Cresce la domanda di elettricità in Italia, a febbraio +4,2%. Eolico e idroelettrico fanno da traino

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A febbraio cresce la richiesta di energia elettrica degli italiani ma il sistema di produzione rimane incentrato sui combustibili fossili nonostante le rinnovabili dimostrano di poter coprire fino al 33% della domanda. Nel mese di febbraio 2018, secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, la domanda di elettricità in Italia è stata di 26,3 miliardi di kWh, in aumento del 4,2% rispetto ai volumi dello stesso mese del 2017. La performance della domanda ha risentito dell’effetto temperatura: quest’anno, infatti, febbraio – a parità di calendario (20 giorni lavorativi) – ha fatto registrare una temperatura media mensile inferiore di quasi tre gradi centigradi rispetto a febbraio del 2017.

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La domanda del primo bimestre del 2018 è in crescita dello 0,5% rispetto al corrispondente periodo del 2017. A parità di calendario il valore è +0,2%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di febbraio 2018 è stata ovunque positiva: +3,9% sia al Nord che al Centro e +5% al Sud. In termini congiunturali, il valore destagionalizzato della domanda elettrica di febbraio 2018 ha fatto registrare una variazione positiva rispetto al mese precedente (+2,9%). Il profilo del trend si porta su un andamento crescente.389268_3

Nel mese di febbraio 2018 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’83,3% con produzione nazionale e per la quota restante (16,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,1 miliardi di kWh) è diminuita dello 0,8% rispetto a febbraio 2017. Sono in aumento le fonti di produzione idrica (+15,9%) ed eolica (+11,2%); in flessione le fonti geotermica (-1,8%), termica (-3,3%) e fotovoltaica (-11,8%).
La potenza massima richiesta a febbraio 2018 è stata di 54.697 MW, registrata il giorno mercoledì 28 alle ore 11 e risulta superiore del 6,5% al valore registrato alla punta di febbraio 2017. Il dato è correlato prevalentemente all’ondata di freddo intenso registrata negli ultimi giorni del mese.

A questo link è possibile leggere il Rapporto del mese di febbraio 2018

 

Fonte: Terna

Energie rinnovabili in Australia: 70% case alimentato da fotovoltaico, eolico e idroelettrico

Secondo Green Energy Markets le energie rinnovabili in Australia hanno coperto i consumi elettrici di 7 case su 10. Volano gli investimenti nel fotovoltaico.http _media.ecoblog.it_c_c3d_energie-rinnovabili-australia-fotovoltaico-eolico-idroelettrico

Negli ultimi dodici mesi, in media, le energie rinnovabili hanno totalizzato il 17,1% della produzione complessiva di energia elettrica in Australia, quanto basta per alimentare il 70% delle case private. Escludendo, quindi, le attività commerciali e industriali. Sono i dati forniti da Green Energy Markets nel suo ultimo Australian Renewable Energy Index. La fonte rinnovabile più produttiva in Australia, al momento, è l’idroelettrico con quasi 16 GWh prodotti su poco meno di 40 totali. Segue l’eolico con 12,3 GWh e il solare fotovoltaico con 7,2 GWh. Si aggiunga una piccola quota, pari a quasi 2,7 GWh, proveniente dalle bioenergie.
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Da notare che la gran parte dell’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici deriva da tetti fotovoltaici e non da grandi impianti di fotovoltaico a terra. Ed è proprio il solare elettrico la tecnologia che più sta avanzando in Australia, con 150.000 nuovi tetti fotovoltaici installati negli scorsi 12 mesi. Il grande fotovoltaico a terra avrà un boom, invece, l’anno prossimo: al momento in Australia si stanno costruendo circa 2,6 GW di nuova potenza fotovoltaica installata a terra, dando lavoro a oltre 8.800 persone. L’Australia è impegnata in una vera e propria transizione energetica, dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. Il Governo australiano è impegnato a portare avanti un complesso progetto di decarbonizzazione del sistema energetico e, per farlo, ha intenzione di puntare sulle rinnovabili con batteria. A questo scopo, infatti, sono già iniziati i contatti con Tesla e altre aziende del settore degli accumuli di energia.

