Imidacloprid per fermare la Xylella in Puglia, stop dell’Ue: “Uccide le api”

Imidacloprid

Stop all’uso di Imidacloprid sugli ulivi pugliesi colpiti da Xylella. Un decreto del governo Gentiloni ne aveva imposto l’impiego per fermare la diffusione del batterio.

I rischi per l’ambiente e gli insetti impollinatori sono però troppo alti: l’Unione Europea ha bloccato il decreto del precedente esecutivo.

Scopriamo il percorso che ha portato al blocco del provvedimento.

Imidacloprid: lo stop Ue

La motivazione dello stop dell’Unione Europea al decreto Martina che imponeva il ricorso all’Imidacloprid sulle piante infette da Xylella è molto semplice:

«Rischi per le api in caso di usi esterni dell’Imidacloprid».

I pesticidi neonicotinoidi, è ormai risaputo, sono dannosi per le api. Per questo sono stati di recente vietati in Ue, anche se l’uso è ancora consentito nelle serre permanenti. L’Imidacloprid è, insieme a clothianidin e thiamethoxam, uno dei pesticidi banditi sul territorio europeo, per la coltivazione all’aperto. Ecco perché il decreto Gentiloni, che ne imponeva l’impiego sugli ulivi pugliesi, non doveva essere approvato. Spiegano da Bruxelles:

«Le autorità italiane erano tenute a presentare dati di conferma per gli usi ancora consentiti. Inoltre era previsto un riesame dei nuovi dati scientifici relativi ai rischi per le api derivanti dall’uso di Imidacloprid entro due anni».

Riesame che non è ancora arrivato. Un portavoce della Commissione Ue ha rincarato la dose:

«Le autorità italiane avrebbero dovuto notificare alla Commissione europea l’inserimento di un pesticida soggetto a restrizioni nell’elenco delle sostanze potenzialmente utilizzabili contro la cicala vettore della Xylella fastidiosa contenuto nel decreto del febbraio 2018 sulle misure di emergenza contro il batterio».

La Commissione, ha aggiunto il portavoce, “è a conoscenza del fatto che nel decreto ministeriale in questione l’Imidacloprid è elencato tra le sostanze che potrebbero essere usate. Tuttavia questo utilizzo richiederebbe innanzitutto un’autorizzazione specifica da parte delle autorità italiane, che non è stata ancora emessa, pertanto il suo uso è vietato. Esiste inoltre l’obbligo per le autorità italiane di notificare la misura alla Commissione”.

Il decreto del governo Gentiloni

Insomma, il “decreto Martina” non doveva essere emanato. Il provvedimento, che porta il nome dell’ex ministro dell’Agricoltura del governo Gentiloni, imponeva l’obbligo di utilizzare gli insetticidi in Puglia, per contrastare la diffusione di Xylella fastidiosa sugli ulivi.

Contro il decreto, in Europa hanno presentato esposti sia Diem25, il movimento fondato da YanisVaroufakis, e il Movimento 5 Stelle. Diem25 sosteneva che il decreto fosse illegittimo, perché mai notificato a Bruxelles. Rosa D’Amato, eurodeputata pentastellata, aveva inoltre presentato un’interrogazione sull’argomento il 23 aprile.

«Le nostre denunce sono state confermate – ha dichiarato D’Amato all’indomani della pronuncia UE – Questopesticida è nocivo per le api e di conseguenza comporta gravi rischi per l’agricoltura e l’economia del territorio. La vicenda dimostra ancora una volta come, fin dal principio, le autorità italiane si siano piegate alle lobby dei pesticidi. Abbiamo più volte denunciato i rischi connessi all’uso intensivo di queste sostanze, oggi i fatti e la stessa Efsa ci danno ragione. Serve un cambiamento di paradigma per affrontare davvero la crisi dell’agricoltura e dell’economia pugliesi, concentrando le misure per combattere la xylella sulla promozione di trattamenti e coltivazioni biologiche. Il nuovo governo rimedierà agli errori del precedente».

Accogliendo le istanze di M5S e Diem25, l’Ue ha di fatto bloccato il decreto Martina.

