Manuela e la sua nuova vita da guida di forest bathing

Il forest bathing è una pratica sempre più diffusa anche in Italia, grazie anche a reti di professionisti che promuovono questa attività favorendo un approccio alla Natura consapevole e profondo, capace anche di apportare notevoli benefici tanto al corpo quanto allo spirito di chi vi si avvicina.

Trentino Alto Adige – Forest bathing si può tradurre dall’inglese con “bagno di foresta”. Questi due termini trasmettono una sensazione di immersione, avvolgimento e coinvolgimento totali. Armonia, scambio, osmosi e interazione. E questo fa bene a tutti: non solo alla persone che vive questa esperienza, ma anche alla Natura, che vede l’essere umano tornare fra le sue braccia come un figliol prodigo, in cerca di riconciliazione con il mondo a cui appartiene, anche se a volte sembra dimenticarselo.

Per svolgere questa attività c’è però bisogno di una guida. È anche per questo che il forest bathing si sta diffondendo velocemente, strutturandosi sempre di più e attirando l’interesse di persone intraprendenti che vogliono trasformare questa passione in un lavoro. Una di esse è Manuela, che da qualche anno ha rivoluzionato la propria vita dedicandosi a questa attività.

Manuela, raccontaci il tuo percorso di vita.

Ho 44 anni, sono divorziata con tre figli e vivo in Trentino. Dopo anni di crisi profonde e cambiamenti, ho deciso di prendere in mano la mia vita e di dedicarmi a ciò che più amo: la natura. Ho a cuore il suo benessere, ma anche quello delle persone. Con mille peripezie e sacrifici, sono diventata quindi Naturopata e Guida di forest bathing: porto le persone nel bosco a ritrovare una relazione con la natura e con se stessi, migliorando la qualità della loro vita. Da un po’ di tempo sono trainer e tutor di guide di forest bathing per l’istituto Forest Therapy Hub, che si occupa di formare professionisti in 40 paesi sparsi in tutto il mondo, diffondendo con serietà una pratica che promuove benessere e amore per la natura.

Dicci qualcosa di più sul forest bathing.

Il forest bathing è una pratica di benessere composta da diverse attività proposte in una sequenza attentamente progettata, incentrata sui sensi, che abbassa i livelli di stress, ripristina una connessione con la natura e, grazie alla risposta emozionale delle persone, sviluppa atteggiamenti pro ambientali. Ma ha anche altri effetti benefici: aumenta la concentrazione e la memoria, sostiene il buonumore, abbassa i livelli del cortisolo (ormone dello stress), aumenta la produzione dei linfociti NK e quindi aumenta le difese immunitarie, migliora le funzioni dell’apparato respiratorio.

In pratica, di cosa si tratta?

É una pratica che si sta diffondendo molto anche in Italia, in quanto consiste in attività semplici, adatte a tutti, e alcune di esse, una volta apprese, possono essere praticate anche in autonomia, negli spazi verdi a propria disposizione, in modo completamente gratuito. In questo modo le persone imparano a prendersi cura di loro stesse e a integrare pratiche sane nella loro vita quotidiana, migliorandola di molto. Come formatore, inoltre, creo nuove possibilità di lavoro in un momento di crisi globale in cui può essere utile avere l’opportunità di reinventarsi. Il forest bathing è una pratica sempre più conosciuta e richiesta perché le persone sentono sempre di più il bisogno di ritornare alla natura, di rallentare e di ritrovare spazi per loro stesse. Quindi la richiesta di professionisti in questo settore è sempre in aumento. Ovviamente, questa pratica si svolge all’aperto, dove si è liberi di respirare aria fresca e pulita. La guida di forest bathing non solo rende un servizio utile alla comunità, ma si trova egli stesso a vivere esperienze benessere ogni giorno, preservando così anche la propria salute.

Qual è il ruolo di una guida?

La guida di forest bathing è un operatore del benessere che ha come compito quello di creare un ambiente sicuro da un punto di vista sia fisico che psicologico, in modo da poter facilitare la connessione tra partecipanti e natura e permettere la libera espressione di questi. Così facendo la persona può, almeno per il tempo del forest bathing – circa due ore –, staccare dalla sua routine quotidiana e immergersi in un momento di pace e silenzio. Ciò favorisce inoltre l’introspezione e la consapevolezza favorendo la crescita personale. Il forest bathing si può praticare ovunque vi sia uno spazio verde, dai boschi alle coste marine, dai giardini ai parchi urbani. Quindi la guida di forest bathing può potenzialmente proporre la sua pratica a tutti, sia in città che in campagna, sia a famiglie che ad aziende, adulti e piccini. Si tratterà di scegliere la giusta location e le giuste attività da proporre. I settori dove questa pratica sta guadagnando spazio sono in particolare quello turistico, benessere outdoor, scuole, team building, eventi e ritiri. Ma si può trovare anche nei parchi di città o nei giardini botanici, dove piccoli gruppetti approfittano dello stacco dal lavoro per rigenerarsi un po’ di tempo nel verde.