Fonte: ecoblog.it

Fotovoltaico, eolico e idroelettrico: 139 paesi potrebbero essere 100% rinnovabili

Secondo uno studio scientifico dei ricercatori della Stanford University, pubblicato sulla rivista di settore dell’energia Joule, oltre mezzo mondo potrebbe essere alimentato solo da energia elettrica rinnovabile prodotta con eolico, fotovoltaico e idroelettrico. 139 paesi a emissioni zero.http _media.ecoblog.it_d_de8_fotovoltaico-eolico-idroelettrico-139-paesi-rinnovabili

Il sogno di ogni ecologista, cioè avere un mondo a emissioni zero di CO2 alimentato solo con le energie rinnovabili, è molto più realizzabile di quanto si possa pensare. Lo dicono gli scienziati dell’Università di Stanford. In uno studio, pubblicato sulla rivista Joule, i ricercatori hanno calcolato che 139 paesi (tra i quali ci sono tutti i paesi più industrializzati, Cina, USA e UE compresi) potrebbero emanciparsi completamente dai combustibili fossili entro il 2050. Cioè in appena 33 anni. Alla base di tutto ci dovrebbe essere una completa elettrificazione dell’economia e della vita quotidiana dei cittadini: auto elettriche per spostarsi, fornelli elettrici a induzione per cucinare, pompe di calore a inverter per riscaldarsi e rinfrescarsi etc etc… Tutta l’energia elettrica necessaria a fare a meno del petrolio, del gas e del carbone potrebbe arrivare (con le tecnologie già esistenti) esclusivamente da fonti di energia rinnovabile: eolico, idroelettrico e solare, sia termico che fotovoltaico. Non per nulla lo scenario proposto dai ricercatori della Stanford è stato ribattezzato “WWS” (Wind, Water, Sun) e contrapposto allo scenario BAU (Business As Usual, cioè niente cambia e restiamo come oggi). Questa rivoluzione energetica causerebbe la perdita di 27,7 milioni di posti di lavoro nel mondo e la conseguente creazione di 52 milioni di posti di lavoro. Dal punto di vista del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici, invece, lo scenario WWS ci farebbe risparmiare un incremento di temperatura pari a 1,5 gradi Celsius. Ovviamente i ricercatori hanno calcolato anche come dovrebbero essere distribuiti, nei vari paesi, gli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile. Mentre i pannelli fotovoltaici, come anche i pannelli solari termici, possono essere utilizzati più o meno ovunque ci siano delle superfici da coprire (quindi parliamo sia di tetti fotovoltaici che di pensiline e coperture fotovoltaiche di parcheggi e altre aree aperte), altre tecnologie richiedono condizioni climatiche particolari. Il solare termico a concentrazione CSP, ad esempio, ha senso solo in aree molto calde come il Nord Africa, il Centro America o alcune aree meridionali della Cina. Così come mentre l’eolico onshore su terra ferma può essere utilizzato in moltissime aree del pianeta con venti anche di bassa intensità, mentre l’eolico offshore richiede mari con venti a forte intensità.

Credit immagine: Stanford University

Fonte: ecoblog.it

Quando l’energia è rinnovabile ma soprattutto… Ènostra!

Un’impresa di comunità senza finalità lucrativa, che vende ai propri soci solo elettricità rinnovabile proveniente da impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici con garanzia d’origine. E’ la “fotografia” di È Nostra, che acquista energia solo da imprese e impianti sostenibili, prediligendo realtà di produzione legate alle comunità locali e favorendo la crescita della quota di energia da fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale.Composite image of clean energy house

«Offriamo ai nostri soci servizi di monitoraggio dei consumi per la riduzione degli stessi – spiega Sara Capuzzo di ÈNostra – e creiamo occasioni di partecipazione e coinvolgimento dei singoli e delle reti sociali a favore della transizione energetica dal basso. Siamo un’impresa di comunità, ovvero un’impresa che svolge servizi ed attività che si ripercuotono ben oltre la platea dei propri soci, portando benefici alla comunità nel suo complesso».

E Sara ci spiega bene come si articola questa realtà che sta prendendo sempre più piede.
Diminuire l’impatto dei propri consumi sull’ambiente significa anche scegliere oculatamente le fonti energetiche da utilizzare. In questo E’nostra permette una scelta etica e a basso impatto. Perché?