Imidacloprid e gli altri neonicotinoidi: tutti i rischi per gli impollinatori

Le evidenze scientifiche che condannano l’impiego dei pesticidi neonicotinoidi sono ormai numerose. Troppe per essere ignorate. E infatti l’Unione Europea, come accennato, ha vietato l’impiego all’aperto di Imidacloprid e altre sostanze simili. Quali sono le conseguenze dell’uso di questo tipo di pesticidi sulle api? Le ricerche sul tema sono diverse. Ricordiamo per esempio che l’Università svizzera di Berna ha dimostrato come i neonicotinoidi causano una diminuzione del 39% nella produzione dello sperma dei maschi di Apis Mellifera. Inoltre, il 32% dei fuchi maschi esposti atali pesticidi non abbia raggiunto i 14 giorni di età, momento in cui questi insetti raggiungono la maturità sessuale. Il Centre for Ecology and Hydrology (CEH) di Wallingford, nel Regno Unito, ha inoltre dimostrato che i neonicotinoidi fanno diminuire drasticamente la presenza di api selvatiche. Fino al meno 30 per cento è stato registrato nei campi di colza.

Fonte: ambientebio.it

Neonicotinoidi: due insetticidi tossici per il cervello dei bambini

L’EFSA propone l’abbassamento dei livelli guida per l’esposizione a due neonicotinoidi: acetamiprid e imidacloprid che possono avere effetti negativi sul sistema nervoso umano in fase di sviluppopesticidi-620x350

L’EFSA propone per due insetticidi neonicotinoidi, l’acetamiprid e imidacloprid di abbassare i livelli guida per les’posizione ammissibile poiché possono avere effetti negativi sul sistema nervoso dei bambini. I neonicotinoidi sono quella casse di insetticidi sotto accusa anche per essere la causa della mora delle api, per cui l’Europa ha espresso una moratoria per tre pesticidi killer delle api. L’Autorità sulla sicurezza alimentare ha anche richiesto ulteriori ricerche per stabilire ulteriori dati a supporto della neurotossicità dei due prodotti attualmente in commercio. La richiesta del panel di esperti sull’uso dei prodotti fitosanitari e residui il PPR dell’EFSA è per la richiesta di ridefinizione in Europa dei livelli per cui si rendano obbligatori studi dìsulla neurotossicità quale parte integrante del processo di autorizzazione. L’EFSA nel merito ha accolto la richiesta della Commissione europea elaborando il parere scientifico grazie ai recenti studi di Kimura-Kuroda e ai dati già disponibili su acetamiprid e imidacloprid rispetto alla possibilità di danno nei confronti del sistema nervoso umano in fase di sviluppo e sopratutto nei confronti del cervello. I danni che possono arrecare i due neonicotonoidi acetamiprid e imidacloprid secondo quanto rilevato dal panel di esperti scientifici del PPR riguardano l’effetto negativo sullo sviluppo dei neuroni e strutture cerebrali come la memoria e l’apprendimento e hanno allertato la comunità scientifica concludendo che alcuni degli attuali livelli guida potrebbero risultare elevati rispetto all’esposizione ammissibile e dunque andrebbero ridotti.

Fonte:  Efsa

 

I neonicotinoidi non uccidono solo le api: pericolosi anche per gli esseri umani

Due insetticidi neonicotinoidi possono avere effetti dannosi anche sul sistema nervoso umano: a dirlo è la European Food Safety Authority (EFSA). Dunque, non sono pericolosi solo per le api.api

I neonicotinoidi incriminati sono l’acetamiprid and l’imidacloprid, che secondo i dati raccolti dall’Efsa risulterebbero neutorossici per l’uomo. Il panel di esperti che ha lavorato sulla questione ha anche sollecitato che vengano definiti criteri sulla base dei quali rendere obbligatori studi specifici per l’autorizzazione di queste sostanze, comprese strategie per valutare il potenziale neurotossico di tutti i neonicotinoidi. Il parere dell’Efsa era stato richiesto dalla Commissione Europea dopo una recente ricerca comparsa sulla rivista scientifica PlosOne che attestava proprio effetti sul sistema nervoso. Gli esperti Efsa hanno concluso che l’acetamiprid e l’imidacloprid possono avere effetti negativi sullo sviluppo dei neuroni e sulle strutture cerebrali danneggiando funzioni come l’apprendimento e la memoria. Il parere conclude affermando che gli attuali livelli di esposizione potrebbero non essere adeguati per garantire protezione e quindi dovrebbero essere ridotti; si sollecitano anche ulteriori studi. Per quanto riguarda le api la tossicità è ormai ampiamente dimostrata. L’Italia è stato il primo paese a sospendere l’impiego per la concia delle sementi con un divieto temporaneo, gli altri Paesi sono andati avanti in ordine sparso fino a quando la Commissione Europea nel 2012, ha chiesto ad Efsa di esprimersi. Il parere ha sollecitato il divieto d’uso almeno sulle colture più sensibili come mais e colza (arrivato nel gennaio 2013) ma le sostanze prese in esame erano state solo tre (clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam).

