Efficienza energetica, Airbank: evitate oltre 500 tonnellate di Co2 in atmosfera con l’impianto fotovoltaico

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Completamente indipendente dal punto di vista energetico e ad emissioni zero: grazie al suo impianto fotovoltaico, Airbank ha evitato l’emissione di oltre 65 tonnellate di CO2 nel 2017. Dal 2010 ad oggi l’energia totale da installazione dell’impianto è pari a 996.211 kWh, la CO2 totale evitata è pari a 535.981 kg, cioè 1.339 alberi equivalenti. Sono 65.783 i kg di CO2 evitati in atmosfera nel 2017 da Airbank, l’azienda leader in italia nel settore dell’antinquinamento e della sicurezza ambientale che dal 2010 ha realizzato sulla propria struttura un impianto fotovoltaico in grado di produrre oltre energia elettrica da fonte rinnovabile e quindi con impatto ambientale uguale a zero. Considerando che per produrre 1 kWh elettrico vengono bruciati mediamente l’equivalente di 2,56 kWh sotto forma di combustibili fossili e di conseguenza emessi nell’aria circa 0,5 kg di anidride carbonica, per ogni kilowattora prodotto dal sistema fotovoltaico Airbank evita l’emissione di 0,5 kg di anidride carbonica, tra i principali responsabili dell’effetto serra. La Co2 evitata nell’ultimo anno da Airbank si può quindi quantificare anche con un numero di alberi equivalenti pari a 165 nel 2017, considerando che durante la propria vita una pianta fissa mediamente 400 kg di Co2. Nell’ultimo anno sono stati prodotti 131.569 kWh: il 2017 ha rappresentato dal 2010 l’anno più produttivo in assoluto, con un picco nel mese di luglio quando si sono raggiunti i 18,428 kWh. Ogni giorno vengono prodotti in media 146.9 kWh. Dal 2010 ad oggi l’energia totale da installazione dell’impianto è pari a 996.211 kWh, la CO2 totale evitata è pari a 535.981 kg, cioè 1.339 alberi equivalenti.

“Da sempre siamo convinti che la salvaguardia dell’ambiente sia collegata al benessere dell’uomo”, spiega Gloria Mazzoni, General Manager di Airbank. “Dalle nostre strutture e i nostri edifici fino ai prodotti che ogni giorno proponiamo sul mercato, la sostenibilità e l’attenzione per la natura sono al primo posto. L’investimento fatto nel 2010 per l’impianto fotovoltaico ci ha permesso di contenere le spese energetiche dell’azienda e di essere autonomi dal punto di vista energetico: vogliamo dare un esempio reale dal punto di vista dell’efficienza energetica e dell’abbattimento delle emissioni di CO2, dimostrando dimostrare che è possibile impegnarsi concretamente per il nostro Pianeta”.

Airbank
Airbank è l’azienda leader in Italia nel settore dell’antinquinamento e della sicurezza ambientale, ma soprattutto un’azienda a bassissimo impatto ambientale. Grazie al suo impianto fotovoltaico, infatti, è autonoma dal punto  di vista energetico. Da sempre percorre le vie della ricerca, dell’innovazione tecnologica e della qualità con l’unico obiettivo di produrre articoli in grado di elevare gli standard qualitativi del lavoro dell’uomo. Tra i suoi clienti la Protezione Civile, Enel, Erg, Parmalat, Amsa e Trenitalia.

Maggiori informazioni sul sito istituzionale www.airbank.it

Fonte: agenziapressplay.it

 

L’impianto fotovoltaico a forma di panda in Cina

E’ probabilmente il parco fotovoltaico più simpatico del mondo: 100 MW di pannelli solari che disegnano un panda nelle campagne della Cina.http _media.ecoblog.it_4_41e_impianto-fotovoltaico-a-forma-di-panda-in-cina

