Quando è il pedale a fare la bici smart

Il progetto di Connected Cycle ha già raccolto 120mila dollari nel crowdfunding lanciato appena dodici giorni fa.

Sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo il pedale smart ha raccolto 90mila euro in tre giorni e 120mila euro in dodici, tanto che a 19 giorni dalla fine della campagna tutto lascia credere che la raccolta fondi dal basso si avvicinerà al triplo della somma richiesta per far partire il progetto. L’idea di Christian Kravanja e del suo team di lavoro con sede a Parigi è quella di una Sim card saldata all’interno del pedale, invisibile e in grado di trasmettere la posizione della bicicletta, senza l’ausilio di batterie, né caricatori o prese di corrente. La Sim card è una sorta di transponder che, nell’ottica dell’Internet delle cose, entra in relazione con i device, trasmettendo le coordinate della bicicletta a un cellulare iOS o Android. La Sim permette di mappare gli spostamenti, ma allo stesso tempo è sensibile alle vibrazioni ed è quindi in grado di lanciare l’allarme in caso di furto. Come dicevamo in precedenza non ha bisogno di batterie, né di allacciamenti alla rete elettrica perché è in grado di auto-alimentarsi grazie a un sistema che si ricarica durante la pedalata. La durata è illimitata ed è immediatamente funzionante in Italia, così come in tutta l’Unione Europea, negli Stati Uniti e in Cina, Russia, Svizzera e Israele. Il progetto ha avuto un successo tale da prendere in contropiede i suoi stessi artefici, a conferma di come l’Internet delle Cose ovverosia la capacità di ricevere ed emettere dati degli oggetti che fanno parte della nostra quotidianità sia ormai una realtà che si integra con i nostri device, principalmente con i nostri smartphone.20150429031626-top-image-connected-cycle (1)

Fonte:  Indiegogo

Fotovoltaico, l’asfalto con pannelli solari autofinanziato su Indiegogo

L’asfalto con pannelli solari viene finanziato grassroots su indiegogo con quasi 2 milioni di dollari raccolti con il crowdfunding

Delle autostrade implementate da pannelli fotovoltaici ne scrivevamo molto tempo fa su ecoblog.it poiché il progetto per essere realizzato doveva superare una serie di difficoltà piuttosto complesse. Il concept di strade con pannelli fotovoltaici integrati Solar Roadways dal 2009 è andato avanti e è passato di mano in mano fino a approdare sulla piattaforma di crowdfunding Inidegogo finanziato con quasi 2 milioni di dollari. L’idea è di usare le autostrade come immense piattaforme per implementare pannelli fotovoltaici con vetro temprato e con luci a LED che integrano la segnaletica sia per produrre energia elettrica sia per il sostentamento delle stesse strade che sarebbero più facili da mantenere e che durerebbero tre volte più a lungo del comune asfalto. I pannelli fotovoltaici però funzionano e producono energia di giorno mentre la segnaletica delle strade ha necessità di essere alimentata anche di notte. In merito nelle FAQ si legge:

Abbiamo progettato il nostro prototipo sulla base della “memoria virtuale”, nel senso che tutta l’energia in eccesso viene messa in rete durante le ore diurne e quindi si può riprendere dalla rete di notte. Questo è importante perché l’energia solare è disponibile solo durante il giorno, ma i nostri elementi riscaldanti devono poter funzionare anche di notte in inverno nei climi nordici. Tuttavia, possiamo aggiungere eventuali dispositivi di accumulo di energia, ad esempio, batterie che possono essere collocate in un cavo per un facile accesso. Abbiamo scelto di non utilizzare le batterie nel nostro prototipo poiché temiamo l’alto impatto ambientale dei sistemi di accumulo.led-620x350

Anima delle autostrade con pannelli solari è l’inossidabile Scott Brusow che punta a pannelli solari che costino meno di 10 mila dollari ossia tre volte il costo dell’asfalto. I pannelli del prototipo sono però destinati a durare tre volte più a lungo delle strade asfaltate anche se però non entra nel merito della sicurezza del manto stradale e della capacità di drenaggio, per cui Brusow spiega:

Così andiamo in pareggio e peraltro con i pannelli fotovoltaici si genera elettricità.

Solar Roadways ha ricevuto due tranches di finanziamento dalla US Federal Highway Administration per la ricerca e lo sviluppo di un sistema di pavimentazione ma la Fase II, per costruire il prototipo di un parcheggio, si sta per concludere e ora hanno bisogno di raccogliere fondi per procedere con la produzione. Di fatto il progetto non è ancora abbastanza redditizio, infatti la chiave del successo sta nel tipo di vetro che comporrà i pannelli fotovoltaici: deve essere molto resistente e con elementi che possano sciogliere ghiaccio e neve, in grado di resistere a anni di traffico e autoveicoli pesanti; ma dovrà anche essere in grado di auto-pulirsi perché altrimenti le celle solari se sporche per polvere o pioggia non catturano abbastanza luce solare.

Spiega Brusow:

La nostra superficie di vetro è stato testata per la trazione, prove di carico e resistenza all’impatto in laboratori di ingegneria civile in tutto il paese e ha superato tutti i requisiti.

La fase di test nei parcheggi dicevamo necessita di finanziamento ulteriore e dunque ecco il crowfunding su Indiegogo che per ora tocca quasi 2 milioni di dollari, ben oltre il milione richiesto per procedere con la fase di test. Dopo i soldi si passerà alla realizzazione della pavimentazione da installare in un mega parcheggio e con la strada che produrrà energia per sfamare i centri commerciali: esempio un Wal Mart oppure un superstore che ospiti un parcheggio di almeno 800 mila metri quadrati. Vedremo se alla prova dei fatti la strada con pannelli fotovoltaici avrà un ROI interessante per passare alla fase di produzione in scala.

Fonte: Girst