La provenienza, le caratteristiche dell’energia che la cooperativa ènostra vende ai propri soci e la relazione con chi la produce rappresentano l’essenza stessa di questa impresa innovativa. In sostanza ènostra crea quella circolarità caratteristica del modello democratico dell’energia condivisa, fungendo da “tramite” tra soci-produttori e soci-clienti. Utilizziamo l’espressione “energia buona” perché si tratta di elettricità non solo rinnovabile con Garanzia d’Origine, ma anche sostenibile ed etica, in quanto acquistata da impianti (fotovoltaici, eolici e idroelettrici) sostenibili, gestiti da produttori etici. Per poter “marchiare” virtualmente gli elettroni immessi in rete abbiamo messo a punto una specifica matrice, con l’avallo di un Comitato Tecnico Scientifico, che valorizza da un lato la sostenibilità ambientale degli impianti (non tutta l’energia rinnovabile è anche sostenibile), dall’altro la responsabilità sociale dell’impresa titolare. Oltre a valutare parametri quali legalità, trasparenza, governance, rapporti di rete e di comunità, ènostra si accerta che il produttore non abbia relazioni con il comparto fossile.

Spesso i cittadini pensano che scegliere green sia anche più costoso. E’ sempre e proprio così? Oppure ci sono riflessioni da fare in proposito?

Non è assolutamente detto che acquistando energia rinnovabile si debba spendere di più, a meno che l’impresa di vendita non intenda fare speculazione. Lo si può sperimentare in prima persona: l’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI) ha, infatti, messo a disposizione lo strumento Trovaofferte, accessibile all’indirizzo www.autorita.energia.it/it/trovaofferte.htm – che il consumatore può consultare per avere una comparazione, sulla base del proprio profilo di consumo, tra le diverse offerte disponibili sul mercato libero. Per agevolare l’utente il sistema dà come riferimento la bolletta annua del servizio di maggior tutela, e poi a seguire, in ordine crescente di importo, l’elenco della spesa complessiva con i vari fornitori del mercato libero. Nella classifica le offerte esclusivamente green si mescolano alle altre (non c’è possibilità di spuntare “solo energia verde”) e più di qualcuno resta sorpreso nello scoprire che tra le proposte più convenienti alcune sono di energia 100% rinnovabile. Nonostante Ènostra operi da poco nel mercato elettrico e sia un’impresa ancora di piccole dimensioni, anche le nostre tariffe “soloverde” compaiono tra le prime posizioni della classifica. Tutto dipende dalle priorità: nel nostro caso non è il profitto ma il prezzo equo e il valore etico della scelta.

E’nostra può garantire al cittadino bollette più verdi, più leggere e trasparenti?

Certo c’è ancora molta strada da fare, e ci lavoriamo tutti i giorni, ma già oggi rispettiamo gli standard della Bolletta 2.0 stabiliti dall’Autorità a favore di una maggiore leggibilità e trasparenza. Il nuovo layout della fattura è tra l’altro frutto di un lavoro partecipato che ha coinvolto qualche decina di soci. La relazione diretta con i soci è una preziosa opportunità che ci consente di migliorare il servizio complessivo. Costantemente ci arrivano spunti e stimoli che, compatibilmente con vincoli normativi e coerenza complessiva, cerchiamo di recepire e adottare. Per accentuare ulteriormente l’importanza del consumare solo energia pulita, oltre all’indice relativo alle emissioni evitate nel periodo di consumo, rispetto al mix energetico nazionale, abbiamo scelto di introdurre in bolletta anche il calcolo delle polveri sottili evitate grazie alla scelta di non acquistare energia da fonte fossile.

Cosa vi ha indotto a creare la società?

Tutto è nato nel 2012 per iniziativa di Avanzi, società milanese di consulenza sui temi legati alla sostenibilità, che partecipava come partner al progetto UE RESCoop20-20-20, finanziato dal programma Intelligent Energy Europe, volto a favorire l’accettabilità delle rinnovabili e a far nascere nuove cooperative energetiche nei Paesi membri dove ancora questo modello non era pratica diffusa. Così, nel 2014 è stata costituita ènostra con l’obiettivo ambizioso di costruire, con una logica partecipata e dal basso, un fornitore di energia elettrica che potesse basare tutta la sua attività secondo principi cooperativi, etici e sostenibili. La sfida è stata raccolta dai quattro soci fondatori tra cui, oltre ad Avanzi, figurano EnergoClub, associazione trevigiana di promozione delle fonti rinnovabili, Retenergie, cooperativa cuneese di produzione collettiva di energia pulita e Forgreen, azienda veronese di produzione e vendita di energia, quest’ultima uscita dal progetto a fine 2015.