E’ stato connesso alle rete elettrica della provincia cinese dello Shanxi il parco fotovoltaico a forma di panda di Datong. Si tratta dei primi 50 MW su 100 MW totali, che stupiscono più per la creatività che per le soluzioni tecniche adottate. Non si tratta, infatti, dell’impianto fotovoltaico più grande del mondo ma, sicuramente, del più originale e simpatico. Che porta con sé anche un bel messaggio. L’idea, infatti, è quella di lanciare un messaggio ai giovanissimi in un paese, la Cina, che è fondamentale per il futuro dell’intero pianeta. E’ noto, infatti, che le scelte che faranno i cinesi nei prossimi 20-30 anni influiranno pesantemente sullo sviluppo economico e sociale del resto del mondo. Il parco di Datong è stato costruito da Panda Green Energy, precedentemente nota come United Photovoltaics Group Limited. La storia del parco solare a forma di panda è iniziata a maggio 2016, con un accordo tra Panda Green Energy e lo UNDP, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo e la successiva costruzione dei primi 50 MW. Il progetto rientra nella grande iniziativa congiunta dell’ONU e del Governo cinese denominata “Belt and Road“, che mira a portare sviluppo economico lungo quella che un tempo era la antica via della seta euroasiatica. Al di là del forte impatto comunicativo, specialmente nei confronti dei più giovani, quando l’impianto fotovoltaico a forma di panda di Datong sarà ultimato potrà produrre 3,2 miliardi di kWh di energia elettrica pulita, nel corso dei 25 anni di operatività prevista dal progetto. Ciò comporterà un risparmio di emissioni di CO2 pari a 2,74 miliardi di tonnellate, che sarebbero state prodotte se l’energia elettrica fosse stata generata da 1.065 milioni di tonnellate di carbone. Panda Green Energy prevede di costruire, nei prossimi cinque anni, altri parchi fotovoltaici dalle forme insolite (come anche centrali elettriche con altre tecnologie pulite) lungo la via della seta con il progetto “Panda 100 Program“.

Fonte: ecoblog.it

Un comune calabrese elimina la Tasi, tutto merito del fotovoltaico

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Antonio Cersosimo, sindaco di San Lorenzo Bellizzi, comune in provincia di Cosenza, ha deciso di tagliare la Tasi grazie all’energia prodotta dal fotovoltaico. A beneficiarne saranno i 700 abitanti che non pagheranno la Tassa sui servizi indivisibili. I proprietari che decideranno di ristrutturare la loro casa, inoltre, saranno esentati dal pagare le tasse per i prossimi 5 anni. Quattro anni fa, sfruttando i generosi incentivi del quinto Conto Energia, il sindaco del comune calabrese ha deciso di investire installando tre impianti da 13 MW che hanno permesso di risparmiare 90mila euro l’anno. Cersosimo spera ora di poter ripetere l’eliminazione della Tasi anche per i prossimi anni. Anche se il Governo Renzi, sin dalle prime settimane apertamente contrario alle energie rinnovabili, potrebbe rovinare i piani del sindaco:

“Con la nuova normativa sugli incentivi diventa difficile continuare a puntare sul solare. Prima il sussidio riusciva a coprire l’investimento iniziale, ora non è più così”.

Per il momento i sanlorenzani ringraziano…

Fonte:  La Stampa

California, impianto fotovoltaico di 16 kmq servirà 160mila abitazioni

Il ministro dell’Interno Sally Jewell ha inaugurato l’impianto fotovoltaico che avrà una potenza di 550 milioni di watt. Il Desert Sunlight Solar Farm è uno dei più grandi impianti fotovoltaici del mondo e quando sarà a pieno regime, grazie al sole della California, potrà illuminare 160mila abitazioni della West Coast. La sua estensione è da record: 16 chilometri quadrati, vale a dire un quadrato con lati di quattro chilometri. La potenza energetica di questa “fattoria solare” sarà di 550 milioni di watt, una quantità di energia sufficiente a illuminare e scaldare 160mila abitazioni. L’impianto sorge su terreni di proprietà pubblica gestiti dal Federal Bureau of land management e a tagliare il nastro della “solar farm” è arrivato nientemeno che il ministro dell’Interno, Sally Jewell, a testimonianza dell’impegno dell’amministrazione Obama sulle rinnovabili. L’esplosione della bolla del fracking potrebbe dare nuovo impulso alle rinnovabili ed è evidente che un impianto come questo, nello Stato più democratico, green ed engagé d’America. Questo è l’inizio di un futuro a energia rinnovabile. Prima del 2009 nessun progetto solare aveva ricevuto alcuna autorizzazione su terra pubblica, ma da allora i permessi nel Sud-Ovest degli Stati Uniti per impianti simili sono stati 29,

ha dichiarato il ministro accendendo simbolicamente un interruttore.

Proprio la California è uno degli Stati federali maggiormente impegnati nel campo dell’energia pulita: il governatore Jerry Brown ha fissato l’obiettivo di avere il 50% di energia utilizzata nello Stato da fonti rinnovabili entro il 2030. L’amministrazione Obama ha destinato 90 kmq di terreno in California per sostenere progetti di energia pulita.1622893073-586x389

© Foto Getty Images

Fonte: ecoblog.it

Topaz: attivata in California la centrale solare più grande del mondo

Un impianto fotovoltaico gigante, da 500MW di potenza e 9 milioni di pannelli solari installati su un’area di 25 km quadrati: è Topaz, la centrale solare più grande mai costruita fino ad ora. Appartiene a MidAmerican Solar ed è stata realizzata a San Luis Obispo County381267

