Influenza suina: Novartis sospettata di aver gonfiato il prezzo dei vaccini

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Ancora problemi per l’azienda farmaceutica Novartis. Dopo che il 28 maggio scorso il ministero della Sanità ha chiesto a Novartis, e a Roche, un risarcimento di 1,2 miliardi di euro per il presunto comportamento anticoncorrenziale nella vendita di farmaci per la cura degli occhi, perpetrato ai danni dei consumatori per avvantaggiare la vendita di un medicinale più caro, spuntano altre importanti accuse. La procura di Siena ha infatti ipotizzato nei confronti di uno dei manager di Novartis, il reato di truffa aggravata nell’ambito della fornitura del vaccino contro l’influenza suina. Secondo gli investigatori, infatti, nel 2009, anno in cui si profilava l’allarme sul possibile sviluppo di focolai di influenza suina anche in Italia, l’azienda avrebbe “gonfiato” il valore dei vaccini, ottenendo un risarcimento ben più consistente del dovuto. La cifra, ipotizza l’accusa, sarebbe stata calcolata sul prezzo fittizio di un componente essenziale del vaccino: l’adiuvante MF59. Il costo sarebbe stato sostenuto attraverso una serie di sovra-fatturazioni fra le società del gruppo. All’epoca dei fatti, nella primavera del 2009, aleggiava il timore dello sviluppo anche in Italia di epidemie di influenza suina, legate al virus A-H1N1. L’allora governo decise così di sottoscrivere con la multinazionale del farmaco, un contratto per la fornitura di 24 milioni dosi di vaccino. Il corrispettivo, in termini monetari, era di 184 milioni e 800 mila euro. All’inizio dell’anno successivo, visto che la presunta emergenza era rientrata, ricorda Repubblicail ministero chiese a Novartis di interrompere la fornitura di vaccini non ancora prodotti. In seguito a un ricorso al Tar, il ministero avviò una pratica negoziale conclusasi con la firma di una transazione: la Novartis doveva essere rimborsata con un indennizzo di 19 milioni 892mila 254 euro, per la mancata produzione delle dosi residue di vaccino. Secondo l’accusa, il valore del prodotto sarebbe stato gonfiato, creando un danno economico erariale di oltre 16 milioni di euro. Il ricarico del farmaco sarebbe stato del 500% (3.964 euro al litro invece che 660).Gli investigatori, si legge sulle agenzie di stampa, ipotizzano che “sia stato gonfiato il prezzo non soltanto in fase di risarcimento del danno, quando il ministero chiese lo stop della fornitura, ma anche all’origine, quando venne stipulato il contratto d’acquisto”.
Nella giornata di venerdì, i Nas di Firenze hanno perquisito le sedi del gruppo farmaceutico Novartis, a Siena e a Origgio (Varese). Le perquisizioni disposte dalla procura di Siena mirerebbero anche ad appurare se, oltre che sulla fornitura del vaccino contro l’H1N1, il Focetria, vi siano state irregolarità anche nel determinare il prezzo del vaccino influenzale stagionale Fluad. Entrambi i prodotti, acquistati dal ministero, hanno come adiuvante l’Mf59. Dal canto suo, Novartis si difende dalle accuse attraverso una nota diffusa alla stampa affermando: “In merito alle perquisizioni in corso nelle sedi del gruppo farmaceutico Novartis, a Siena e a Origgio, l’azienda desidera sottolineare che il suo operato è – ed è sempre stato – improntato al pieno rispetto della legge e delle disposizioni vigenti. Novartis rinnova la sua disponibilità a collaborare pienamente con le autorità competenti, verso le quali nutre la massima fiducia”.

Si attendono ulteriori sviluppi della vicenda.

(Foto: @alviseni)

Fonte: ambientebio.it

Per l’Oms l’ H7N9 virus dell’aviaria è il ceppo più mortale tra le influenze

Dopo il caso di influenza aviaria a Taiwan, l’Oms rende noto che il virus H7N9 è il più mortale tra le influenze conosciute.influenza-594x350

Un primo caso di contagio da influenza aviaria è stato ufficialmente dichiarato a Taiwan e così il virus H7N9 lascia i confini della Cina. Per l’Oms si è di fronte a uno dei virus influenzali più mortali. E’ stato dunque confermato a Taiwan il primo caso di influenza aviaria del ceppo H7N9 che ha contagiato un uomo di 53 anni che lavorava nella città su Suzhou che dista a circa 1h e 30 da Shanghai. I sintomi si sono presentati mentre era a Taipei 3 giorni dopo la sua partenza da Shanghai, lo scorso 9 aprile, così come riferito dal Centro di controllo epidemiologico di Taiwan, precisando che si trovava già in uno stato critico. Che il virus potesse lasciare i confini della Cina era apparso immediatamente possibile alle autorità sanitarie a causa dei frequentissimi spostamenti con Taiwan dove tuttavia si cercherà di contenere la sua diffusione nell’isola. Precisa l’Oms però che la sua possibile trasmissione da uomo a uomo non è stata ancora accertata. Keiji Fukuda, direttore generale per la sicurezza sanitaria e uno degli esperti che sta studiando il caso aviaria in Cina, ha però detto: Anche se il ceppo H7N9 nel focolaio corrente ha un tasso di mortalità inferiore fino ad oggi, è sicuramente uno dei virus influenzali più letali che abbiamo visto finora. Secondo l’ultimo bilancio presentato oggi a Pechino dall’Oms, sono state contagiate 108 persone di cui decedute 22. Sono dunque in corso le indagini sulle possibili fonti di infezione e serbatoi del virus. Fino a quando non sarà stata identificata la fonte di infezione, si prevede che ci saranno ulteriori casi di contagio umano in Cina. Finora, non ci sono prove di trasmissione in corso da uomo a uomo. Su invito del Servizio Sanitario Nazionale e della Commissione di pianificazione familiare della Cina è stato convocato un team di esperti che visiteranno le zone colpite da influenza aviaria A (H7N9) in Cina, al fine di fornire raccomandazioni sulla prevenzione e il controllo della malattia.

Fonte: Les Echos, WHO