Cosa pensate dei grandi fornitori elettrici che mettono dentro alla loro offerta anche un po’ di rinnovabili così da darsi una riverniciatina di verde? C’è chi pensa che il cambiamento passi anche attraverso queste operazioni di facciata.

I grandi fornitori e le loro politiche energetiche e commerciali rappresentano il modello vecchio e insostenibile a cui ènostra si contrappone. Certo, anche producendo energia rinnovabile per mera opportunità di marketing si evita la combustione di energia fossile, ma quello che serve è una matura e radicale inversione di marcia. La stessa Commissione Europea, con il “Winter package” lanciato nel novembre 2016 chiede all’UE di svolgere un ruolo proattivo alla guida della transizione energetica e di porre al centro il ruolo del consumatore che da utente passivo si trasforma in “prosumer”, ovvero al contempo produttore e consumatore di energia pulita. L’UE si è posta il nuovo obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 almeno del 40% entro il 2030, un traguardo che consentirebbe di incrementare il PIL europeo di 1%, di produrre 900.000 posti di lavoro, di migliorare qualità dell’ambiente e della vita dei cittadini. Le grandi imprese tradizionali sono ancora oggi ottusamente proiettate a investire negli idrocarburi, quando è ormai evidente che le migliori opportunità – dai punti di vista economico, sociale e ambientale – risiedono nella razionalizzazione dei consumi e nella produzione di energia pulita.

Pensate che attraverso la vostra proposta si possa dare un cambio effettivo alla politica energetica italiana?

Nel 2050, con un quadro normativo di sostegno alle rinnovabili, metà della popolazione europea potrebbe produrre energia elettrica e contribuire al bilanciamento della rete gestendo in maniera flessibile – su base individuale o collettiva – la propria domanda di energia. Lo si legge nello studio The Potential for Energy Citizens in the European Union, condotto dall’istituto di ricerca ambientale CE Delft per conto di Greenpeace, Federazione Europea per le Energie Rinnovabili (EREF), Friends of the Earth Europe e REScoop.eu. Già oggi, i cittadini europei – producendo o fornendo energia in forma individuale o collettiva, grazie a cooperative come ènostra – hanno trasformato il mercato in molti paesi europei, contribuendo a creare un modello innovativo di gestione diretta dell’energia elettrica. Per quanto riguarda l’Italia dallo stesso studio emerge che al 2050 2 italiani su 5 saranno “prosumer”. Nello specifico la compagine dei “cittadini energetici” sarà composta per il 37% da impianti fotovoltaici domestici, il 37% dalle cooperative energetiche, il 25% da piccole imprese e l’1% dagli Enti Locali. È lì che dobbiamo arrivare.

Che legame c’è fra voi e Retenergie?

Sin dalla costituzione di Ènostra è risultato evidente che, unendo le forze con Retenergie – cooperativa che dal 2008 realizza impianti rinnovabili collettivi, e che partecipa all’impresa come socio cofondatore e partner tecnico – l’obiettivo di produrre e consumare l’energia, condiviso dai soci di entrambe le cooperative, era a portata di mano. Incoraggiati dall’entusiasmo dei partner vicini e di molti soci, a ottobre 2016 abbiamo costituito un gruppo di lavoro dedicato al processo di fusione, che ha coinvolto i consigli di amministrazione e i rispettivi consulenti. Il percorso fatto fin qui vede crescere nella squadra la motivazione, perché è ogni giorno più evidente che l’unione delle due organizzazioni saprà valorizzare e amplificare le esperienze, il potenziale, i servizi e i benefici rivolti ai soci. In attesa di giungere al più presto alla costituzione di un soggetto unitario, abbiamo deciso di stringere una partnership forte che unisca da subito i soci che, sommati, saranno oltre 2000. Come primo risultato, d’ora in avanti i soci di Retenergie e di Ènostra potranno accedere direttamente ai servizi specifici di ciascuna cooperativa, pur essendo soci di solo una di esse: i soci di Retenergie potranno acquistare l’energia di ènostra e i soci di ènostra potranno accedere ai servizi tecnici di Retenergie.

Come sta andando la raccolta di adesioni?

