Sfalci e potature: Fiper scrive al presidente Anci Fassino per l’impiego a scopi energetici

385690_1

Lettera aperta di Fiper (Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) al presidente dell’ANCI Piero Fassino per l’impiego di sfalci e potature da verde urbano a fini energetici in relazione al Collegato Agricoltura in discussione al Senato. On line il testo della lettera

 

Gentile presidente Fassino,

 

le scrivo a nome della Federazione dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili-FIPER che rappresento in qualità di presidente riguardo la modifica all’art. 185 del Testo Unico Ambientale inserita nel collegato agricolo all’art. 41 del Ddl S 1328-B che prevede l’impiego delle potature del verde urbano a fini energetici che verrà discusso al Senato lunedì 20 giugno 2016.

FIPER da anni si batte per fare in modo che le potature del verde urbano non siano più considerate rifiuti, come avviene già in molti altri Paesi Europei e possano quindi essere utilizzate ai fini energetici. La modifica ora introdotta dal collegato Ambientale riprende la logica del parere rilasciato dal Ministero dell’Ambiente lo scorso 17 maggio 2015 sulla possibilità di classificare le potature del verde urbano quale sottoprodotto nel rispetto dei requisiti previsti dall’art.184 del Testo Unico Ambientale, posizione che, tra l’altro, era già la stessa introdotta da Cottarelli nel suo piano di Spending Review (Capitolo misure sotto i 100 milioni di euro: valorizzazione biomasse legnose).

Nei giorni scorsi abbiamo appreso con stupore da un’agenzia di stampa che Filippo Bernocchi di Prato, vostro delegato ANCI a Energia e Rifiuti avrebbe appoggiato la mozione del presidente del Consorzio Italiano dei Compostatori, Alessandro Canovai e nonché presidente di ASM spa, municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti di Prato, affinché questa tipologia di residuo rimanga nella disciplina rifiuti.

Dal punto di vista economico, per l’amministratore pubblico, l’utilizzo del verde urbano trasforma la gestione di questa biomassa da costo di smaltimento a vendita sul mercato con relativo ricavo. È bene che ANCI sappia che, a livello nazionale, il quantitativo disponibile di potature del verde urbano si attesta dai nostri studi intorno ai 3-4 milioni di Tonnellate/anno con un costo di smaltimento di circa 180-240 milioni di Euro a fronte di un possibile ricavo, in caso di utilizzo energetico, di 80-120 milioni. Il beneficio economico complessivo per l’Amministrazione pubblica Italiana potrebbe aggirarsi quindi tra 240-360 milioni di Euro/anno.

Diversificare gli usi e aumentare la competitività dei “beni pubblici” ci sembra un interesse generale da perseguire, promuovere e salvaguardare. Tra l’altro non si capisce la preoccupazione del Presidente Canovai e del comparto che rappresenta dal momento che, la classificazione delle potature, fuori dal regime di gestione dei rifiuti, non vieterebbe ai compostatori di impiegare questo materiale quale strutturante della fabbricazione del compost come da loro indicato.

Chiaramente ci si misurerà sul mercato, nella logica della concorrenza nei diversi usi (compost – energia) ed è chiaro che i Comuni potranno sempre più beneficiare economicamente di questa competizione per l’acquisto delle potature di loro pertinenza.

Credo non sia invece sostenibile la tesi secondo cui se detta biomassa viene considerata rifiuto permetta alle amministrazioni comunali di raggiungere gli obiettivi previsti per la raccolta differenziata.

Quanto sopra premesso, le sarei grato di conoscere la posizione ufficiale di ANCI in merito alla questione potature, auspicando che ANCI voglia appoggiare la proposta inserita nel collegato agricolo, facendosi parte attiva affinché l’art. 41 non subisca ulteriori impedimenti ostativi.

Colgo l’occasione per porgerle cordiali saluti e rimango a disposizione per un eventuale confronto per meglio illustrarle le tematiche sopra trattate.

F.I.P.E.R.presidente
Walter Righini

Fonte: ecodallecitta.it