Fotovoltaico, la grid parity europea è possibile e costa poco

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Integrare in maniera massiccia il fotovoltaico alla rete elettrica europea non solo è tecnicamente possibile ma avrebbe dei costi ragionevoli e sostenibili. Sopratutto in Italia che, stando ai dati 2012, copre il 7% della sua domanda annua di elettricità con il solare a un costo di 10 euro al MWh e se si arrivasse a un 18% di fotovoltaico, i costi aggiuntivi di rete potrebbero essere mitigati con una gestione adeguata della domanda (implementando il cd sistema DR), sopratutto nei periodi invernali. Questi sono i dati diffusi dal report “Grid Integretion Cost of Photovoltaic Power Generetion” che, redatto dal gruppo di ricerca inglese del PV Parity, ha analizzato e quantificato i costi di integrazione dei sistemi fotovoltaici in 11 mercati chiave europei. L’obiettivo era quello di verificare la possibilità di installare fino a 480 GW di fotovoltaico entro il 2030, che coprirebbe circa il 15% della domanda di energia elettrica europea. Ma prima di entrare nel dettaglio dei risultati del report è bene chiarire, come lo studio fa in premessa, cosa significa grid parity e sopratutto da quali costi e parametri è influenzata. Secondo i ricercatori è necessario abbandonare un approccio classico (e limitato) secondo cui si guarda solo al prezzo del solare e della rete, per abbracciare una visione d’insieme, di sistema. Che comprende anche il ruolo delle tecnologie che possono essere usate per abbattere i costi, aumentando al contempo l’efficacia degli impianti, come i sistemi di stoccaggio e accumulo. Appurato questo aspetto, lo studio si sofferma sui vari costi annessi e connessi all’integrazione.

Capacità di back-up
Un’adeguata capacità di back- up è una componente importante dei costi di integrazione del fotovoltaico, in particolare nel Nord Europa (dove si attesta a circa € 14.5/MWh).

Reti di distribuzione
Rafforzare le reti di distribuzione per ospitare il fotovoltaico costerebbe circa € 9/MWh entro il 2030. Questo costo di solito si riduce quando il consumo di picco coincide con picco di produzione fotovoltaica, così come avviene nell’ Europa meridionale.

Trasmissione
I costi di trasmissione legati all’integrazione di 480 GW fotovoltaici sono stati stimati intorno a circa € 0.5/MW nel 2010. E di € 2.8/MWh nel 2030.

Bilanciamento
I costi di bilanciamento si attestano su circa € 1/MWh nel 2030, assumendo la piena integrazione dei mercati europei di bilanciamento.

In sintesi, lo studio riferisce che i costi di integrazione dei sistemi fotovoltaici sono relativamente modesti e nel 2030 dovrebbero crescere fino a € 26/MWh entro il 2030, un dato che potrebbe scendere del 20% se ci fossero dei miglioramenti in termini di sistemi di stoccaggio e DR (Demand Response). Per ciò che riguarda il nostro paese, il solare, come ben noto, è molto diffuso. E i costi di integrazione sono relativamente bassi: vanno da 5,2 €/MWh con una penetrazione del 2% a 15,9 €/MWh con una penetrazione del 18%. Al valore di penetrazione attuale, circa il 7%, siamo sui 10 €/MWh. Un costo che, sottolinea il report, potrebbe essere dimezzato attraverso adeguate politiche di gestione della domanda (DR).

Fonte: Casa&Clima.com

 

AL VIA LA NUOVA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE

Firmato un decreto interministeriale. Obiettivi primari: riduzione dei costi energetici, pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia.

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Dopo ampia consultazione pubblica, il Ministro dello Sviluppo Economico delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Ministro dell’Ambiente hanno approvato tramite Decreto Interministeriale la Stategia Energetica Nazionale (SEN), presentata nel corso del Consiglio dei Ministri del 16/10/2012. La modernizzazione del settore energia rappresenta un elemento cardine per la crescita sostenibile del Paese. A oltre vent’anni dall’ultimo Piano Energetico Nazionale, questo documento di programmazione e indirizzo era molto atteso dal settore.