Qual è la differenza tra forest bathing e forest therapy?

La prima è una pratica di benessere che mira a promuovere la salute ed è adatta a perseguire finalità legate alla prevenzione. Composta da attività semplici, si può proporre a tutti. La seconda invece è un intervento che mira al supporto di pratiche convenzionali per migliorare la salute di persone con difficoltà specifiche. Generalmente l’operatore di forest therapy collabora con figure sanitarie come medici o psicologi. Non si può essere operatore di forest therapy senza essere prima guida di forest bathing.

Come si diventa guide di forest bathing?

Il lavoro dell’operatore del benessere, in Italia, viene regolamentato dalla legge nazionale 4/2013. Non è richiesta nessuna esperienza particolare pregressa, anche se è ben accetta. Occorre seguire un corso professionalizzante che include teoria e pratica e un periodo di tirocinio. L’istituto con cui collaboro, composto da un team di formatori con pluriennale esperienza, forma guide in tutto il mondo ed è possibile frequentare corsi in presenza oppure online. Il metodo che viene insegnato si basa su numerose ricerche scientifiche. Sul sito dell’istituto Forest Therapy Hub è inoltre possibile verificare il numero di guide certificate che ad oggi lavora in Italia e che regolarmente accompagna decine e decine di persone in natura, supportando il loro benessere e risvegliando l’amore per essa. In ultimo, il Forest Therapy Hub collabora con enti e istituzioni che si occupano di riforestazione e di protezione ambientale. Cambiare vita si può.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2021/12/manuela-guida-forest-bathing/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

L’Europa guida la transizione verso i trasporti puliti

Il pacchetto mobilità pulita è l’ultima di una serie di proposte politiche mirate a rafforzare la leadership globale dell’Unione europea (UE) in materia di trasporti sostenibili. Per il commissario Miguel Arias Cañete, «la gara mondiale per lo sviluppo di auto pulite è stata avviata».

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Con l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi, stiamo assistendo a una rinnovata volontà di procedere verso economie a ridotto tenore di carbonio a livello internazionale. Circa un quinto delle emissioni di gas a effetto serra prodotte nel vecchio continente deriva dai trasporti su strada: per questo, la mobilità pulita è una priorità per i legislatori dell’UE. La Commissione europea ha dunque avanzato una serie di proposte politiche per rendere più verdi i trasporti in Europa: l’ultima in ordine di tempo è quella relativa al pacchetto mobilità pulita.

“La gara mondiale per lo sviluppo di auto pulite è stata avviata. L’Europa deve però mettersi al passo se vuole condurre e guidare questo cambiamento globale.”

Miguel Arias Cañete, commissario europeo per l’Azione per il clima e l’energia

Si tratta del secondo pacchetto sulla mobilità presentato nel 2017: il primo, L’Europa in movimento, comprende una rosa di proposte in materia di sicurezza stradale, sistemi di pedaggio intelligenti, traffico, inquinamento atmosferico, emissioni di CO2 e condizioni di lavoro. I pacchetti sono stati elaborati sulla scia della strategia europea per una mobilità a basse emissioni, adottata nel giugno del 2016, che stabilisce una serie di azioni mirate ad aiutare l’Europa a rimanere competitiva nel settore e a rispondere alle crescenti esigenze di mobilità di persone e merci. In diverse regioni del mondo sono già in via di realizzazione investimenti e innovazioni nel campo della sostenibilità dei trasporti su strada, in particolare per quanto concerne i veicoli a basse o a zero emissioni: la Cina, ad esempio, ha introdotto quote di vendita obbligatorie a partire dal 2019, mentre la California e altri nove Stati americani hanno reso più rigorosi gli standard esistenti. L’UE rischia pertanto di perdere terreno in questa gara mondiale e non può permettersi di vestire i panni dell’inseguitrice.mobility-graph

Il pacchetto mobilità pulita comprende nuove norme in materia di emissioni di CO2 per auto e furgoni: rispetto ai livelli del 2021, nell’UE le emissioni medie dei nuovi veicoli rientranti in queste categorie dovranno essere tagliate del 15 % entro il 2025 e del 30 % entro il 2030. Al fine di stimolare i produttori a innovare, è inoltre previsto un meccanismo di incentivi flessibile e indipendente dalle tecnologie, che interesserà i veicoli a basse o zero emissioni.