Oggi (maggio 2017) contiamo circa 1.050 soci per un totale di 1.150 contratti di fornitura attivi. La crescita è stata graduale perché in molti, sia partner che potenziali interessati, volevano osservare come ci muovevamo sul campo, testare la nostra capacità di gestire l’impresa e verificare che rispettassimo le promesse e gli impegni presi. Abbiamo superato ostacoli, complicazioni informatiche e imprevisti e cercato di migliorare giorno dopo giorno il servizio ai soci. La fase di start up si è ormai conclusa e quando ci guardiamo indietro ci sembra un piccolo miracolo essere operatori del settore e occupare il nostro posto nel mercato elettrico nazionale. E quando guardiamo le sfide che ci aspettano e i traguardi ambiziosi dei prossimi anni ci pervade l’entusiasmo e l’impazienza di mettere in fila tutte le azioni che ci porteranno ad essere la prima grande cooperativa energetica nazionale, basata su principi di democrazia, sostenibilità, equità, trasparenza, solidarietà… Io sono assolutamente onorata di farne parte

Quali sono i vostri passi futuri?

In occasione dell’Assemblea di maggio sono state introdotte alcune novità che consentiranno di far crescere rapidamente l’impresa e la base sociale nel giro di pochi mesi: lancio della nuova figura del socio sovventore; abbassamento della quota di adesione da 150 a 50 euro (con eliminazione del sovrapprezzo); lancio della campagna “Traffico di amici” che prevede la cessione di 2 quote (per un totale di 50 euro, prima erano 5 per un totale appunto di 150 euro) dal socio ènostra a un amico che intenda entrare in cooperativa e attivare la fornitura. Ci aspettiamo che i due interventi sulla quota di adesione –  abbassamento e campagna mirata – l’apertura della fornitura ai soci di Retenergie in vista della fusione, e l’attivazione di nuovi servizi (pacchetto mobilità elettrica, servizi energetici ecc.) ci consentiranno di raddoppiare rapidamente il numero dei soci consumatori, a beneficio di tutta la comunità, in vista della successiva chiusura del cerchio che vedrà l’attivazione della produzione con impianti di proprietà.

Per info: numero verde 800 593266 (lun-ven h 9.30-13, 14-16), mail info@enostra.it, sito web www.enostra.it

Fonte: ilcambiamento.it

 

 

Energie rinnovabili: le 5 soluzioni energetiche contro i cambiamenti climatici

Scopri le 5 fonti delle energie rinnovabili attualmente usate per contrastare i cambiamenti climaticienergie-rinnovabili

Esistono cinque tipi di energie rinnovabili: l’energia solare, l’energia eolica, l’energia idraulica, la biomassa e la geotermica che attualmente costituiscono il mix di fonti usate per contrastare i cambiamenti climatici. Perché abbiamo così bisogno delle energie rinnovabili? Soffermandoci a guardare al nostro consumo sfrenato di energia da tutte le fonti: per la sopravvivenza dell’umanità nel medio termine, l’unica alternativa che abbiamo è quella di ricorrere all’uso massiccio di energie rinnovabili. La loro caratteristica comune è quella di produrre il meno possibile sostanze inquinanti e anche quella di combattere l’effetto serra. L’altro motore che ci spinge a pensare alle fonti rinnovabile è il cambiamento climatico che sembra provenire dalla nostra eccessiva produzione di gas ad effetto serra, principalmente dalla combustione di fonti fossili, il metano proveniente dalla digestione dei bovini e i gas provenienti da una serie di processi industriali. L’altro effetto che avremo andando nella stessa direzione sarà il miglioramento della qualità dell’aria: l’inquinamento adesso oscura il cielo e impedisce parzialmente il passaggio della luce, limitando il raggiungimento dell’energia solare.

Energia solare fotovoltaica o termica

L’energia solare è prodotta dai raggi del sole. C’è una distinzione da fare tra l’energia fotovoltaica e l’energia solare termica. La prima trasforma l’energia dei raggi solari in elettricità; la seconda trasforma questi stessi raggi solari in calore.

L’aria è all’origine dell’energia eolica

Gli antenati delle turbine eoliche sono i mulini a vento. Le turbine eoliche producono energia ed elettricità dal movimento delle masse d’aria. L’ Europa ha prodotto lo scorso anno 65.946 MW (+ 15%), di cui 3.404 in Francia (+ 38%), in base ai risultati del Consiglio Mondiale di energia eolica (Global Wind Energy Council, GWEC. Secondo l’Associazione europea dell’energia eolica (EWEA), l’Italia è il terzo produttore europeo Italia (3.736 MW), la Francia è il quarto più grande produttore europeo con 3.404 MW, con un incremento del 38%. La Francia viene subito dopo la Germania (23.903 MW) e la Spagna (16.754 MW). In totale, i paesi dell’Unione europea hanno prodotto 65 946 MW nel 2008, con un incremento del 15% in un anno.