Mancavano gli ultimi 40MW da allacciare per completare la rete di Topaz, la centrale solare più grande mai costruita fino ad ora, e l’azienda proprietaria (la MidAmerican Solar) prevedeva di concludere i lavori nel 2015. Con qualche mese d’anticipo rispetto ai piani, il mega impianto fotovoltaico è già stato attivato a San Luis Obispo County.  La centrale – che è costata circa 2,5 miliardi di sollari – servirà ad alimentare oltre 160.000 abitazioni, grazie ai suoi 9 milioni di pannelli fotovoltaici, che coprono una superficie di oltre 25 km quadrati.  Nonostante si tratti di una delle forme di energia più pulite al mondo, le dimensioni della struttura hanno sollevato diverse polemiche fra gli ambientalisti e le amministrazioni locali, preoccupati delle conseguenze dell’opera su fauna e flora circostanti. Alla fine l’impresa ha potuto portare a termine i lavori solo impegnandosi a garantire la rigenerazione del suolo a proprio carico al termine dell’attività lavorativa della centrale, che non potrà superare i 35 anni.

(Foto: popularlogistics.com)

Fonte: ecodallecitta.it

Spalma incentivi, assoRinnovabili: «La mancanza del decreto attuativo è un nuovo schiaffo al fotovoltaico»

Il decreto attuativo del cosiddetto provvedimento spalma rinnovabili era atteso entro il 1° ottobre 2014, ma non è ancora stato emanato. Il testo è indispensabile per fissare le percentuali di rimodulazione dell’incentivo al fotovoltaico.impiantoFV-capannone_5

Era atteso entro il 1° ottobre 2014, ma ad oggi non si ha ancora notizia del decreto attuativo che avrebbe dovuto disciplinare le percentuali di rimodulazione dell’incentivo, previste dall'”opzione b”, una delle tre contenute nella contestata norma Spalma Incentivi.  «Oltre al danno, la beffa: oggi chi ha un impianto fotovoltaico di potenza superiore a 200 kW in Italia non solo si è visto decurtare l’incentivo retroattivamente, ma si trova pure nella condizione di non poter scegliere la modalità con cui gli sarà ridotta la tariffa, perché la disciplina attuativa di una delle tre opzioni non esiste ancora. Il tutto a meno di 50 giorni dal termine ultimo, fissato dal Legislatore perentoriamente al 30 novembre, per comunicare al GSE l’opzione di riduzione tra quelle previste dalla norma – commenta Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili – L’operatore si trova così, di fatto, vincolato alla scadenza, ma nell’impossibilità reale di effettuare una scelta consapevole, fintanto che il Ministero non adotterà il decreto». Una situazione insostenibile ed inaccettabile per assoRinnovabili, che ha scritto al Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare l’uscita di tale decreto, esigendo una proroga del termine del 30 novembre di almeno tanti giorni quanti saranno quelli di ritardo accumulato dalla mancata adozione del provvedimento, cosi da tutelare i produttori, garantendo un tempo sufficiente per valutare quale opzione sia la più idonea (o meglio la meno pregiudizievole) per ciascun impianto. «Riducendo i tempi, il Ministero sembra non voler tener conto della complessità della scelta cui va incontro l’operatore – commenta l’associazione – oltre alla valutazione dell’impatto economico e finanziario delle singole opzioni, infatti, la scelta finale del produttore dovrà poi essere condivisa e approvata dagli organi decisionali dei principali istituti bancari».
assoRinnovabili sottolinea inoltre «il totale silenzio da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze sul decreto che dovrebbe disciplinare l’accesso ai finanziamenti bancari garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, che permetterebbero agli operatori di mitigare gli effetti del taglio». L’associazione conferma quindi la volontà di intraprendere azioni legali contro la norma spalma incentivi, al fine di «dimostrare l’incostituzionalità del provvedimento e garantire il principio di certezza del diritto e di affidamento delle imprese verso lo Stato». Per questo motivo, in attesa che si sblocchi l’impasse, l’associazione manterrà ancora aperta la possibilità per gli operatori di unirsi all’azione legale contro il decreto, che vede già l’adesione di numerose di imprese.

Leggi come aderire al ricorso promosso da assoRinnovabili.

Fonte: ecodallecitta.it

Rimozione amianto e fotovoltaico, l’accoppiata conviene ancora!