Nel pacchetto sono poi inclusi una direttiva sui veicoli puliti, la revisione della direttiva sui trasporti combinati, una direttiva sui servizi di trasporto passeggeri effettuati con autobus e un piano d’azione, abbinato a soluzioni in materia di investimenti, per un’infrastruttura per i combustibili alternativi. Inoltre, una nuova iniziativa unionale intende sostenere la produzione di batterie in Europa, che riveste un’importanza strategica.

Le proposte mirano ad aiutare l’UE a centrare i suoi obiettivi in materia di clima ed energia, grazie a un’ingente riduzione delle spese sostenute per i combustibili e a un aumento significativo di competitività e occupazione. Tra i considerevoli benefici derivanti dalla loro applicazione sono da menzionare la riduzione di 170 milioni di tonnellate di CO2 (equivalenti al totale annuale di emissioni in Austria e Grecia) tra il 2020 e il 2030, il miglioramento della qualità dell’aria, il risparmio per i consumatori di circa 18 miliardi di euro l’anno sull’acquisto di combustibili, la possibile creazione di 70 000 posti di lavoro e la riduzione della spesa petrolifera annuale europea di circa 6 miliardi di euro.

In merito al pacchetto mobilità pulita, il commissario per l’Azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Cañete, ha affermato: «La gara mondiale per lo sviluppo di auto pulite è stata avviata. L’Europa deve però mettersi al passo se vuole condurre e guidare questo cambiamento globale. Oggi investiamo nell’Europa e tagliamo l’inquinamento per rispettare l’impegno preso con l’accordo di Parigi di ridurre le emissioni di almeno il 40 % entro il 2030».

Fonte: ec.europa.eu/environment

Boom di prodotti naturali : guida per aprire un attività nel settore del’ erboristeria

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Negli ultimi anni, la clientela delle erboristerie è cresciuta notevolmente: molte persone, infatti, hanno cominciato a preferire i rimedi naturali alla medicina tradizionale, tanto che sempre più spesso le farmacie vengono ignorate in favore delle para-farmacie e, appunto, delle erboristerie, dove peraltro è possibile trovare anche tisane, integratori ed alimenti biologici. Ecco perché un investimento in un’attività di questo tipo, in questo particolare momento, può rivelarsi fruttuoso. Per capire come diventare un erborista e cosa bisogna fare per aprire un’attività nel settore dell’erboristeria, è necessario innanzitutto capire di cosa si sta parlando; un erborista è quella figura professionale che propone rimedi naturali che fungono da alternativa alla medicina tradizionale. Per poter diventare erborista è indispensabile conseguire una laurea in “Tecniche erboristiche” o in alternativa una laurea specialistica nelle facoltà di Agraria o Farmacia. Una volta ottenuta la laurea, l’erborista può dedicarsi alla preparazione di prodotti a base di piante che possono avere scopo curativo oppure cosmetico. Ma l’attività dell’erborista non si limita solo alla preparazione di tali prodotti, bensì può essere estesa anche alla vendita di questi ultimi (insieme ai prodotti – sciroppi, creme e pasticche – degli istituti erboristici più importanti). L’erborista ha la possibilità di lavorare autonomamente avviando un’erboristeria propria; questo tipo di negozio comporta degli investimenti abbastanza contenuti, anche perché è possibile fare a meno di personale. Per poter aprire un’erboristeria è necessario rivolgersi all’Ufficio commercio nel Comune in cui si desidera aprire la propria attività. Sono necessari alcuni requisiti per poter avviare questo tipo di attività: innanzitutto la partita Iva, poi l‘iscrizione alla “Camera di Commercio” e infine bisogna essere iscritti al registro delle imprese. Una volta aperto il proprio negozio di erboristeria, esiste la possibilità di aprire anche un negozio online appoggiandosi a piattaforme specializzate già esistenti come questa in modo da poter proporre i prodotti che vengono venduti nel negozio fisico. Si tratta di una soluzione efficace per incrementare le vendite e di facile realizzazione. Inoltre, è possibile avviare un’erboristeria anche se non si dispone di un titolo di studio; in questo caso, però, sarà possibile commercializzare solamente prodotti già confezionati da terzi, dunque non si avrà la possibilità di creare prodotti propri. Allo stesso modo non sarà possibile vendere delle preparazioni richieste dai clienti né prodotti vegetali sfusi; in sostanza, il negozio sarà solamente una rivendita. Un’ulteriore alternativa per aprire un’erboristeria prevede la formula del franchising.

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L’investimento iniziale, in questo caso, risulta più elevato ma in compenso si può fare affidamento su una costante assistenza sia nel momento in cui l’attività viene avviata sia durante la gestione. Si potrà contare su un brand già noto e soprattutto sulla pubblicità gratuita, indispensabile per far conoscere alla clientela il proprio negozio. L’apertura di un’attività rappresenta sempre un rischio, ma la soluzione dell’erboristeria può rivelarsi un investimento valido, soprattutto se si lavora con serietà e se si riuscirà ad essere attenti a quelle che sono le esigenze dei propri clienti.

