Alimentazione e fame nel mondo, hangout con il Nobel per la Pace 2007 Riccardo Valentini

Alimentazione, spreco del cibo e fame nel mondo sono i cardini su cui ruota il Protocollo di Milano, documento nato dalla società civile come risposta alla necessità di una gestione corretta del cibo e delle risorse alimentari. Di questo progetto Blogo.it ne ha parlato con il Prof. Riccardo Valentini, Nobel per la Pace 2007. Nell’hangout di oggi, in diretta con il prof. Riccardo Valentini, premio Nobel 2007 per la Pace (riconosciuto assieme a Al Gore e agli altri scienziati dell’IPCC) e docente di Ecologia Forestale Università Viterbo, La Tuscia, lead author dell’IPCC e direttore divisione impatti del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) abbiamo affrontato il tema dell’alimentazione e del Protocollo di Milano, documento nato in seno alla società civile. In sostanza nel mondo c’è troppa sperequazione sociale e ciò si riflette nell’alimentazione: da un lato abbiamo Paesi ricchi entro cui si muore di obesità legata alla sovralimentazione e dall’altro abbiamo Paesi in cui si muore di fame per scarsa nutrizione. A aggravare la gestione delle derrate alimentari, anche i cambiamenti climatici, come nel caso della recente annata negativa in Italia per olive, castagne e nocciole, che probabilmente porterà a un aumento dei prezzi sul mercato (e dunque aumenti per i consumatori) di alcune tipologie di prodotti alimentari.valentini1-620x350

Proprio oggi Papa Francesco alla seconda Conferenza internazionale sulla nutrizione in corso alla Fao a Roma ha ricordato che:

La lotta contro la fame e la denutrizione viene ostacolata dalla ‘priorità del mercato’, e dalla ‘preminenza del guadagno’, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria.

Proprio con il prof. Valentini abbiamo affrontato le preoccupazioni in merito al cibo destinato alla produzione di biocarburanti o per l’alimentazione animale a causa delle sempre maggiore richiesta di alimenti proteici da parte dei paesi in via di sviluppo come Cina e India. Ma il cibo è anche sprecato e gettato via. Il cibo dunque non è più la risorsa preziosa ma uno dei tanti prodotti da consumare in maniera illimitata, sebbene la superficie agricola sia limitata. Lo abbiamo sottolineato più volte, nel corso della chiacchierata: la questione è molto complessa e per essere risolta richiede uno sforzo comune, da parte di tutti i Paesi nel mondo. Il Protocollo di Milano, dunque, è stato presentato alla Commissione europea e sarà poi documento ufficiale per Expo 2015. Oggi, intanto come ci ha preannunciato lo stesso Prof.Valentini il premier Matteo Renzi a Parma lo ha sottoscritto a nome del nostro Paese. Prima di lui il documento è stato accolto, tra gli altri, da Jamie Oliver con la sua Jamie Oliver Foundation, Eataly, Slow Food, Coldiretti, WWF e Save The Children, Oscar Farinetti e Carlo Petrini.Renzi@Barilla_ProtocolloMilano1-620x350

Cosa ci si aspetta da questo documento? Che sia adottato come documento politico (un po’ come accadde per il Protocollo di Kyoto) ma con la forza di un progetto che nasce dal basso e dunque, per certi versi più genuino e promettente.

Foto | Zingaretti

Fonte: ecoblog.it

Piume d’oca Moncler, hangout con Simone Pavesi LAV e Chiara Campione Greenpeace

L’opinione dei rappresentati di due grandi organizzazioni che difendono gli animali

Hanno destato sdegno le immagini pubblicare dall’inchiesta di Report, #siamotuttioche, andata in onda domenica 2 novembre su RaiTre. Pensate che la Moncler, l’azienda nel mirino dell’inchiesta, è crollata ieri in Borsa mentre decine di centinaia di migliaia di proteste si sono levate dai social network. Al centro dell’inchiesta le oche, spiumate vive. Ma ricordo che stessa sorte tocca ai conigli quando viene raccolto il pregiato pelo d’angora. La moda si nutre degli animali: scarpe in pelle, giacche, borse, bottoni, pellicce, piumini, lana e seta e la maggior parte dei capi di abbigliamento e degli accessori che indossiamo deriva da animali, pensiamo solo alle scarpe o alle borse.piume-d-oca-620x350

Di tutto ciò e di altro ne ho discusso in hangout con Chiara Campione di Greenpeace e di Simone Pavesi di LAV. Entrambi si occupano di moda per le rispettive associazioni, seguendo campagne importanti come Detox (Greenpeace) e Non lo sapevo (Lav). Come il buon esito di queste due ultime campagne dimostra a fare la differenza verso le aziende è la consapevolezza dei consumatori: i clienti possono scegliere i capi di abbigliamento prodotti da aziende che tengano in debito conto sia il benessere animale, sia il corretto utilizzo delle sostanze chimiche. Chiara Campione ci ha consigliato di controllare bene in etichetta che oltre a esserci scritto Made in Italy, sia indicato che quel prodotto è stato interamente confezionato in Italia; Simone pavesi ci ha spiegato, invece, che possiamo scegliere di indossare abbigliamento o accessori prodotti senza materie prime che derivano dagli animali. Nel caso delle giacche imbottite, o dei piumini per il letto scegliamo valide alternative in cotone biologico e imbottitura in poliestere derivata da plastiche riciclate. E’ tutto scritto in etichetta.

© Foto Getty Images

Fonte: ecoblog.it