Energie idroelettriche grazie alle correnti marine

L’energia idroelettrica è ottenuta direttamente dall’acqua, o da dighe, maree e correnti oceaniche, onde o dall’incontro tra acqua dolce e salata. Per rimanere rinnovabile, l’energia termica oceanica, che viene dalla differenza di temperatura tra l’acqua profonda e quella superficiale, deve a sua volta essere sfruttata con cautela, per evitare le interruzioni del flusso naturale dei mari.

La biomassa: energia dalla materia organica

L’energia da biomassa comprende il legno, biocarburanti (derivati ​​da piante come la colza o di barbabietola) o biogas. Questa energia viene prodotta mediante combustione o metabolizzazione di materiale organico. Oggi, la nostra principale fonte di energia sono i prodotti fossili incastonati nella crosta terrestre: essi rappresentano circa 300 a 400 mila anni di biomassa. Continuando le operazioni a questo ritmo, questo stock prezioso sarà andato perso in pochi decenni.

Trarre energia dal terreno, energia geotermica

L’energia geotermica è un’energia rinnovabile dall’estrazione dell’energia contenuta nel terreno. Può essere utilizzata per il riscaldamento, ma anche per la produzione di energia elettrica. Questa è una delle poche energie rinnovabili che non dipendono dalle condizioni atmosferiche. Bisogna far notare che per far sì che l’energia geotermica rimanga sostenibile, il ritmo con cui è estratto questo calore non deve superare la velocità alla quale quest’ultimo viaggia all’interno della Terra.

Quale energia rinnovabile è migliore: quale scegliere?

Oggi non possiamo rispondere a questa domanda perché non abbiamo abbastanza esperienza, e stiamo attualmente utilizzando una piccola percentuale di energie rinnovabili nel nostro consumo quotidiano, quindi la risposta piu’ prudente sarebbe dire che ci servirebbero tutte. L’energia solare per esempio è complementare con quella eolica; il fotovoltaico anche se più costoso, ha un funzionamento semplice ed è disponibile ovunque la maggior parte degli uomini vive anche se per limitatamente alle ore di irraggiamento solare o alla sua disponibilità. Non utilizzare le risorse di biomassa dei nostri rifiuti è ridicolo: anche se dobbiamo in ogni caso trattarli, spesso bruciandoli; sfruttare l’energia termica per migliorare la produzione di elettricità e di calore dovrebbe essere il senso comune per tutti noi. La gente sulle spiagge sono costantemente “disturbati” dal suono del mare: non pensare di sfruttare le onde come una risorsa energetica rinnovabile sarebbe incongruo. Per quanto riguarda l’energia eolica, l’interesse può completare solo il sole durante il giorno. L’Europa è diventata il più grande produttore di celle fotovoltaiche attraverso gli sforzi della Germania, che ha deciso alla fine del secolo scorso, di riscattare l’energia solare elettrica ad un prezzo che ha permesso la stabilità finanziaria dei produttori. Condizioni vantaggiose di rimborso di energia sono stati concessi anche ad altri produttori di energia “pulita” (eolica, biomasse), che ha permesso la nascita di nuove industrie che rappresentano oggi più di 100 mila posti di lavoro. La maggior parte degli altri paesi europei hanno seguito la Germania, in particolare la Spagna, che ha un clima piu’ mite e molto piu’ soleggiato rispetto ai suoi vicini del nord, che consente l’ammortamento più rapido e una maggiore redditività degli impianti. L’energia eolica sta anche procedendo ad alta velocità e già rappresenta una quota significativa della produzione di energia elettrica in Danimarca (> 20%) e Germania (> 10%). È un po’ più difficile da impiantare in aree popolate a causa del suo impatto visivo, ma ha il vantaggio di produrre molto più dell’impianto fotovoltaico.