Rispetto al documento posto in consultazione ad ottobre, sono stati recepiti numerosi contributi. Tra i più rilevanti, si menzionano:

• Una maggiore esplicitazione delle strategie di lunghissimo periodo (fino al 2050), in coerenza con la Roadmap di decarbonizzazione europea, e delle scelte di fondo per la Ricerca e Sviluppo;

• Una quantificazione dei costi e benefici economici della strategia per il Sistema, in particolare per i settori elettrico e gas;
• Una definizione più precisa delle Infrastrutture Strategiche gas, con particolare riferimento al dimensionamento di nuovi impianti di stoccaggio e di rigassificazione, con garanzia di copertura costi in tariffa, necessari per garantire l’allineamento strutturale dei prezzi gas a quelli UE e a fare fronte alle accresciute esigenze di sicurezza delle forniture (in uno scenario geopolitico sempre più complesso);

• Una più precisa descrizione delle misure di accompagnamento alla cosiddetta grid parity delle Rinnovabili elettriche (segnatamente del Fotovoltaico), una volta terminato il sistema incentivante attuale;

• Una migliore definizione degli strumenti previsti per accelerare i miglioramenti nel campo dell’efficienza energetica (es. certificati bianchi, PA, standard obbligatori, certificazione);

• Una più chiara definizione dei possibili miglioramenti della governance del settore.

La realizzazione della strategia proposta consentirà un’evoluzione graduale ma significativa del sistema ed il superamento degli obiettivi europei «20-20-20», con i seguenti risultati attesi al 2020 (in ipotesi di crescita economica in linea con le ultime previsioni della Commissione Europea):

• Significativa riduzione dei costi energetici e progressivo allineamento dei prezzi all’ingrosso ai livelli europei. In particolare, è possibile un risparmio di circa 9 miliardi di euro l’anno sulla bolletta nazionale di elettricità e gas (pari oggi a circa 70 miliardi). Questo è il risultato di circa 4-5 miliardi l’anno di costi addizionali rispetto al 2012 (legati a incentivi a rinnovabili/efficienza energetica e a nuove infrastrutture), e circa 13,5 miliardi l’anno di risparmi includendo sia una riduzione dei prezzi e degli oneri impropri che oggi pesano sui prezzi (a parità di quotazioni internazionali delle commodities), sia una riduzione dei volumi (rispetto ad uno scenario di riferimento inerziale).
• Superamento di tutti gli obiettivi ambientali europei al 2020. Questi includono la riduzione delle emissioni di gas serra del 21% rispetto al 2005 (obiettivo europeo: 18%), riduzione del 24% dei consumi primari rispetto all’andamento inerziale (obiettivo europeo: 20%) e raggiungimento del 19-20% di incidenza dell’energia rinnovabile sui consumi finali lordi (obiettivo europeo: 17%). In particolare, ci si attende che le rinnovabili diventino la prima fonte nel settore elettrico al pari del gas con un’incidenza del 35-38%.

• Maggiore sicurezza, minore dipendenza di approvvigionamento e maggiore flessibilità del sistema. Si prevede una riduzione della fattura energetica estera di circa 14 miliardi di euro l’anno, con la riduzione dall’84 al 67% della dipendenza dall’estero. Ciò equivale a circa 1% di PIL addizionale e, ai valori attuali, sufficiente a riportare in attivo la bilancia dei pagamenti, dopo molti anni di passivo.

• Impatto positivo sulla crescita economica grazie ai circa 170-180 miliardi di euro di investimenti da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili e efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo idrocarburi). Si tratta di investimenti privati, solo in parte supportati da incentivi, e con notevole impatto in termini di competitività e sostenibilità del sistema.

Per il raggiungimento di questi risultati la strategia si articola in sette priorità con specifiche misure concrete a supporto avviate o in corso di definizione:

  • promozione dell’Efficienza Energetica, strumento ideale per perseguire tutti gli obiettivi sopra menzionati e su cui il potenziale di miglioramento è ancora significativo;
  • promozione di un mercato del gas competitivo, integrato con l’Europa e con prezzi ad essa allineati, e con l’opportunità di diventare il principale Hub sud-europeo;
  • sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, per le quali intendiamo superare gli obiettivi europei, contenendo al contempo l’onere in bolletta;
  • sviluppo di un mercato elettrico pienamente integrato con quello europeo, efficiente (con prezzi competitivi con l’Europa) e con la graduale integrazione della produzione rinnovabile;
  • ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti, verso un assetto più sostenibile e con livelli europei di competitività e qualità del servizio;
  • sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, con importanti benefici economici e di occupazione e nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale;
  • modernizzazione del sistema di governance del settore, con l’obiettivo di rendere più efficaci e più efficienti i nostro processi decisionali.

In aggiunta a queste priorità, soprattutto in ottica di più lungo periodo, il documento enfatizza l’importanza e propone azioni d’intervento per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico, funzionali in particolare allo sviluppo dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e all’uso sostenibile di combustibili fossili.

Fonte: legislazione tecnica