L.P

Mini-guida alle tecniche di conservazione domestica

Conservare correttamente i cibi è una regola fondamentale del mangiar sano; una regola che deve essere applicata ed osservata scrupolosamente per evitare che lo sviluppo di alcuni microrganismi – soprattutto patogeni – possa deteriorare anzitempo i nostri alimenti alterandone le proprietà organolettiche.barattoli-400x250

Un problema che riguarda soprattutto i cibi freschi, primi fra tutti frutta e verdura, che molto spesso  finiscono nel secchio dell’immondizia prima che possano essere consumati. Dunque, conoscere e mettere in pratica le principali tecniche di conservazione ‘casalinghe’ degli alimenti vuol dire mangiare e vivere benesprecare meno e rispettare l’ambiente. Vediamo quali sono i metodi più semplici ed efficaci per conservare al meglio le nostre verdure (crude o cotte) e la frutta. Per prima cosa occorre sapere che sin dall’antichità i migliori alleati delle casalinghe (soprattutto quando frigoriferi e freezer non esistevano!) sono acqua, sale, aceto, olio e zucchero. Tutti ingredienti naturali, facilmente reperibili e dalle straordinarie proprietà conservanti.

  1.  Attraverso il vapore, ad esempio, si possono sterilizzare adeguatamente i barattoli dove riponiamo le nostre verdure a crudo o cotte. Nel primo caso è sufficiente portare a bollore i vasetti ben chiusi, nel secondo, prima di procedere alla sterilizzazione, le verdure devono essere sbollentate in acqua salata, riposte nel vaso e ricoperte con altra acqua già ‘bollita’ e raffreddata.
  2.  L’olio extra-vergine di oliva è un ottimo ingrediente per la conservazione di cipolline, peperoni, funghi e ortaggi vari  che così conservati si trasformano in succulenti contorni per accompagnare i nostri piatti.

Prima di passare all’invasamento è opportuno sterilizzare i barattoli per eliminare i microrganismi, adagiare le verdure ben pressate all’interno e coprirle con l’olio in modo da non lasciare spazi vuoti. Durante il consumo si può procedere con dei piccoli rabbocchi per mantenere alto il livello il livello dell’olio. Stesso procedimento per la conservazione sott’aceto (preferibilmente di vino bianco o di mele) che esalta il sapore di carote, cetriolini e giardiniera, evitando la formazione di sgradevoli (e pericolose) muffe.

  1.  Ricordate di scegliere con cura anche i materiali utilizzati per la preparazione e la conservazione degli alimenti. Se decidete per la cottura in acqua o aceto, utilizzate pentole in acciaio inox o in pirex, mentre per i barattoli optate per quelli a chiusura ermetica che possono essere utilizzati più volte con un’opportuna manutenzione.jar (1)

Conserve casalinghe

  1.  Anche il sale e la salamoia possono trasformarsi in validi alleati per la conservazione di alcune verdure come capperi, olive, zucchine ecc. Il sale, infatti, assorbe l’umidità degli alimenti preservandone la freschezza anche per tutto l’anno. Per quanto riguarda i contenitori, potete scegliere i classici barattoli in vetro, in coccio o in legno. Ricordate di sistemare la verdura a strati alternati al sale, arricchendo il tutto con le vostre erbe aromatiche preferite.

La salamoia home made, invece, si prepara facendo scaldare dell’acqua e sale (1 l di acqua ogni 100 gr di sale). Un metodo infallibile per preparare la salamoia consiste nel far scaldare l’acqua in un pentolino, aggiungere gradualmente il sale grosso e immergere nell’acqua una piccola patata intera. Continuando a mescolare, attendete che il sale sia completamente sciolto prima di aggiungerne dell’altro e una volta che la patata sarà venuta a galla la vostra salamoia sarà pronta all’uso.

  1.  Chiudiamo con la frutta, che può essere conservata sottoforma di confettura o marmellata. In entrambi i casi occorrerà cuocerla per 2-3 ore in una pentola molto capiente con una quantità di zucchero pari alla metà del peso della frutta impiegata o, a seconda dei gusti e dei frutti utilizzati, leggermente inferiore. Per un risultato ottimale la cottura deve essere dolce, lenta e graduale, per dar tempo allo zucchero di sciogliersi e alla pectina (sostanza naturale della frutta) di addensare il composto. Durante la preparazione occorre mescolare continuamente ed aggiungere un po’ di succo di limone appena spremuto. Una volta che la vostra confettura avrà raggiunto la giusta consistenza, potete procedere al trasferimento nei barattoli sterilizzati ancora caldi per evitare che lo shock termico danneggi il vetro. Una volta riempiti fino all’orlo, i vasetti devono essere chiusi ermeticamente e rovesciati per 10 minuti affinché si crei l’effetto ‘sottovuoto’ (in alternativa potete immergerli in acqua bollente per 5 minuti). Ricordate che è buona norma scegliere sempre frutta e verdura di stagione, meglio se bio, e lavarla accuratamente sotto l’acqua per eliminare le tracce di pesticidi. E per non sbagliare rammentate di corredare i vostri barattoli con etichette riportanti il nome del prodotto e la data.