Fonte:  Futura-sciences, Futura-sciences

Anche l’idroelettrico inquina: ecco perché

Una ricerca dell’Università di Harvard mette a nudo l’inquinamento da metilmercurio causato dagli invasigettyimages-480597262

L’idroelettrico è ritenuto da tutti una fonte pulita, ma secondo una ricerca compiuta da un team dell’Università di Harvard non sarebbe così, anzi, le inondazioni dei bacini idrici delle centrali elettriche immetterebbero negli ecosistemi marini una grande quantità di metilmercurio, ben più di quanto non stiano facendo i cambiamenti climatici. I ricercatori di Harvard si sono concentrati sul caso delle cascate Muskrat, nella regione canadese del Labrador. Dal 2017, la costruzione di un nuovo impianto dovrebbe sommergere un’ampia regione situata a monte di un fiordo, il lago salato Melville, nel quale sono state trovate colonie di microrganismi con un tasso di metilmercurio molto superiore alle attese. A causare l’inquinamento di questa neurotossina è l’incontro fra acqua dolce e salata: la stratificazione dei due tipi di acqua trattiene i detriti a una determinata profondità (fra 1 e 10 metri) nella quale i batteri trasformano il mercurio presente naturalmente in mortale metilmercurio. In sostanza il plancton alimentandosi di mercurio, lo trasforma e inserisce la neurotossina nella catena alimentare. L’inondazione causata dall’attivazione del nuovo impianto idroelettrico andrebbe ad aumentare i livelli di metilmercurio, mettendo a rischio le comunità locali che vivono prevalentemente di pesca. Lo stesso problema avverrebbe negli impianti idroelettrici in progetto nell’Artico. In tal senso, come sottolineano fra le righe i ricercatori di Harvard la fonte sarebbe pulita solamente per chi usufruirà dell’energia da remoto, mentre i costi ecologici degli impianti idroelettrici ricadrebbero totalmente su coloro che vivono nei pressi degli impianti.

Fonte:  Harvard Gazette

Alle Canarie la prima isola alimentata solo da energia idroeolica

Un sistema integrato eolico e idroelettrico permetterà un approvvigionamento costante per i 10000 abitanti dell’isola, riducendo le emissioni di CO2 di 20000 tonnellate.

El Hierro è l’isola più piccola dell’arcipelago della Canarie, situata all’estremo sud ovest. Ha solo diecimila abitanti e non è famosa per il turismo, ma ha conquistato il primato di prima isola al mondo alimentata al 100% da fonti rinnovabili.

E’ stato infatti ultimato un sistema integrato idroeolico che permetterà all’isola di avere autonomia energetica, senza dover dipendere dalle importazioni di gasolio per i generatori diesel. Cinque turbine eoliche con una potenza totale di 11,5 MW sono integrate con un sistema idroelettrico di uguale potenza. Il bacino superiore è stato  scavato in una caldera vulcanica, permettendo di immagazzinare fino a 500000 m³ di acqua. A livello del mare esiste un bacino inferiore di 150000 m³. L’energia eolica in eccesso prodotta nei giorni di forte vento alimenterà un gruppo di pompaggio da 6 MW per immagazzinare acqua nel bacino superiore per attivare l’idroelettrico nei giorni di scarso vento. Il sistema alimenterà anche un impianto di desalinizzazione, visto che l’isola non è particolarmente piovosa. La transizione alle rinnovabili permetterà il risparmio di 40000 barili di petrolio all’anno e la mancata emissione di 20000 t di CO2. Si tratta di un progetto pilota che potrebbe facilmente essere esteso a isole più grandi.

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Fonte: ecoblog.it

Energie rinnovabili oltre il 35% nel primo trimestre 2014

L’aumento del 19% rispetto al primo trimestre 2013 è merito soprattutto dell’idroelettrico, che grazie alle abbondanti piogge ha ritrovato la sua storica potenzialità. Confermato il continuo calo delle fonti fossili (-14%)

Nuovo record per le energie rinnovabili che nel primo trimestre 2014 hanno prodotto 23 TWh, a fronte dei 19,4 del 2013 (fonte Terna), con una quota pari al 35,2% della produzione totale: lo scorso anno era del 28,2%. Il merito è soprattutto dell’ idroelettrico che, complici le abbondanti piogge invernali, segna un+ 34%, che compensa largamente i minori flussi eolici (-6%); decisamente positivo l’andamento del fotovoltaico (+18%) , nonostante tutti i nemici che in Italia gli fanno la guerra. In netto calo la produzione da fonte fossile che con 42 TWh segna un -14% rispetto al primo quarto del 2013 e un – 42% rispetto al massimo storico del 2006. Se il trend dovesse continuare, il nostro paese non è lontano dal momento del sorpasso delle energie sostenibili e pulite su quelle inquinanti e dannose. Il prossimo cambio degli amministratori dei dinosauri fossili italiani, ENI ed ENEL, potrebbe rappresentare da questo punto di vista una straordinaria opportunità. Speriamo non venga sprecata, anche perchè nei prossimi 20 anni i benefici portati dalle rinnovabili supereranno di gran lunga i costi dell’incentivazione.

