Inceneritori, nuova ricerca Zero Waste Europe rivela: ambiente circostante contaminato da sostanze altamente tossiche

Una nuova ricerca pubblicata da Zero Waste Europe (ZWE) sugli inceneritori di tre paesi – Spagna, Repubblica Ceca e Lituania – ha rilevato un alto livello di contaminazione in prossimità degli impianti. Lo studio ha utilizzato campioni di biomarcatori accuratamente raccolti nelle aree intorno agli inceneritori, come uova di polli da cortile, aghi di pino e muschi, trovando diossine e altri inquinanti molto dannosi per la salute

Se ci fosse ancora qualche dubbio sull’impatto ambientale degli inceneritori, anche quelli di ultima generazione spesso presentati come innocui, ecco che l’ultima ricerca di Zero Waste Europe li dissipa completamente. Per valutare l’impatto reale dell’incenerimento dei rifiuti, il network ambientalista ha affidato alla ToxicoWatch Foundation una ricerca di biomonitoraggio, che ha analizzato la presenza di inquinanti organici persistenti (POP) nei dintorni degli inceneritori di Valdemingómez in Spagna, di Pilsen in Repubblica Ceca e di Kaunas in Lituania.

Lo studio ha utilizzato dei “saggi biologici”, un metodo analitico per determinare la concentrazione o la potenza di una sostanza in base al suo effetto su animali, piante, cellule o tessuti viventi. Sono stati usati dei campioni di biomarcatori accuratamente raccolti nelle aree intorno agli inceneritori, come uova di polli da cortile, aghi di pino e muschi.

La ricerca ha rilevato che:

  • La maggior parte delle uova analizzate supera i limiti definiti dall’UE per la sicurezza alimentare come regolamentato dalla Direttiva UE 2012/711/UE
  • Un’alta percentuale di uova supera il livello di sicurezza per il consumo. Se queste uova fossero state destinate al mercato commerciale, sarebbero state ritirate
  • L’analisi della vegetazione, degli aghi di pino e dei muschi in prossimità degli inceneritori mostra alti livelli di diossine. Questo significa che le persone che vivono nelle vicinanze degli impianti potrebbero subire se danni se mangiassero verdure coltivate in questi terreni

La ricerca mette in guardia sugli impatti per la salute umana dell’attuale strategia di incenerimento e sottolinea l’incompatibilità dell’attuale strategia di incenerimento pesante con l’agenda dell’Unione Europea per l’inquinamento zero. Fornisce inoltre un segnale di avvertimento per la contaminazione dell’ambiente con sostanze tossiche altamente dannose per la salute umana e l’ambiente, come diossine (PCD/F), diossina-simili/PCBIPA e PFAS.

Janek Vähk, coordinatore del programma per il clima, l’energia e l’inquinamento atmosferico di ZWE, ha affermato che è urgente valutare il reale impatto dell’incenerimento dei rifiuti sulla salute umana e sull’ambiente. Le persone che ci vivono vicino devono essere rassicurate sui loro rischi per la salute e sulla sicurezza degli impianti stessi.

Sulla base delle conclusioni del rapporto, ZWE e il gruppo del progetto di ricerca raccomandano vivamente di:

  • Rendere obbligatoria la ricerca sul biomonitoraggio per tutti gli stabilimenti di incenerimento presenti in tutta Europa
  • Inviare la misurazione continua delle diossine clorurate e bromurate anche in condizioni diverse dalle normali, come avviamenti, arresti e incidenti tecnici
  • Mettere una moratoria sui nuovi progetti di incenerimento dei rifiuti e sviluppare piani di eliminazione graduale per quelli esistenti
  • Promuovere e finanziare alternative circolari, sane e sostenibili all’incenerimento dei rifiuti
  •  
  • Leggi il reposrt completo “The True Toxic Toll – Biomonitoring of waste incinerator emissions” .