Semplice, no?!

Fonte: tuttogreen.it

Consumi elettrici: dal WWF la guida agli elettrodomestici più efficienti

Tutti gli elettrodomestici ci semplificano la vita, solo alcuni però ci fanno risparmiare energia e soldi. Anche scegliere un elettrodomestico efficiente aiuta a ‘riprendersi l’energia’ e per questo il WWF consiglia il sito TopTen per scegliere apparecchi meno energivori, conoscere le novità e seguire gli eco-consigli.elettrodomestici12

Tutti gli elettrodomestici ci semplificano la vita. Solo alcuni ci fanno anche risparmiare energia e soldi. Per aiutare i consumatori a orientarsi tra le migliaia di articoli presenti sul mercato e tra vecchie e nuove etichette energetiche e scegliere i prodotti più efficienti, il WWF dà le “istruzioni per l’uso” sul sito Topten. Consultata nel mondo da 3 milioni e mezzo di persone, la guida assume ancora più rilevanza in un Paese come l’Italia  in cui si continua a pagare la bolletta energetica il 18% in più dell’Europa. “Ci tieni al futuro? Riprenditi l’energia!”, recita lo slogan della campagna globale WWF, e riprendersi l’energia vuol dire prima di tutto saper scegliere. Top Ten è una guida-online gratuita per l’acquisto “efficiente” promossa dal WWF sui migliori apparecchi elettrici esistenti in commercio rivolta ai cittadini e realizzato grazie al programma Intelligent Energy for Europe della Commissione Europea. Con un semplice click gli utenti possono individuare i 10 “migliori” in ben 11 categorie e 50 sottocategorie di prodotto: dai frigoriferi alle stampanti per ufficio, dalle lampadine alle lavastoviglie che a parità di qualità e prestazioni consumano meno energia, hanno un minore impatto sull’ambiente e pesano meno sulle nostre bollette. Naturalmente acquistare un elettrodomestico efficiente è un buon punto di partenza, ma non è sufficiente se non si fa attenzione ai piccoli gesti quotidiani. Per non cadere nella trappola della “coscienza energetica pulita”, fare attenzione solo all’etichetta non basta. Da alcuni studi, infatti, emerge che chi possiede un elettrodomestico di classe A+++, tenderà ad utilizzarlo di più in quanto la sua coscienza “ecologica” si sente a posto e tende anche ad accumulare elettrodomestici efficienti spesso superflui. Migliorare i propri comportamenti nell’uso quotidiano consentirebbe di riguadagnare dal 10 al 30% di consumo energetico.risparmio__energetico3

Dall’estate 2009 ad oggi, nel settore dell’illuminazione, la tecnologia LED sta prendendo il sopravvento e Topten elenca 31 modelli di lampadine e 21 modelli di faretti LED, con lampadine della durata media di circa 27000 ore. Il consumo elettrico medio dei televisori selezionati da Topten si è più che dimezzato (passando da 94.87 W a 41,87 W), quello dei monitor è diminuito di un quarto (da 20.75 W a 13,4). Ed il risparmio di energia e CO2 comporta vantaggi anche in bolletta. Un frigo piccolo in classe A+++ consuma 132 kWh/anno, uno in classe A 365, con un risparmio in bolletta di 630 euro in 15 anni. Un congelatore medio-grande in classe A++ consuma 181 kWh/anno, uno in classe A 440, con risparmio in bolletta di 700 euro in 15 anni. Mentre una lavatrice da 5 Kg in classe A+++ consuma 128 kWh/anno e 7990 l/anno d’acqua, una in classe A 250 kWh/anno e 12760 l/anno, con risparmio di 269 euro in 15 anni. Top Ten è una guida online continuamente aggiornata che permette di combattere sia gli sprechi in bolletta che i cambiamenti climatici riducendo le emissioni “casalinghe” di gas serra derivanti dal consumo di prodotti energivori. In questa guida vengono indicate, per ciascuna categoria di prodotto, le funzioni principali, il costo, la marca, ma soprattutto la classe di efficienza energetica, i consumi di energia, quanto ci costeranno in bolletta nell’intero ciclo di vita del prodotto, e altri parametri ambientali come il consumo di acqua o la rumorosità.

