Flood Wall Street: la manifestazione contro il capitalismo e la distruzione del clima

Dopo la marcia per il clima, a New York anche “l’allagamento” del distretto finanziario.

Non c’è solo la marcia per il clima di domenica – straordinario successo a New York, molto meno a Roma – perché ieri, sempre a NY, si è tenuta anche la marcia “Flood Wall Street”, con l’obiettivo di “fermare il capitalismo per salvare il clima”. Il distretto finanziario simbolo del turbocapitalismo è stato quindi metaforicamente allagato dai manifestanti, con il risultato che un numero davvero insolito di poliziotti si trovava da quelle parti. Nata da una costola di Occupy Wall Street, il movimento diventato famoso nel 2011 dopo l’occupazione, durata settimane, di Zuccotti Park, Flood Wall Street è un movimento di “disobbedienza civile” (citazione ormai d’obbligo di Henry David Thoreau) che ha marciato contro il capitalismo, nemico numero uno dell’ambiente. Non erano presenti tutti i vip che si sono visti nella marcia per il clima, ma oltre agli attivisti di lunga data era presente anche Naomi Klein, colei che non il libro “No logo” è considerata uno delle iniziatrici del fu movimento No Global: “Per rispondere alla crisi dobbiamo rompere l’insieme di regole del libero mercato. Dobbiamo mettere i bastoni tra le ruote delle società di combustibili fossili”, ha detto alla Msnbc, il network più a sinistra della tv americana che ha seguito la manifestazione. Si parla di 3mila manifestanti, con 102 arresti e qualche momento di forte tensione. Ma perché la scelta di quel “flood” (allagare) come motto? Lo ha spiegato Michael Premo, uno degli organizzatori della protesta: “Il cambiamento e gli eventi climatici estremi, come gli allagamenti che abbiamo visto anche a New York, con l’uragano Sandy, sono alimentati da combustibili fossili. La principale causa del cambiamento climatico è un sistema economico che mette i profitti davanti a tutto, davanti alle persone e davanti al pianeta”. La ragione per cui a New York si moltiplicano all’improvviso le manifestazione in favore del clima va ricercata nel vertice Onu che ha preso il via al Palazzo di Vetro, che ha come argomento proprio i cambiamenti climatici: “Stiamo cercando di imporre questa tematica come urgente e di mostrare come Wall Street stia traendo profitto da questa crisi”, ha spiegato ancora il portavoce Leah Hunt-Hendrix.15141964079-f6d0eedf68-z

Fonte: ecoblog.it

Cinemambiente 2014: a Torino il festival più green d’Italia

Un centinaio di film da tutto il mondo per fare il punto su inquinamento, energia, clima, demografia e sviluppo sostenibile. La più importante rassegna cinematografica a tematica ambientale d’Italia si svolgerà dal 31 maggio al 5 giugno

Da sabato 31 maggio a giovedì 5 giugno Torino ospita la diciassettesima edizione di Cinemambiente, la più importante manifestazione cinematografica italiana dedicata all’ambiente e all’ecologia. Nonostante i venti di crisi che ciclicamente ne mettono a rischio la prosecuzione, la “creatura” di Gaetano Capizzi continua a crescere e a essere un punto di riferimento a livello globale nel ricco settore dei documentari a tematica ambientalista. Sono circa 100 i titoli che verranno proiettati nelle tre sale del Cinema Massimo e (novità di quest’anno) al Centro Studi Sereno Regis, al Cecchi Point, al Piccolo Cinema e al Cineteatro Baretti. Una novità importante che permetterà al festival di andare oltre la sede consueta di via Verdi 18, per “invadere” altri luoghi del centro cittadino e i quartieri di San Salvario, Aurora e Barriera di Milano. L’idea che Cinemambiente porta avanti da oltre tre lustri è quella di un cinema capace di intervenire sulle coscienze, di informare la cittadinanza e di farne crescere la consapevolezza. L’ambiente viene inteso nella sua accezione più ampia, come ambiente umano e come rapporto fra l’uomo e il territorio, anche quello urbano. Davvero difficile scegliere i titoli di punta in un programma che appare davvero più ricco che mai. Ad aprire il festival sarà Virunga di Orlando von Einsiedel, un’inchiesta sulle pressioni messe in atto da una compagnia petrolifera inglese sui volontari che tutelano il parco della Repubblica del Congo, un vero e propri scrigno di biodiversità minacciato dalla presenza di grandi giacimenti di petrolio nel sottosuolo. Fra i film nel concorso internazionale documentari segnaliamo Divide in Concord di Kris Kaczor, sulla battaglia di Jean Hill contro le bottiglie di plastica nel paesino di Concord nella quale nacque Henry David Thoreau, fondatore dell’ambientalismo, The Horses of Fukushimadi Matsubayashi Yoju, sulla sorte dei cavalli dopo l’incidente nucleare del 2011, The Ghost in Our Machine di Liz Marshall, un’indagine sull’utilizzo industriale degli animali, Just Eat It – A Food Waste Story di Grant Baldwin sullo spreco alimentare, Population Boom di Werner Boote sull’emergenza demografica, Vendages di Paul Lacoste sulle storie di alcune persone impegnate in una vendemmia nel Sud della Francia. Temi molto forti anche nel concorso documentari italiani. Buongiorno Taranto di Paolo Pisanelli racconterà il dramma di una città avvelenata dal più grande stabilimento siderurgico d’Europa, Là suta – La nostra eredità nucleare in un triangolo d’acqua di Daniele Gaglianone, Cristina Monti e Paolo Rapalino. Si parlerà anche di rifiuti a Napoli (Zero Waste di Raffaele Brunetti), del Black Rock Desert del Nevada (A Burning Dream di Massimiliano Davoli) e delle allergie stagionali (The Toxic Burden di Patrizia Marani). Prevista anche una sezione dedicata ai documentari della durata di un’ora e la sezione Panorama Italia. Sono previsti alcuni eventi speciali come il Bike Gala in programma nella giornata di apertura, incontri, dibattiti e proiezioni speciali fuori concorso come quella di Energized di Hubert Canaval sull’emergenza energetica e Thule Tuvalu che mette in relazione una cittadina nel nord della Groenlandia e un atollo del Pacifico entrambi minacciati dallo scioglimento dei ghiacciai.17-cinemambiente-locandina-620x654

Fonte:  Cinemabiente

Foto © Getty Images