Fonte: ecodallecitta.it

Nuovo studio ZWE: includere l’incenerimento dei rifiuti nel sistema ETS dell’UE è un percorso per generare benefici climatici e occupazione

L’incenerimento dei rifiuti urbani è attualmente escluso dal sistema europeo di scambio di quote di emissione. Se lo si include, spiega Zero Waste Europe, le aziende dei rifiuti dovranno acquistare crediti di emissione per ogni tonnellata di CO2 che emettono durante il trattamento di rifiuti domestici, aziendali e industriali. Questo costo aggiuntivo può fungere da incentivo per la prevenzione e il riciclo, che diventeranno quindi più competitivi (meno costosi) dell’incenerimento


Rifiuti. Il termovalorizzatore di CopenHill a Copenhagen. Roma, 17 giugno 2019. FACEBOOK

Un nuovo studio di CE Delft richiesto da Zero Waste Europe mostra che l’inclusione dell’incenerimento nell’ambito dell’Emission Trading System (ETS) dell’Unio Europea incoraggerebbe la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti e genererebbe benefici per il clima e l’occupazione.

L’incenerimento dei rifiuti urbani è attualmente escluso dal sistema europeo di scambio di quote di emissione. Se lo si include, le aziende dei rifiuti dovranno acquistare crediti di emissione per ogni tonnellata di CO2 che emettono durante il trattamento di rifiuti domestici, aziendali e industriali. Questo costo aggiuntivo può fungere da incentivo per la prevenzione e iriciclo, che diventeranno quindi più competitivi (meno costosi) dell’incenerimento.

Inoltre, verranno creati nuovi posti di lavoro poiché le attività di riciclo sono più impegantive rispetto all’incenerimento dei rifiuti. Da qui al 2030, dice lo studio, c’è il potenziale per creare più di 14.000 posti di lavoro.

I potenziali impatti dell’inclusione sono stati studiati sulla base di due scenari: il primo è quello fossile, che vede incluse solo le emissioni di CO2 fossile (emissioni di CO2 provenienti ad esempio dall’incenerimento della plastica), il secondo è quello calcolato sulle emissioni di CO2 sia fossili che biologiche (derivanti dall’incenerimento dei rifiuti alimentari) incluse nell’EU ETS.

Janek Vähk, coordinatore per il clima, l’energia e l’inquinamento atmosferico di Zero Waste Europe, afferma: “Il nuovo rapporto mostra che l’inclusione è una triplice situazione vantaggiosa per tutti, poiché va a vantaggio non solo del clima, ma crea anche occupazione e aiuta l’Europa a muoversi verso una maggiore economia circolare favorendo la prevenzione e il riciclo dei rifiuti”.

Le principali conclusioni dello studio di ZWE sono:

  • L’inclusione dell’incenerimento nel sistema ETS dell’UE incoraggerà le attività di riciclaggio da parte delle famiglie e delle imprese. Poiché le imprese hanno un incentivo più diretto sui prezzi se l’incenerimento è incluso nel sistema, gli impatti saranno maggiori per loro (riduzione dei rifiuti dall’8 al 25%) rispetto alle famiglie (riduzione dei rifiuti dallo 0,2 al 5%).
  • L’incenerimento nell’EU ETS può ridurre le emissioni di CO2 che vanno da 2,8 milioni di tonnellate all’anno nel 2022 nello scenario fossile, fino a 8,8 milioni di tonnellate all’anno nello scenario fossile e biologico nel 2030. Oltre il 90% dei benefici ambientali deriva dalla riduzione dei rifiuti commerciali e industriali.
  • Poiché le attività di riciclo sono più impegnative rispetto all’incenerimento o al collocamento in discarica, incluedere l’incenerimento nel sistema ETS dell’UE potrebbe comportare 6.800 posti di lavoro aggiuntivi nello scenario fossile nel 2022 e fino a oltre 21.000 posti di lavoro nello scenario fossile e biologico nel 2030.

Zero Waste Europe invita il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE a modificare la proposta della Commissione e includere gli inceneritori di rifiuti urbani, facendo in modo che paghino le loro emissioni.

Leggi il rapporto completo qui.