Bonus elettrico

Si decidono proprio in questi giorni gli eco bonus per lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie in classe A+ o migliore e anche in questo caso Topten si rivela utilissimo: in attesa della conferma della nuova regolamentazione, Topten elenca elettrodomestici che rispondono alle caratteristiche previste dal decreto. Scegliendo un apparecchio Topten si potrà allegerire oltre che la bolletta, anche la dichiarazione dei redditi. “Certo, vorremmo che i criteri adottati dalla direttiva europea Ecodisign e le classi più efficienti diventassero la nuova normalità – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – e il sospetto che dietro la definizione di ‘eco’ spesso si nascondano regalie a pioggia o sostegni a settori in crisi è forte. Leggeremo attentamente il decreto così come uscirà dai lavori parlamentari, comunque invitiamo i consumatori a diventare parte attiva, escludendo comunque dagli acquisti le ‘patacche’ inefficienti che pagano poi, e salato, in consumi elettrici, bonus o non bonus”.

Riprenditi l’energia

In questi mesi il WWF sta promuovendo la Campagna globale “Ci tieni al futuro? Riprenditi l’energia! (Seize Your Power) rivolta ai cittadini per chiedere alle istituzioni finanziarie e ai governi del mondo di agire immediatamente investendo nell’energia rinnovabile e nell’efficienza energetica. Sul sito è stata appena lanciata anche la petizione globale per chiedere di finanziare il futuro delle rinnovabili e non il passato delle energie fossili.

Fonte: il cambiamento

Occhio allo Spreco
€ 8.9

“Torino low cost”, una guida per vivere la città spendendo poco e rispettando l’ambiente

In tempi di crisi è fondamentale rivedere le proprie abitudini e imparare a spendere meno, senza rinunciare necessariamente alla qualità. La blogger e scrittrice Bruna Gherner propone con il suo libro “Torino (e dintorni) low cost – Guida anticrisi alla (ex) capitale dell’auto” 250 posti in città dove mangiare, fare i propri acquisti e trascorrere il tempo libero risparmiando e all’insegna dell’ambiente375540

Vivere la città senza rinunciare a uscire e divertirsi, spendendo poco e con un occhio di riguardo all’ambiente. Sembrerebbe una mission impossibile, soprattutto in periodo di crisi, e invece è proprio per dare una risposta positiva a quest’ultima nella vita e nei consumi di tutti i giorni che nasce “Torino (e dintorni) low cost – Guida anticrisi alla (ex) capitale dell’auto”. Il libro, uscito a maggio, è firmato dalla blogger e scrittrice Bruna Gherner, esperta del vivere bene spendendo poco, filosofia che ha messo in pratica in tante città diverse, da Berlino a Barcellona e Milano, a cui ha dedicato il blog http://www.survivemilano.it e la guida “Milano low cost”, pubblicata nel 2012. Si continua ora con Torino, città natale di Bruna Gherner, con 250 segnalazioni di posti, tutti sperimentati personalmente, più un’ottantina di consigli, dalla ricetta per i grissini fatta in casa all’autoproduzione di detersivi naturali. La guida è divisa in nove sezioni tematiche che offrono indicazioni per fare la spesa, uscire, muoversi in città, divertirsi, trovare e abbellire la casa, vivere con i bambini, fare attività culturali, vestirsi, curare il proprio corpo, con tanto di mappa per localizzare rapidamente i posti segnalati, contraddistinti da una fogliolina quando il low cost si accompagna all’eco. «Il proposito – spiega Bruna Gherner – è usare la crisi come occasione per cambiare le abitudini, anche in senso proambientale; spendere meno senza dover sacrificare la qualità, sapendo dove andare, perché basso costo non è per forza sinonimo di bassa qualità (anche ambientale), e viceversa alto costo non significa necessariamente alta qualità. Ad esempio comprare cibi biologici, ma non per forza al supermercato o nei negozi di primizie, dove sono molto costosi, quanto piuttosto dal produttore, o acquistare prodotti non confezionati ma sfusi, riducendo il packaging che è un costo sia economico che ecologico». Una guida soprattutto per chi vive la città, con consigli sui Gac o dove trovare prodotti sfusi, ciclofficine, miele prodotto in città, come quello del giardino botanico del Valentino, ristoranti vegani, vecchie e nuove piole, dove mangiare fuori e bene con meno di 15 euro, come a Cascina Roccafranca. E poi orti urbani e sul balcone, mercati dell’usato e negozi che producono abiti di qualità a prezzi giusti; meno vestiti ma di buone stoffe, ben realizzati e made in Italy, senza sfruttare la manodopera e l’ambiente. O ancora: erboristerie, vivai, iniziative di cohousing, attività per i bimbi e rassegne e iniziative culturali gratuite. Tra i posti eco raccomandati, le officine del Cecchi Point di via Cecchi, dove imparare ad aggiustarsi e costruirsi le cose; Il Filo d’Erba, il vivaio del Gruppo Abele a Rivalta, che vende piante pensate apposta per l’orto sul balcone; il Negozio leggero e la Locanda leggera di via Napione, con prodotti sfusi e dove l’usa e getta è bandito; la cooperativa Liriodendro di Bogaro, che vende salumi naturali; l’erboristeria di via Baretti, dove l’erborista va ancora a raccogliere le erbe in montagna. «Torino offre tante opportunità per vivere low cost e in modo eco, più che a Milano – chiosa l’autrice –, ma l’iniziativa deve partire da ciascuno. Usando la bici anche se le ciclabili non sono perfette, rinunciando al supermercato sotto casa e ai prodotti già pronti per coltivarsi un orto sul balcone, farsi il pane in casa, andare al mercato, dai produttori o da un Gac. Razionalizzando i consumi, comprando meno cose ma migliori. Provando, insomma, a cogliere le opportunità della crisi, che è frutto anche di abitudini sconsiderate».