Senza Conto Energia non c’è più la possibilità di ripagarsi la rimozione e lo smaltimento dell’eternit grazie al fotovoltaico? Abbiamo indagato, scoprendo che, grazie alle detrazioni fiscali, la convenienza per le famiglie e per le imprese rimane.
È dagli anni ’40 del secolo scorso che si sa per certo che l’amianto è una sostanza estremamente pericolosa, le cui fibre, se respirate o ingerite, possono provocare tumori, ma solo nel 1992 l’Italia ha proibito con un’apposita legge la produzione e l’uso di prodotti che lo contengono e obbliga alla rimozione dall’ambiente di questo minerale, in Italia presente soprattutto nei manufatti di Eternit, miscela di cemento-amianto, con cui sono stati realizzati nei decenni scorsi centinaia di chilometri quadri di coperture. Da allora, però, delle 32 milioni di tonnellate di Eternit che si stima essere in circolo in Italia, anche nei tetti di 3000 scuole, ne sono state rimosse e smaltite legalmente appena il 2%, mentre non si conosce ancora con precisione dove sia il restante 98%, perché non esiste un completo censimento nazionale, mentre le Regioni procedono in questo campo in ordine sparso.  Un’ottima idea per far sparire da sopra le nostre teste l’amianto, in realtà l’Italia l’aveva avuta negli anni scorsi, quando con i vari Conto Energia, avevano riservato un incentivo maggiore del normale, a chi, approfittava della rimozione di un tetto di Eternit, per l’installazione di un impianto fotovoltaico. A fine 2012, grazie a questa possibilità, di cui avevano approfittato soprattutto nel Nord e Centro Italia, erano stati risanati 26.000 tetti con amianto, per una superficie di 20 kmq e una potenza elettrica ottenuta di circa 2,5 GW.

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Da luglio 2013, gli incentivi al solare FV sono finiti. Con essi è dunque sparita la possibilità di ripagarsi rimozione e corretto smaltimento grazie all’elettricità prodotta dal sole?
Per le famiglie, esiste la possibilità di usare la detrazione del 50% sui lavori di ristrutturazione domestica che, oltre al fotovoltaico, è utilizzabile anche per la rimozione dell’amianto. Ma visto che l’amianto è pericoloso a tutte le latitudini, forse, per rendere più semplice e spedita la sua rimozione dai capannoni italiani, si potrebbe valutare l’ipotesi di dare uno sconto fiscale simile a quello destinato alle famiglie anche alle imprese, calcolandolo in modo che si recuperi, in tempi ragionevoli, sia la spesa dell’impianto che quella del risanamento del tetto, e tenendo conto che le imprese, normalmente, possono auto-consumare ben più delle famiglie e che quindi potrebbe bastare anche uno sconto più ridotto. L’idea sembra essere condivisa dallo stesso Piano Nazionale Amianto, ideato dal governo Monti per censire e rimuovere la pericolosa sostanza almeno nei luoghi più sensibili, dove si legge: “Il reperimento delle risorse finanziarie può essere coadiuvato da interventi di defiscalizzazione delle attività di bonifica. Ad esempio, il sistema incentivante per la sostituzione delle coperture con pannelli fotovoltaici ha già dato ottimi risultati in quelle regioni che lo hanno praticato”.

 

Fonte: qualenergia

‘Nuova Sabatini’, anche il fotovoltaico rientra tra le spese ammissibili

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Il MSE ha recentemente pubblicato sul proprio sito internet la sezione FAQ relativa alla “Nuova Sabatini”, lo strumento agevolativo istituito dall’articolo 2 del “Dl Fare” (Dl n. 69/2013) finalizzato ad accrescere la competitività del sistema produttivo migliorando l’accesso al credito delle PMI. Dal documento pubblicato risulterebbe che l’acquisto di un eventuale impianto fotovoltaico funzionale allo svolgimento dell’attività d’impresa sarebbe considerabile come spesa ammissibile. Ricordiamo brevemente che la “Nuova Sabatini” è rivolta alle PMI, operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, che realizzano investimenti (anche mediante operazioni di leasing finanziario) in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuove di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali. Nello specifico si riporta di seguito la FAQ n.10 relativa all’ammissibilità del fotovoltaico, la quale recita che:

10) E’ ammissibile l’acquisto di un impianto fotovoltaico? L’acquisto di un impianto fotovoltaico funzionale allo svolgimento dell’attività d’impresa è considerata spesa ammissibile alle agevolazioni, laddove rientri nel concetto di “impianti”, come chiarito nelle varie risoluzioni dell’Agenzia delle entrate (cfr. circolare 19 dicembre 2013 n. 36/E; circolare 19 luglio 2007, n.46/E; circolare 11 aprile 2008, n.38/E), quindi macchinari, impianti diversi da quelli infissi al suolo, ed attrezzature varie, classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2 e B.II.3 dello schema previsto dall’art. 2424 c.c. (Art. 5 DM 27 novembre 2013 – P.to 6 Circolare 10 febbraio 2014 n. 4567)

Fonte: EnergyManager.net

Vai alla scheda informativa della “Nuova Sabatini”

Leggi le FAQ della “Nuova Sabatini”

MSE. Circolare del 10 Febbraio 2014, n.4567 “Nuova Sabatini”