Fonte: ecodallecitta.it

Nuovo studio ZWE: includere l’incenerimento dei rifiuti nel sistema ETS dell’UE è un percorso per generare benefici climatici e occupazione

L’incenerimento dei rifiuti urbani è attualmente escluso dal sistema europeo di scambio di quote di emissione. Se lo si include, spiega Zero Waste Europe, le aziende dei rifiuti dovranno acquistare crediti di emissione per ogni tonnellata di CO2 che emettono durante il trattamento di rifiuti domestici, aziendali e industriali. Questo costo aggiuntivo può fungere da incentivo per la prevenzione e il riciclo, che diventeranno quindi più competitivi (meno costosi) dell’incenerimento


Rifiuti. Il termovalorizzatore di CopenHill a Copenhagen. Roma, 17 giugno 2019. FACEBOOK

Un nuovo studio di CE Delft richiesto da Zero Waste Europe mostra che l’inclusione dell’incenerimento nell’ambito dell’Emission Trading System (ETS) dell’Unio Europea incoraggerebbe la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti e genererebbe benefici per il clima e l’occupazione. L’incenerimento dei rifiuti urbani è attualmente escluso dal sistema europeo di scambio di quote di emissione. Se lo si include, le aziende dei rifiuti dovranno acquistare crediti di emissione per ogni tonnellata di CO2 che emettono durante il trattamento di rifiuti domestici, aziendali e industriali. Questo costo aggiuntivo può fungere da incentivo per la prevenzione e iriciclo, che diventeranno quindi più competitivi (meno costosi) dell’incenerimento. Inoltre, verranno creati nuovi posti di lavoro poiché le attività di riciclo sono più impegnative rispetto all’incenerimento dei rifiuti. Da qui al 2030, dice lo studio, c’è il potenziale per creare più di 14.000 posti di lavoro. I potenziali impatti dell’inclusione sono stati studiati sulla base di due scenari: il primo è quello fossile, che vede incluse solo le emissioni di CO2 fossile (emissioni di CO2 provenienti ad esempio dall’incenerimento della plastica), il secondo è quello calcolato sulle emissioni di CO2 sia fossili che biologiche (derivanti dall’incenerimento dei rifiuti alimentari) incluse nell’EU ETS.

Janek Vähk, coordinatore per il clima, l’energia e l’inquinamento atmosferico di Zero Waste Europe, afferma: “Il nuovo rapporto mostra che l’inclusione è una triplice situazione vantaggiosa per tutti, poiché va a vantaggio non solo del clima, ma crea anche occupazione e aiuta l’Europa a muoversi verso una maggiore economia circolare favorendo la prevenzione e il riciclo dei rifiuti”.

Le principali conclusioni dello studio di ZWE sono:

  • L’inclusione dell’incenerimento nel sistema ETS dell’UE incoraggerà le attività di riciclaggio da parte delle famiglie e delle imprese. Poiché le imprese hanno un incentivo più diretto sui prezzi se l’incenerimento è incluso nel sistema, gli impatti saranno maggiori per loro (riduzione dei rifiuti dall’8 al 25%) rispetto alle famiglie (riduzione dei rifiuti dallo 0,2 al 5%).
  • L’incenerimento nell’EU ETS può ridurre le emissioni di CO2 che vanno da 2,8 milioni di tonnellate all’anno nel 2022 nello scenario fossile, fino a 8,8 milioni di tonnellate all’anno nello scenario fossile e biologico nel 2030. Oltre il 90% dei benefici ambientali deriva dalla riduzione dei rifiuti commerciali e industriali.
  • Poiché le attività di riciclo sono più impegnative rispetto all’incenerimento o al collocamento in discarica, incluedere l’incenerimento nel sistema ETS dell’UE potrebbe comportare 6.800 posti di lavoro aggiuntivi nello scenario fossile nel 2022 e fino a oltre 21.000 posti di lavoro nello scenario fossile e biologico nel 2030.

Zero Waste Europe invita il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE a modificare la proposta della Commissione e includere gli inceneritori di rifiuti urbani, facendo in modo che paghino le loro emissioni.

Leggi il rapporto completo qui.