 

 Fonte: eco dalle città

 

Mini-guida alle tecniche di conservazione domestica

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Conservare correttamente i cibi è una regola fondamentale del mangiar sano; una regola che deve essere applicata ed osservata scrupolosamente per evitare che lo sviluppo di alcuni microrganismi – soprattutto patogeni – possa deteriorare anzitempo i nostri alimenti alterandone le proprietà organolettiche. Un problema che riguarda soprattutto i cibi freschi, primi fra tutti frutta e verdura, che molto spesso  finiscono nel secchio dell’immondizia prima che possano essere consumati.  Dunque, conoscere e mettere in pratica le principali tecniche di conservazione ‘casalinghe’ degli alimenti vuol dire mangiare e vivere benesprecare meno e rispettare l’ambiente. Vediamo quali sono i metodi più semplici ed efficaci per conservare al meglio le nostre verdure (crude o cotte) e la frutta. Per prima cosa occorre sapere che sin dall’antichità i migliori alleati delle casalinghe (soprattutto quando frigoriferi e freezer non esistevano!) sono acqua, sale, aceto, olio e zucchero. Tutti ingredienti naturali, facilmente reperibili e dalle straordinarie proprietà conservanti. VAPORE. Attraverso il vapore, ad esempio, si possono sterilizzare adeguatamente i barattoli dove riponiamo le nostre verdure a crudo o cotte. Nel primo caso è sufficiente portare a bollore i vasetti ben chiusi, nel secondo, prima di procedere alla sterilizzazione, le verdure devono essere sbollentate in acqua salata, riposte nel vaso e ricoperte con altra acqua già ‘bollita’ e raffreddata. OLIO. L’olio extra-vergine di oliva è un ottimo ingrediente per la conservazione di cipolline, peperoni, funghi e ortaggi vari  che così conservati si trasformano in succulenti contorni per accompagnare i nostri piatti. Prima di passare all’invasamento è opportuno sterilizzare i barattoli per eliminare i microrganismi, adagiare le verdure ben pressate all’interno e coprirle con l’olio in modo da non lasciare spazi vuoti. Durante il consumo si può procedere con dei piccoli rabbocchi per mantenere alto il livello il livello dell’olio. Stesso procedimento per la conservazione sott’aceto (preferibilmente di vino bianco o di mele) che esalta il sapore di carote, cetriolini e giardiniera, evitando la formazione di sgradevoli (e pericolose) muffe. Ricordate di scegliere con cura anche i materiali utilizzati per la preparazione e la conservazione degli alimenti. Se decidete per la cottura in acqua o aceto, utilizzate pentole in acciaio inox o in pirex, mentre per i barattoli optate per quelli a chiusura ermetica che possono essere utilizzati più volte con un’opportuna manutenzione.jar

SALE. Anche il sale e la salamoia possono trasformarsi in validi alleati per la conservazione di alcune verdure come capperi, olive, zucchine ecc. Il sale, infatti, assorbe l’umidità degli alimenti preservandone la freschezza anche per tutto l’anno. Per quanto riguarda i contenitori, potete scegliere i classici barattoli in vetro, in coccio o in legno. Ricordate di sistemare la verdura a strati alternati al sale, arricchendo il tutto con le vostre erbe aromatiche preferite. La salamoia home made, invece, si prepara facendo scaldare dell’acqua e sale (1 l di acqua ogni 100 gr di sale). Un metodo infallibile per preparare la salamoia consiste nel far scaldare l’acqua in un pentolino, aggiungere gradualmente il sale grosso e immergere nell’acqua una piccola patata intera.

Continuando a mescolare, attendete che il sale sia completamente sciolto prima di aggiungerne dell’altro e una volta che la patata sarà venuta a galla la vostra salamoia sarà pronta all’uso.