Fonte: il cambiamento

Estate, i consigli ‘salva-api’ di Greenpeace

Dall’alveare fai-da-te al giardinaggio. La campagna di Greenpeace per salvare le api ha dato vita ad una community che, da ogni parte d’Italia, ha deciso di fare rete per proteggere gli insetti più preziosi per l’agricoltura e per il nostro cibo. L’associazione fornisce anche le istruzioni per un’estate ‘Salva-api’.api_fiore3

70 mila firme su www.SalviamoLeApi.org, 1140 retweet con l’hashtag #SOSapi, tantissime foto da balconi, orti e giardini con il cartello “Qui api al sicuro” e milioni di persone raggiunte su Facebook. In meno di due mesi, la campagna di Greenpeace per salvare le api ha dato vita a una community che, da ogni parte d’Italia, ha deciso di fare rete su Internet e nelle proprie città per proteggere gli insetti più preziosi per l’agricoltura e per il nostro cibo: gli impollinatori. Un progetto che integra Web e mobilitazione al di fuori della rete. Così http://www.SalviamoLeApi.org parte dalla petizione on-line rivolta al ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo, per poi passare a una lista di azioni che il singolo utente può mettere in atto a casa sua per salvare le api. Per un’estate Salva-api, quindi, basterà un computer e un po’ di ingegno, le istruzioni le fornisce Greenpeace. Di seguito la lista delle azioni Salva-api:

1. La petizione

Firma la petizione su http://www.SalviamoLeApi.org e manda al ministro Nunzia De Girolamo l’e-mail con le richieste di Greenpeace: vietare l’uso di tutti i pesticidi dannosi per api e impollinatori, investire nella ricerca e nello sviluppo di pratiche agricole sostenibili e non nell’agricoltura industriale dipendente dalla chimica. Dal lancio della campagna, sono già quattro i pesticidi killer delle api parzialmente banditi dall’Unione europea: imidacloprid, thiametoxam, clothianidin e fipronil.alveare3

2. La foto-community “Qui api al sicuro”

Se non utilizzi pesticidi chimici nel tuo giardino, orto o balcone allora puoi entrare in azione scaricando il cartello Salva-api. Stampa il cartello con il messaggio “Qui api al sicuro” e mettilo nel tuo spazio verde. Scatta una foto e diffondila su Facebook e Twitter utilizzando #SOSapi. Inviando la foto all’indirizzo e-mail salviamoleapi.it@greenpeace.org, l’immagine entrerà a far parte dell’album di Greenpeace su Facebook. Con questa iniziativa farai parte della community e ci aiuterai a diffondere il messaggio.

3. Raccolta firme e volantino

Entra in azione scaricando il modulo di raccolta firme e il volantino informativo della campagna. Potrai coinvolgere i tuoi amici, parenti e vicini facendogli firmare la petizione e grazie al volantino porterai il messaggio di Greenpeace nei bar, nelle scuole e fra i tuoi contatti. Per scaricare il modulo e il volantino

4. Giardinaggio salva-api.

Fai scelte sostenibili con i fiori amici delle api. Perché piantare il solito geranio quando puoi aiutare le api con Calendula, Lupinella e Facelia? Su http://www.SalviamoLeApi.org > Fai scelte sostenibili > Voglio sapere quali semi piantare Greenpeace fornisce l’elenco dei fiori dove le api e gli altri insetti impollinatori possono trovare polline e nettare per nutrirsi. Più di 1500 utenti hanno già scaricato l’elenco di Greenpeace.greenpeace_api_sicuro