Fonte: ecodallecitta.it

Quale ruolo per l’incenerimento dei rifiuti nell’economia circolare?

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I Governi delle regioni europee chiedono alla Commissione Ue una maggiore impegno sul fronte della riduzione dei rifiuti e sulla raccolta dei rifiuti organici, ponendo l’incenerimento in coda alla gerarchia della gestione rifiuti. Il waste-to-energy è riconosciuto come uno strumento necessario per progredire verso un’economia circolare più sostenibile, poiché evita il conferimento in discarica e genera energia. Tuttavia, i governi locali chiedono di rispettare rigorosamente la gerarchia dei rifiuti, ponendo tra le priorità la riduzione dei rifiuti. I membri si dicono favorevoli alla creazione di mercati stabili per prodotti e materiali basati su materie prime secondarie e ad adoperarsi al massimo per ridurre il conferimento in discarica. I membri del Comitato Europeo delle Regioni hanno adottato un parere su “Il ruolo dei rifiuti nell’energia nell’economia circolare” promosso dalla relatrice Kata Tűttö (HU / PES, consigliera comunale di Budapest – Distretto 12). Waste to energy è il processo di recupero dell’energia dalla combustione dei rifiuti. La linea di base dei leader locali è chiara. La gerarchia dei rifiuti, che istituisce azioni prioritarie per una maggiore efficienza delle risorse verso l’obiettivo della riduzione dei rifiuti, deve essere il principio guida nella gestione dei rifiuti. Al vertice della gerarchia vi è la riduzione, seguita dal riutilizzo dei prodotti, dal riciclo dei prodotti, dal recupero di energia e dallo smaltimento in discarica come scenario meno ottimale.

Lo smaltimento in discarica è la cosa peggiore che possiamo fare perché le cose che gettiamo via possono essere effettivamente riutilizzate, riciclate o trasformate in energia – ha affermato la relatrice Kata Tűttö – con i moderni trattamenti waste-to-energy i rifiuti urbani possono essere trasformati in elettricità, calore o biogas“, ha aggiunto l’assessore comunale di Budapest. Le città e le regioni raccomandano agli Stati membri con una capacità di incenerimento minima o nullo di non sviluppare il recupero di energia se non sono in una pianificazione molto attenta e privilegiano invece i programmi di raccolta e riciclaggio separati. I leader locali mostrano preoccupazione su come e da chi devono essere sostenuti i costi di gestione dei rifiuti. RIbadendo la necessità di creare mercati stabili per prodotti e materiali basati su materie prime secondarie. L’uso dei rifiuti come combustibile per il riscaldamento delle famiglie è un grave problema per la salute pubblica e l’ambiente. La povertà energetica è spesso la ragione principale per cui le abitazioni private utilizzano i rifiuti per il riscaldamento. L’assemblea dei rappresentanti locali e regionali dell’UE sollecita la Commissione europea a integrare gli sforzi per combattere la povertà energetica nelle attività di termovalorizzazione e ad adottare strategie di sensibilizzazione. I leader locali sostengono le spedizioni di rifiuti tra gli Stati membri per scopi di recupero energetico, purché evitino o riducano lo smaltimento in discarica o contribuiscano a fare un uso migliore delle strutture esistenti. Tuttavia, la distanza dalla posizione dei rifiuti all’impianto di incenerimento dovrebbe essere limitata per evitare danni ambientali. Sul tema della raccolta differenziata il CdR è favorevole alla raccolta differenziata obbligatoria dei rifiuti organici, che rappresentano una quota significativa dei rifiuti domestici, e riconosce che è opportuno attribuire maggiore attenzione a processi come la digestione anaerobica dei rifiuti biodegradabili puliti, raccolti separatamente in maniera adeguata, che combina il riciclaggio di materiali con il recupero di energia;

I membri del CdR chiedono alla Commissione europea di garantire che gli Stati membri coinvolgano strettamente le autorità locali e regionali nell’elaborazione delle strategie di gestione dei rifiuti.

Qui il documento integrale sul parere del Comitato europeo delle regioni 

Fonte: ecodallecitta.it