MARMELLATE. Chiudiamo con la frutta, che può essere conservata sottoforma di confettura o marmellata. In entrambi i casi occorrerà cuocerla per 2-3 ore in una pentola molto capiente con una quantità di zucchero pari alla metà del peso della frutta impiegata o, a seconda dei gusti e dei frutti utilizzati, leggermente inferiore.

BUONO A SAPERSI: Perché comprare sfuso conviene?

Per un risultato ottimale la cottura deve essere dolce, lenta e graduale, per dar tempo allo zucchero di sciogliersi e alla pectina (sostanza naturale della frutta) di addensare il composto. Durante la preparazione occorre mescolare continuamente ed aggiungere un po’ di succo di limone appena spremuto. Una volta che la vostra confettura avrà raggiunto la giusta consistenza, potete procedere al trasferimento nei barattoli sterilizzati ancora caldi per evitare che lo shock termico danneggi il vetro. Una volta riempiti fino all’orlo, i vasetti devono essere chiusi ermeticamente e rovesciati per 10 minuti affinché si crei l’effetto ‘sottovuoto’ (in alternativa potete immergerli in acqua bollente per 5 minuti). Ricordate che è buona norma scegliere sempre frutta e verdura di stagione, meglio se bio, e lavarla accuratamente sotto l’acqua per eliminare le tracce di pesticidi. E per non sbagliare rammentate di corredare i vostri barattoli con etichette riportanti il nome del prodotto e la data.

Semplice, no?!

Fonte: tuttogreen

Orto in città, la mini-guida per dummies

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Le statistiche dicono che nelle città italiane è sempre più diffusa  la pratica di dedicare un angolo di terrazzo alla coltivazione di fiori e piante. Ma molte persone, pur se spinte da buone intenzioni, non conoscono i principi basilari per la creazione di un orto. Poi, più sotto, c’è anche la categoria dei negati, quelli che nei paesi anglosassoni vengono definiti dummies, che non saprebbero proprio da che parte cominciare. Ma non bisogna perdersi d’animo, nessuno nasce imparato, e con poche semplici indicazioni si possono ottenere in breve tempo dei risultati significativi. Per esempio, chi ha già delle piante fiorite sul tuo balcone può creare una nuova armonia tra piante fiorite e ortaggi in vaso, ponendo questi ultimi a ridosso dei muri. Le varietà adatte al balcone sono quelle che, una volta sviluppate, non superano l’altezza di mezzo metro o le specie che producono ortaggi di piccole dimensione come il pomodoro a ciliegia, ma anche alcune varietà di peperoni o melanzane. Promemoria: ogni pianta deve essere collocata in una vaso in terracotta di 30 cm. Se le piantine da mettere in fila sono tre, la fioriera deve essere lunga almeno 60 cm. Ora però bisogna compiere un passo indietro, cioè verificare che ci sia lo spazio sufficiente per accogliere le piante. Servono poi dei vasi, il terriccio, palline di argilla e i sementi delle piante che vuoi coltivare. Ok, ora si possono riempire i vasi di terra fertile per orto, dopo aver ricoperto il fondo del vaso con delle palline di argilla. I vasi vanno disposti secondo il sole che si ha a disposizione: alcune piante, infatti, crescono meglio se assorbono una maggior quantità di raggi solari. L’innaffiamento, altro punto fondamentale, deve essere regolare ed effettuato nel momento opportuno. Le giovani piantine sono fragili, per farle crescere corrette meglio sostenerle con piccoli bastoncini o canne di bambù. Non solo la piantina, anche la terra va nutrita, utilizzando concimi naturali quali la cenere di legna, l’acqua di cottura delle verdure fredda oppure i fondi del caffè. Per iniziare e impratichirsi, il suggerimento è quello di orientarsi verso le piante aromatiche: le principali sono il rosmarino, il prezzemolo, il basilico, la salvia e la maggiorana. Si tratta di piante poco impegnative, che amano il sole diretto ma solo per metà giornata, inoltre si acquistano già cresciute e devono essere trapiantate in vasi di terracotta di 20-25 cm di diametro. Sono poco assetate, basta una dose settimanale d’acqua, due per il basilico. Un tentativo si può provare anche con la fragola di bosco: è un pianta perenne che fiorisce più volte l’anno e trasforma i suoi piccoli fiori gialli dal centro bianco in frutti. Una volta che la pianta avrà fatto la sua gettata di fiori, il terreno di coltivazione va mantenuto fresco ma non umido. Nota importante: i frutti si possono staccare solo in fase di avanzata maturazione, quando le fragole assumono un colore rosso intenso. Seguendo queste indicazioni di base, ogni cittadino può decidere di avviare il proprio orticello. E magari scoprire un talento innato.

Fonte: tuttogreen