5. L’alveare per le api selvatiche

Se hai una buona praticità e hai voglia di rimboccarti le maniche, le api in fuga dai pesticidi killer hanno bisogno di un rifugio. Per costruire con le tue mani un rifugio per api selvatiche, vai su http://www.SalviamoLeApi.org > Fai scelte sostenibili > Come costruire un alveare per api selvatiche. Per prima cosa trova un posto tranquillo e riparato. Scegli aree vicine a campi con fiori come papaveri, fiordaliso o bocche di leone, il miglior nutrimento per far crescere le piccole api sane e forti. Infine costruisci una cornice esterna in legno, all’interno posiziona dei ceppi di quercia o faggio (dove avrai già praticato dei piccoli fori) oppure un mattone cavo. In aggiunta utilizza canne di bambù e piccoli ramoscelli.

Fonte: il cambiamento

API: NESSUN DIVIETO PER I PESTICIDI KILLER

 

Nessun divieto per i pesticidi killer delle api. L’Unione europea ha respinto il provvedimento: i neonicotinoidi che uccidono le api non sono stati banditi. Al termine di due giornate di discussioni Bruxelles ha annunciato che sulla proposta non c’è stata né una maggioranza a favore né una contraria.

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Nessun divieto per i pesticidi killer delle api. L’Unione europea ha respinto il provvedimento: i neonicotinoidi che uccidono le api non sono stati banditi. Al termine di due giornate di discussioni Bruxelles ha annunciato che sulla proposta non c’è stata né una maggioranza a favore né una contraria. A favore, si sono pronunciati 13 Stati, tra cui l’Italia, 9 i contrari e 5 gli astenuti. La Commissione rifletterà ora sui prossimi passi da farsi. Greenpeace aveva esortato i governi europei chiamati ad esprimersi sul divieto parziale a tre neonicotinoidi che hanno dimostrato di danneggiare pesantemente le api a non cedere alle pressioni dell’industria dei pesticidi, ma di proteggere l’agricoltura europea vietando queste sostanze, come già diversi pareri scientifici invitano a fare. Il servizio di impollinazione delle colture svolto dalle api e dagli altri insetti impollinatori si stima che abbia un valore di circa 22 miliardi di euro per l’agricoltura europea. In seguito alla pubblicazione di una serie di allarmanti studi scientifici sugli effetti negativi dei neonicotinoidi, la Commissione Europea ha proposto lo scorso gennaio il divieto in discussione nei giorni scorsi dagli Stati membri dell’UE. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e l’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) hanno entrambe pubblicato rapporti specifici, sollecitando una drastica azione. Il divieto proposto riguardava tre pesticidi di Syngenta e Bayer (imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam), che sono estremamente tossici per le api e per questo già oggetto di specifico bando temporaneo in Italia, limitato però alla sola concia delle sementi. “La comunità scientifica italiana, europea e mondiale ha messo in guardia più volte sul pesante contributo che neonicotinoidi e altri pesticidi apportano al drammatico declino delle api. Agire con urgenza per vietare questi prodotti, sia nella concia che nelle altre formulazioni, insieme agli altri pesticidi killer delle api, è il passo più urgente ed efficace per salvare le api e la loro opera essenziale per la nostra agricoltura e il nostro ecosistema”, ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace. In tutta risposta, le aziende agrochimiche hanno dato il via a forti azioni di comunicazione e pressioni politiche nel tentativo di scongiurare l’adozione di un divieto su scala europea. Tutto ciò nonostante il fatto che le previsioni catastrofiche dell’industria agrochimica sulla necessità dei neonicotinoidi per prevenire colossali perdite di raccolto rimangono infondate. I neonicotinoidi vengono irrorati su foglie, distribuiti sul suolo come geodisinfestanti o utilizzati come rivestimento delle sementi, e vengono poi assorbiti e distribuiti in tutta la pianta durante la crescita. Divieti parziali per i neonicotinoidi sono già in vigore in Italia, Francia, Germania e Slovenia. I tre prodotti oggetto di bando temporaneo nel nostro Paese dal 2008 (imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam) sono estremamente tossici per le api, con tossicità acuta orale a 4-5 ng/ape.

Fonte: il cambiamento