoso alcune aree dove il cielo è abbastanza buio da permettere ricerche astronomiche e eventi dedicati all’osservazione e alla divulgazione con vantaggi all’economia e il turismo naturalistico. Inoltre per sensibilizzare il Consiglio Regionale del Piemonte su questa tematica, l’International Astronomical Union, e l’Istituto Nazionale di Astrofisica hanno intitolato una cometa, scoperta da Ferreri, col nome di Palazzoascaris consegnando l’attestato al Presidente del Consiglio Regionale Mauro Laus.. I lavori del convegno sono iniziati con l’intervento di Maria Paola Azzario Chiesa (Presidente del Centro UNESCO di Torino e della Federazione Nazionale dei Centri e Club UNESCO) che ha sottolineato l’impegno dell’UNESCO nell’anno della luce. Il periodo che stiamo attraversando è decisivo per la difesa del cielo notturno, almeno ciò che resta.
Il futuro è dei LED, diodi a emissione luminosa, che stanno rinnovando l’illuminazione domestica e quella pubblica con forti risparmi di energia e nelle spese di manutenzione. Oggi in Italia il consumo annuo per l’illuminazione pubblica è di 107 kW/h per abitante. Con il passaggio ai LED potrebbe ridursi di un terzo. il Comune di Torino ha deciso di sostituire tutte le vecchie lampade con luci a LED e intende proseguire su questa strada come ha confermato Tom Dealessandri, ex vicesindaco della Città e ora nel board di Iren.
Forse ha ragione Bianucci, l’euforia dell’apparente e immediato risparmio economico ha fatto sottovalutare gli alti rischi legati all’intenso uso delle nuove lampade.

Fonte: ecodallecitta.it

 

“Meno luce più stelle”, a Torino due giorni dedicati all’inquinamento luminoso

Il 12 e il 13 febbraio sono in programma un incontro tra addetti ai lavori e un convegno aperto alla cittadinanza per riflettere sull’inquinamento luminoso. Obiettivo concreto, far nascere in Piemonte il “Parco del cielo”, cioè individuare alcune aree dove il cielo è ancora abbastanza buio da permettere ricerche astronomiche e serate dedicate all’osservazione381773

Il 20 dicembre 2013 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2015 “Anno Internazionale della Luce e delle tecnologie basate sulla Luce” (IYL 2015). Enti di Ricerca, appassionati di astronomia insieme a Pro-Natura e con il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte si preparano affinché il 2015 sia anche l’anno del buio. Non è un paradosso: semplicemente vorrebbero che il 2015 fosse l’anno della buona illuminazione, proprio in sintonia con la proposta UNESCO, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La luce si diffonde nel cielo notturno, creando il fenomeno dell’inquinamento luminoso, che rende impossibile l’osservazione del cielo stellato dai centri urbani e da buona parte del territorio circostante. Per il territorio del Piemonte ci sono ancora margini di intervento sulla normativa attuale per la riduzione dell’inquinamento luminoso. Obiettivo del Convegno “- LUCE, + STELLE” è creare un momento di riflessione tra gli specialisti, gli amministratori locali e la cittadinanza per far nascere in Piemonte il “Parco del cielo”, cioè individuare e quindi proteggere dall’inquinamento luminoso alcune aree dove il cielo è ancora abbastanza buio da permettere ricerche astronomiche e poter organizzare serate dedicate all’osservazione astronomica e alla divulgazione, con conseguenti vantaggi per l’economia e il turismo naturalistico. Se si abbinano a questa tutela minimale, ma essenziale, anche alcuni interventi normativi, si sarà ancora in tempo a ridurre l’inquinamento luminoso che è sinonimo di spreco. Il periodo che stiamo attraversando è decisivo per la difesa del cielo notturno, almeno di ciò che ne resta. Chiusa nel 2012 con le nuove norme europee l’era delle sorgenti di luce a incandescenza, le meno efficienti, si avvicina la fine anche delle lampade a fluorescenza. Il futuro è dei Led, diodi a emissione luminosa, che stanno rinnovando l’illuminazione domestica e quella pubblica con forti risparmi di energia e nelle spese di manutenzione. Oggi in Italia il consumo annuo per l’illuminazione pubblica è di 107 kWh per abitante. Con il passaggio ai Led potrebbe ridursi di un terzo. Ma ci sono anche dei rischi. I soldi risparmiati potrebbero trasformarsi in una illuminazione ancora più aggressiva e dispersa per via dei contratti a lungo termine con i fornitori di elettricità e manutenzione.
Per questa ragione nasce il progetto ” – LUCE, + STELLE”. La serata del 12 Febbraio è riservata all’incontro tra gli amministratori locali, i tecnici e in generale a tutti gli attori, che possono nell’immediato intervenire sul problema.
La giornata del 13 Febbraio è un convegno, completamente gratuito, aperto non solo agli specialisti del settore ma anche agli appassionati e a tutta la cittadinanza.