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Fonte: ecoblog.it

Spagna: nel 2013 l’eolico prima fonte di energia elettrica con storico sorpasso sul nucleare

L’energia dal vento ha coperto il 21,1% del fabbisogno nel 2013, mentre le rinnovabili nel loro complesso sono arrivate al 42,4%Copertura-domanda-elettrica-in-Spagna-2013

Grande exploit dell’energia eolica in Spagna: nel 2013 ha coperto il 21,1 % della domanda superando al fotofinish il nucleare che si è fermato al 21%. (1) Il sorpasso è dovuto ad una crescita del 12% dell’energia dal vento rispetto al 2012, mentre il nucleare è calato dell’8,3%. Buona è stata anche la performance dell’idroelettrico con il 14,4% , dopo un 2012 decisamente a secco. Nella voce “solare“, il FV è sostanzialmente fermo dopo le grandi crescite degli scorsi anni, ma si registra invece un vivace aumento del solare termodinamico (+32%). E’ interessante notare che le fonti rinnovabili hanno fornito il41,2% anche nella giornata di massima domanda (40 GW il 27 febbraio 2013): la sostanziale mancanza del contributo solare è stata compensata dalla maggiore quantità di idroelettrico. La società spagnola, anche a causa della crisi, h apraticato una significativa decrescita della domanda dai 260 TWh del 2010 ai 246 dello scorso anno. Significative però sono state le esportazioni verso il Marocco (ben 5,3 TWh) e il Portogallo (2,3 TWh).

(1) La produzione nucleare lorda (56,4 TWh) è stata leggermente superiore a quella eolica (54 TWh), ma l’eolico soffre di minori perdite di esercizio. Inoltre l’energia eolica viene usata tutta per soddisfare la domanda, mentre nei momenti di bassa domanda è possibile che una parte dell’energia nucleare non venga usata direttamente, ma sia dirottata verso i pompaggi o l’esportazione. La fonte dei dati è lo  Spanish Electric System Preliminary Report 2013, uscito a tempo di record.

Fonte: ecoblog

GSE: nel 2012 produzione elettrica da fonti rinnovabili al 27%

GSE comunica i dati statistici definitivi per l’anno 2012 relativi agli impianti a fonti rinnovabili nel settore elettrico. In Italia, nel 2012 la produzione elettrica da fonti rinnovabili ha raggiunto il 27% del consumo interno lordo nazionale.375792

In Italia nel 2012 la produzione elettrica da fonti rinnovabili ha raggiunto il 27,1% del consumo interno lordo. Lo rende noto il Gestore dei servizi energetici (GSE) comunicando i dati statistici definitivi per l’anno 2012 relativi agli impianti a fonti rinnovabili nel settore elettrico. Il totale di energia prodotta da fonti rinnovabili nel 2012 è di 92.222 GWh (Gigawattora). La potenza installata di 47.345 MW (Megawatt). La prima fonte è l’idroelettrico; seguono solare, eolico, bioenergie e geotermico. L’idroelettrico – si legge dai dati diffusi dal Gse – raggiunge nel 2012 una produzione di 41.875 GWh. Il solare arriva a sfiorare i 19 GWh, attestandosi a 18.862 GWh. L’energia eolica tocca i 13.407 GWh, quella delle bioenergie i 12.487 GWh e la geotermica a 5.592 GWh. Per quanto riguarda la potenza installata, l’idroelettrico arriva a 18.232 MW, il solare a 16.420 MW, l’eolico a 8.119 MW, le bioenergie a 3.802 MW, la geotermica a 772 MW. Il peso del solare sull’energia elettrica totale prodotta da fonti rinnovabili è del 20,4, mentre la potenza rispetto al totale delle rinnovabili è del 34,6%.


Tabella GSE con dati statistici

Fonte: eco dalle città