Fonte: ecodallecitta.it

Illuminazione pubblica, i criteri ambientali minimi in GU

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Contenere i consumi energetici e ridurre l’inquinamento luminoso; aumentare la vita media dei componenti e quindi ridurre gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; affidare il progetto, l’installazione e la gestione dei componenti e degli impianti a personale qualificato; rendere più agevole la gestione utilizzando ogniqualvolta possibile un sistema automatico di telegestione e telecontrollo.

Queste alcune delle indicazioni specifiche contenute nel decreto 23 dicembre 2013 del Ministero dell’Ambiente, pubblicato sul supplemento ordinario n. 8 alla Gazzetta Ufficiale n. 18 di ieri 23 gennaio 2014. Il provvedimento contiene in allegato il “Piano di azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione” che contiene i criteri ambientali minimi per l’acquisto di lampade a scarica ad alta intensità e moduli led per illuminazione pubblica, per l’acquisto di apparecchi di illuminazione per illuminazione pubblica e per l’affidamento del servizio di progettazione di impianti di illuminazione pubblica – aggiornamento 2013. L’obiettivo da raggiungere entro il 2014 è una quota del 50% di appalti “verdi”, in numero e in valore, sul totale degli appalti pubblici stipulati nel settore dell’illuminazione pubblica. Allo scopo di valutare la diffusione degli appalti pubblici verdi ed il relativo impatto sull’ambiente, l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (AVCP) in accordo con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha istituito e gestisce uno specifico sistema di monitoraggio. Pertanto, ai sensi dell’art. 7, comma 8 del D.Lgs. n. 163/2006 (Codice Appalti) dovranno essere comunicati all’Osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, i dati relativi alle modalità con cui si è tenuto conto dei criteri ambientali minimi nelle gare di appalto per l’acquisto di beni/servizi.

 Ministero dell’Ambiente. Decreto del 23-12-2013 (29.88 kB)

Fonte: Casa&Clima.com

 

Inquinamento luminoso: dall’associazione CieloBuio un appello al Parlamento

Anche Margherita Hack e Luca Mercalli tra i primi firmatari di una proposta per contrastare l’inquinamento luminoso ed evitare eccessi ed errori nella illuminazione artificiale. Secondo l’associazione CieloBuio, si potrebbe risparmiare ogni anno 1 miliardo di euro374796

Un appello al nuovo Parlamento perché si adoperi per contrastare l’inquinamento luminoso. E’ l’ultima iniziativa dell’associazione CieloBuio, da anni attiva contro gli eccessi e gli errori di illuminazione delle città italiane, che nei mesi scorsi si era fatta promotrice del controverso provvedimento “Cieli bui” per la razionalizzazione dell’illuminazione pubblica, proposto e successivamente cancellato tra le polemiche sui presunti rischi per la sicurezza dei cittadini. Ora, l’associazione ha deciso di riprovarci, con una iniziativa popolare che vede tra i primi firmatari personalità di spicco come Margherita Hack e Luca Mercalli. «Auspichiamo che provvedimenti significativi contro l’inquinamento luminoso come quelli proposti con l’Operazione cieli bui, che forse sarebbe stato più opportuno denominare Piano per l’utilizzo razionale ed ecosostenibile dell’illuminazione artificiale, siano quanto prima oggetto di dibattito parlamentare», si legge nell’appello, attraverso il quale CieloBuio propone l’adozione di diverse misure di risparmio energetico, di contrasto dell’inquinamento luminoso e di miglioramento del comfort visivo. Ecco, in particolare, le richieste dell’associazione: evitare che gli apparecchi di illuminazione inviino luce al di fuori delle aree da illuminare e soprattutto che la disperdano orizzontalmente o verso l’alto; evitare la sovrailluminazione; evitare l’uso dell’illuminazione artificiale quando questa non serve; limitare fortemente la produzione di luce a bassa lunghezza d’onda, in particolare ultravioletta e blu; minimizzare (se possibile, azzerare) l’uso dell’illuminazione artificiale nelle aree di rilevante interesse ecologico-naturalistico; mirare alla crescita zero del flusso luminoso totale installato e, successivamente, al calo dello stesso, con l’obiettivo di riportare l’Italia ad un flusso pro capite massimo installato di 1000 lumen. In questo modo, sottolinea CieloBuio, si potrebbe non solo tutelare il cielo e contrastare i problemi – anche sanitari – causati dall’inquinamento luminoso, ma anche permettere all’Italia di risparmiare una cifra complessiva di circa 1 miliardo di euro all’anno. «Anche la reputazione della nazione se ne gioverebbe – spiega il coordinamento – poiché ci porremmo al mondo come all’avanguardia in questo importante ambito». Tra i primi firmatari, oltre alla Hack e al climatologo Mercalli, ci sono numerosi professori universitari ed esperti di astronomia, zoologia, ecologia e fisica. L’appello può essere letto e sottoscritto seguendo questo link. (In allegato il testo di approfondimento scientifico elaborato da CieloBuio).

Fonte: eco dalle città